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RECETTORIALI
L’effetto analgesico così come gli effetti euforizzanti, depressione del respiro e la dipendenza
fisica della morfina (tipici effetti degli agonisti) sono il risultato del legame della morfina ai
recettori μ.
La maggior parte degli analgesici oppioidi agiscono principalmente sul recettore μ. Il recettore
μ è stato originariamente definito/caratterizzato usando la potenza relativa come analgesici
(clinicamente) di diversi alcaloidi oppioidi.
I recettori δ e K possono anch’essi contribuire all’analgesia.
Queste evidenze/effetti farmacologici sono supportati da studi condotti in topi KO per i recettori
, μ, δ e K.
Agonisti selettivi recettori δ mantengono le proprietà analgesiche nei topi KO per il recettore μ
quindi lo sviluppo clinico di agonisti δ potrebbe essere potenzialmente utile.
Sebbene la morfina agisca anche sui recettori δ e K, non è chiaro il contributo di questa
interazione sull’azione analgesica.
Lo sforzo di sviluppare farmaci analgesici ma con meno effetti secondari ( e.g. depressione del
respiro ha portato allo sviluppo agonisti k. La pentazocina agisce principalmente sui recettori k
così come la nalbufina e il butorfanolo (possono dare disforia ) e causano un effetto analgesico
maggiore nelle donne che nell’uomo. Le ragioni di questa diffrenza non sono note.
4 – DISTRIBUZIONE DEI RECETTORI E MECCANISMI NEURONALI DELL’ANALGESIA
I recettori per gli oppioidi sono stati localizzati mediante tecniche autoradiografiche che
prevedevano l’impiego di ligandi marcati o con anticorpi che riconoscevano sequenze
specifiche di ciascun sottotipo recettoriale.
Tutti e tre i recettori sono presenti nel corna dorsali del midollo spinale.
Recettori sono presenti sia sui neuroni presenti nel midollo spinale coinvolti nelle vie di
trasmissione del dolore sia sulle vie afferenti che modulano il messaggio del dolore.
Agonisti oppioidi riducono il rilascio di neurotrasmettitori eccitatori da queste vie afferenti e
inattivano direttamente i neuroni coinvolti nella trasmissione del dolore. Perciò gli oppioidi
esercitano un potente effetto analgesico direttamente sul midollo spinale.
Questa azione spinale è stata sfruttata clinicamente dalla applicazione diretta degli agonisti
oppioidi a livello del midollo spinale, che permette un’azione analgesica regionale mentre
contemporaneamente si minimizzano gli effetti indesiderati quali la depressione respiratoria, la
nausea, il vomito e la sedazione che si verificano per effetti sopraspinali dei farmaci
somministrati per via sistemica.
In molte circostanze cliniche, gli oppioidi vengono somministrati per via sistemica ed effetti
spinali e sovraspinali si possono verificare e ’interazione/integrazione tra queste due aree del
SNC tende ad aumentare l’effetto analgesico.
Differenti combinazioni/espressioni dei recettori per gli oppioidi si sono
riscontrate nelle regioni sovraspinali implicate nella trasmissione del dolore e
nella loro modulazione.
Di particolare importanza sono i siti di legame per gli oppioidi nelle vie
discendenti coinvolte nella modulazione del dolore incluso la zona midollare ventrale, il locus
cerulens e l’area grigia periacqueductale. In questi siti gli oppioidi direttamente inibiscono i
neuroni. Tuttavia, i neuroni che mandano i segnali al midollo spinale e riducono la trasmissione
neuroni delle vie del dolore sono attivati
da questi farmaci attraverso inibizione di
neuroni inibitori in diverse zone del
cervello.
Quando gli analgesici-oppioidi vengono
somministrati per via sistemica, questi
composti agiscono su circuiti cerebrali
che contengono anche i peptidi oppioidi
endogeni.
Parte dell’azione analgesica degli oppioidi
coinvolge il rilascio di peptidi oppioidi
endogeni. Un agonista oppioide esogeno
(per es morfina) può agire principalmente
e direttamente sul recettore μ ma, questa
azione può anche indurre il rilascio di
peptidi oppioidi endogeni che agiscono sui recettori δ e k. Ne consegue che un agonista
selettivo può iniziare una sequenza di eventi che coinvolgono più sinapsi e trasmettitori.
Studi sperimentali e clinici dimostrano che sia gli oppioidi esogeni sia endogeni possono indurre
analgesia in area esterne al SNC. Il dolore associato all’infiammazione sembra particolarmente
sensibile all’azione periferica degli oppioidi.
L’identificazione di recettori mu funzionali a livello delle terminazioni nervose periferiche dei
neuroni sensori supporta questa ipotesi. Inoltre, la stimolazione dei recettori μ periferici
determina una diminuzione dell’attività dei neuroni periferici e del rilascio di neurotrasmettitori.
La somministrazione periferica degli oppioidi, per es nelle ginocchia dei pazienti che subiscono
un intervento di artroscopia, ha mostrato qualche beneficio clinico fino a 24 ore dalla
somministrazione.
Il rilascio di beta-endorfina da cellule immunitarie presenti nei tessuti infiammati costituisce
una fonte periferica dei recettori µ.
Se sviluppati, farmaci selettivi per i recettori periferici potrebbero essere molto utili nel
trattamento del dolore associato all’infiammazione.
CANALI IONICI E NUOVI BERSAGLI PER L’ANALGESIA
I dolori acuti più severi (che durano ore e/o giorni) possono essere ben controllati con effetti
collaterali significativi ma tollerabili, dagli analgesici disponibili in particolare dagli oppioidi.
Il dolore cronico (che dura settimane o mesi) non è controllato in modo soddisfacente dagli
oppioidi.
E’ oggi ben noto che nel dolore cronico, i recettori presinaptici dei neuroni sensoriali in periferia
contribuiscono all’aumentata eccitabilità delle terminazioni nervose sensoriali (sensibilizzazione
periferica). Questa ipereccitabilità dei neuroni sensori bombarda il midollo spinale che conduce
ad un’aumentata eccitabilità e ad alterazioni sinaptiche nelle corna dorsali (sensibilizzazione
centrale). Questi cambiamenti sono importanti nell’infiammazione cronica e nei dolori su base
neuropatica.
Nel tentativo di trovare farmaci analgesici per il dolore cronico, recentemente l’attenzione si è
focalizzata sulla trasmissione sinaptica nocicettiva e sensoriale.
Canali ionici associati con questi processi in periferia includono il recettore VR1 (capsaicina),
associato con sensazioni di caldo e di acidità, e i recettori P2X (sensibili alle purine rilasciate nei
tessuti). Anche un canale per il Na+ resistente alla tetrodotoxina, PN3/SNS canale, è associato
con i neuroni nocicettivi nei gangli delle radici dorsali.
La lidocaina e la mexiletina, che sono utili per alcuni dolori cronici, possono agire bloccando
questo canale. Bloccanti canali N del Ca2+ hanno qualche effetto analgesico. La ziconotide,
bloccanti dei canali N del Ca++ e’ stata recentemente approvata per l’analgesia intratecale,
Recettori per NMDA sembrano giocare un ruolo nella sensibilizzazione generale sia a livello
spinale sia sovraspinale. Antagonisti NMDA attivi sperimentalmente come analgesici, ma sono
più tossici.
Recettori per il GABA e per acetilcolina (nicotinico) sembrano controllare il rilascio di diversi
neurotrasmettitori delle vie nocicettive.
La Gabapentina ha effetti analgesici sebbene il meccanismo sia ignoto. Nicotina e certi suoi
analoghi causano analgesia.
Un agonista nicotinico trovato nelle rane (epibatidina) ha effetti analgesici significativi.
Tetraidrocannabinolo attraverso l’interazione con i recettori CB1puo’ produrre analgesia.
Le ricerche sebbene non abbiano ancora permesso di identificare un prodotto clinicamente
efficace, sono fondamentali per arricchire le nostre conoscenze sulla nocicezione e
sull’analgesia.
5 – TOLLERANZA E DIPENDENZA FISICA
La somministrazione ripetuta di dosi terapeutiche di morfina e dei suoi derivati porta ad una
graduale perdita di efficacia e a tolleranza.
Per riprodurre la risposta iniziale devo aumentare la dose
Assieme alla tolleranza si sviluppa una dipendenza fisica che si verifica quando la
somministrazione del farmaco è sospesa: sindrome da astinenza.
Il meccanismo alla base dello sviluppo della tolleranza e della dipendenza fisica non è noto ma,
probabilmente, l’attivazione persistente dei recettori μ da parte della morfina per la mancata
captazione del complesso recettore-agonista gioca un ruolo importante. Il meccanismo
interessa anche variazioni dei secondi messaggeri incluso una minore azione dell’adenil ciclasi
e fosforilazione proteica.
L’esposizione cronica e la tolleranza agli oppioidi è associata ad un aumento dell’attività del
sistema cAMP che determina a sua volta un maggior rilascio di GABA nel tronco cerebrale.
Disaccoppiamento tra recettore e G proteins.
In addizione allo sviluppo della tolleranza, una persistente attivazione dei recettori per gli
oppioidi incrementa la sensazione di dolore ad uno stato di iperalgesia.
Effetti d’organo degli oppioidi
1.Effetti sul sistema nervoso centrale
I principali effetti dei farmaci che agiscono sui recettori μ sono a livello SNC. I più importanti
includono analgesia, euforia, sedazione e depressione del respiro.
a – Analgesia
Il dolore ha componenti sensoriali ed affettive (emozionali).
Gli oppioidi possono modificare entrambi gli aspetti del dolore. Nella maggior parte dei casi,
questi farmaci hanno effetti maggiori sulla componente affettiva.
b – Euforia
Dopo una dose di morfina, il paziente (con dolore o tossicomane) manifesta esperienze di
sensazioni piacevoli e di libertà dall’ansia e dallo stress.
Comunque, altri pazienti e molti soggetti sani (senza dolore) manifestano disforia (piuttosto
che sensazioni piacevoli) caratterizzata da una condizione spiacevole di agitazione e
sensazione di malessere. Di solito, se ci sono le condizioni cliniche per l’uso di un analgesico
oppioide, la risposta affettiva più comune è l’euforia.
c – Sedazione
Sonnolenza e confusione mentale sono frequenti e concomitanti all’azione degli oppioidi. C’è
poca o non c’è amnesia.
Il sonno è indotto dagli oppioidi più frequentemente negli anziani rispetto ai giovani.
Normalmente, il paziente è facilmente risvegliato da questo sonno. Comunque, la
combinazione della morfina con altri agenti antidepressivi centrali quali i sedativi-ipnotici può
determinare un sonno profondo.
Una sedazione marcata si verifica più frequentemente con i composti correlati ai derivati
fenantrenici e meno frequentemente con i derivati sintetici quali meperidina e fentanile.
A dosi analgesiche convenzionali, la morfina (fenantrene) interferisce (distrugge) il sonno REM
normale ed i profili di sonno NREM. Questo effetto disgregante è probabilmente dovuto alle
caratteristiche degli oppiodi.