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PROSTAGLANDINE
Le prostaglandine formate nel rene ne influenzano le funzioni emodinamiche ed escretorie. Le principali prostaglandine renali umane sono vasodilatatrici e natriuretiche, tra queste la PGE, nella midollare, e la PGI (prostaciclina) nei glomeruli.
In condizioni basali, la biosintesi delle prostaglandine è bassa. Tuttavia, in circostanze in cui vengono prodotti e rilasciati agenti vasocostrittori (come angiotensina II e noradrenalina), le prostaglandine vasodilatatrici PGE2 e PGl2 (rilasciate a livello locale) compensano, mantenendo il flusso ematico renale grazie alla loro azione di vasodilatazione.
L'effetto generale delle prostaglandine renali sul bilancio salino e sull'emodinamica può essere dedotto dagli effetti dei farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS, che inibiscono la produzione di prostaglandine inibendo la cicloossigenasi). I FANS hanno effetti scarsi o nulli sulla funzionalità renale delle persone sane, ma possono causare insufficienza renale.
acuta in condizioni cliniche nelle quali il flusso ematico renale dipende dalla biosintesi delle prostaglandine. Tra queste condizioni ci sono la cirrosi epatica, l'insufficienza cardiaca, la sindrome nefrotica, le glomerulonefriti e la contrazione del volume extracellulare. I FANS aumentano la pressione ematica nei pazienti trattati per l'ipertensione compromettendo la vasodilatazione e l'escrezione di sali mediate dalle PG. Inoltre aumentano la ritenzione salina e di acqua in pazienti con insufficienza cardiaca e questo è in parte dovuto al medesimo meccanismo. TERAPIA FARMACOLOGICA Sono farmaci in grado di aumentare il volume di urina e la natriuresi (maggiore escrezione di Na). Modificano anche l'escrezione di vari ioni: K+, H+, Cl- e HCO3-, e dell'acido urico. Il loro impiego terapeutico è indicato nelle patologie in cui vi è un'alterazione del volume e/o della composizione dei liquidi corporei quali l'ipertensione, l'insufficienza.Cardiaca e renale, la sindrome nefrosica e la cirrosi. L'impiego è nalizzato alla rimozione dell'eccesso di uidi extracellulari negli stati edematosi di origine cardiaca, epatica e renale. Essi, infatti, incrementando l'escrezione renale di Na, riducono il volume dei liquidi corporei, perché il Na è il principale responsabile dell'osmolarità del plasma e del volume dei uidi extracellulari. Lo squilibrio tra l'assunzione di Na+ e la sua escrezione è incompatibile con la vita. Un bilancio positivo di Na+ determina, infatti, accumulo di uidi e conseguente sviluppo di edema. Al contrario, un bilancio negativo causa perdita di uidi e collasso cardiovascolare. La somministrazione cronica di un diuretico causa perdita di Na corporeo, ma la natriuresi tende a diminuire nel tempo diuretico": perché si manifesta il cosiddetto "freno subentrano cioè dei meccanismi adattativi, quali attivazione del simpatico e del sistema renina-angiotensina-aldosterone,
diminuzione della PA con conseguente diminuzione dellapressione di natriuresi (per adeguare l'escrezione di Na al suo apporto).I diuretici aumentano l'escrezione di acqua e di Na. L'aumento dell'escrezione di acqua è secondario all'aumentodell'escrezione di Na (natriuresi). 105ff ff ffi ff ff fi fi ff fl fl ffi fl fi ffi fl fl fl flff ff ffi fi ff fi fi ffQuesto effetto può essere raggiunto:- Direttamente, attraverso un'azione sulle cellule del nefrone;- Indirettamente, attraverso la modifica del contenuto del filtrato.La maggior parte dei diuretici dotati di un'azione diretta sulnefrone agisce dall'interno del lume tubulare e raggiunge i siti diazione dopo essere stata secreta nel tubulo prossimale (lospironolattone fa eccezione).I diuretici vengono generalmente classificati in relazione alsegmento del nefrone sul quale esercitano l'azione prevalente.- Inibitori dell'anidrasi carbonica;- Diuretici osmotici (farmaci)Che agiscono indirettamente, attraverso la modifica del contenuto del filtrato);
- Inibitori del simporto Na/K/2Cl (detti anche diuretici dell'ansa);
- Inibitori del simporto Na/CI (diuretici tiazidici o simil-tiazidici);
- Inibitori dei canali per il Na;
- Antagonisti dell'aldosterone.
DIURETICI OSMOTICI
Mannitolo glicerina.
Esempi: eI diuretici osmotici sono sostanze farmacologicamente inerti che vengono filtrate nel glomerulo, ma il loro riassorbimento dal nefrone è nullo. Essendo molecole idrofile trattengono acqua all'interno del lume tubolare; in questo modo un volume più grande di liquido rimane all'interno del tubulo prossimale (aumentano la quantità di acqua escreta).
Questo ha l'effetto secondario di ridurre il riassorbimento di Na (aumento dell'escrezione di Na).
Il loro effetto viene esercitato su quelle parti del nefrone che sono liberamente permeabili all'acqua: il tubulo prossimale, il tratto discendente dell'ansa di Henle e,
in presenza di ADH, i tubuli collettori. Usi terapeutici: - Talvolta sono utilizzati nell'insufficienza renale acuta, dove il ritmo di filtrazione glomerulare si riduce e l'assorbimento di Na e acqua è praticamente totale già a livello del tubulo prossimale. Questo determina la disidratazione virtuale delle parti più distali del nefrone e la cessazione del flusso di urina. Le proteine si depositano nei tubuli e possono impedire così il flusso di liquidi. I diuretici osmotici sono in grado di limitare questi effetti, qualora vengano somministrati nelle fasi iniziali del processo. Trattamento della fase oligurica nell'insufficienza renale acuta prima che diventi irreversibile estabilizzata. - Inoltre essi sono utilizzati per il trattamento del glaucoma e dell'edema cerebrale (dopo ictus). Tale trattamento è indipendente dall'azione a livello del rene ma si basa sull'aumento nell'osmolarità plasmatica di soluti che non possono attraversare la barriera ematoencefalica o la barriera emato-oculare.Entrano nel cervello o nell'occhio: questo comporta un eccesso di acqua da tali compartimenti. Utilizzati anche per incrementare l'escrezione renale di sostanze tossiche. Gli effetti indesiderati sono dovuti all'aumento transitorio del volume dei fluidi extracellulari (con il rischio di insufficienza cardiaca congestizia) e all'iponatriemia.
INIBITORI DELL'ANIDRASI CARBONICA
Gli inibitori dell'anidrasi carbonica (come per esempio l'acetazolamide) incrementano l'escrezione di bicarbonato accompagnata da Na, K e acqua e questo provoca un aumento di flusso di urina a pH alcalino e una moderata acidosi metabolica. Agiscono sulle parti del nefrone che contengono anidrasi carbonica, cioè i tubuli convoluti prossimale e distale. Il loro effetto è autolimitante e sono destinati ad impieghi terapeutici diversi dalla rimozione degli edemi.
Usi terapeutici: Questi farmaci non sono più utilizzati come diuretici, tuttavia trovano applicazione nel...
trattamento del glaucoma per riduzione della produzione di umore acqueo (uso topico di dorzolamideo brinzolamide). Inoltre possono trovare impiego nel trattamento di alcune forme di epilessia infantile e per velocizzare l'ambientamento alle altitudini elevate (prevenzione del mal di montagna).
Etti collaterali:
- Alcalinizzazione delle urine e acidosi metabolica.
- Per l'ambiente alcalino si può verificare precipitazione di fosfati di calcio con conseguente formazione di calcoli.
- Ipokalemia (con rischi aritmici).
- L'acetazolamide è un sulfonamide e gli effetti indesiderati che possono verificarsi sono quelli comuni a quella classe di farmaci, come reazioni cutanee ed allergie in pazienti ipersensibili.
L'AC è presente in numerosi distretti:
- A livello dei processi ciliari, dove regola la formazione dell'umor acqueo.
- A livello gastrico, dove fornisce gli idrogenioni per
La secrezione di acido cloridrico avviene in diversi contesti:
- Nei globuli rossi, dove contribuisce al trasporto di CO2
- Nel sistema nervoso centrale, dove è implicata nella regolazione delle correnti ioniche
I inibitori della anidrasi carbonica possono quindi:
- Ridurre la velocità di formazione dell'umor acqueo
- Aumentare la quota eritrocitaria di CO2
- Modificare il gradiente ionico nelle cellule del SNC
DIURETICI DELL'ANSA:
- Furosemide
- Bumetanide
Il più importante di questa classe è la furosemide, che rappresenta un farmaco alternativo.
I diuretici dell'ansa sono i diuretici più potenti e possono promuovere l'escrezione del 15-25% di Na presente nel filtrato. La loro azione viene spesso descritta con una frase che fornisce un'immagine sgradevole: quella di farmaci che provocano un "usso urinario torrenziale".
Questi farmaci agiscono principalmente sul segmento spesso del tratto ascendente dell'ansa di Henle, inibendo il trasportatore Na/K/2CI attraverso il
legame al sito del CI. Inibendo il simporto viene quindi compromessa la capacità dell'ansa di diluire l'urina ed allo stesso tempo di aumentare la concentrazione salina nell'interstizio.
I diuretici dell'ansa aumentano la quantità di Na che raggiunge il nefrone distale causando una perdita di H+ e K. Dato che CI ma non HCO3- viene perso nelle urine, la concentrazione plasmatica di HCO3- aumenta quando il volume del plasma si riduce: una forma di alcalosi metabolica, per questo chiamata "alcalosi da contrazione".
I diuretici dell'ansa aumentano l'escrezione di Ca e di Mg e diminuiscono l'escrezione di acido urico.
Aspetti farmacocinetici:
I diuretici dell'ansa vengono assorbiti nel tratto gastrointestinale e sono solitamente somministrati per bocca. Possono tuttavia anche essere somministrati per via endovenosa in situazioni di emergenza (per esempio, edema polmonare acuto).
I diuretici dell'ansa sono caratterizzati da un
elevato legame con le proteine plasmatiche e per questo non passano direttamente nel filtrato glomerulare. Raggiungono il loro sito di azione (la membrana luminale delle cellule del segmento spesso del tratto ascendente dell'ansa) in seguito alla loro secrezione nel lume del tubulo contorto prossimale per mezzo di un trasportatore di acidi organici; la frazione così secreta verrà eliminata nelle urine. Usi terapeutici: trattamento di edemi; diuresi forzata nel trattamenti degli avvelenamenti; trattamento delle crisi ipertensive. Effetti indesiderati: - L'eccessiva perdita di Na e di acqua è comune e può causare ipovolemia e ipotensione. - Si può verificare frequentemente una riduzione dei livelli plasmatici di K (ipokaliemia) che può indurre aritmia cardiaca in particolar modo nei pazienti che assumono glucosidi cardioattivi. I digitalici agiscono inibendo la Na/K-ATPasi e hanno un indice terapeutico molto basso. Usando i diuretici dell'ansa,Si abbassa la conce