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Seconda parte: come dovrebbe essere?
L’autore è un neopositivista. I neopositivisti hanno due obiettivi: scopo
scienza.
1° Capitolo Il problema
Viene riportato il brano di un filosofo razionalista, che fa della ragione una sostanza. Non ci viene detto chi
è questo filosofo ma lo si può capire. Buttare il libro nel fuoco è un’espressione che risale a Hume, non è
dell’autore. Hume ha affermato che i libri privi di fondamento devono essere gettati nel fuoco. Ciò che non
funziona in questo brano è come fa la ragione (astratta) ad essere sostanza (concreta). Lo scienziato parla di
materiali che sono fatti di più sostanze, ma qual è il materiale alla base della vita? Si dovrebbe dire il DNA,
che è l’antenato a tutti comune. La base della vita non può essere la ragione, perché pur facendo parte
della vita dell’uomo, è un concetto astratto. Probabilmente il brano indica che l’universo ha una sua
razionalità, anche se ciò è molto dibattuto, infatti c’è chi afferma che nel mondo regna il caos. Per Hegel e
Leibniz ciò che è reale è razionale, tutto ciò che accade ha ragione di essere. Volterre deride la filosofia di
Leibniz, che aveva detto il nostro mondo è il migliore dei mondi possibili.
2°Capitolo
Conoscere vuol dire generalizzare, perché solo se generalizzo posso avere la conoscenza se no avrò solo
conoscenze particolari, non adatte per la scienza. Anche il metodo induttivo è una generalizzazione. Anche
nella legge di Hempel c’è la generalizzazione, perché si parte da una legge generale.
I filosofi del passato, quando hanno iniziato a chiedersi cos’è la filosofia? Già Aristotele aveva detto che
dopo che l’uomo ha soddisfatto i bisogni primari, è sorta la necessità della conoscenza, non conoscenza
tecnica come la tecnica del fuoco, ma a partire dal desiderio di sapere e capire, Aristotele e Platone dicono
che la filosofia nasce dalla meraviglia, ad esempio guardando il cielo stellato e domandandosi cosa sia, cosa
si nasconde dietro… L’arte della scoperta è l’arte della generalizzazione, in cui viene tenuto presente ciò che
è rilevante e accantonato ciò che è irrilevante. Si ha la scienza quando nascono asserzioni di carattere
generale, universale. Prima di Galileo Galilei non esisteva una vera e propria scienza, ma esistevano i
Pitagorici, il teorema di Pitagora, leggi fisiche, astronomiche, geometriche, matematiche… Conoscenze
note anche nell’antichità in modo generale, infatti conoscere un fenomeno significa spiegarlo in riferimento
a una legge generale. Spiegazione e generalizzazione sono dunque collegati (pag.20). Se non c’è una legge
generale non posso arrivare alla spiegazione (dall’universale al particolare, come la legge di Hempel).
Pag.18
I filosofi hanno fatto ricorso a metafore superficiali e hanno prodotto generalizzazioni che non avevano
portato a delle vere spiegazioni, ma a pseudo-spiegazioni, cioè spiegazioni false, ingenue. Anche la Bibbia è
costruita su analogie, come l’uomo crea case, strade, così Dio ha creato il mondo. Per Faierback della
sinistra Hegeliana, creiamo un essere, Dio, che faccia ciò che noi non siamo in grado di fare. Lucrezio ha
affermato che la paura di sparire spinge l’uomo a crearsi degli dei, che lo spingono a credere in una vita
nell’aldilà.
Anassagora disse che la sostanza di tutte le cose era l’apheon, sostanza infinita da cui si separarono il caldo
e il freddo, il sole e la luna…. Spiegazione parascientifica che pensa che tutto ha inizio gradualmente e non
all’improvviso come nella Bibbia. L’uomo ad esempio si sarebbe generato dai pesci. Le generalizzazioni false
sono di due tipi: un tipo sono innocue e sono di origine empiriche corrette dalle scienza; il secondo tipo
sono distruttive e danno luogo a dogmatismi. Fra quest’ultimi c’è il brano del 1°capitolo, in cui la ragione è
ritenuta sostanza, voler rendere qualcosa di astratto concreto. Ma non si può fare una generalizzazione
scientifica di un’analogia. Talete nell’individuare l’acqua come principio di tutte le cose commise un errore,
perché si l’acqua è in tutti gli elementi fisici, ma non nelle cose. È sì una generalizzazione ma non
un’analogia.
A pag. 25 viene criticato Platone per la teoria delle idee. Platone riteneva che la matematica fosse la più
importante fonte di conoscenza, e questo perché era stato influenzato da Pitagora e dai Pitagorici. Si apre
una parentesi logica: enunciati universali e particolari. Le leggi della geometria sono universali (triangolo –
teorema di Pitagora), hanno una dimostrazione pratica. Applicando le leggi alla realtà otteniamo
informazioni. Il secondo tipo di enunciati generali sono analitici perché già nel soggetto è contenuto ciò che
dice il predicato, il predicato non da nessuna informazione utile. Nel caso del metallo il valore è
informativo, perché osservando il fenomeno ho potuto generalizzare, affermando che tutti i metalli giudizi
sintetici. Tutti i corpi sono estesi è per Kant un giudizio analitico, perché l’estensione fa parte del corpo,
quindi era già implicito. Alcuni corpi sono pesanti è sintetico, perché nel corpo non c’è necessariamente la
pesantezza, come nel caso di assenza di gravità. Nel caso della geometria non abbiamo appreso
dall’osservazione ma ricorrendo ad assiomi (degno di essere creduto), un principio non dimostrabile che
deve essere ammesso in partenza. La geometria dipende dalla mente e non dall’osservazione, verità
raggiunte dalla nostra mente, come credeva Platone (poi a pag.29). Per Platone non bisognava usare
conoscenze empiriche, ma solo conoscenze dell’occhio della mente.
Pag.28-29 Platone viene criticato per la sua teoria sulle idee perché accompagna la sua idea di superiorità
della matematica con un’idea mistica, che porta al mondo delle idee. Per Platone possiedo l’idea di cerchio,
di triangolo, perché esistono queste immagini nel mondo delle idee in modo fisso, che restano nella nostra
mente. Se penso all’idea di triangolo ho un’idea perfetta ( modello ideale) nella mia mente, rispetto
all’immagine che posso io riprodurre sulla carta, che saranno sempre copie imperfette (copie del modello
ideale). Esistono uomini e donne perché nel mondo delle idee esiste l’idea di uomo e donna e così per ogni
cosa. Platone spiega il rapporto fra il mondo delle idee e il mondo fisico. Nel mondo delle idee esistono
tutte le cose che ci sono nella realtà? Le cose del mondo fisico sono copie imperfette del mondo delle idee?
Il primo a criticarlo fu Aristotele, con l’argomento del terzo uomo: per Aristotele le idee si moltiplicano
all’infinito, ma se esiste un idea di uomo e un uomo particolare, dovrà esistere l’idea del rapporto fra idea
di uomo e un uomo particolare, poi un’altra idea del rapporto del rapporto, e così all’infinito e per ogni
classe di oggetti . Le verità geometriche sono verità sintetiche, due parallele non si incontrano mai, perché
sono verità razionali che io vedo con l’occhio della mia mente, senza bisogno di osservarlo nella realtà,
l’osservo nella mia mente e mi danno una spiegazione.
Pag.30 31 32 Platone pensava che le idee esistessero veramente come modelli ideali, quello che non va
però è aver attribuito l’esistenza delle idee in analogia all’esistenza degli oggetti fisici, quindi invece di una
spiegazione viene usata una metafora, quindi secondo l’autore non è stato spiegato perché possediamo le
idee geometriche. Come tutti i filosofi tradizionali non si da una spiegazione ma si ricorre ad analogie. Si
estende il concetto di esistenza dalle entità fisiche al mondo delle idee, questo è l’errore di Platone. La
scienza può parlare di esistenza secondo l’autore, ma in modo diverso, ovvero intesa come la possibilità di
raggiungere la soluzione considerata. Dando queste pseudo spiegazioni si ha la fine della scienza e l’opera
di Platone è da considerarsi poetica e non scientifica, frutto dell’immaginazione e non della logica, ha valore
mistico e non razionalistico. I dialoghi platonici sono opere letterarie.
Pag.33 La conoscenza per Platone è in ognuno di noi in modo inconscio e deve solo essere stimolata per
essere ricordata. Nell’Iperuranio noi abbiamo percepito le idee, in una vita precedente. La spiegazione di
Platone è simile alla spiegazione mitologica di Atlante che regge il cosmo.
Pag.37 Anche se siamo fiduciosi che stiamo realmente percependo la realtà e che non stiamo sognando,
non possiamo esserne certi.
Platone aveva individuato la scienza perfetta nella matematica, che però non è dimostrabile
empiricamente, come volevano i filosofi positivisti: partire dai dati empirici e poi dimostrarli con le leggi
matematiche.
Pag.38 – 39 Già nell’antica Grecia c’era il rapporto fra i dati empirici e quelli razionali matematici con
l’astrologia. Platone è convinto che i sensi sono ingannevoli e non possono mai condurre alla scienza.
(Socrate aveva iniziato l’attività filosofica, con mentalità scientifica. Poi affermò che si imparava
conoscendo se stessi: conosci te stesso.) Non vale più la scelta di utilizzare i datidell’osservazione per
formulare la teoria, perché tutti ora riconoscono l’ipotesi dei dati carichi di teoria. Il razionalismo basa tutto
sulla ragione, per Platone si parla di idealismo, in riferimento alle idee, e si può dire che la sua tesi sia
razionalistica, ma non razionale. La ragione è autonoma, esiste da sola senza aver bisogno
dell’osservazione. L’autore si comporta da psicanalista e da una spiegazione psicologica: la preoccupazione
di raggiungere la certezza che ha portato Platone a questo ragionamento (riguardo l’astronomia). Prima di
Platone c’era stato però un altro razionalista, Pitagora, da cui venne influenzato, insieme con i Pitagorici,
per quel che riguarda le leggi matematiche.
Pag.40-41-42 Il Pitagorismo era una filosofia contaminata dal misticismo (secondo la leggenda Pitagora
morì perché non attraversò un campo di fave, considerate sacre, mentre era inseguito dai Fenici). Il
misticismo è antirazionale e antilogico, dunque va contro il razionalismo matematico che i Pitagorici
portavano avanti. Il misticismo matematico faceva riferimento ad esempio al fatto che un numero fosse più
importante di un altro (il 3 la trinità, il 6 numero di satana), come se esistesse una superstizio