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IPOTESI GLUTAMMATERGICA: Fenciclidina e ketamina sono agonisti dei recettori NMDA presenti
sui neuroni GABAergici ed amplificano la psicosi nei pazienti schizofrenici. Il diminuito
funzionamento dei recettori NMDA contribuisce la minor capacità inibitoria dei neuroni
GABAergici e può indurre la psicosi.
Un fattore addizionale che ribadisce l'eterogenicità e la complessità della schizofrenia è la
presenza o l'assenza di cambiamenti anatomici. Numerosi studi, mediante tecniche di
“imaging”, hanno mostrato l'atrofia di varie strutture cerebrali nei pazienti schizofrenici, anche
se non correlati con la sintomatologia clinica. Analisi alla PET saranno forse più primitive.
Farmacologia
FENOTIAZINICI: sono comprese tra sottofamiglia sulla base della catena laterale della molecola.
Alifatici (Cloropromazina), Piperidinici (Tioridazina), Meno potenti. I secondi sono i più potenti e
sono i più selettivi negli effetti farmacologici.
TIOXANTENICI: sono leggermente meno potenti dei primi.
BUTIRROFENONICI: sono derivati più potenti con pochi effetti autonomici (Aloperidolo).
ALTRI CON STRUTTURE DIVERSE. Pimozide e Molindone (tipici), altri (atipici).
Farmacocinetica
La maggior parte sono assorbiti velocemente ma in modo incompleto. Molti vanno incontro ad
un'importante metabolismo di primo passaggio epatico. La maggior parte degli antipsicotici
sono altamente lipofili ed altamente legati alle proteine plasmatiche.
Tendono ad avere un volume di distribuzione elevato e si concentrano in tessuti ricchi in i piedi
e fortemente legati ai recettori per i neurotrasmettitori nel sistema nervoso centrale. Hanno
un'attività clinica più lunga rispetto alla loro emivita.
La maggior parte è quasi completamente metabolizzata. Alcuni metaboliti mantengono
un'attività farmacologica (per
esempio la Cloropromazina,
l’Aloperidolo). Tuttavia i
metaboliti non sono ritenuti
importanti per la loro azione
farmacodinamica. Un'eccezione
è la Mesoridazina, principale
metabolita della Tioridazina, che
è più potente del composti
iniziale ed è responsabile della
maggior parte dell'effetto.
La quantità eliminata come tale
è poca perché sono quasi
totalmente metabolizzati.
Emivita varia dalle 10 alle 24
ore. Bisogna stare attenti anche
agli effetti che hanno
sull’interazione metabolica con
altri farmaci. Importante anche è il polimorfismo genetico sui citocromi responsabile del
metabolismo.
Proprieta farmacologiche
I neurolettici condividono molti effetti farmacologici ed applicazioni terapeutiche. Molti agenti
psicotici, in particolare Cloropramazina e quelli a bassa potenza hanno un importante effetto
sedativo. Oltre all’aloperidolo c’è anche Flufenazina e Tiotixene.
Le azioni sono legate ad un effetto antagonista su diversi recettori, questi includono i recettori
per la dopamina, alfa-adrenergici, muscarinici, H1 istaminici, 5HT2 serotoninici. Tra questi, il
blocco del recettore dopaminergica o è quello maggiormente studiato ed importante.
Sistema dopaminergico
Fino al 1959 la dopamina non era considerata un neurotrasmettitore del sistema nervoso
centrale ma solo un precursore della noradrenalina.
Oggi invece cinque vie dopaminergici che sono oggi caratterizzate nel cervello:
• La prima via, quella più correlata al comportamento, è quella
mesolimbica-mesocorticale che proietta dei corpi cellulari vicino alla sostanza nigra al
sistema limbico e quindi alla neocorteccia.
• La seconda via, la via nigrostriale, consiste in neuroni che proiettano dalla sostanza
nigra al caudato e al putamen; è coinvolta nella coordinazione dei movimenti volontari.
• La terza via, tubero-infundibolare, collega i nuclei arcuati ed i neuroni per i ventricolari
all'ipotalamo e all'ipofisi posteriore. La dopamina rilasciata da questi neuroni diminuisce
la secrezione di prolattina.
• La quarta via, midollare-periventricolare, consiste di neuroni del nucleo motorio del vago
e le cui proiezioni non sono definite. Il sistema è coinvolto nell'appetito.
• La quinta via, incertoipotalamica, forma collegamenti all'interno del ipotalamo ma la sua
funzione non è nota.
Dopo il riconoscimento della dopamina come neurotrasmettitore, numerosi studi hanno
dimostrato che la dopamina ed i suoi effetti elettrici e sulla produzione di cAMP, sono ridotti da
i neurolettici. Nel 1960 i neurolettici vengono approvati come antagonisti della dopamina.
L'azione antipsicotici a è oggi ritenuta essere ottenuta dalla loro capacità di bloccare la
dopamina nei sistemi mesolimbici e mesofrontali. Inoltre, l'antagonismo alla dopamina a livello
nigrostriatale sarebbe alla base degli effetti indesiderati di tipo parkinsoniano.
Iperprolattinemia è dovuta al blocco degli effetti riduttivi della dopamina sulla rilascio di
prolattina a livello ipofisario. Infine ci sono degli effetti sulla fame dovuti ad un effetto sulla via
midollare-periventricolare.
FAMIGLIA D1
Il recettore D1 è codificato da un gene presente sul cromosoma cinque, aumenta i livelli di
cAMP attraverso l'attivazione della ciclasi.
Il recettore D5 è codificato da un gene sul cromosoma quattro, aumenta i livelli di cAMP.
L'efficacia terapeutica antipsicotici non correla con l'affinità e il legame per questi recettori.
FAMIGLIA D2
Il recettore D2 è codificato da un gene sul cromosoma 11, per inibizione dell’adenilato ciclasi
riduce i livelli di cAMP, con altri meccanismi blocca i canali del calcio e apre i canali del
potassio.
L'efficacia terapeutica antipsicotici correla con l'affinità e il legame per i D2.
Il recettore D3 è codificato da un gene sul cromosoma 11, per inibizione dell’adenilato ciclasi
riduce i livelli di cAMP.
Il recettore D4 per inibizione dell’adenilato ciclasi riduce i livelli di cAMP.
Tutti i recettori dopaminergici sono caratterizzati da sette zone transmembrana e sono
accoppiati alle proteine G.
Attivazione dei recettori D2 da agonisti diretti e/o indiretti (anfetamine, Ldopa, apomorfina)
determinano un'aumentata attività motoria e comportamenti stereo tipici del ratto, modello
impiegato per la valutazione e lo screening dei farmaci neurolettici. Agonisti dopaminergici
somministrati dall'uomo aggravano la schizofrenia.
Agenti antipsicotici bloccano i recettori D2 in modo stereo selettivo e, per la maggior parte di
essi, il loro legame/affinità è fortemente correlato con gli effetti clinici antipsicotici e la potenza
extrapiramidale.
Il trattamento cronico con i farmaci neurolettici è stato riportato, in alcuni studi, produrre un
aumento transiente nei livelli di HVA, metabolita della dopamina, nel fluido cerebrospinale, nel
plasma e nelle urine. Dopo 1-3 settimane i livelli di HVA si normalizzano. Inizialmente aumenta
la disponibilità della dopamina portando quindi ad un maggior catabolismo che poi per
feedback abbassa la sintesi e normalizza i livelli.
Tutte queste osservazioni hanno indotto postulare ipotesi dopaminergica della schizofrenia
anche se ci sono tuttora alcune perplessità e dubbi.
I recettori dopaminergici esistono in due stati, ad alta e bassa affinità e non è noto se la
schizofrenia o i neurolettici alterino la proporzione dei due stati.
Inoltre ci sono delle modificazioni. Modifiche extrapiramidali causate da una riduzione della
funzione o aumento di attività che spesso si verificano dopo mesi o anni. Queste però
avvengono in un tempo troppo lungo rispetto ad altri effetti descritti e mediati da i recettori
dopaminergici.
Più rilevante è il fatto che farmaci neurolettici di recente impiego non sono dei potenti
antagonisti dei recettori D2 (clozapina, olanzapina, sertindole, quetiapina).
Non è stato possibile dimostrare che l'antagonismo su altri recettori dopaminergici, oltre al D2,
giochi un ruolo nel mediare azioni antipsicotici. Antagonisti D3 selettivi non sono disponibili,
quelli per il D1 non sono stati sviluppati (uno è fallito), quelli per il D4 non sono riusciti o sono
falliti nello sviluppo.
Sono invece in sviluppo dei farmaci agenti sui recettori implicati nelle altre ipotesi sulla
schizofrenia.
Differenze fra neurolettici
sebbene tutti i farmaci antipsicotici efficaci blocchino i recettori D2, l'entità di tale effetto, in
relazione ad altre azioni sui recettori, varia considerevolmente tra diversi farmaci. Studi “in
vitro” di binding mostrano che alcuni farmaci bloccano altri recettori in modo più potente dei
D2.
Gli effetti dopaminergici extrapiramidali riducono la potenza dei D2 antagonisti, inoltre le
differenti affinità ed interazioni con i diversi recettori da parte dei neurolettici spiega la loro
tossicità.
Si sta quindi cercando dei nuovi farmaci attivi sul sistema mesolimbico ma con minor rischio di
dare effetti extrapiramidali, oppure attivi su recettori per altri neurotrasmettitori coinvolti nella
schizofrenia senza avere importanti effetti collaterali.
La maggior parte dei farmaci che causano reazioni non piacevoli negli individui non affetti da
psicosi: sonnolenza, stanchezza, effetti autonominici. Riduce anche la performance da test
psicometrici e psicomotori. Nei pazienti psicotici invece aumenta la performance.
Modulano l'elettroencefalogramma: rallentano e sincronizzato. Il rallentamento è qualche volta
focale o unilaterale e può condurre a diagnosi errate. Le variazioni si verificano presto e
possono essere quantificate.
Producono effetti collaterali sul sistema riproduttivo: amenorrea, galattorrea, test gravidanza
positivi, aumenta la libido delle donne e diminuisce quella degli uomini provocando anche
ginecomastia.
Alcuni di questi effetti sono secondari al blocco degli effetti riduttivi esercitati dalla dopamina
sulla secrezione di prolattina; altri dovuti all'incremento della conversione degli androgeni in
estrogeni.
Alcuni dei nuovi farmaci neurolettici olanzepina, quetiapina, sertindole hanno uno scarso
effetto sulla rilascio di prolattina, probabilmente per basso antagonismo dei D2. C'è quindi un
minor rischio di attività extrapiramidale, discinesia e effetti endocrini.
Possono provocare anche ipotensione ortostatica e aumento della frequenza cardiaca a riposo
(si verifica con alte dosi di fenotiazine. Diminuisce la pressione arteriosa, le resistenze
periferiche e aumenta la frequenza per effetti sul sistema nervoso autonomo.
La reazione dell'elettrocardiogramma, possono essere il prolungamento del tratto QT,
configurazione anomala ST e onda T, tutti reversibili alla dismissione del farmaco. Tra i nuovi
farmaci c’è la sertindole che fu tolto dal mercato perché prolungava il tratto QT e produrre
aritmie.