vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO
Negli anni successivi alla fine della Prima guerra mondiale, il sistema creditizio era caratterizzato dalla presenza di un numero elevato di banche miste, cioè di banche vincolate da un forte legame simbiotico alle imprese sostenute nel periodo della ristrutturazione post bellica. Le pesanti conseguenze di questo stretto connubio furono aggravate dalla grande crisi del 1929. Si rese indispensabile, da parte del governo, l'adozione di provvedimenti per il salvataggio delle imprese in fallimento e per la ristrutturazione del sistema economico. Le banche si videro costrette ad aumentare i finanziamenti all'industria, ma ben presto finirono per essere travolte nel dissesto economico generale. Per queste ragioni nel 1931 venne istituito l'IMI, Istituto mobiliare italiano, ente progettato per sostituirsi alle banche nel finanziamento industriale di lungo termine. In breve tempo apparve eccessivo l'impegno demandato all'IMI e
fu introdotta la distinzione tra banche di credito a breve termine e banche di credito a lungo termine. Le prime si occupavano principalmente di finanziare le esigenze immediate delle imprese e dei privati, mentre le seconde si occupavano di finanziare investimenti a medio e lungo termine; • La separazione tra banche commerciali e banche di investimento: le prime si occupavano di raccogliere risparmi e concedere prestiti, mentre le seconde si occupavano di svolgere attività di intermediazione finanziaria e di investimento; • L'introduzione del controllo pubblico sulle banche: vennero istituiti organi di controllo e vigilanza sulle attività delle banche, al fine di garantire la stabilità del sistema finanziario e la tutela degli interessi dei risparmiatori. Questi cambiamenti nel sistema bancario italiano furono volti a risolvere i problemi di instabilità e inefficienza che avevano contribuito alla crisi economica degli anni '30.istituiva una netta separazione tra i soggetti abilitati all'erogazione del credito a breve termine e a medio - lungo termine. Alle aziende di credito ordinario venne riservato l'esercizio dell'intermediazione a breve termine, agli istituti di credito speciale l'esercizio dell'intermediazione a medio - lungo termine;
La specializzazione operativa: rifletteva, nel caso delle aziende di credito ordinario, soprattutto il concetto di competenza territoriale, mentre, nel caso degli istituti di credito speciale, rifletteva anche un principio di specializzazione settoriale;
Il principio della separazione banca e impresa: sanciva il divieto per le banche di finanziare le imprese mediante assunzione di partecipazioni azionarie;
Il principio della vigilanza strutturale: conferiva alla Banca d'Italia ampi poteri di amministrare il sistema bancario mediante l'utilizzo di strumenti volti a delineare la struttura del mercato.
- Alta segmentazione ed elevata frammentazione del settore: le barriere di carattere territoriale, funzionale e temporale poste all'azione degli operatori diedero luogo ad una pluralità di sottosettori tra loro non comunicanti e con proprie logiche di funzionamento;
- Un grado molto basso di concorrenza;
- Una struttura di governance centralizzata. Lo Stato rafforzò la sua tradizionale funzione regolativa, di controllo e protezionistica, coadiuvato dalla Banca d'Italia;
- Un basso grado di strutturazione del campo. La presenza di pochi attori, accanto alla mancanza di interazioni regolari, ha costituito la premessa del processo di deterioramento istituzionale e funzionale del sistema italiano.
I primi segnali di cambiamento giunsero a metà degli anni 70 e a metà degli anni 80. Il punto di partenza è da indicarsi nel DPR 27
giugno 1985 n° 350 che, dando attuazione alla prima direttiva comunitaria in materia di attività creditizia, riconosce il carattere imprenditoriale dell’attività bancaria. Con esso si avvia il passaggio dalla banca – istituzione alla banca – impresa. Un altro passo importante è rappresentato dalla legge 30 luglio 1990, nota come la Legge Amato, che consente alla banche pubbliche di trasformarsi in società per azioni e il D.Lgs. 481/1992 che, recependo la seconda direttiva comunitaria, introduce il principio della “triplice despecializzazione”, sancendo la possibilità di operare sull’intera gamma delle attività finanziarie indipendentemente dai precedenti vincoli istituzionali, geografici, territoriali. Il quadro normativo giunge a compimento con l’emanazione del Testo Unico delle leggi in materia bancaria e creditizia in cui vengono coordinate tutte le precedenti disposizioni legislative. Oltre al quadro
normativo altri fattori sono rilevanti per il cambiamento del sistema bancario e dello scenario competitivo:- le innovazioni tecnologiche: è a partire dagli anni 80 che si diffondono i primi terminali self service che permettono ai clienti di svincolarsi dagli orari delle agenzie e di beneficiare di vantaggi di una maggiore facilità di prelevamento contanti; con l'avvento del Remote Banking all'inizio degli anni 90 e di Internet, si assiste all'effettiva del sistema tradizionale di distribuzione fondato sullo sportello con quello tecnologico; progressivamente si fa strada la banca virtuale che offre al cliente, attraverso l'uso di tecnologie avanzate, gli effetti di un'attività di tipo bancario in assenza degli elementi tipicamente costitutivi della banca stessa;
- è cresciuta la domanda di servizi bancari e finanziari da parte delle famiglie, delle imprese e della pubblica amministrazione;
- la nascita dell'Unione
La moneta unica europea ha determinato non solo un incremento di competizione a livello locale, ma ha anche eliminato le barriere tra i paesi aderenti, generando un ampliamento del mercato geografico nel quale operano i concorrenti europei. La riforma ha avviato il passaggio da un regime protetto ad uno competitivo e il settore creditizio è stato percorso da un'onda di cambiamento che ha visto l'entrata di banche straniere, banche virtuali, banche-assicurazioni, Poste. L'ambiente competitivo risultante è quello internazionale, in primo luogo europeo. Questa nuova configurazione ha innescato due strategie: da un lato, il crescente ricorso a fusioni; dall'altro, la diffusione della strategia di occupazione del territorio ha prodotto la proliferazione del numero di sportelli. Va sottolineato che queste strategie sono sollecitate a livello istituzionale sia dalla Banca d'Italia sia dall'UE. Per far fronte alle trasformazioni avvenute
nell'ambiente istituzionale, nel corso dell'ultimo ventennio le banche italiane hanno avviato processi di riorganizzazione. Gli aspetti più evidenti di questa riorganizzazione sono:- le banche italiane pongono maggiore attenzione alla scelta dei settori di operatività, dei segmenti di clientela da raggiungere e delle modalità di contatto;
- riorganizzazione delle attività di back office mediante la loro informatizzazione e centralizzazione al fine di ridurre i costi e migliorare la qualità del servizio;
- outsourcing selettivo di attività che possono essere svolte con minor costo al di fuori delle aziende. Oggetto di outsourcing sono oggi alcune parti del back office, servizi amministrativi e spesso anche il marketing nei piani di fidelizzazione dei clienti. Una delle conseguenze più importanti del fenomeno dell'outsourcing è stata la proliferazione dei call center bancari;
- riduzione degli organici.