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LAMOTRIGINA
Lamotrigina ha effetti sui canali del sodio come la fenitoina,
diminuisce l'attivazione dei neuroni e determina inattivazione
voltaggio dipendente del sodio che è il principale effetto
antiepilettico. Altri effetti sono l'inibizione dei canali voltaggio
dipendenti e la riduzione della rilascio sinaptico di glutammato. È
un farmaco spesso associato ad altri, ma anche in modo terapia
per le convulsioni parziali: è attivo delle convulsioni tonico
cloniche generalizzate, miocloniche nei bambini e delle assenze.
Eventi avversi includono: vertigini, emicrania, diplopia, nausea,
sonnolenza e arrossamenti cutanei. L'1-2% dei pazienti pediatrici
sviluppano una dermatite.
È quasi completamente assorbita, il 55% è legato alle proteine,
metabolizzato dal fegato e eliminato per via urinaria, emivita di
24 ore che aumenta con il valproato e diminuisce con i farmaci induttori.
FELBAMATO
Felbamato è efficace delle convulsioni parziali. Può causare
anemia aplastica e epatiti gravi. È un farmaco di terza scelta nei
casi refrattari. Si pensa che possa agire bloccando il recettore
NMDA sul legame della glicina. A un emivita di 20 ore,
metabolizzato per via epatica ed è eliminato per via renale. La
dose è di 2-4 g al giorno alla finestra terapeutica è 30-100 µg/ml.
TOPIRAMATO
Topiramato è una monosaccaride. Agisce diminuendo il
firing inattiva dei canali del sodio. Potenzia l'effetto
inibitorio del GABA agendo su siti diversi dalle
benzodiazepine e barbiturici. Diminuisce l'azione
eccitatoria su recettori AMPA. È efficace modo terapia
delle convulsioni parziali e tonico cloniche generalizzate.
Trova impiego anche nel trattamento della emicraina.
Somministrato 200-600 mg al giorno e può causare
sonnolenza, fatica, vertigini, parestesie a, confusione.
Rapidamente assorbito a una biodisponibilità dell'80%, il 15% è legato le proteine, viene
metabolizzato ma non ha metaboliti attivi e può essere eliminato per l'80-50% come tale delle
urine. Ha un emivita di 20-30 ore. Non è né inibitore nè induttore metabolico.
TIAGABINA
Tiagabina agisce diminuendo la captazione del GABA, preferisce
l’isoforma 1 (GAT-1) del trasportatore. Prolunga così l'azione
inibitoria GABA.
Viene usato come coadiuvante nel trattamento delle convulsioni
parziali alla dose di 16-56 mg al giorno. Può provocare vertigini,
tremori, depressione.
A una biodisponibilità del 90-100% mantiene altamente legato
alle proteine plasmatiche. A un emivita di cinque-otto ore,
metabolismo epatico ed eliminazione per la maggior parte fecale, ma anche urinaria.
ZONISAMIDE
Zonisamide agisce inibendo i canali del sodio e i VOC del calcio. È
efficace nelle convulsioni parziali e tonico cloniche generalizzate. Ha
una buona biodisponibilità, scarso legame proteico, escrezione
renale, emivita di uno-tre giorni alla dose di 100-600 mg al giorno.
Può provocare sonnolenza.
LEVETIRACETAM 11
Il meccanismo di azione di Levetiracetam non è ancora
completamente chiarito. Il farmaco agisce sui livelli di calcio.
Inoltre si lega alla proteina 2A della vescicola sinaptica coinvolta
nel rilascio dei neurotrasmettitori chimici. Con altri principi attivi
viene usato nel trattamento delle crisi miocloniche si è soggetti
adulti che in adolescenti con più di 12 anni di età affetti da
epilessia mioclonica. Il farmaco è utilizzato anche nella terapia
delle crisi tonico-cloniche generalizzate. Ha una biodisponibilità
elevata, emivita di un'ora e 20 minuti. Legame proteico minore del 10%, a un emivita di
sei-otto ore, i due terzi viene eliminato delle urine intatto. Dose di 0,5-3 g al giorno. Può
causare sonnolenza, astenia, vertigini.
RETIGABINA
Retigabina è stato approvato in pazienti adulti con crisi
epilettiche parziali nel 2011 dall’EMA. Agisce sui canali neuronali
presinaptici del potassio KCNQ (noti anche come Kv7)
mantenendo l'imposizione aperta. Così facendo è in grado di
indurre uno shift di iperpolarizzazione riducendo così l'eccitabilità
dei neuroni. ETOSUCCINIMMIDE
Etosuccinimmide è introdotta nel 1960 nel controllo del piccolo male,
il suo successo è basato sull'efficacia e sicurezza. Il suo ruolo di prima
scelta del piccolo male è fondamentale perché il valproato è
caratterizzato da epatotossicità. Coinvolge i canali del calcio, inibisce
la sodio potassio ATPasi, la GABA aminotransferasi ma nessuno di
questi effetti si osservato a dosi terapeutiche. Al contrario, venivano
inibiti i canali T del calcio a dosi terapeutiche a livello talamico che
hanno un ruolo nel generare impulsi corticali durante il piccolo male.
Efficace nel piccolo male (le registrazioni
elettroencefalografiche
a lungo termine hanno rappresentato il
quantitativo per determinare la
frequenza degli attacchi in assenza).
C'è un assorbimento completo, ha un emivita
di tre-sette ore, non è legata alle proteine
plasmatiche, completamente
metabolizzata, coniugata e eliminata.
Al tempo di emivita di 40 ore.
La sua finestra terapeutica ed il 60-100
µg/ml. Il dosaggio è di 750-1500 mg al
giorno. Il valproato e diminuisce la clearance.
Può produrre effetti come dolori, nausea, vomito ed altri disturbi gastrointestinali.
Fensuccimide e Mesuccimide vengono usati nel piccolo male. La seconda è più tossica di
etosuccinimide, la prima è meno efficace di etosuccinimide.
ACIDO VALPROICO / SODIO VALPROATO
Il Valproico a pH fisiologico è completamente ionizzato.
Il valproato è la forma attiva. Ha un'attività
anticonvulsivante crea poco correlata con i livelli
sanguigni del composto iniziale. È attivo sul firing
neuronale a dosi terapeuticamente rilevanti. La sua
azione sulle convulsioni parziali e da attribuirsi al
blocco dei canali sodio. Inibisce i canali T del calcio e la
stimolazione mediata dai recettori NMDA.
Sul valproato ci sono stati molti studi. Diversi hanno dimostrato che aumenta i livelli di GABA
nel sistema nervoso centrale, aumenta l'attività dell'acido glutammico decarbossilasi (GAD),
enzima responsabile della sintesi del GABA. Inibisce il GAT-1 (trasportatore del GABA), ad alte
dosi diminuisce la GABA transaminasi e aumenta le concentrazioni di GABA. Rimangono dei
dubbi sul significato clinico di questi effetti. 11
Ad alte dosi aumenta la conduttanza del potassio, a basse dosi tende ad iperpolarizzare il
potenziale di membrana.
In sintesi ci sono diversi bersagli interessati dall'azione del valproato anche se non è noto il
meccanismo responsabile dell'effetto sul piccolo male.
È molto efficace nel piccolo male, è preferito rispetto a etosucinimide nei pazienti che hanno
concomitanti attacchi tonico clonici. Dato che può causare tossicità al fegato, viene scelto
come prima scelta l’etosucinimide.
Il valproato controlla anche convulsioni miocloniche. È il farmaco più efficace delle convulsioni
tonico cloniche generalizzate.
Altri usi includono la terapia della depressione bipolare ed è la profilassi emicraina.
È ben assorbito (circa l'80%), ha un picco intorno alle due ore, legato al 90% con le proteine
plasmatiche (ed è un processo saturabile). Clearance lenta e, ad alte dosi, è saturabile; a un
tempo di emivita di nove-18 ore. Il 20% viene eliminato e/o coniugato direttamente, il resto è
metabolizzato coniugato e poi eliminato.
La dose è 25-30 mg per kilogrammo al giorno fino a 60 mg per kilogrammo al giorno. La
finestra terapeutica è invece di 50-100 µg/ml.
Il valproato è un inibitore farmaco metabolico. A basse dosi diminuisce il proprio metabolismo,
ad alte dosi aumenta la frazione non legata di valproato che determina una diminuzione della
concentrazione totale.
Il valproato spiazza la fenitoina dalle proteine plasmatiche. Diminuisce il metabolismo di
farmaci diversi.
Causa nausea, vomito, disturbi gastrointestinali, bruciori, crampi e necessita di un graduale
aumento di dosaggio.
Purtroppo è tossico per il fegato: ci sono stati 50 casi di morte solo negli USA e c'è un rischio
superiore nelle terapie multiple e nei bambini sotto i due anni di vita. Di solito si osserva nei
primi quattro mesi se porta a questa tossicità. In molti casi è reversibile se il trattamento viene
interrotto, anche se viene comunque molto usato perché in pochissimi casi ha determinato
tossicità grave. Può causare anche trombocitopenia e aumenta il rischio di spina bifida in
gravidanza.
BENZODIAZEPINE
Le benzodiazepine giocano un ruolo importante nell'epilessia. Sebbene sono strutturalmente
simili, piccole modificazioni comportano attività diverse. Hanno due meccanismi di azione
differenti sulle convulsioni che sono possedute in modo diverso dalle diverse benzodiazepine.
Diazepam dato come supposta o intravenoso è usato nel controllare convulsioni continue, in
particolare convulsioni tonico cloniche generalizzate. Per os da tolleranza.
Lorazepam somministrato intravenoso è più efficace e duraturo del primo e viene usato nello
stato epilettico.
Clonazepam attivo nel piccolo male: è uno dei più potenti. È attivo nelle convulsioni
miocloniche ma può dare sedazione.
Clorazepato bipotassico. Si usa in terapia aggiuntiva nelle convulsioni parziali e da sonnolenza.
Nitrazepam viene usato negli spasmi infantili e nelle convulsioni miocloniche. È meno potente
del clonazepam.
Clobazam e usati in vari tipi di convulsioni, i vantaggi non sono chiari rispetto alle altre ma non
ha interazioni con altri farmaci antiepilettici. Lo svantaggio è che può dare tolleranza.
I limiti sono: danno effetto sedativo sia nello stato epilettico sia nella terapia cronica, i bambini
alcune volte manifestano iperattività paradosso (anche con barbiturici), dopo pochi mesi ci può
essere un ritorno delle convulsioni per la tolleranza del farmaco.
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Classificazioni degli attacchi
La terapia farmacologica dell'epilessia dipende dalla natura degli attacchi. Gli sforzi al fine di
classificare gli attacchi hanno portato a diagnosi e terapie appropriate.
Gli errori, dovuti al fatto che il farmaco non funziona, portano ad un innalzamento del dosaggio
con un maggiore rischio di tossicità. Gli attacchi sono divisi in due gruppi: parziali e
generalizzati.
Farmaci usati per gli attacchi parziali sono più o meno gli stessi, mentre, per le crisi
generalizzate, i farmaci sono scelti dal tipo di convulsioni individuale.
Crisi parziali
Sono quelle nelle quali l'insor