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ESIODO
Databile all'inizio del VII sec., Esiodo è il 1° poeta che ci dà, nella sua opera, notizie autobiografiche (e che anzi firma la sua opera come un sigillo di garanzia): è in lite con suo fratello suo fratello vince la causa corrompendo i giudici "con doni".
Serse x problemi di eredità, Scrisse gli Erga kai Emerai (Le opere e i giorni) [i giorni sono però sembrati a molti non autentici], poema didascalico di 828 esametri, scritto nella lingua omerica con maggiore incidenza di elementi del dialetto eolico, suo fratello a lavorare onestamente per guadagnarsi le ricchezze), consigli pratici x l'agricoltura e i giorni del mese nel quale compiere determinante attività.
Trama di Le opere e i giorni:
- Proemio (10 versi) a Zeus e alle Muse della Pieria
- Contesa col fratello Serse
- Necessità del lavoro x fugare la punizione divina
Vivere secondo giustizia; esprime questi concetti tramite 3 episodi:
- Il mito di Prometeo (<> dal racconto della Teogonia)
- Il mito delle 5 età (dell'Oro, dell'Argento, del Bronzo, degli Eroi e del Ferro)
- Il breve Apologo dello Sparviero e dell'Usignolo (spesso definito la + antica favola dell'antichità giunta fino a noi)
Si rivolge poi ai giudici ("divoratori di ricchezza") x esortarli ad esprimere il verdetto secondo giustizia, ricordando la presenza divina nelle azioni degli uomini.
La Teogonia, di cui conserviamo 1022 versi, contiene dei cataloghi di divinità interrotti da episodi di cui i 6 principali sono: la nascita di Afrodite, Stige, l'Inno ad Ecate, la nascita di Zeus, Prometeo e la Titanomachia. (...) POESIA ARCAICA Composta tra il VII-VI e la prima metà del V a.C. I 1° ad usare il termine lurikoi (invece di melopoioi), i grammatici alessandrini, consideravano lirici solo gli autori di poesie
cantate prevalentemente sulla lira. Oggi sono dette "liriche" le poesie in cui predomina il tono affettivo e soggettivo, secondo questa divisione: poesia (cantate sull'aulos, in metro elegiaco simile al clarinetto); poesia in metro giambico (recitate e accompagnate da 1 strumento simile all'arpa); melica monodica e melica corale (cantate da 1 o più persone e accompagnate da 1 strumento a corde o a fiato e dalla danza). L'autore parla in e si riferisce a fatti, sentimenti e pensieri "individuali". 1° persona Mentre l'epica celebrava il passato (e parlava a 1 pubblico indifferenziato), la lirica incideva sul presente: si riferiva spesso a persone e fatti contemporanei, privilegiava temi quali la vita quotidiana, l'amicizia, l'amore, la lotta politica, il dovere militare, le credenze, i momenti solenni della vita privata o cittadina e si rivolgeva a 1 pubblico specifico. Criticando, riflettendo, esortando, celebrando, la poesia lirica.dinamico e pragmatico e fornisce lo spazio espressivo necessario al processo di trasformazione della società e dei modelli e valori tradizionali. Le poesie giambiche, elegiache e meliche furono raccolte ed edite dai grammatici alessandrini. Fino alla 1° età imperiale alcune erano ancora lette, imitate, citate; poi scomparvero dalle biblioteche (eccetto le odi di Pindarone conosciute dai vincitori di una gara sportiva). Fino alla fine dell'Ottocento le biblioteche conoscevano versi citati da antichi prosatori ed eruditi (tradizione indiretta); poi i papiri trovati in Egitto hanno restituito frammenti di parecchi lirici (tradizione diretta). - Giambo: Poeti giambici o giambografi sono detti gli autori di versi ingiuriosi, faceti od osceni: il nome deriva dal metro usato di solito per esprimere il ridicolo, la maldicenza e l'oscenità.complementare: distoglie dai modelli negativi, come la poesia celebrativa propone modelli positivi. Il pubblico era prevalentemente cittadino, ma l'occasione è incerta (simposi, piazze, templi o cortei?). Aristarco di Samotracia organizzò 1 canone dei 3 giambografi (Archiloco, Semonide, Ipponatte).
VII, "lingua omerica", ionicoa. Archiloco Paro (Cicladi), Archiloco di Paro (Cicladi) nacque nella 1° metà del VII sec [padre: nobile Telesicle, che guidò 1 colonia di Parii a Taso; madre: secondo dei versi perduti sarebbe stata 1 schiava tracia di nome Enipò, forseένιπή, "biasimo", e sembra alludere all'abitudine di Archiloco1 invenzione spiritosa (il nome è connesso con di attaccare tutti e tutto)].
Oggetto dei suoi attacchi fu soprattutto Licambe, reo di avergli negato la figlia Neobule dopo avergliela promessa in moglie. Archiloco visse a Paro e a Taso, esercitò il mestiere delle armi.
emorì combattendo contro Nasso, l'inventore della poesia giambica. Fu intorno a lui che si formò subito una leggenda, alimentata dalle notizie "autobiografiche" dei suoi versi e tramandata dai Parii. L'io della poesia lirica non è sempre. Già agli antichi Archiloco parve un poeta bifronte: degno di biasimo e di ammirazione, autogiografico! Alessandrini, cui si deve la raccolta e l'edizione critica dei versi di Archiloco, li ordinò secondo il metro. Di questa produzione, letta ancora in età imperiale, sono pervenuti circa 300 frammenti (i più significativi per tradizione indiretta, e circa 80 su papiri scritti tra il III sec. a.C. e il III sec. d.C.). Archiloco coltivò tre generi di poesia: giambica, elegiaca, melica (tripartizione antica). Nella poesia giambica predomina la denuncia di molti aspetti deformi della realtà: la critica è costruttiva, per difendere principi e valori. La sua poesia giambica ci mostra unasoggetto inserito nellacomunità cittadina e assertore di valori come modestia, lealtà, amicizia, equilibrio, misura. La riflessione e l'esortazione hanno un spicco particolare. Nella poesia elegiaca della sua poesia melica (breve e priva di miti) sappiamo poco. Concorse a Olimpia con un inno a Demetra (che compare in un'iscrizione di Metaponto [VI] ed è citato da Pindaro [V]). Archiloco era devoto di Demetra, di Eracle, di Dioniso (fu il primo a Paro a comporre un canto delle Muse. Dioniso, e ancora in età ellenistica erano noti di lui dei canti dionisiaci, i Iobacchoi). L'immagine di Archiloco ribelle va riveduta (era amico di aristocratici come Glauco e Pericle, partecipò pari, partecipava alle feste e componeva canti per le divinità di Paro...). A una consorteria di [I suoi giambi. Non avevano un risvolto normativo, le sue elegie invitavano a riflettere sui principi radicati nella tradizione] diceva cose nuove, ma le diceva in modo nuovo.rifletteva su di esse. Samo (Egeo), metà VII, "lingua omerica" (ionico) b. Semonide Nato a Samo [Egeo orientale], guidò 1 gruppo di concittadini ad Amorgo [Sporadi] x fondarvi 1 colonia e fiorì verso la metà del secolo (come Archiloco). Gli antichi conoscevano di lui 2 libri di Elegie, 2 di Giambi e altro (tra cui 1 Archeologia dei Sami, storia in versi della loro origine). Sono dell'epica, tutti giambici (eccetto 1 sopravvissuti meno di 200 versi, scritti nel dialetto ionico elegiaco che potrebbe essere di Simonide di Ceo). 'E poeta minore (ma interessante). Ricorrono i soliti motivi della giambografia arcaica. "satira suddivide le Il componimento + lungo (fr.7 West, 118 versi) è la c.d. contro le donne": donne in 10 categorie e le deriva da 1 animale/elemento (furbevolpe; passive e ottuseterra; lascive e ladre gatta; volubili mare; scansafatiche dedite al lussocavalla…) ricordaquello di Esiodo, ma (donna=malanno assegnato da Zeus; esistono donne buone; beato chi la trova) religiosa e sono deboli le motivazioni morali ed economiche: c'è invece la manca la prospettiva caricatura dei comportamenti femminili e la descrizione a contrario della donna virtuosa. Le 10 caratterizzazioni non sono tutte di alto livello: certe sono generiche e scontate, ma alcune sono acute, spiritose, insaporite di tratti popolareschi. c. Ipponatte (+ Ananio) Efeso, 2° metà VI, ionico quotidiano Della sua vita sappiamo poco. Nato ad Efeso nella 2° metà del sec. VI, fu esiliato dai tiranni Atenagora e Coma; durante l'esilio visse a Clazomene (+ a N). La tradizione lo dipinge a tinte forti e sarebbe morto x fame. Ma questo quadro ritrae (piccolo, gobbo, esile, irascibile, violento, miserabile) la sua poesia + che il poeta: rappresenta 1 mondo miserabile, ma lui appartenne davvero al mondo che descrive oppure lo descrisse senza farne parte? La questione haavuto varie risposte; oggi("signore di cavalli"), pena dell'esilioappare a molti 1 nobile decaduto: nome gentilizio(comminata agli avversari politici, cioè i nobili)… La sua poesia ha contenuti abietti, ma formeraffinate che presuppongono 1 educazione letteraria accurata.(tanto da esserne ritenuto a torto l'inventore) ilMetri e lingua lo confermano: usò con eleganzacoliambo o scazonte (trimetro giambico con la penultima sillaba lunga). Usava con maestria ancheil linguaggio: non il dialetto ionico dell'epica ma il dialetto quotidiano, impreziosito da espressioni[Frigia e Lidia: regioni interne dell'Asia Minore]frigie e lidie . Gli antichi conoscevano di lui almeno 2libri di Giambi; sopravvivono ca. 180 frammenti (parecchi x tradizione indiretta, pochi da papiri).Ipponatte ridicolizza tutto e tutti, anche se stesso. Per divertire usa la parodia, il paradosso,l'iperbole; deforma metro e termini, rovescia situazione e senso.
Con i suoi attacchi violenti e volgari Ipponatte si collocava ai margini della società. Non sappiamo per quali ambienti e con quale scopo abbia composto i suoi giambi. La sua fortuna fu vasta e duratura. I grammatici alessandrini ne curarono l'edizione; gli autori ed eruditi greci e latini dell'età imperiale lo leggevano e citavano (tra cui Orazio). Ma fu anche criticato da personalità severe come Plutarco e più tardi dai cristiani (nel IV d.C. Giuliano l'Apostata letture). Nell'età bizantina ne conoscevano qualche verso solo escluse lui e Archiloco dalle buonegli eruditi. - Elegia: Elegiaci sono detti i poeti famosi per aver composto elegie, componimenti di varia estensione in un "pentametro" distici elegiaci. Il distico elegiaco è composto di 2 versi: 1 esametro dattilico. L'origine dell'elegia è ignota, forse elegiaco. (elegos, canto triste in origine eseguita durante i). L'elegia arcaica non.