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Dáð

Nordico Tat

Alto tedesco * dʰéh₁tis,

Solo il gotico possiede la forma basilare del lessema, derivato dalla forma ricostruita da cui

discende pure il greco “thesis”. L’anglosassone, a riguardo, sviluppò come vocale tonica il fonema “æ”,

dando origine a: Dæd

Anglosassone  Anglosassone “dæd”

Fatto sta che la /e/ aperta indoeuropea si accorciò fino al cambio completo della stessa vocale. Prendendo di

l’accento si spostò dall’ultima

nuovo la parola per padre, sappiamo che dalla radice *ph₂tḗr alla prima

sillaba, trasformando la schwa interconsonantica in una vocale a tutti gli effetti. Come scritto

precedentemente, la vocale media centrale, la schwa, non sopravvive in nessuna delle lingue indoeuropee

odierne.

Lingue storiche germaniche Catena lessicale

Fàdar

Gotico Fæder

Anglosassone

Università degli studi di Roma Tor Vergata Pagina 52

Fàðir

Nordico Fater

Alto tedesco Feder

Frisone dʰugh₂tḗr,

Esempio simile lo si può ottenere con il sostantivo ricostruito * sempre con accento in posizione

tronca. L’accento in germanico, che richiedeva la sua posizione in posizione pretonica, produsse i seguenti

esiti:

Lingue storiche germaniche Catena lessicale

Dàuhtar

Gotico Dòhtor

Anglosassone Dòttir

Nordico Tòhter

Alto tedesco Dòchter

Frisone

Università degli studi di Roma Tor Vergata Pagina 53

/ˈdux.tɛːr/.

Tutti provenienti salla forma ricostruita del proto-germanico *dùhtēr, pronunciato come

Adesso, questa è un analisi che riguarda solo i sostantivi a declinazione zero, che quindi sono nella forma

nominativa. Ma se la sillaba finale indoeuropea sopportasse lo stress della perdita di un accento, cosa ne

risulterebbe? Per ciò, dobbiamo analizzare sia la flessione nominale, che la flessione verbale, dato che

entrambe si combinano in un reciproco sincretismo. Sappiamo fin da subito che dei casi originari

indoeuropei, non presentano alterazioni:

 Il nominativo

 L’accusativo

 Il genitivo

Per l’ablativo, il locativo e lo strumentale, si assistette invece a una vistosa fusione in un solo unico caso,

formalmente conosciuto come “dativo”. Il vocativo, d’altro canto, venne documentato solo in epoca antica

nei Goti, e scomparve prematuramente. Lo strumentale, infine, sopravvisse nelle lingue germaniche

occidentali nella sola forma singolare. Abbiamo quindi nel proto-germanico ricostruito sei casi dei sette

originali, che poi diminuirono a quattro: nominativo, accusativo, genitivo e dativo.

Il sistema verbale fu, tuttavia, quello che subì le maggiori riduzioni: dei sette tempi previsti

dall’indoeuropeo, solo due sopravvissero: presente e passato, col futuro formato tramite l’uso di un verbo

modale. Indicativo, imperativo, e aspettativo, unione fra l’ottativo e il congiuntivo, furono i soli tre modi a

venire ancora usati. La diatesi, ossia la differenza fra attivo e passivo, era molto bassa, dato che le forme di

passivo erano piuttosto rare.

Parte 9: la flessione dell' aggettivo

La doppia flessione dell' aggettivo, forte e debole, è distinguibile dal punto di vista formale e funzionale

sulla base dell' aggettivo stesso. E' forte quando continua la flessione indoeuropea dei temi in vocale e dei

pronomi, ereditanti alcuni casi dalla flessione dei sostantivi, altri da quella dei pronomi. E' debole se invece

prende dai sostantivi un suffisso in tema "-n". Ha un valore determinante e individualizzante, ancora presente

nel tedesco moderno (es. Ich esse den roten Apfel, Io mangia LA MELA ROSSA). La flessione debole la

troviamo ogni qualvolta se l' aggettivo:

 E' preceduto dall' articolo determinativo o un aggettivo dimostrativo.

Università degli studi di Roma Tor Vergata Pagina 54

 -E' declinato al vocativo oppure in forma comparativa/superlativa.

 -Precede un numerale (eccetto per "secondo") Se non rispettate le tre condizioni, allora la flessione

che ne risulta è forte. Pertanto, l' aggettivo non viene preceduto dall' articolo e il nome, e può avere o

funzione attributiva oppure di apposizione.

Parte 10: la Wortbildung

La Wortbildung è, tradotta dal tedesco, la "costruzione delle parole", un fenomeno di natura morfologica che

si riscontra in tutte le lingue indoeuropee. Il germanico, che dall' indoeuropeo prende e plasma molti tra

“-ter-“

suffissi e sostantivi, non fa eccezione, tanto che troviamo lo stesso suffiso altrimenti riscontrabile nei

nominas agentis delle altre lingue sorelle e nei nomi di parentela (es. lat. genitar, sanscrito "janitàr",

GOTICO "fadar", "brothar"). Ogni parola risulta l’unione fra un morfema che possiede il valore semantico

“radice”,

principale, detto altrimenti ed una desinenza, ossia un altro morfema che però non possiede una

propria indipendenza. In ogni lingua flessiva, così come nelle lingue indoeuropee, il rapporto tra radice e

desinenza viene stabilito dal tipo di vocale tematica, ossia quella che si trova nella radice tema, quella parte

“dormivo” “dorm-

della parola distaccata dalla desinenza stessa (Es. Nel verbo la radice del tema consiste in

“ “-ivo”, “-iv-“ “-o”).

mentre la cosiddetta uscita risulta in quanto risulta l’unione fra affisso e una desinenza

Detto ciò, le lingue germaniche prendono dall’indoeuropeo quattro suffissi vocalici più un cospicuo numero

di suffissi consonantici, dei quali ne citeremo i più importanti. Questa dicotomia fra vocali e consonanti

sarebbe poi, specialmente in tedesco moderno e olandese, entrambi discesi dai dialetti dell’alto e del basso

tedesco, sfociata nella flessione forte e debole dei sostantivi, simile ma non uguale a quella degli aggettivi.

*- O *-A- (pure nelle forme *-JA-, *-WA-) es. *xarjaz --> harjis ("esercito")

*- A *-O- (lunga), *-JO-, *-WO-) es. *snajgwaz --> snaiws ("neve")

*-I- -I- es. *gastiz --> gasts ("ospite")

*-U- -U- sunus ("figlio") *-en-/-on- --> *-en-/*-an- (pure nelle forme *-jen-, *-jan-) guma

("uomo") e bandja ("prigioniero")

*On (O lunga) --> *-on ( pure nelle forme *-jon- e *-won-) tungo ("lingua"), rathjo ("conto") e

gatwo ("strada") *-in managei ("folla")

*-TER *simbolo THORN/d/t + er es. fadar ("padre")

Università degli studi di Roma Tor Vergata Pagina 55

*-nt- *nd frijonds ("amico")

-Es-/-os- Attestati solo in antico inglese, e nel resto delle lingue germaniche assimilati ai neutri in

tema -a, del tutto oppure in parte. Per esempio: Indoeuropeo *-OS- --> *-AZ- --> *AR es. Hol/Holar

(singolare e plurale alto tedesco per "caverna")

 WORTBILDUNG DEI VERBI

Per questa parte della Wortbildung, il libro spiega semplicemente le sei classi dei verbi forti più le

quattro dei verbi deboli, quindi spiegata successivamente.

 WORTBILDUNG DEI SOSTANTIVI

E' la più sostanziosa nel panorama germanico, poiché fa sì che i sostantivi indoeuropei rimangano o

col significato originale, indeboliti oppure mutati fino alla riduzione a semplice prefisso o suffisso.

Es. ANG. "Maegen" ALTO TEDESCO "Magan" --> FORZA Il significato è in questa parola del

tutto confrontabile con altri sostantivi indoeuropei, ma lo troviamo pure come prefisso intensivo nel

sostantivo: Es. Meginfjall ("alta montagna") Anche aggettivi e articoli possono essere usati per la

formazione di parole. Es. ANG. Aelfremd ("straniero") Da "ael" --> Tutto Es. ALTO TEDESCO

Einhart ("ostile")

E' comunque la Wortbildung effettuata tramite i sostantivi quella che rende il gruppo delle lingue

germaniche estremamente particolare, dato che radici diverse vengono combinate per creare nuovi

neologismi, da cui poi deriva un composto che può essere: -Copulativo, ossia coordinato da due membri -

Determinativo, ossia che un membro determina l' altro modificandone o limitandone il significato. -

Exocentrici, che si comportano ugualmente ai composti determinati, eccetto per l' ordine semantico e

morfologico: servono a designare qualcosa che non figura direttamente tra i membri del composto stesso.

Facciamo degli esempi che ci potrebbero essere utili:

 COMPOSTI COPULATIVI

Es. Gotico "fimftaìhun" ---> Quindici Così come l' anglosassone "fiftyne" e l' alto tedesco

"fimfzehan", tutti e tre derivati dall' unione fra il numerale per cinque e quello per dieci, tipico delle

lingue indoeuropee (es. lat. quindecim e sanscrito páñcadaśa).

 COMPOSTI DETERMINATIVI

Università degli studi di Roma Tor Vergata Pagina 56

Es. Gotico "auga-daùro" Anglosassone "eag-dùru" Alto tedesco "ouga-tora" --> Finestra , oppure

Gotico "Midjun-gards" Anglosassone "Middan-gears" Alto tedesco "Mittilagart" --> Mondo (lett.

TERRA/RECINTO DI MEZZO, da qui il nome del mondo de "Il signore degli anelli").

 COMPOSTI EXOCENTRICI

es. Anglosassone baerfòt (inglese moderno "bare-footed") --> scalzo Tedesco "barfuss"

(letteralmente "a piedi nudi") Oppure l’ alto tedesco "wuotan-herz" -> tiranno (letteralmente "cuore

infuriato"), l’ antico nordico "Bersekr" --> guerrieri (letteralmente "abito d' orso") Ci sono poi

sostantivi indoeuropei isolati che vengono trasformati in suffissi o prefissi e perdono quindi una

propria autonomia. *-doma- Ang.Frisone.Sassone. WIS-DOM, derivato da "wis" ("saggio") e dom

("giudizio", inglese "doom"), da cui derivano i suffissi "-dom" (INGLESE) e "-tum" (TEDESCO) *-

“feond-schipe”,

skapi- Ang. "inimicizia" Alto tedesco "fiant-scaf" Significato del suffisso =

"Creazione", imparentato col sostantivo ricostruito *skabh, di cui è discendente l' anglosassone

"sceaft" e il verbo "scieppan", nonché il moderno "-ship". Per esempio: Friend-ship, Foe-ship,

“liuba-leiks”,

Fellow-ship, Owner-ship, King-ship, etc. *-lika- Gotico "amabile", Anglosassone

"leof-lic" alto tedesco "liob-lih". Moderni "-ly" e "-lich", in questo caso "lovely" and "lieblich".

Significato del suffisso = "Corpo", imparentato col gotico "leiks", l' anglosassone "lic" e l' alto

tedesc

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Publisher
A.A. 2014-2015
78 pagine
16 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/15 Filologia germanica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher WalterSmith di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Filologia germanica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma Tor Vergata o del prof Guerrieri Anna Maria.