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La figura di Contini e i compiti della filologia italiana

Contini è il filologo che con maggiori motivazioni ha proposto di ritenere attribuibile a Dante giovane un interessante poemetto giunto anonimo da un solo manoscritto intitolato "Il Fiore" (findall'800 ha suscitato problemi di attribuzione). In Contini è viva anche la passione per i moderni e contemporanei (a Contini si deve la scoperta di Pasolini, della poesia di Montale...). Contini come fondatore della critica delle varianti (critica degli scartafacci) attenta a studiare il processo della composizione delle opere letterarie come qualcosa di non fisso, ma dinamico (saggio dedicato alle correzioni del Petrarca, articolo dedicato alle implicazioni leopardiane).

Quali sono i compiti della filologia italiana? Tra i compiti istituzionali ha senz'altro quello di accertare l'autenticità, genuinità e correttezza dei testi letterari composti nei diversi volgari italiani che sono giunti a noi da un passato più o meno lontano (vari volgari, non solo il toscano). La filologia italiana si occupa anche di studiare le varianti testuali, le correzioni e le modifiche apportate dagli autori stessi o da copisti successivi, al fine di comprendere meglio il processo di creazione delle opere letterarie.

Solamente volgare toscano-fiorentino, ma anche quelli delle isole). E’necessario indagare e studiare i modi in cui nel corso dei secoli i testi sono stati tramandati etrasmessi (ricorda la fortuna di un’opera). La filologia essenzialmente si occupa di studiare i modiin cui i testi sono stati trasmessi (il più antico manoscritto della commedia di Dante risale a circaquindici anni dalla morte di Dante stesso).Sereni sottolinea la concretezza della disciplina chiamata a analizzare e interpretare con rigore datireali e proprio per questo efficace antidoto nei confronti di un approccio ingenuo ai testi.Nietzsche e Segre sottolineano la natura istituzionalmente composita della disciplina che per essereconcretamente praticata richiede l’intervento di un ampio ventaglio di discipline (un buon filologodeve essere molte altre cose).La critica testuale costituisce un aspetto fondamentale del lavoro filologico, con critica testuale siintende tutto quell’insieme di

Operazioni che hanno come obiettivo la ricostruzione del testo originale di opere di un passato più o meno lontano. Il tentativo di ricostruire il testo originale (lettura dei quotidiani e correzione involontaria della stampa o altro) (esempi). La filologia italiana ha a che fare con testi che ci sono giunti attraverso manoscritti (gli unici esistenti prima della metà del XV secolo con l'introduzione della stampa a caratteri mobili) o stampe. Ci sono discipline che studiano libri manoscritti e a stampa come oggetti materiali: paleografia (studia scritture antiche [minuscola cancelleresca, mercantesca, umanistica], le colloca nello spazio e nel tempo), codicologia (studia come si fabbrica un libro manoscritto, con fogli di pergamena o di carta), bibliografia testuale.

Lezione del 19.09.06

Originariamente il palinsesto in codicologia è un antico manoscritto di pergamena, il cui testo è stato cancellato tramite raschiatura e sostituito da un testo più recente.

Un manoscritto in pergamenaha maggiore importanza rispetto a quello in carta.

Come si costruisce un qualsiasi libro manoscritto? Si parte dal foglio che viene piegato lungo ilfoglio più corto, poi viene piegato un secondo foglio ed un terzo… costituendo un fascicolo (avendoutilizzato tre fogli si chiama ternione, quaternione se utilizzati quattro fogli, se utilizzati cinquefogli quinterno). Per ogni carta distingueremo due facciate, una prima chiamata recto e una secondaverso. Solitamente un libro manoscritto è composto dall’unione di un certo numero di fascicoli.

Prima di scrivere il copista doveva decidere quale era lo specchio di scrittura, cioè lo spaziodedicato alla scrittura che veniva delineato e tracciato con dell’inchiostro diluito o quando ha a che1 Filologia Italiana (A) – Andrea Combonifare con la pergamena veniva inciso da una punta di metallo secco. Il copista non era la stessapersona che doveva rilegare i diversi fascicoli.

Poteva sorgere il problema di un'errata sequenza dei fascicoli al momento della rilegatura. Per evitare questa possibilità di errore veniva anticipata la prima parola che si trovava nella recto del fascicolo successivo. In secondo luogo venivano segnati i fascicoli (A, B, C... I, III, IV...). Tutto l'apparato decorativo veniva affidato al miniatore. Ci sono i copisti di mestiere (non sceglie i testi da copiare) e quelli per passione (sceglie quali testi da trascrivere). Boccaccio, uno dei primi ammiratori di Dante, si è fatto copista di esso; quando ha trascritto La Vita Nova ha deciso di non trascrivere alcune parti ritenute noiose. Finta la trascrizione del libro solitamente si trova la firma del copista. La bibliografia testuale è arrivata da poco nel nostro paese, di bibliografia si è iniziato a parlare venti, venticinque anni fa. Si occupa di come venivano prodotti gli antichi libri a stampa nelle antiche tipografie. Disciplina nata e

Sviluppata in area anglosassone, textual bibliography. La bibliografia testuale ci spiega anche come mai possono esistere esemplari diversi di una stessa edizione. C'è un elemento che accomuna tutte le scritture antiche, cioè le abbreviazioni. L'uso di queste abbreviazioni è funzionale all'esigenza di risparmiare pergamena o carta e in secondo luogo facilitava la scrittura rendendola più veloce. Ci sono due fondamentali tipi di abbreviazione nelle trascrizioni dei testi latini, per troncamento e per contrazione. Tra i segni di abbreviazione c'è il titulus (lineetta orizzontale che equivale alla m o alla n, ma può essere utilizzata per qualsiasi lettera). Altri sono le note tironiane.

Lezione del 20.09.06 Nelle scritture antiche non si trovano i segni diacritici (accenti e apostrofi), le parole si scrivevano in modo diverso da come siamo abituati noi a scrivere (es. la casa, l'albero, l'amico...). Come si trascrivono i testi? Ci

Sono due tipi di trascrizione; una prima trascrizione è caratterizzata dal fatto che bisogna conservare tutto quanto si trova nel documento che vogliamo trascrivere, lasciato tutto immutato (dobbiamo trascrivere l'amico senza apostrofo), questo tipo di trascrizione si chiama diplomatica (deriva dalla disciplina che si occupa di studiare l'autenticità dei documenti antichi, dei diplomi). Un secondo tipo di trascrizione viene chiamata interpretativa, viene richiesto l'intervento da chi la scrive, ad esempio la separazione delle parole a seconda dell'uso moderno, inserire la punteggiatura e i segni diacritici, ma non cambiare le grafie (mai foco in fuoco). (Nella fotocopia possiamo notare come in nessuno dei sonetti sia presente la punteggiatura). Un fenomeno rilevante che si trova nelle scritture antiche è la rappresentazione della u e della v (che dura fino alla seconda metà del seicento), troviamo un'indistinzione nell'uso di questi.

segni grafici (AUARO,VLTIMO); nell'alfabeto latino classico non esiste la consonante v. Passaggio dal manoscritto alla stampa, introduzione della stampa a caratteri mobili (seconda metà del 400). È stata una rivoluzione silenziosa, inavvertita, ma ha avuto delle conseguenze dirompenti di radicale novità. Ha messo a disposizione una quantità decisamente superiore di testi scritti, ma abbiamo anche un allargamento del potenziale pubblico lettore (alcune persone non si potevano permettere di acquistare un manoscritto). Tutto ciò incontrò anche delle resistenze, non fu da subito una sorta di marcia trionfale, ci fu un atteggiamento di sospetto e diffidenza verso questa innovazione. Con i manoscritti era più semplice crearsi un determinato tipo di lettori, volevano che le loro opere venissero lette solamente da un ristretto pubblico. Con la stampa il controllo sui propri lettori e sul proprio pubblico inevitabilmente svanisce e si ha un

Rovesciamento degli atteggiamenti: mentre prima era lo scrittore ad avere il controllo sul suo pubblico, ora è il pubblico ad avere un maggiore controllo sullo scritto.

2 Filologia Italiana (A) – Andrea Comboni

I più antichi libri a stampa (i libri stampati fino al 31 dicembre del 1500) si chiamano incunaboli, termine latino utilizzato originariamente per indicare le fasce in cui venivano avvolti i neonati, nell'evoluzione semantica voleva indicare l'infanzia e poi si è deciso di indicare con il termine i libri a stampa più antichi. Da 1501 al 1600 vengono chiamati cinquecentine.

Lezione del 25.09.06

I libri a stampa venivano prodotti da tipografie conosciute per nominativo e non poteva sfuggire nulla all'autorità di quanto veniva stampato; il controllo era ovviamente minore al tempo dei manoscritti data la minore produzione.

Nel 1559 fu istituito l'indice dei libri proibiti (Index Librorum Prohibitorum) per opera della Santa

Congregazione dell'Inquisizione con lo scopo di ostacolare la possibile contaminazione della fede e la corruzione morale attraverso la lettura di scritti il cui contenuto veniva considerato dall'autorità ecclesiastica non corretto sul piano strettamente teologico se non addirittura morale.

L'indice fu soppresso nel 1966, quattro secoli dopo.

Le edizioni su carta colorata (turchina) hanno un certo pregio, valgono molto di più di quelle su carta bianca perché di minore quantità.

Solitamente si è portati a ritenere che le stampe siano meno importanti dei manoscritti perché meno recenti. Questo è un pregiudizio negativo privo di giustificazione logica, la prima stampa di un testo (editio princeps) può infatti riprodurre quindi riportare manoscritti antichi che non si sono conservati. Quando si ha a che fare con una tradizione che comprende testimoni a stampa e testimoni manoscritti bisogna studiare entrambi con pari rigore.

Nei testimoni a stampa bisogna tener conto che possono esistere delle differenze tra esemplari diversi di una stessa edizione. Nei libri antichi poteva accadere che esemplari diversi di una stessa edizione non fossero uguali tra loro (il tempo per realizzare un libro era assai grande), ma come mai? Come si produceva un libro a stampa a caratteri mobili? La funzione del copista nell'anticatipografia è presa dal compositore tipografico, colui che utilizzano i caratteri mobili compone la matrice. Ogni matrice viene quindi inchiostrata e successivamente stampata con un torchio pressore, creando di conseguenza la pagina. Poteva accadere che una volta sostituita la matrice per un problema x, le ristampe non fossero identiche alla stampa originale. Caso interessante per il filologo italiano: la diversità tra esemplari di una stessa edizione non è imputabile inconsciamente o consciamente al tipografo, ma all'autore del testo. L'autore può avere in extremisei "Orlando Furioso" ha deciso di apportare alcune modifiche al testo già consegnato alla stampa. Questa decisione ha comportato una pausa nel processo di stampa, ma Ariosto ha ritenuto che fosse necessario per migliorare il suo lavoro.
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Publisher
A.A. 2006-2007
7 pagine
1 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/13 Filologia della letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher summerit di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Trento o del prof Comboni Andrea.