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Americhe. L'etnosociologia francese
La scuola sociologica francese, fondata da Durkheim, unisce gli studi sociologici ed etnologici in una visione unitaria dei popoli primitivi e dei popoli civilizzati. Il lavoro di Durkheim più prettamente etnologico è "Le forme elementari della vita religiosa" (1912), in cui l'autore tenta di ricostruire l'origine della religione e di formulare una teoria generale dei fenomeni religiosi. Secondo Durkheim, la forma originaria della religione sarebbe il totemismo, visto come il sistema religioso più semplice, al cui interno agivano rappresentazioni collettive indipendenti dalla psiche individuale. Le figure di animali, di piante e di fenomeni naturali rappresentanti un determinato totem, esprimevano l'idea di forza associata simbolicamente al clan, unità sociale primordiale. L'immagine simbolica del totem altro non era che la proiezione della società nel suo insieme, per cui finiva per essere adorata.come entità suprema la società, da cui dipendono gli individui. Nella religione Durkheim vedeva fondamentalmente un fatto sociale totale, e una modalità attraverso la quale la società impone il suo potere sugli individui. Lévy-Bruhl elaborò un sistema di differenziazione fra il pensiero dei primitivi e il pensiero degli esseri umani civilizzati. L'autore sosteneva che il primitivo fosse dotato di prelogismo, una sorta di rappresentazione mistica della realtà, in cui non esisterebbe differenza fra soggetto e oggetto, fra io e il mondo. L'uomo primitivo vivrebbe in una sorta di partecipazione mistica con la natura che lo circonda, e sarebbe impenetrabile all'esperienza come nel caso della magia, che continua ad essere esercitata malgrado i suoi generali fallimenti. Attraverso la teoria del prelogismo si viene a riversare sui primitivi quella irrazionalità che il pensiero occidentale tanto ardentemente allontanava dal suo.stesso ambito. L'opera di Paul Radin L'uomo primitivo come filosofo fornisce numerosi esempi di pensiero organico e razionale nell'ambito delle elaborazioni primitive, smentendo il concetto di "prelogismo". Marcel Mauss (1872-1950), nipote di Durkheim, continuò la sintesi tra sociologia ed etnologia con il suo Saggio sul dono, in cui evidenziò la legge della reciprocità e dello scambio come regola sociale fondamentale. In Teoria generale della magia Mauss analizzò i fenomeni magici alla luce delle più recenti ricerche etnologiche. Mauss enucleò i fatti sociali totali come il dono e lo scambio basati sulle regole del "dare, ricevere, ricambiare".
Il funzionalismo
La teoria funzionalista vede il suo principale rappresentante in Bronislaw Malinowski (1884-1942). La scuola funzionalista privilegia la ricerca sul campo e l'osservazione diretta dei fenomeni culturali. Malinowski infatti visse a lungo in Melanesia,
Studiando la popolazione dei Trobriandesi. La sua opera Gli Argonauti del Pacifico occidentale resta un modello di monografia antropologica. Il testo inaugura una nuova epoca, in quanto l'osservazione partecipante permette all'antropologo di entrare nel cuore dei problemi culturali e di capirne il significato.
L'opera descrive la vita di villaggi melanesiani, ne esamina gli elementi culturali e si ferma a osservare una pratica di scambio rituale chiamato kula, un fenomeno di notevole rilevanza sociale che occupa un posto fondamentale nella vita tribale degli indigeni. Si tratta di uno scambio cerimoniale di collane di conchiglie rosse e braccialetti di conchiglie bianche, che circolano le prime in senso orario i secondi in senso contrario: lo scambio coinvolge isole e arcipelaghi anche lontanissimi dalle Trobriand.
Gli oggetti kula circolano in continuazione, restando nelle mani dei loro possessori solo per un periodo limitato di tempo. Essi vengono barattati nel corso di
visite cerimoniali: il fenomeno ha quindi una funzione rituale che mette in luce la grande legge della reciprocità. Lo scambio di tipo cerimoniale ha la funzione di mantenere e rafforzare i rapporti fra individui e gruppi, adesso è connesso anche lo scambio di beni economici, ancorché in maniera secondaria. Gli studi sul campo di Malinowski fecero piazza pulita di molti luoghi comuni diffusi dall'evoluzionismo. Malinowski rigetta l'esistenza di un comunismo primitivo come caratteristico dei popoli selvaggi, e al tempo stesso rifiuta di vedere negli indigeni l'incarnazione dell'uomo economico primitivo. Egli sostiene che il trobriandese lavora spinto da motivi assai complessi di natura sociale e tradizionale, mirando a obiettivi che non sempre hanno a che vedere con l'immediata utilità. Esiste una complessità delle azioni umane, che non possono essere ridotte soltanto alla sfera economica. Un altro luogo comune (che persiste)talvolta nella mente dei giornalisti attuali) è quello dellapromiscuità primitiva. Malinowski sostiene che non è mai esistita questa pratica. Già nel 1913 aveva pubblicato un testo, La famiglia tra gli aborigeni australiani, in cui affermava in maniera inderogabile: "gli aspetti sessuali della vita sociale degli australiani, lungi dal possedere i caratteri della promiscuità indiscriminata, sono al contrario soggetti a strette norme, a restrizioni e a regole" (Malinowski, 1963, 123). All'ipotesi della promiscuità primitiva Malinowski oppone elementi ricavati statisticamente, che evidenziano come la famiglia nucleare sia di gran lunga la più praticata e la più diffusa. La famiglia elementare è per Malinowski la cellula originaria della società, in quanto è il luogo della riproduzione biologica e dell'educazione culturale. Nel suo ambito è bandito l'incesto, in quanto disgregherebbe.La famiglia e i rapporti che si instaurano intorno ad essa, rapporti che sono i modelli delle altre forme istituzionali. La società risulta essere il prodotto dell'estensione dei rapporti familiari, e la pratica della esogamia, cioè lo sposarsi fuori dal proprio gruppo di parenti stretti, costruisce una rete di rapporti di affinità con membri diversi da quelli familiari. La società si sviluppa dall'estensione dei legami familiari, in quanto gli affini, cioè i parenti acquisiti, si comportano come i parenti di sangue.
Nel testo "Una teoria scientifica della cultura", uscito postumo nel 1944, Malinowski elabora una teoria generale secondo la quale la cultura rappresenterebbe un complesso apparato spirituale, materiale e comunicativo, con il quale gli esseri umani risolvono problemi specifici e soddisfano bisogni fondamentali. Gli esseri umani risolvono i problemi materiali con risposte culturali: al bisogno di cibo rispondono con l'elaborazione
delle strutture economiche, con le modalità degli usi culinari e delle buone maniere a tavola. Al bisogno primario di riprodursi e all'istinto sessuale, l'essere umano risponde con l'organizzazione dei sistemi di parentela e degli scambi matrimoniali entro leggi precise e codificate. Dalle risposte ai bisogni primari nascono bisogni secondari o derivati, che coincidono con l'esigenza di organizzare e di mantenere la coesione sociale, a cui si risponde con le istituzioni politiche ed economiche. Nascono ulteriori bisogni chiamati "integrativi", che accedono al livello del simbolico e che soddisfano altre necessità. Si tratta del linguaggio, della tradizione orale e scritta, dell'arte, delle forme mitologiche e teologiche, della religione e della magia. L'idea fondante di Malinowski è che ogni istituzione culturale, anche la più esotica e bizzarra, assolve a una funzione specifica. Malinowski ha anche confutato la teoria.di Malinowski è molto diversa da quella descritta da Freud nel suo testo Totem e tabù. Mentre Freud parla di un'orda primitiva retta da un padre-padrone che proibisce ai suoi figli l'unione con le donne, Malinowski descrive gli aborigeni australiani come soggetti a strette norme, restrizioni e regole di carattere simbolico. Nelle società melanesiane a carattere matrilineare non esiste la costellazione nevrotica del complesso di Edipo, in cui il bambino desidera uccidere il padre e unirsi alla madre. La situazione della famiglia trobriandese è molto diversa.presenta una totale diversità. Il padre è una figura amichevole e gentile, che non obbliga il figlio a nessuna costrizione. Tale compito è piuttosto svolto dallo zio materno che rappresenta l'ordine e la legge, e a cui il nipote è tenuto ad obbedire. Il tabù più forte non è nei confronti della madre ma della sorella, e questo starebbe a dimostrare come la legge della esogamia (sposarsi fuori dal proprio gruppo familiare) sia in realtà all'origine del tabù dell'incesto. Se un soggetto si priva dell'unione con la sorella, può dare la ragazza a un altro uomo che diventa suo cognato, e con cui stabilisce legami perenni di affinità, di mutua assistenza e di reciprocità. Altro esponente del funzionalismo fu Radcliffe-Brown, che formulò il concetto di "struttura sociale" come rete di relazioni istituzionali tra i gruppi per realizzare l'organizzazione sociale. Gli studidi Radcliffe-Brown furono orientati sui sistemi di parentela degli australiani. In talsenso egli rivide la teoria del totemismo definendolo per ciò che esso è: una forma strutturale di organizzazione sociale. Presso i popoli che si riconoscono discendenti da animali sacri, il mondo della vita animale è rappresentato in termini di relazioni sociali simili a quelle delle società umane. Gli animali sacri sono visti come forme simboliche che determinano una serie di scambi: mentre è impossibile mangiare la carne del proprio animale-totem, è possibile mangiare quella di un totem diverso. Tale norma potenzia gli scambi alimentari, ed esprime simbolicamente le modalità degli scambi matrimoniali: coloro che appartengono a un determinato totem non possono che sposarsi fuori del proprio clan. Radcliffe-Brown formò un'intera generazione di antropologi tra cui Evans-Pritchard, che studiò i sistemi di pensiero legati alla magia e alla religione.fra gli Azande è considerata come una pratica quotidiana e integrata nella loro vita sociale e culturale. Secondo Evans-Pritchard, la magia per gli Azande non è qualcosa di straordinario o misterioso, ma piuttosto una parte normale della loro esistenza. D'altra parte, i Nuer hanno un approccio diverso alla magia. Secondo Evans-Pritchard, i Nuer considerano la magia come una pratica più specializzata e riservata a individui specifici, come gli stregoni. La magia per i Nuer è vista come un mezzo per ottenere potere e controllo sugli altri, e viene utilizzata principalmente per scopi politici e di leadership. In entrambe le culture, la magia svolge un ruolo importante nella spiegazione degli eventi e delle situazioni che non possono essere facilmente comprese o controllate. Tuttavia, la sua pratica e il suo significato variano tra gli Azande e i Nuer. Queste differenze nell'approccio alla magia tra gli Azande e i Nuer evidenziano le diverse prospettive culturali e sociali delle due popolazioni. La magia è solo uno degli aspetti che possono essere esplorati per comprendere meglio le differenze e le similitudini tra le culture umane.