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QUADRO GENERALE
“ Lettera di una madre a un bambino mai nato” Oriana Fallaci
E’ un tragico monologo di una donna al figlio che porta in grembo. La lettera affronta senza
remore il tema scottante dell’aborto, spingendosi alla ricerca del senso della vita e
ponendosi una domanda: è giusto imporre la vita, anche se esistere implica sofferenza? E se
fosse meglio non nascere?
“Lettera a mia madre” Salvatore Quasimodo
La nona poesia della raccolta La vita non è sogno esprime il valore poetico della gratitudine
verso la madre che vive sola e lontana, che il poeta ringrazia per il dono insostituibile
dell'ironia che lo «ha salvato da pianti e da dolori».
LA TRAMA
“ Lettera di una madre a un bambino mai nato” Oriana Fallaci
Il libro è il monologo di una donna durante l'arco di una maternità inaspettata. Il monologo è
costituito in parte da pensieri che si contrappongono, in parte dalla narrazione degli
accadimenti. La donna è molto confusa sul da farsi e si domanda se il figlio in realtà è già in
vita e se è giusto farlo nascere, perché sarebbe destinato a soffrire. Nello stesso tempo gli
racconta i pregi della vita, specialmente quello di essere un uomo. La donna lascia la
decisione, ossia se vivere o meno, al figlio stesso, non curandosi di lui, affrontando un
viaggio stressante che comporterà la morte del bambino. Dopo la perdita del figlio la
situazione sembra ribaltarsi, in un incubo, e la donna viene processata dalla famiglia, dalla
dottoressa, dall'amica e dal figlio cresciuto.
“Lettera a mia madre” Salvatore Quasimodo
Il poeta inizia parlando di sé, dei luoghi dove ora vive. Abita in Lombardia, dove si trova
bene, ma non è felice e quindi scrive alla madre. La madre si meraviglierà della lettera
ricevuta e ripenserà a «quel ragazzo che fuggì di notte con un mantello corto / e alcuni versi
in tasca». E il poeta ricorda il momento del distacco dalla madre e dalla terra nativa: «Certo,
ricordo, fu da quel grigio scalo / di treni lenti che portavano mandorle e arance / alla foce
dell’Imera, il fiume pieno di gazze, / di sale, d’eucalyptus. Ma ora ti ringrazio, / questo voglio,
dell’ironia che hai messo / sul mio labbro, mite come la tua. / Quel sorriso mi ha salvato da
pianti e da dolori». Conclude rivolgendosi alla morte di non toccare «l’orologio in cucina che
batte sopra il muro, / tutta la mia infanzia è passata sullo smalto / del suo quadrante, su quei
fiori dipinti: / non toccare la mani , il cuore dei vecchi. / Ma forse qualcuno risponde? O
morte di pietà, / morte di pudore. Addio, cara, addio, mia dolcissima mater». Il poeta prega
la morte di essere una morte piena di pietà e di pudore e di essere gentile con i vecchi che
ormai non sanno che cosa aspettano. O forse sì, aspettano proprio la morte, perché sono
consapevoli che sono vicini al tempo della morte.
TITOLO
Entrambi i titoli con le parole “lettera” e “mia madre” fanno pensare a dei testi dal tono
confidenziale, il primo più forte e provocatorio (Fallaci), il secondo molto più semplice e non
ci dà modo di capire il contenuto e il tono della lettera. Sono entrambi titoli che si riferiscono
a qualcosa di personale, di autobiografico, ad eventi realmente accaduti nella vita degli
scrittori.
La lingua e lo stile
“ Lettera di una madre a un bambino mai nato”
E’ un monologo che diviene poi quasi una confessione
E’ commovente e struggente
Linguaggio chiaro e semplice con frasi brevi
Contiene molte riflessioni dell’autrice/protagonista
Molte ripetizioni
Il narratore è interno, parla in prima persona
“Lettera a mia madre” Salvatore Quasimodo
Una poesia che ha anche caratteristiche della lettera e della confessione
Ha molti degli elementi dell’Ermetismo
Molto evocativa ed autobiografica
Lessico semplice ma parole dense semanticamente
Libera da forme metriche e retoriche tradizionali
E’ un tenero colloquio tra madre e figlio; il poeta parla in prima persona
Ritroviamo figure retoriche come l’ossimoro (gentile morte)
Si alternano passato (il ricordo dell’infanzia e della madre) e presente (sua vita
attuale)
Il testo ha una forma coesa e unitaria, con trapassi fluidi da un tema all’altro
Ambientazione e personaggi
Ambientazione
“ Lettera di una madre a un bambino mai nato” Oriana Fallaci
Il monologo comincia nell'attimo in cui la donna avverte d'essere incinta e si pone
l'interrogativo angoscioso: basta volere un figlio per costringerlo alla vita? Piacerà
nascere a lui?