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DI AZIONE
DELL'INSULINA
La proinsulina è il precursore biosintetico dell'insulina. Esiste anche una
pre-proinsulina che rispetto alla proinsulina ha una sequenza di
amminoacidi che funge da segnale per il suo trasporto, prima nel
reticolo endoplasmatico e poi nel Golgi, dove raggiunge la corretta
conformazione.
L'insulina è costituita da due catene polipeptidiche (α più piccola di 21
AA e β più grande di 30 AA), tenute insieme da ponti disolfuro che si
formano tra le cisteine 7 e 20 della catena α e le cisteine 7 e 19 della
catena β. L'insulina viene prodotta a partire dalla proinsulina tramite
taglio proteolitico di un peptide di congiunzione di 33 aa. Questo peptide
è chiamato peptide C(corto frammento proteico, apparentemente privo
di funzioni fisiologiche che, in quanto secreto insieme all'insulina, è un
utile indicatore della funzionalità insulare), mentre l'enzima responsabile
del taglio proteolitico è una endopeptidasi.
L'insulina viene rilasciata come proteina globulare a catena polipeptidica
unica dai poliribosomi; successivamente l'ormone si deposita sotto
forma di granuli raggiungendo una forma cristallina visibile al
microscopio elettronico. All'aumentare della concentrazione, l'insulina
viene aggregata in dimeri (coppia di monomeri tenuti insieme da legami
deboli) e trimeri di dimeri o esameri (tenuti insieme da 2 ioni Zn centrali
esacoordinati con le 3 tirosine dei dimeri e le tre molecole di H2O)
SINTESI E MECCANISMO
DI AZIONE
DELL'INSULINA
Stimoli rilascio insulina:
-glucosio-altri zuccheri-aa-att.vagale
L’iperglicemia causa un aumento dei livelli
intracellulari di ATP con chiusura dei canali
del K ATP-dip.Ciò determina la
depolarizzazione della cellula ed apeetura dei
canali del Ca-voltaggio dip.L’aumento del Ca
intracell. Determina il rilascio dell’ormone
Il fegato e il rene sono i 2 principali organi
che rimuovono l’insulina dal circolo
L’emivita è di 3-5 minuti
SINTESI E MECCANISMO
DI AZIONE
DELL'INSULINA
Una volta riversata nel torrente circolatorio l'insulina passa, per diluizione, alla
forma dimerica e monomerica, conformazione, quest'ultima, riconosciuta dal
recettore insulinico.
Alcuni ricercatori notarono che nell'insulina umana sono presenti delle regioni
variabili, in particolare la sequenza degli aminoacidi n° 28 e 29 (Pro-Lys) della
catena β; successivamente si scoprì che invertendo tali AA l'insulina passava
direttamente allo stato monometrico, saltando quello dimerico. Nacque così la
"Lys Pro" o "insulina rapida", un farmaco particolarmente utile se iniettato in
prossimità di un pasto abondante.
Il recettore per l'insulina (tirosina-chinasi fegato,muscolo,tessuto adiposo) è una
glicoproteina transmembrana costituita da 4 catene (2α esterne alla cellula e 2β
interne alla cellula), fra loro unite da ponti di solfuro
Subunita alfa sito di riconoscimento, subunita beta contiene una tirosinachinasi
Il legame insulina recettore stimola l'attività tirosin chinasica8si ha una variazione
conformazionale che avvicina le subunità beta opposte facilitando la fosforilazione
di residui di tirosina e l’attività della tirosinachinasi) e porta al dispendio di 1 ATP
per tirosina fosforilata.
Le prime proteine ed essere fosforilate sono IRS 1 e 2 (substrato 1 e 2 del
recettore insulinico), queste si legano ad altre chinasi attivandole, queste
fosforilazioni a catene rappresentano il secondo messaggero e provoca diversi
effetti legati all’azione dell’insulina come ad es. traslocazione dei trasportatori del
glucosio (GLUT4)
SINTESI E MECCANISMO
DI AZIONE
DELL'INSULINA
Quando la glicemia si alza aumenta la quantità di insulina
secreta dalle cellule del pancreas. Nelle cellule insulino
dipendenti il legame insulina recettore va ad agire su un pool
intracellulare di vescicole, liberando il trasportatore del
glucosio che viene trasferito alla membrana per fusione. Il
trasportare porta il glucosio dentro la cellula, causando una
diminuzione della glicemia che a sua volta stimola la
dissociazione tra l'insulina ed il suo recettore
GLUT1 tutti i tessuti specialmente eritrociti,cervello captazione
basale del glucosio,trasporto attraverso la barriera
emato-encefalica
GLUT2 Cell.beta pancreatiche,fegato,reni,intestino regolazione
del rilascio d’insulina.altri aspetti dell’omeostasi glucidica
GLUT3 Cervello,reni.placenta,altri tessuti captazione nei
neuroni e altri tessuti
GLUT4 muscolo,adipe captazione di glucosio mediata da
insulina
GLUT5 intestino,rene assorbimento intestinale del fruttosio
SINTESI E MECCANISMO
DI AZIONE
DELL'INSULINA
L'insulina stimola l´ingresso di glucosio nel citosol delle cellule
di organi insulino-dipendenti legandosi ad un recettore esterno
della membrana cellulare. Tale funzione è possibile grazie
all'interazione dell'insulina col suo recettore presente sulla
membrana cellulare, che promuove la fosforilazione su tre
residui di tirosina del peptide IRS-1 situato nel citoplasma. Il
peptide così fosforilato agevola la fosforilazione
del fosfatidilinositolo-4,5-bifosfato (PIP2), ad opera dell'enzima
fosfatidilinositolo-3-chinasi (PI3K), in
fosfatidilinositolo-3,4,5-trifosfato (PIP3), che attiva a sua volta la
proteina insulino-sensibile PKB . Tale proteina rende
inattivo l'enzima glicogeno-sintasi-chinasi , responsabile
dell'inattività della glicogeno-sintasi. Tale enzima, stimolato
così dall'insulina, agevola la formazione e l'allungamento
delle molecole di glicogeno nel fegato e nei muscoli
scheletrici attraverso l'unione di monomeri di glucosio. Di pari
passo disincentiva il processo di demolizione del glicogeno
da parte della glicogeno fosforilasi , privandola di un gruppo
fosfato tramite un enzima fosfatasi .
SINTESI E MECCANISMO
DI AZIONE
DELL'INSULINA
La carenza di insulina , o la resistenza cellulare a questa,
determina una carenza di glucosio-6-fosfato , necessario al
processo intracellulare di glicolisi che sintetizza piruvato a
partire dal glucosio. L'ossalacetato, insieme all'acetil-CoA,
costituisce la base del ciclo di Krebs. L'eccesso di
acetil-CoA , non più utilizzabile per la condensazione
del citrato, è destinato alla via chetogenica per produrre
energia liberando CoA-SH e corpi chetonici , responsabili
della chetoacidosi diabetica .
I suoi ormoni antagonisti sono il cortisolo (ormone alla base
dell'insulinoresistenza), l'adrenalina, il glucagone,
l'aldosterone. Gli ormoni che invece migliorano la sua azione
sono il testosterone, il fattore di crescita insulino-simile e, in
minor misura gli estrogeni
L'insulina ha anche altre funzioni non meno importanti, infatti
stimola le mitosi, la crescita della massa muscolare ed ossea;
contrariamente ad altri ormoni anabolizzanti, stimola anche la
crescita della massa adiposa; aumenta il colesterolo LDL.
Effetti dell'insulina sulla
proteosintesi
Normalmente, quando si citano le proprietà dell'ormone insulina,
viene trattata principalmente la funzione di abbassare i livelli ematici
di zuccheri nel sangue (glucosio) in determinati tessuti
In realtà l'insulina interviene in ogni caso con il semplice scopo di
"nutrire" questi tessuti, anche in seguito all'introduzione di altri
nutrienti, quali proteine (o aminoacidi e peptidi) e lipidi, e non solo
con il compito di gestire un eventuale eccesso di zuccheri nel sangue
L'insulina ricopre un ruolo sulla sintesi proteica. In seguito
all'introduzione di proteine, gli amminoacidi che ne derivano sono in
parte utilizzati per la sintesi proteica e in generale l'accrescimento.
Molti degli amminoacidi possono stimolare l'insulina, ma il loro potere
insulinogenico varia in base al tipo, ai livelli di glucosio, e alla
mescolanza con esso. Amminoacidi misti e un pasto puramente
proteico causano la produzione di insulina, ma meno rispetto ad un
pasto puramente glucidico. La secrezione di tale ormone in seguito a
un pasto proteico promuove l'uptake e lo stivaggio di amminoacidi
sotto forma di proteine muscolari e contrasta la proteolisi (il
catabolismo proteico), un processo che promuove l'utilizzo di
amminoacidi a scopo energetico per gluconeogenesi, principalmente
durante il digiuno
DIABETE ED INSULINA
Il diabete mellito è una patologia cronica, caratterizzata da
iperglicemia, cioè da un aumento degli zuccheri (glucosio)
presenti nel sangue. E' causata da una ridotta secrezione di
INSULINA o dalla combinazione di ridotta secrezione
e resistenza periferica all'azione di questo ormone.
In condizioni normali l'insulina, rilasciata dal pancreas,
entra nel circolo sanguigno dove funziona come una
"chiave" necessaria per far entrare il glucosio all'interno
delle cellule, che, a seconda delle richieste metaboliche, lo
utilizzeranno o lo depositeranno come riserva. Ciò spiega
come mai una carenza o un'alterata azione insulinica si
accompagni ad un aumento degli zuccheri presenti in
circolo, caratteristica, questa, tipica del diabete
Diabete ed alterata
tolleranza al glucosio
Per definizione, il diabete è caratterizzato da
iperglicemia. Per determinarla, quindi per vedere se
c'è o no diabete, si effettua un prelievo di sangue
venoso (come utilizzato nella maggior parte dei
laboratori) e, su di esso, si va a determinare qual è la
quantità di glucosio presente.
Per dire che una persona è affetta da diabete , devono
essere soddisfatti i seguenti criteri:
- Quando la glicemia è > a 200 milligrammi di glucosio
su decilitro di sangue (mg/dl) in qualsiasi momento
del giorno;
- Quando la glicemia a digiuno è > a 126 mg/dl;
- Quando la glicemia dopo 120 minuti dall'OGTT (prova
con carico orale di glucosio) è > a 200 mg/dl.
Classificazione
Diabete
classificazione, più semplice ed attualmente riconosciuta a
livello internazionale, lo divide in diabete di tipo 1,
rappresentato per la quasi totalità dalla forma
immunomediata (cioè mediata da una disregolazione del
sistema immunitario del soggetto), e diabete di tipo 2,
dovuto invece ad un deficit di secrezione dell'insulina da
parte delle cellule del pancreas od al