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Nell'ideologia funeraria inizia a spiccare l'ideologia che si basa sulla centralità della donna, attestata
da ricchi corredi con gioielli, e l'assimilazione tra uomo-guerriero, con corredi di armi,
probabilmente anche ad indicare la pratica del mercenariato.
L'area Picena non è comunque insensibile alla pratica greca di stampo oligarchico nobiliare del
simposio, attestata dai ritrovamenti di vasellame e ceramiche da banchetto.
Coincide con la sconfitta degli Etruschi dai Greci di Cuma la massima fioritura di Numana, oramai
libera di commerciare con l'aerea tirrenica.
I corredi funerari rinvenuti mostrano grande opulenza, ricchi di vasi attici e oggetti d'importazione,
molto probabilmente diffusasi nell'area picena proprio attraverso l'empio di Numana, Cupra
Marittima e Pesaro.
Il IV secolo è tempo di cambiamenti, infatti secondo Tito Livio giungono i Galli Senoni, ultima
delle polazioni galliche a giungere nella penisola: questa penetrazione si riflette anche nei corredi
funerari piceni di IV secolo dove si intravedono influenze galliche, infatti in alcune zone si crea una
vera e prorpia situazione sincretica tra galli e popolazioni indigene, dando vita a villaggi misti lungo
l'appennino.
Questa la situazione politico-insediativa all'alba della conquista romana.
Proprio alla fine del IV secolo con la terza guerra sannitica Roma ed i piceni sottoscrivino un
alleanza anti-gallica che probabilmente aiutò non poco per la vittoria. Tuttavia l'alleanza viene
meno quando nel 268 a.c i piceni insorgono alla decisione romana di creare una colonia presso
Rimini. L'Area picena fu annessa, dunque, con deportazione della popolazione nel salernitano,
dando ai rimanenti la cittadinanza romana.
Decisivo elemento di romanizzazione fu la creazione della via Flaminia nel 220.
Durante la guerra sociale Ascoli insorse, cadendo nell 89.
L'area picena in età triumvirale augustea venne usata come Ager per i veterani.
L'Arte Picena di Età Orientalizzante:
Per prima cosa dovremmo dare una definizione di “Arte Italica”, per poterne parlare coerentemente:
secondo gli studiosi è definibile “Arte Italica” l'insieme di manifestazioni artistiche dei popoli
italici, in un periodo compreso dal IX secolo fino all'unificazione sotto il dominio romano. E'
importante, in oltre, escludere l'Arte Etrusca dall'elenco delle manifestazioni italiche o ,eglio
ancora, dire che l'Arte etrusca rappresenta un particolare sviluppo artistico tra le popolazioni
italiche. E' noto infatti che l'Etruria sia stata largamente influenzata a livello di cultura materiale,
dalla fitta rete di commerci con il mondo Greco, per tanto pur non potendo escluderla dall'Arte
strettamente italica le differenze formali, qualitative e quantitative a livello di produzione ci
impongono di considerare l'area dell'Etruria come un bacino artistico a se stante.
Le manifestazioni di arte italica si distinguono fortemente da quelle etrusche, mostrandosi come più
rozze, meno ricche e più modeste, mostrando nell'etruria una fortissima impronta aristocratica poco
presente nelle altre culture italiche, che pur raggiungono ottimi livelli di complessità sociale.
Non è comunque da tralasciare il fatto che è appunto grazie ai contatti frequenti tra Greci ed
Etruschi che la stessa produzione artistica italica è stata influenzata dal dilagante fenomeno
Orientalizzante, tra VII e VI secolo, dovuto alla colonizzazione Greca dell'Asia Minore che porterà
come conseguenza un nuovo repertorio figurativo vivido nell'immaginario collettivo, costellato da
creature mostruose e grottesche, siano esse naturali che mitiche.
Eppure in questo merito non si può far cenno alla tendenza artistica di rifiuto delle forme
naturalistiche: è infatti vero che l'arte italica sia fortemente legata ad un repertorio figurativo
geometrico che, a differenza di etruschi e greci, non sembrano riuscire a lasciarsi totalmente alle
spalle; le rappresentazioni di uomini, creature ed animali resteranno sempre lontane dal reale, molto
stilizzate, mostrando un intramontabile passione per le rappresentazioni geometriche. Notiamo
questa tendenza, ad esempio, in un Kardiophylax da Alfedena,(corazza copri-cuore in bronzo, VI
sec) rappresentante una figura mostruosa ben poco definibile, dalle ingenue forme, simile ad un
quadrupede dal capo di volatile. Certo è che non mancasse la capacità di incisione sul bronzo, bensì
fosse una vera e propria decisione stilistica.