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METACOGNIZIONE
cognizione della cognizione, ossia “sapere di sapere”
➔ la metacognizione include la conoscenza su quando e dove utilizzare particolari
strategie per apprendere e risolvere problemi
metamemoria= conoscenza individuale rispetto alla propria memoria, include la
conoscenza generale sulla memoria e la conoscenza rispetto alla propria memoria personale
prima e seconda infanzia
●
- 0-6 anni: i bambini sanno che concetti familiari sono più facili da apprendere rispetto a
concetti non familiari, elenchi brevi sono più facili di lunghi elenchi, il riconoscimento è più
facile del ricordo, e dimenticare diventa più facile col passare del tempo
- età prescolare: hanno un’opinione esagerata delle loro capacità mnemoniche che sono
valutate in modo più realistico negli anni delle scuole elementari
- scuola elementare: migliorano la loro capacità metacognitiva di monitorare
consapevolmente e controllare i loro processi mentali
apprendimento auto-regolato= auto-generazione e auto-monitoraggio di pensieri,
sentimenti e comportamenti intrapresi per raggiungere un obiettivo
adolescenti
●
- hanno un miglior meta-livello di comprensione delle strategie, cioè hanno la capacità di
riconoscere la migliore strategia da utilizzare e il momento in cui utilizzarla
- più introspettivi, possono valutare i propri pensieri e le proprie emozioni per riuscire al
meglio nelle prestazioni di apprendimento
TEORIA DELLA MENTE
si riferisce alla consapevolezza dei propri processi mentali e di quelli degli altri
➔
- insieme complesso di competenze che permette di attribuire stati interni quali credenze,
emozioni, desideri, intenzioni, pensieri o conoscenze, a se stessi e agli altri, sulla base dei
quali è possibile interpretare e prevedere il comportamento proprio e altrui
funzione adattiva= il comportamento degli altri diventa comprensibile e prevedibile
- psicologia intuitiva-del senso comune: spiegarsi le interazioni quotidiane sulla base
non tanto dei comportamenti osservabili ma facendo riferimento agli stati interni che
le hanno determinate
- “compito della falsa credenza”, verifica la capacità di teoria della mente dei bambini
le differenze individuali nell’età in cui i bambini raggiungono traguardi nella teoria della
mente dipendono da
- ambiente familiare: linguaggio e lessico psicologico della madre hanno effetti sulla
capacità del bambino di comprendere la falsa credenza
- qualità affettiva delle relazioni all’interno del contesto familiare
precursori
- gioco di finzione
- attenzione condivisa
- comunicazione intenzionale prelinguistica
- imitazione
- 2 o 3 anni: i bambini cominciano a comprendere tre stati mentali: percezioni, desideri ed
emozioni, ma hanno solo una minima percezione di come l’attività mentale può essere legata
al comportamento
- 4 o 5 anni: i bambini cominciano a capire che la mente può rappresentare gli oggetti e gli
eventi in modo dettagliato o impreciso (falsa credenza)
- seconda infanzia e fanciullezza: i bambini concepiscono la mente come un’attiva
costruttrice di conoscenza o centro di elaborazione
- i bambini si spostano da una comprensione che le convinzioni possono essere errate, ad
una comprensione di credenze e mente come concetti “interpretativi”, che si traduce in una
consapevolezza che lo stesso evento può essere interpretato in svariati modi
disturbo dello spettro autistico
- altri ricercatori hanno trovato che i bambini con autismo hanno difficoltà nello sviluppare
una teoria della mente, soprattutto nella comprensione delle emozioni e delle credenze altrui
- se i bambini a sviluppo tipico superano la prova di falsa credenza a 4 anni, la maggior parte
dei bambini con autismo non è in grado di risolverla e quelli che ci riescono lo fanno
notevolmente in ritardo (attorno ai 9-10 anni)
- alcune teorie suggeriscono che debolezze nelle funzioni esecutive possano essere messe in
relazione ai problemi esperiti dai bambini con DSAutistico con i compiti di teoria della
mente, altre teorie hanno sottolineato che l’elaborazione delle informazioni nei soggetti con
autismo sembra essere svolta in modo molto dettagliato e ossessivo
- gli studi recenti sembrano orientati verso una spiegazione dominio-generale delle atipicità
che si presentano in maniera concomitante nei bambini con autismo
CAPITOLO 7
INTELLIGENZA= capacità di adattarsi e apprendere dalle esperienze e di risolvere i
problemi e può essere studiata solo indirettamente
test Binet
●
- creati in risposta alla richiesta del Ministro francese dell’istruzione di studiare un metodo
per stabilire quali studenti non avrebbero tratto vantaggio dall’istruzione scolastica standard
il test Stanford-Binet - Rivisitato all’Università di Stanford credeva che un approccio
evolutivo fosse cruciale per comprendere l’intelligenza e che la capacità intellettiva aumenti
con l’età→ individuare l’età a cui i bambini danno le risposte corrette
età mentale (EM): livello di sviluppo mentale di un individuo rispetto ad altri
- quoziente d’intelligenza (QI): termine coniato da William Stern (1912), si riferisce
- all’età
mentale divisa per l’età cronologica moltiplicata per 100 (QI = EM/EC x 100)
punteggi vicini alla distribuzione normale: una curva simmetrica a campana in cui la
maggior parte della casistica ricade al centro di una gamma di risultati possibili e
pochi risultati si situano ai punti estremi della gamma
scale di Wechsler
●
QI come quoziente di deviazione sulla base dello scarto tra prestazione di un individuo e
quella della media dei suoi coetanei
- WAIS per glo adulti
- WPPSI versione prescolare
- WISC versione per bambini
al termine della somministrazione oltre a un quoziente intellettivo totale, per rappresentare
le capacità cognitive complesse del bambino, si hanno 4 punteggi aggiuntivi: l’indice di
Comprensione verbale (ICV), l’Indice di Ragionamento percettivo (IRP), l’Indice di Memoria
di lavoro (IML), l’Indice di Velocità di elaborazione (IVE)
l’efficacia dei test psicologici dipende dalle conoscenze, dalle capacità e dall'integrità di chi li
utilizza
- associazione tra QI, profitto accademico e successo lavorativo, ma i test ignorano
fattori quali la motivazione, la salute fisica e mentale e le abilità sociali!
- importanza di altre informazioni sull’individuo
- cambiamenti per esperienze e maturazione
- false aspettative e profezie che si autoavverano
teorie delle intelligenze multiple
approcci fattoriali
●
teoria bifattoriale: Spearman affermava che gli individui hanno sia un fattore generale
(g), sia un insieme di fattori specifici (s)
analisi fattoriale: una procedura statistica che correla i punteggi ai test per
➔ identificare gruppi di item (fattori), usata da Spearman per spiegare la sua teoria
bifattoriale
teoria multifattoriale: Thurstone identificò l’intelligenza con sette distinti fattori che
chiamò abilità mentali primarie: abilità spaziale, velocità percettiva, ragionamento
aritmetico, significato verbale, fluidità verbale, memoria e ragionamento induttivo
teoria triarchica di Sternberg
●
STAT (Sternberg Triarchic Abilities Test) per valutare i tre tipi d’intelligenza attraverso item
verbali, quantitativi, e disegni
l’intelligenza si divide in tre forme e la maggior parte dei compiti richiede una combinazione
di queste abilità.
pratica: usare, applicare, implementare, mettere in pratica
1. analitica: abilità di analisi, giudizio, valutazione, comparazione, contrapposizione
2. creativa: creare, disegnare, inventare, dare origine, immaginare
3. 8 moduli mentali di Gardner
●
l’autore ritiene che vi siano diversi tipi d’intelligenza o distinti moduli mentali
intelligenza emotiva di Goleman
●
la capacità di percepire e di esprimere emozioni in modo adattivo e accurato, di capire le
emozioni e la conoscenza emotiva, di usare i sentimenti per favorire il pensiero e di
monitorare le emozioni di sè e degli altri
- i valori della cultura possono influenzare la direzione verso cui si sviluppa un bambino e
cosa si definisce intelligente
- bias culturali e test: errori sistematici e costanti, che non sono dovuti al caso ma alle
diversità tra la cultura del soggetto e la cultura del test
- test culture-fair: prove non verbali domande che sono familiari alle persone di tutti i
background socio-economici ed etnici
ESTREMI
gifted children
- hanno un QI molto al di sopra della media
- sono dotate di un talento particolare in uno specifico campo, come ad esempio la musica o
la matematica
modello tripartito di Pfeiffer
➔ permette di osservare lo studente attraverso tre lenti distinte che si sviluppano
verticalmente su differenti livelli di potenziale
- lente dell’elevata abilità intellettiva→ il gifted ha un QI compreso tra 135 e 150
- lente dei risultati eccezionali→ QI 120-130 con performance scolastiche
eccezionali
- lente del potenziale per eccellere→ QI 110-115 con potenziale latente che non
si esprime a causa di condizioni socio-culturali e familiari svantaggiate
Ellen Winner ha descritto 3 criteri della plusdotazione
➔ - precocità nel dominio
- marciare ad un ritmo diverso dagli altri
- passione per lo studio approfondito
disturbi del neurosviluppo
- disabilità intellettiva
- disordini della comunicazione
- disturbo dello spettro autistico
- disturbo da deficit di attenzione/iperattività
- disturbo specifico dell’apprendimento
- disordini motori
disabilità intellettiva
deficit delle funzioni intellettive come ragionamento, soluzione dei problemi,
● pianificazione, pensiero astratto, giudizio, apprendimento scolastico o
apprendimento dall’esperienza, confermato sia da una valutazione clinica sia da
prove di intelligenza individualizzate e standardizzate
deficit del funzionamento adattivo che si manifesti con il mancato
● raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali per l’indipendenza
personale e responsabilità sociale
si tratta di deficit adattivi che, in assenza di un supporto costante, limitano il funzionamento
nelle attività della vita quotidiana, come la comunicazione, la partecipazione sociale e la vita
autonoma, nei vari ambienti di vita dell’individuo
insorgenza di deficit intellettivi e adattivi nell’età evolutiva:
●
- enfasi posta sulle capacità adattive e sul contesto;
- quattro livelli di gravità: lieve, moderato, grave e gravissimo
disturbi specifici dell’apprendimento
i fattori che possono causare difficoltà di apprendimento sono numerosi: disabilità
intellettiva, paralisi cerebrali infantili, deficit sensoriali visivi e uditivi, lesioni cerebrali
organiche, disturbi psicotici, svantaggio socio-culturale e