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INGEVONI:
• - Cimbri.
- Teutoni.
- Angli.
- Sassoni.
- Juti.
ERMINONI:
• - Langobardi (secondo la grafia latina).
- Suebi.
- Ermunduri, alla base dei Turingi.
- Alamanni.
- Marcomanni, che danno vita al gruppo dei cosiddetti Baiuvari, i futuri bavaresi.
ISTVEONI:
• - Batavi.
- Catti
- Ubi
- Treveri
Tutte queste tribù avrebbero dato origine alla confederazione franca.
Pur nella sua frammentazione dialettale, l'alto tedesco antico deriva dai gruppi Erminoni, tramite i
Langobardi e gli Alamanni, e dagli Istveoni coi Franchi. Il gruppo ingveone ha dato origine ai
dialetti del cosiddetto “basso tedesco” (cfr. basso francone, antenato dell'olandese, e sassone).
La Gran Bretagna viene compresa nell'area germanica solamente in seguito all'invasione da parte
delle tribù germaniche ingveoni nel V secolo. L' anglosassone, il sassone ed il frisone sono le lingue
più importanti di questo gruppo germanico occidentale.
Lo sviluppo di queste lingue si deve essere sviluppato tra il II secolo a.C. ed il secondo secolo d.C.,
ma solo dopo il V secolo si possono distinguere le singole lingue l'una dall'altra. Tra il IV e il V
secolo d.C. I Sassoni si spinsero nella regione limitata dal Reno. Intorno alla metà del V secolo
avvenne l'effettiva colonizzazione della Britannia.
E' tra il III e il V secolo che gli Alamanni e i Bavaresi trasmisero ai dialetti della Germania centrale
le caratteristiche della loro parlate, riassumibili nella “seconda mutazione consonantica”. Si tratta
dell'elemento discriminante che consente di individuare una lingua alto-tedesca e di separarla dal
resto dei dialetti parlati in Germania, riassumibili nel termine“basso tedesco”. La zona in cui si
parlavano i dialetti alto tedeschi era caratterizzata da zone montuose, in contrapposizione a quelle
zone in pianura nelle quali erano comuni parlate medio e basso tedesche.
In italiano si distingue tra “tedesco superiore” (Oberdeutsch) e “tedesco centrale”
(Mittelhochdeutsch). Al primo gruppo fanno parte il langobardo, l'alamanno e il bavarese. Al
secondo fanno parte l'Oberfränkisch, ossia un insieme costituito da franco orientale (Ostfränkisch) ,
franco renano (Rheinfränkisch) e franco renano meridionale (Südrheinfrankische). Nel franco
centrale (Mittelfränkisch) distinguiamo il franco ripaurio (Ripaurisch) ed il franco mosellano
(Moselfränkisch).
Fuori dall'area della seconda mutazione consonantica troviamo il basso francone ed il sassone,
tramandato tramite un poema di quasi 6000 versi, l'Heliand, che, per la sua antichità, ci fa capire
che deve essere stato parte di una tradizione sassone molto antica.
I primi documenti in alto tedesco compaiono a partire dalla meta dell'VIII secolo, mentre gli ultimi
nell' XI secolo. Col dodicesimo secolo abbiamo il cosiddetto periodo del “medio tedesco”
(Mitteldeutsch). Il tedesco moderno (Frühneuhochdeutsch ed infine Neuhochdeutsch) compare a
partire dal XVI secolo come livellamento tra i dialetti superiori e centrali prodotto nella cancelleria
della Corte di Sassonia valorizzato dalla riforma di Lutero.
Da cosa deriva la parola “deutsch”? Questo etnonimo deriva dall'alto tedesco “tiudisk” e significa
“volgare”, quindi “del popolo”. In sassone la parola è “thiod”, ed è presente in tutte le lingue
germaniche storicamente attestate. La radice è alla base del tedesco moderno “deuten”,
“interpretare”.
Prima e seconda mutazione consonantica.
E' già stato accennato di prima di come dall'indoeuropeo sia derivato un gruppo di lingue dette
germaniche, e che all'interno di questo gruppo si sia sviluppato in epoca storica un ramo noto come
“occidentale”, ed di come all'interno di questo gruppo si sia originato tedesco. Pertanto, la lingua
tedesca attuale condivide sì caratteristiche molto strette con le lingue germaniche occidentali, ma
anche con le lingue germaniche degli altri due rami. Se mettiamo in esame tutte le lingue
indoeuropee, notiamo dei caratteri innovativi comuni a tutte le lingue germaniche. Tramite il
metodo comparativo confermiamo in tal modo l'indoeuropeicità del tedesco. Nello stesso momento,
riusciamo a provare che esistono certi fenomeni fonologici e morfologici presenti in tutte le lingue
germaniche.
Per la fonologia, abbiamo la “prima mutazione consonantica” (Erste Lautverschiebung) individuata
per la prima volta da Jacob Grimm, al punto che i tre commi vengono normalmente indicati come
“Legge di Grimm”:
Spirantizzazione delle occlusive indoeuropee (Tenuenverschiebung).
• Desonorizzazione delle occlusive sonore indoeuropee (Medienverschiebung).
• Despirantizzazione delle occlusive aspirate indoeuropee (Verschiebung der Mediae
• Aspiratae).
Questo mutamento non è documentato, è ineccepibile (non ammette quindi eccezioni), sistematico e
non ammette fenomeni di ritorno.
Il solo alto tedesco sviluppa ulteriormente l'inventario fonologico del germanico comune tramite
quel processo noto come “seconda mutazione consonantica” (Zweite Lautverschiebung). Man mano
che si procede da Sud (dalla zona alamanna) verso Nord, gli effetti della seconda mutazione
consonantico si indeboliscono fino a scomparire.
Abbiamo prova di questo mutamento sin dal periodo antecedente la caduta di Roma: nel 452 a.C. ,
Attila veniva chiamato Etzel nelle fonti tedesche, segno inequivocabile che la seconda mutazione
era già comparsa nei territori alto-tedeschi. Tuttavia, il primo documentato datato con la seconda
mutazione consonantica risale al VII secolo d.C. Si tratta di un'iscrizione runica nella cosiddetta
“Lancia di Wurmling”.
La seconda mutazione consonantica riguarda un numero limitato di fonemi germanici: le occlusive
sorde e le fricative. All'interno di ciascun dialetto varia in funzione della posizione che quel fonema
occupa nella parola e varia in funzione della natura del fonema.
Capitolo 2
Innovazioni vocaliche e
consonantiche dell'alto tedesco
La seconda mutazione consonantica è un fenomeno che si discosta dalla prima in quanto ha un
areale limitato nella zona germanica, non è ineccepibile, quindi può avere delle eccezioni, è databile
e ammette fenomeni di ritorno. Essa nasce nella zona del tedesco superiore e si indebolisce
gradualmente nella zona franca, al punto che basso francone e sassone ne risulta completamente
esenti.
Vi sono due possibilità di mutamento in base alla posizione del fonema. Si tendono a chiamare
queste posizioni “forte” e “debole”.
Il primo mutamento
La posizione forte e' caratteristica della posizione iniziale (Anlaut) o post consonantica.
• La posizione debole e' caratteristica della posizione interna (Inlaut), finale (Auslaut) o post
• vocalica.
Le occlusive sorde germaniche che si trovano in posizione forte passano ad affricate (Affrizierung).
Invece, i fonemi in posizione debole passano a fricative doppie (Spirantisierung).
Cominciamo dal caso delle occlusive sorde in posizione debole. Pare questo mutamento sia stato il
primo a realizzarsi. E' attenuto in tutto l'ambito alto tedesco, e' un mutamento duraturo che segna la
fisionomia del tedesco moderno. Le occlusive sorde germaniche passano a doppie fricative.
T → SS Es. Sassone “etan” Alto tedesco “ezzan” (cfr. Tedesco “essen”).
• Es. Sassone “that” Alto tedesco “daz” (cfr. Tedesco “das”).
La sillaba doppia scema in posizione finale. Più tardi lo stesso varrà per le fricative doppie
in posizione interna che sono seguite da una vocale lunga.
K → HH Es. Sassone “makon” Alto tedesco “mahhon”.
• P → FF Es. Sassone “skip” Alto tedesco “schif”.
• Es. Sassone “skeppian” Alto tedesco “scafan”.
Passiamo adesso agli esempi per la posizione forte.
P → PF Es. Sassone “penning” Alto tedesco “pfenning”.
• Es. Sassone “helpan” Alto tedesco “helfan”.
In posizione forte la “pf” diviene “f”, specie se segue le liquide.
Per la dentale ritorniamo alla contiguità' assoluta: il risultato finale sarà sempre un'affricata.
T → Z Es. Sassone “tiohan” Alto tedesco “ziohan”.
• Es. Sassone “herta” Alto tedesco “herza”
Es. Sassone “settian” Alto tedesco “setzan”.
In questo caso abbiamo una metafonia palatale per entrambe le lingue: la “a” radicale di “satjan”, in
gotico, diventa “e”. La metafonia e' un mutamento vocalico che si può descrivere un fenomeno di
assimilazione regressiva, in quanto la prima vocale si adatta all'articolazione della sillaba
successiva. Vi e' inoltre un fenomeno di geminazione tipico delle lingue germaniche occidentali.
La grafia del tedesco moderne riflette il carattere spirantico o fricativo di questo mutamento.
Es. Sassone “korn” Alto tedesco “korn” Bavarese “chorn”.
La desonorizzazione delle occlusive germaniche
Le sonore occlusive o fricative germaniche passano in occlusive sorde. Questo mutamento è meno
esteso, meno duraturo ed efficace. In sostanza:
La labiale sonora B passa in sorda P soltanto nel tedesco superiore.
• La dentale sonora D passa in sorda T soltanto nel tedesco superiore e nel franco orientale.
• La velare sonora G passa in sorda K soltanto nel tedesco superiore.
•
Partiamo dal primo caso. La labiale sonora passa in sorda solo nel tedesco superiore, in ogni
ricorrenza che riguarda il bavarese e solo in posizione iniziale e post-consonantica per l'alamanno.
Avremmo quindi esempi di basso tedesco e alto tedesco con la mutazione e senza la mutazione (i.e.
i dialetti franchi):
Sassone → Bavarese
• Es. Beran (“prendere”) → Peran.
Es. Lamb (“agnello”) → Lamp.
Es. Sibun (“sette”) → Sipun.
Indifferentemente tra alamanno e bavarese, queste forme si possono considerare “tedesco
superiore”. Il verbo per “dare” in bavarese sarà quindi kepan (cfr. sassone geban). Nel franco
renano e nel franco orientale troviamo un'occlusiva sonora, mentre nel franco orientale, vicino
all'area del nord, troviamo una fricativa sonora. E' ovvio che la comprensione reciproca non doveva
essere compromessa. In conclusione, la seconda mutazione consonantica avviene dovunque in
bavarese, in posizione iniziale e post-consonantica per l'alamanno, mentre il resto dei dialetti
tedeschi ha delle