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PREMESSA
Lo scopo di questa raccolta è quello di aiutare i colleghi studenti alle prese
con la preparazione dell’esame di Istituzioni di diritto romano con il professor
Gianni Santucci, che si compone di una parte scritta e di una orale. La parte
generalmente
scritta di detto esame, infatti, prevede la risposta a due quesiti:
uno rappresentato dalla risoluzione di un caso pratico e uno di carattere più
teorico
I ventiquattro brevi testi che seguono rappresentano delle rielaborazioni di
alcuni esempi di casi pratici presentati durante le lezioni tenute dal
professore titolare del corso. Tutte le tracce sono corredate di una soluzione.
Eventuali errori sono da attribuirsi unicamente al curatore di questo
documento.
Tizio lega il proprio cavallo in modo stretto ad un palo sulla pubblica via;
1) Caio, passando per la strada, mosso da pietà, libera il cavallo che
scappa. Tizio chiede a noi se ci sono rimedi giuridici.
Antonio rinchiude il servo Stico, che è in potestà di Mevio, in una cantina
2) e non si cura di nutrirlo, provocandone la morte per deperimento fisico.
Mevio chiede a noi se esistono per lui rimedi giuridici.
Gaio, padre di tre figli, di cui uno (Tizio) è stato emancipato, muore senza
3) lasciare un testamento. Tizio chiede a noi se mai potrà vantare qualche
diritto ereditario sul patrimonio di Gaio.
Tizio si obbliga a pagare 1000 a Caio entro l’anno; giunti al termine
4) stabilito Tizio si accorge di non potere al momento assolvere
all’obbligazione e chiede a noi se si instaurerà contro di lui una procedura
esecutiva.
Socrate, servo in potestà di Caio, ha ricevuto dal padrone un peculio di
5) 1000, con il quale intraprende un’attività commerciale obbligandosi per
600 con Mevio. Prima di adempiere, Socrate trasferisce nuovamente 600
nel patrimonio del padrone. Mevio chiede a noi se e come può ottenere i
1000 oggetto del peculio del servo.
Antonio contrae un credito con il servo Stico, in potestà di Marco, senza
6) che il padrone sappia qualcosa. Stico non adempie; Antonio dunque
chiede a noi quale azione può esperire per ottenere ciò che gli è dovuto.
Francesco ottiene in rivendica un cavallo da Mevio, che in buona fede se
7) res nullius.
ne era impossessato ritenendolo erroneamente una
Francesco si rifiuta di corrispondere a Mevio le spese ottemperate per la
nuova sellatura fornita al cavallo, mentre era in suo possesso; Mevio
chiede a noi se esistono rimedi giuridici.
Marcello è debitore costituito in mora di Ottaviano per 1000. Ottaviano
8) minaccia di esperire l’azione per l’esecuzione contro Marcello, qualora
questi non stipuli di dargli lo schiavo Stico, e Marcello promette. Prima di
stipulatio
adempiere all’obbligo della Marcello chiede a noi se esiste
qualche rimedio giuridico per non dare lo schiavo
Il 24 novembre in piazza è previsto un evento di grande popolarità.
9) Francesco chiede semplicemente in locazione a Caio il balcone che si
affaccia sulla piazza stessa. Per cause di forza maggiore l’evento viene
annullato; Francesco chiede a noi se comunque sarà tenuto a pagare la
locazione
Terenzio istituisce erede Valerio, a condizione che questo tocchi il cielo
10) con un dito. Valerio chiede a noi se mai potrà ricevere l’eredità.
Marco concede un legato di 1000 a Mevio, a condizione che questi
11) uccida Franco. Mevio chiede a noi come potrà ricevere il legato
Tizio scrive così nel proprio testamento: «Se sarà erede Marco, sia erede
12) Caio». Marco chiede a noi se potrà ricevere l’eredità dal testamento.
Pomponio istituisce un legato a favore di Caio, imponendo che questi
13) non salga mai sul Campidoglio. Caio chiede se alla morte di Pomponio
egli potrà subito ricevere il legato.
Tizio nomina erede Caio con a titolo di legato di dare 1000 a Mevio,
14) quando questo otterrà la laurea in legge. Mevio chiede a noi se può stare
sicuro che, al momento della laurea, potrà ricevere il legato.
Francesco istituisce erede Paolo, con la clausola che questi erga in suo
15) onore un monumento. Paolo chiede a noi se alla morte di Francesco
potrà subito godere dell’eredità.
Tizio costruisce sul proprio fondo un edificio con i materiali di Mevio.
16) Mevio chiede a noi se esiste qualche rimedio giuridico per ottenere la
corresponsione dei materiali da Tizio.
Sul fondo di proprietà di Caio grava una servitù negativa di non
17) sopraelevare un muro, in utilità di Tizio; Caio, non curandosene,
costruisce un muro; dopo tre anni Tizio chiede a noi se gli conviene
vindicatio servitutis.
esperire o meno la
Tizio chiede a Caio di stipulare di dare a lui un ippocentauro e Caio
18) accetta. In un secondo momento, Caio ci chiede se potrà essere
convenuto per inadempimento.
Antonio ha accettato il mandato di dare fideiussione ad una meretrice,
19) dal mandante che è un adolescente lussurioso. L’adolescente si rivolge a
noi per sapere quale rimedio potrà esperire contro Antonio inadempiente.
Tizio e Caio si accordano per la compravendita di un cavallo; in forza
20) dell’accordo è stabilito che Tizio compratore paghi subito il prezzo, e che
Caio si obblighi a consegnare l’animale il mese successivo. Prima di
essere consegnato, il cavallo muore di inedia. Tizio chiede a noi quale
rimedio giuridico potrà esperire.
Francesco e Mevio si accordano affinché Francesco intonachi un muro
21) della casa di Mevio e che Mevio raccolga i frutti del fondo di Francesco;
Francesco, che ha eseguito la sua prestazione, chiede a noi se esista
qualche rimedio giuridico contro Mevio inadempiente.
Tizio trova nella casa di Caio un servo vecchio, zoppo e ormai inutile; di
22) sua spontanea volontà Tizio provvede alla cura dello stesso presso un
medico. Quando Tizio chiede a Caio il rimborso delle spese, questi si
rifiuta; Tizio chiede a noi quale rimedio giuridico può esperire.
Tizio sparge dei sementi di loglio sul fondo di Caio, determinando che, al
23) momento del raccolto, Caio perda del tempo per dividere le erbe. Caio
chiede quale rimedio giuridico potrebbe esperire.
Marco uccide il servo Stico in potestà di Caio; pochi giorni dopo, Mevio
24) muore e si scopre che ha istituito erede il servo Stico. Caio chiede a noi
in quale misura si dovrà valutare il danno da lui subito.
SOLUZIONI
Il pretore concederà a Tizio, proprietario dell'animale, un actio in factum a tutela del danno
1) subito. Infatti, essendo il danneggiamento avvenuto in assenza di contatto fisico e di lesione
fisica, non è possibile esperire l’azione derivante dalla legge Aquilia.
Il pretore concederà ad Antonio un'azione utile, la cui formula sarà modellata sulla già esistente
2) azione derivante dalla legge Aquilia, considerata in questo caso nel suo I capo. Infatti, il
danneggiamento è avvenuto sì senza contatto fisico, ma con una riscontrabile la lesione fisica.
Per ius civile Tizio non avrebbe potuto vantare sul patrimonio ereditario alcun diritto di
3) successione. La situazione, invero piuttosto iniqua, viene ad essere risolta dal diritto pretorio
con l’introduzione della bonorum possessio sine tabulis, nel cui ordine di successibili i c.d. liberi
(ossia tutti i figli, anche quelli emancipati) si trovano al primo posto.
Per ius civile contro Tizio inadempiente si aprirebbe una procedura esecutiva. Il diritto pretorio,
4) tuttavia, potrebbe riconoscere la mora, una particolare figura nell'ambito contrattuale che
ricorre allorquando il debitore non adempie in tempo alla propria obbligazione, posto che
sussista ancora interesse per il creditore e che la stessa non sia nel frattempo divenuta
impossibile.
Caio potrà esperire in questo caso l’actio de in rem verso al fine di rivalersi sul patrimonio del
5) dominus Caio non tanto per la somma di 1000 complessiva del peculio, quanto piuttosto per la
somma trasferita dolosamente dal servo nel patrimonio del padrone (in questo caso 600).
Antonio non può esperire alcun rimedio giuridico. L'obbligazione contratta dal servo con un
6) terzo senza il benestare del padrone è considerata naturale ai fini del diritto e come tale non
prevede responsabilità per il debitore, il quale, non essendo capace giuridicamente, non è
titolare di un patrimonio. Se invece nella fattispecie in analisi il padrone Marco avesse dato il
proprio consenso, Antonio avrebbe potuto esperire un’actio quod iussu.
In questo caso Mevio non ha alcun rimedio. Le spese ottemperate ai fini di sellare il cavallo,
7) infatti, non possono considerarsi necessarie né utili affinché il cavallo stesso non perisse. Al
contrario, se fossero state utili e necessarie, al rifiuto di Francesco, Mevio avrebbe potuto
eccepire una exceptio doli praesenti ed eventualmente avvalersi dello ius retinendi fintanto che
la propria pretesa non fosse stata soddisfatta.
Marcello non ha alcun rimedio giuridico in questo caso. Oltretutto, convenuto in giudizio da
8) Ottaviano per l’inadempienza, non potrebbe nemmeno opporre l’exceptio metus causa per
paralizzare le pretese dell’attore, fondandosi la minaccia nel caso di specie non in un male
ingiusto (appare, infatti, evidente la liceità di richiedere l’adempimento di un obbligazione ad un
debitore costituito in mora).
In questo caso Francesco non sarà costretto a pagare la locazione. Il negozio, infatti, era stato
9) concluso implicitamente solo e soltanto in relazione al verificarsi dell'evento invece annullato: si
parla in questo caso di condizione tacita.
Valerio riceverà sicuramente l’eredità. La condizione impossibile, infatti, pur determinando la
10) nullità del negozio perfezionato inter vivos, viene considerata come non scritta nei negozi
mortis causa, quale appunto è il testamento. Il principio che sta alla base di questa concezione
è il cosiddetto favor testamenti.
Mevio riceverà da subito il legato. La condizione illecita, così come quella impossibile, non
11) determina la nullità di un negozio mortis causa, diversamente da quanto accade con i negozi
inter vivos: per l’ordinamento quella condizione sarà considerata come non scritta, in forza del
principio del favor testamenti.
Marco non potrà ricevere l’eredità, almeno secondo la successione testamentaria. Infatti, il
12) testamento che pone una condizione impossibile in quanto assurda non può, per forza di cose,
che rendere nullo il testamento stesso.
La concessione del legato a Caio, che in questo caso è sottoposta a condizione risolutiva
13) potestativa negativa, è subordinata alla stipulazione dinnanzi al pretore da parte dell’onorato
che rispetter&