Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 27
Età evolutiva Pag. 1 Età evolutiva Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Età evolutiva Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Età evolutiva Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Età evolutiva Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Età evolutiva Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Età evolutiva Pag. 26
1 su 27
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

ESPRESSIVITA’ CORPOREA E BAMBINO

Espressione rivelare se stessi agli altri, aprirsi verso l’esterno con

- segnali fisici: posizione, movimento ecc…

Corpopresenza nel mondo che il corpo di ognuno esercita. È il

- risultato del funzionamento del SNC che organizza funzioni

psichiche, psicomotorie, cognitive che esprime con la relazione col

mondo

L’espressività corporea riflette la vita interiore e quelle esteriore.

Esprimere:

Forze dentro di noi, che stanno per uscire

- Mondo percepito verso l’esterno

- Corpologo in cui pressioni interiori e stimoli esterni si incontrano

-

È fondamentale che il bimbo acquisisca la coscienza della possibilità di

movimento del corpo nello spazio.

ESPRESSIVITA’ CORPORE NELLA SCUOLA PRIMARIA

Prevede sviluppo mimico gestuale per acquisire competenze. L’espressività è

lo strumento per stimolare curiosità verso l’apprendimento; è necessario

favorire fin dai primi anni di vita una percezione e conoscenza del corpo.

Di fronte ad una richiesta motoria il bimbo è spesso portato ad una risposta

imitativa. Non è fondamentale la precisione del movimento, ma ciò che è in

grado di suscitare. Il movimento in se è sterile e astratto.

Bisogna istaurare un buon rapporto insegnante-alunno. L’insegnante non

deve soffocare la creatività dell’allievo. È fondamentale favorire il passaggio

dall’espressività spontanea alla comunicazione gestuale intenzionale.

IPOTESI DI ITINERARIO DIDATTICO DEL LINGUAGGIO GESTUALE

Antecedenti percorsi didattici avranno portato il bimbo alla conoscenza del

proprio corpo, controllo alla contrazione e alle decontrazione, ampiezza,

velocità ritmo,, posture e dello schema corporeo globale

Percorso didattico:

Sviluppo del linguaggio gestuale

- Sviluppo comunicazione gestuale

- Sviluppo dell’espressione spontanea a passaggio

- all’improvvisazione

Espressione spontanea su fabulazione

- Animazione corporea

- Imitazione gestuale e mimo

- Drammatizzazione

-

Elementi gestuali:

armonizzare l’azione del corpo e il singolo gesto espressivo

- armonia generale del movimento

- controllare spazi e tempi

- collegamento con l’altro (ogni azione viene rapportata a quella

- dell’altro)

collegamento con la scenografia

-

INTEGRAZIONE SCOLASTICA

ALUNNI DISABILI

L’essere umano si realizza nel rapporto con gli altri. Per integrazione

s’intende la capacità di vivere in maniera collaborativa nell’ambiente

scolastico. Quando si parla d’integrazione si fa riferimento all’intera comunità.

Inserimentoammettere l’alunno in classe senza alcun intervento adattivo

Integrazioneprocesso attivo che coinvolge tutti gli elementi del gruppo

Negli anni ’70 venne superato il concetto di uguaglianza, per cui il bambino

doveva essere come gli altri, per assumere quello di diversità come risorsa

individuale per cui ciascuno è diverso da tutti gli altri per vissuto e identità,

per stili di apprendimento e per capacità comunicative.

Legge n°118 del 1971slancio per l’inserimento degli alunni escludendo i più

gravi con deficienze intellettive e menomazioni di gravità tali da impedire

l’apprendimento. Sarà poi facilita la frequenza degli invalidi alle scuole media

superiore e universitarie.

Documento Falcucci gennaio 1975 estende agli handicappati più gravi

l’inserimento come sperimentazione didattica.

Legge 1977 principio della programmazione educativa con attività integrative

organizzate da alunni della stessa classe, oppure di classi diverse per

interventi individualizzati, prevedendo insegnati specializzati, docenti di

sostegno, poi si fissa 20 come numero di persone presenti in una classe in

cui c’è un allievo handicappato.

Aboliva il voto nella scuola di base

ANNI 80: tutela legislativa e alunni disabili

Legge 270 del 1982 estende l’istituzione dei posti di sostegno alla scuola

materna statale e un collegamento tra servizi socio sanitari e amministrazione

scolastica.

PEIpiano educativo individualizzato in cui si dispongono disposizioni

formative sull’azione di sostegno in favore di handicap.

Circolare 250 del 1985integrazione scolastica e bisogni educativi,

integrazione di alunni con handicap gravi, comunità scolastica e interventi di

sostegno.

Il diritto all’integrazione si ha per la scuola dell’obbligo, rimane esclusa la

scuola superiore secondaria.

Sentenza della corte costituzionale n°215 del 1987 rende illegittimi la legge

del 72, che riteneva necessario facilitare, ma non assicurare la frequenza

della scuola secondaria di secondo grado a tutti gli allievi senza gravità,

assicurandone l’iscrizione e la frequenza.

ANNI ‘90

Legge del quadro 104 del 1992 raccoglie varie disposizioni e riempie vuoti

legislativi in merito al sostegno alle famiglie. Si contribuisce con un progetto

globale e individuale contemporaneamente.

La famiglia ha un ruolo attivo nella PDF(profilo didattico funzionale) e PEI

(piano educativo individualizzato), poi è prevista una coordinazione tra servizi

culturali sanitari e scolastici.

La disposizione è quella di fissare criteri con accordi di programma tra scuola

amministrazioni comunali e ASL, precisare i compiti di quest’ultima

nell’indiivuda l’handicap.

Fine degli anni ’90 si ha un processo di trasformazione: le scuole autonome

riconoscono la diversità di ciascuno

- promuovono le potenzialità di ciascuno

- adottano iniziative per il raggiungimento del successo formativo

- regolano i tempi d’insegnamento e svolgimento delle singole

- discipline

adottano forme di flessibilità dell’organizzazione educativa e

- didattica

assicurano iniziative di recupero e di sostegno

-

art.26 inserimento di disabili. L’unione riconosce e rispetta il diritto dei disabili

di beneficiare di misure per garantire l’autonomia e la partecipazione alla vita

sociali.

riforma Moratti regola il nuovo sistema scolastico con PSP e un percorso

fatto da 3 i:

inserimento: mettere dentro

- inclusione: far partecipare allo stesso modo

- Integrazione: riconoscimento di valori/potenzialità,

- bisogni/opportunità, diritti/doveri.

SPECIALE NORMALITA’

Specialitàalcune caratteristiche della persona(condizioni di salute, funzioni e

struttura del corpo, capacità personali)

Normalitàbisogno all’educazione e formazione verso lo sviluppo normale.

La speciale normalità la troviamo nelle persone di insegnati, compagni,

familiari con l’impegno di una collaborazione, consapevoli dei bisogni di tutti.

Bisogna far perno sulle isole di abilità (punti di forza)

CORPO MOTRICITA’ E INEGRAZIONE

La centralità del corpo e dei suoi linguaggi nella relazione col disabile

rendono l’ambito motorio strumento per l’attivazione del percorso educativo.

La disabilità è spesso legata a difficoltà di alcune forme di apprendimento e

sviluppo cognitivo assieme a motricità possono dare conoscenza del

percorso di sviluppo psicofisico, in cui è importante la spinta all’agire.

L’educazione fisica promuove la sicurezza e l’autonomia, aiuta nel processo

evolutivo, favorisce l’incontro con l’altro attraverso il contatto fisico e i percorsi

della comunicazione, relazione, esperienza.

RUOLO DEL CORPO

Le attività sono regolate da dinamiche intersoggettive che dicono come

comportarsi e cosa aspettarsi.

Comunicare:

Costruire un significato con gli altri

- Parte costitutiva dell’agire

- È codificato o convenzionale: si usano simboli condivisi

- Consente interazione tra io e mondo esterno

- Contribuisce all’elaborazione di contenuti mentali e alla costruzione

- del patrimonio intellettivo.

Usare il vissuto, senso motorio, consente di partire dall’azione corporea per

stimolare livelli di comprensione logico-concettuali. Sperimentando il lavorare

insieme si arriva a risultati superiori piu che portare avanti un lavoro

individuale.

FUNZIONI DELL’ATTIVITA’ MOTORIA NELLE SCUOLE

Sviluppo armonico della persona

- Scelta di un percorso personalizzato

- Attiva il coinvolgimento di tutti

- Favorisce l’apprendimento formale e non

- Valorizza il gioco come momento di apprendimento e integrazione

- Acquisizione di corretti stili di vita

- Educa ad una sana competizione

- Stimola il contatto con la natura

- Si amplia l’offerta formativa nei percorsi motori

- Si diffonde la cultura del sapere motorio

- Si sostiene l’impegno scolastico ed extrascolastico

- Si integrano i disabili

- Si valorizzano le eccellenze

- Si concilia la pratica agonistica e frequenza scolastica

- Si previene disagio e dispersione

-

PROGETTO ARCOBALENO

Proposto per i 3 ordini scolastici

- Provare a dare risposte al termine diversità

- Nasce l’esigenza di cambiare il concetto di diversità

- Insegnare uno scambio continuo con gli altri

- Scuola e famiglia lavorano insieme con una comunione di valori e

- intenti

Attività di conversazione, dibattito, narrazioni, osservazione e lettura

- di immagini, giochi di ruolo, esercizi di rilassamento, attività

manipolative

Finalità  vivere l’incontro con il diverso come momento di confronto e fonte di

ricchezza

Finalità educative  riconoscere il valore di ognuno, essendo aperti e

disponibili all’ascolto, allo scambio e alla cooperazione

Metodologia gli allievi sono coinvolti con un approccio attivo e collaborativo

fornendo loro gli strumenti e le occasioni necessarie. È importante creare un

e senso di appartenenza al gruppo. L’insegnante assume il ruolo di stimolo e

guida.

LABORATORI

approccio più idoneo per la costruzione di un sapere collaborativo con una

valorizzazione della dimensione attiva dell’apprendimento (metodologia)

Dewey l’intelligenza ha bisogno di certe condizioni per affermarsi, deve

essere nutrita di eventi che la fortificano. Il “sapere” unito al “fare” diventa un

“saper essere”

Maria Montessori agendo sull’ambiente il bimbo stimola e educa i sensi, che

sono alla base del ragionamento. Lei individua nella mano il principale organo

dell’intelligenza, poichè la manipolazione in un bimbo attiva l’intero apparato

senso-percettivo, permettendo la fusione di 2 intelligenze: mano e mente.

I bimbi, nel laboratorio, vivono relazioni interpersonali e di collaborazione tr

Dettagli
Publisher
A.A. 2015-2016
27 pagine
6 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-EDF/01 Metodi e didattiche delle attività motorie

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marghe.15 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di TTD Attività motoria dell'età evolutiva e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Valentini Manuela.