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VITA E STORIA DI UN PAESE MUSICALE: MONTEMARANO
La tarantella: la tarantella di Montemarano si differenzia dalle altre del Sud Italia per le melodie e
per la strumentazione impiegata (clarinetto, fisarmonica, armonica, flauto, organetto,
ciaramella…). Inoltre è un termine che può essere usato al plurale – tarantelle – perché ogni
suonatore dà inizio a una propria tradizione.
Le occasioni della tarantella: La festa più rappresentativa per la tarantella Montemaranese è il
Carnevale, che li come in altri parti d’ Italia inizia il 17 Gennaio, il giorno di S. Antonio Abate.
S. Antonio Abate: I gruppi in maschera sono capeggiati da un caporraballo, che si riconosce dal
capello che indossa dal quale pendono tanti nastri colorati e dalla scopa che porta in mano, è
seguito da quattro danzatori, che portano lo stesso cappello, e da suonatori di tamburello,
fisarmonica e clarinetto. Di mattina vanno per le case e poi per i negozi del centro offrendo
esibizioni che verranno poi retribuite con soldi o prodotti alimentari. Nel pomeriggio si dedicano
alle contrade – Montemarano ne ha 34.
I 3 giorni di carnevale e carnevale muorto: Gli ultimi 3 giorni di carnevale sono l’altra parte
rilevante di questo periodo. Tutta la popolazione si maschera e i travestimenti sono vari, anche se i
più gettonati sono lo straccivendolo, la pacchiana e il vecchio. Alcuni gruppi decidono di avere un
tema comune. I caporraballo hanno un bastone invece della scopa e una tracolla piena di confetti
che lancerà sui danzatori in simbole benaugurale. Le sfilate vanno dal pomeriggio alla sera alle 9.
La prima domenica di quaresima invece si rappresenta la morte di carnevale, un fantoccio viene
trasportato per le vie del paese dentro una bara. La morte si conclude con un petardo che esce dal
corpo del fantoccio, quest’ultimo poi sarà bruciato. I caporraballo indossano una fascia nera al
posto del cappello. Dopo di ciò vengono riprese le sfilate che si propagano fino a notte fonda all’
interno di locali.
Pasquetta, matrimoni e feste private: Non solo il carnevale, ma anche molte altre occasioni che
prevedono la riunione di grandi gruppi, vedono l’uso della tarantella che può essere ballata da
una, due o più persone.
Occasioni pubbliche e durante l’anno: Negli ultimi decenni sono state create feste appositamente
per ballare la tarantella , come la “festa del bosco” che si tiene nel bosco di Montemarano giorni in
mediatamente successivi a Ferragosto. Anche il 21, in occasione di S. Giovanni, s balla e si suona.
Anche la prima settimana di ottobre, stesso procedimento, per la festa del vino. Negli ultimi
decenni sono note anche “SCUOLA DI TARANTELLA MONTEMARANESE”, col fine di insegnare i
passi più antichi e “ZOMPA CARDILLO” che tiene spettacoli di tarantella montemaranese in Italia
e all’estero. Gli anziani di montemaranesi rimpiangono i tempi in cui la tarantella era solo per
carnevale e per le feste contadine . 1
I luoghi della tarantella: è il centro del paese il luogo in cui ci sono le più grandi manifestazioni
come il carnevale. Oltre al centro storico le vie più importanti sono S. Francesco (la parte di via
Appia che passa dentro Montemarano) via Roma che conduce alla piazza del Popolo .A partire
dagli anni “70 però” , a causa dell’espansione, le maschere si trovano a passare più tempo nella
parte nuova . Fino agli anni ‘80 le maschere di sera stavano ancora di casa in casa, ora questa
usanza si sta perdendo in funzione del locale pubblico . Oltre all’ ICS del paese, alcuni gruppi si
ritrovano proprio in Bar e Ristoranti .
Per una storia della tarantella degli anni “30 ad oggi” Giovanni Battista Gambali ha ritrovato nella
Cattedrale di S. Maria a Montemarano un documento che attesta che il carnevale esistesse già nel
1793, ma non si sa quali balli fossero fatti .Anche se si sa che erano tra le mura domestiche come
fino agli anni ’60 testimonianze vere e proprie della tarantella le abbiamo a partire dagli anni ’30 .
è probabilmente alla fine di questi anni che alla ciaramella, strumento agropastorale, è stato
sostituito le clarinetto ad opera di Domenico Ambrusino . L’adozione del clarinetto ha consentito
alla musica di rinnovarsi e di incontrare il gusto delle giovani generazioni. Negli anni ’50 si
ricordano Mastromarino (fisarmonica) , fusco e besile (clarinetto). Ricordiamo anche Bocchino
(fisarmonica e tamburello). Degli anni ’80 abbiamo Achille D’Agnese (fisarmonica) Salvio e Ziviello
(Clarinetto) e tanti altri. Per la voce ricordiamo Grazia Corso. A Montemarano praticamente tutti
sanno ballare la tarantella e ogni occasione è buona per un ballo e questo rende la pratica
musicale viva e non solo forma di spettacolo. Oggi i suonatori sono molti di più di quelli di un
tempo, sono i danzatori che diminuiscono, specie di gruppo. Ultimo cambiamento è a presenza
sempre più ampia di motivi che discostano dal motivo melodico originale della tarantella. C’è un
maggior arco formale che dalle 4 o 8 battute dei motivi tradizionali giunge anche fino a 16 o 32.
La musica della tarantella montemaranese: un caso del tutto particolare.
La tarantella montemaranese presenta caratteri unici nell’ambito de folklore musicale italiano.
Anche se la tarantella è presente in tutto il sud Italia, ha dei tratti particolari che la distinguono da
tutti gli altri. Eccoli qui brevemente riassunti:
- Ritmo: Il ritmo a differenza della tarantella tradizionale è più accentuato dal tamburello
sulla prima battuta dei 4/4 e eccezionalmente sulla terza;
- Melodia: la tarantella di Montemarano attinge a un repertorio di musiche già scritte, ciò
che fa la differenza tra una tarantella e l’altra è il testo;
- Organico strumentale: la tarantella montemaranese è l’unica ad aver sostituito il clarinetto
alla ciaramella e la fisarmonica all’ organetto.
I canti: Accanto alla musica è molto sviluppato anche il settore canoro . Oltre che in concomitanza
alla tarantella ci sono anche altri generi che sono sviluppati. La voce è spesso di gola e non segue
delle regole precise. Spesso l’esecuzione è in dialetto e con rime o assonanze.
La tarantella cantata: Vi è un certo numero di melodie che risalgono a decine di anni fa e sono
conosciuti e suonati da tutti. Nella grande varietà di testi un ruolo importante continuano ad avere
i testi satirici e carnacialeschi. Un altro dei motivi ricorrenti è il riferimento al mitico fondatore 2
della tarantella moderna Domenico Ambrusino. Sono ancora talvolta ricordati i temi legati al
fascismo, quasi come se i temi di una volta fossero più stimolanti di quelli odierni, e per questo
fossero ancora motivo di spunto oggigiorno.
Canti devozionali: Nel corso dell’anno si organizzano in paese diverse feste che prevedono un
canto collettivo eseguito in forma processionale. Si possono ancora sentire canti polivocali
femminili che rientrano nella tradizione contadina, con registro acuto e voce distesa. A
Montemarano le occasioni per questo tipo di celebrazioni sono due: la Festa per la Madonna di
Montevergine e quella in onore di S. Giovanni. Nel primo caso 2 gruppi di donne vanno per le
cappelle allestite in onore della Madonna di Montevergine e si fermano ad ognuna per cantare.
C’è una prima persona che lancia il canto che poi verrà seguito da tutte le altre. I due gruppi fanno
un distico ciascuno. Il canto effettuato durante la processione di S. Giovanni è molto simile a
quello per la Madonna di Montevergine.
Serenate, canti d’ amore e a dispetto: Questo genere è ancora presente oggigiorno anche se in
forma minore e in forma meno spontanea di quel che accadeva un tempo. Sono detti canti
monostrofici, sono cantati in un dialetto meno stretto, anzi alcune esecuzioni sono in italiano.
Serenate e matinate hanno un tema amoroso, mentre i canti a dispetto hanno un tema molto più
aspro poiché sono usati nei casi di contesa, per far capire meglio una volta erano usati per
infangare l’avversario nelle lotte politiche.
Canti di lavoro: Una volta era facile sentire i canti di lavoro per Montemarano, ma ora con il
cambiamento del contesto sociale è diventata una cosa molto più difficile. Non servono per
coordinare il lavoro, ma per eseguirlo. I testi, prevalentemente in ottonari, fanno riferimento a
volte alle attività lavorative, altre volte al rapporto conflittuale con il “padrone”. I canti più
moderni, che però sono tipici di tutta l’ area vesuviana, hanno un ritmo più misurato e sono in un
dialetto italianizzato o in italiano.
Altri canti legati al ciclo della vita: ninna-nanna e canto militare: La ninna-nanna rinvia a una
consuetudine del canto femminile all’interno delle mura domestiche in una condizione più intima
e privata. È un genere molto diffuso e molto documentato. La melodia non ha caratteri
specificatamente locali, infatti sono tipici di tutta l’ Irpinia. L’altro canto è tipico nazionale e fa
riferimento al servizio di leva militare, il testo è in italiano e non ha relazioni specifiche con i
repertori del canto contadino. 3