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EPISTEMOLOGA GENETICA:
Sin dalle sue prime formulazioni negli anni 30, il programma di ricerca di Piaget è all'origine del divenire di
questa forma di epistemologia ed è uno dei punti di riferimento ineludibili peri suoi sviluppi attuali. Leo
Apostel sostiene che l'epistemologia genetica è una delle prime auto – applicazioni della scienza a se stessa e
afferma che Piaget comprende che è impossibile dare una teoria soddisfacente della scienza che sia statica.
Infatti l'impresa sempre in divenire non può essere compresa se non attraverso una dinamica. L'opera di
Piaget esprime i profondi mutamenti attraversati nel corso del 900 dalla nozione di epistemologia. Egli
delinea l'esigenza di un'epistemologia scientifica e il suoi contributo a ciò consiste nell'elaborazione del
programma di ricerca dell'epistemologia genetica, cioè nell'introduzione tra i metodi dell'epistemologia
proprio i metodi genetici che il progetto di un'epistemologia scientifica all'inizio del XX secolo aveva
richiesto di espungere quali espressione della “fallacia genetica” e dello psicologismo. Nel corso del secolo
lo studio della dimensione diacronica e temporale delle conoscenze si è potuto avvalere sempre di più
dell'elaborazione di nuovi metodi e nuove scienze. Ma l'idea che l'integrazione di metodi logico-analitici con
metodi genetici sia inevitabile espressione del virus della fallacia genetica in epistemologia è ancora oggi
un'opinione diffusa. I problemi epistemologici classici sono stati in un certo senso dispersi e ridefiniti dalla
scienza contemporanea, all'interno di campi disciplinari dotati di metodologie e oggetti precisamente
delimitabili. All'interno di questo quadro uno degli scopi principali dell'epistemologia genetica è innanzitutto
quello di capovolgere il senso stesso del problema della fondazione. Invece di richiedere una fondazione
diretta dell'apparato cognitivo del soggetto, Piaget ne studia la costituzione a partire dalle sue filiazioni
genetiche e affronta il problema del radicamento naturale delle strutture del soggetto. Il campo delle scienze
del soggetto è costituito da una pluralità di livelli di indagine e ogni singola disciplina si occupa in maniera
precisa di un singolo livello o meglio costruisce un proprio universo di discorso che determina un livello
particolare. D'altra parte accade sempre più frequentemente che il bagaglio concettuale di una singola
disciplina possa fornire decisivi contributi per lo studio di livelli apparentemente distanti. L'epistemologia
deve tener conto di questa dinamica di livelli per porre il suo problema centrale, quello della conoscenza
intesa come interazione tra il soggetto e l'oggetto. Ci si deve chiedere se sia possibile parlare di conoscenza
solo a partire da un determinato livello o se anche ai livelli precedenti esistano interazioni cognitive rilevanti
tra il soggetto e l'oggetto. L'epistemologia genetica si propone innanzitutto come una sorta di epistemologia
comparata dei livelli della conoscenza. L'epistemologia genetica si pone come epistemologia derivata delle
scienze del soggetto. Il suo obiettivo è quello di chiarire i rapporti, le interazioni tra i livelli del pensiero
naturale, cioè le strutture intellettive proprie a tutti i soggetti conoscenti in quanti tali e quelli del pensiero
formale, che realizza talune tendenze proprie a ogni processo di sviluppo conoscitivo. Ma questo obiettivo è
sempre inserito in un contesto più ampio. Si delinea la necessità di indagare tutti gli sviluppi genetici, fino a
risalire alle loro radici più profonde. Nello studio dei rapporti tra biologia e conoscenza è sempre stato forte
l'interesse per una trattazione unitaria del soggetto conoscente e dell'organismo biologico. Questa aspirazione
si inseriva in un contesto in cui, in mancanza di indagini a livello intermedio, i livelli biologici si ponevano
in maniera discontinua rispetto ai livelli cognitivi. L'unità tra biologia e conoscenza, quando auspicata,
veniva prospettata in relativa indipendenza dai risultati scientifici: in presenza di lacune nei risultati
scientifici alcune caratteristiche di un livello venivano determinate con una proiezione o trasposizione di
caratteristiche di altri livelli, rendendo inevitabili approcci di tipo riduzionistico. Il contesto scientifico
contemporaneo è caratterizzato invece da una proliferazione di indagini, di teorie e di discipline che studiano
i livelli intermedi, che mirano cioè a colmare l'abisso tra ciò che è biologico e ciò che è cognitivo. Il soggetto
appare decentrato sui diversi livelli che corrispondono ai diversi livelli di indagine. L'epistemologia genetica
si propone di usare i risultati di queste indagini con lo scopo di ricercare le modalità con cui si costituiscono
le caratteristiche del soggetto conoscente nei processi morfogenetici, psicogenetici reali. Alla base del
programma di ricerca epistemologico di Piaget ritroviamo questi tratti fondamentali: a) spiccata attitudine
trans- disciplinare, che si basa sul riconoscimento della strutturazione circolare tra i vari livelli di realtà. b)
dimensione sperimentale dell'epistemologia che coordina i risultati sperimentali delle scienze cognitive e
quelle del vivente c) riconoscimento della conoscenza come un processo e quindi l'esigenza di utilizzare
metodi genetici e stoico -critici. d) l'esigenza della delineazione di una storia naturale della conoscenza e di
una sua integrazione nella più generale storia della natura. L'epistemologia si definisce scientifica perché
garantirebbe di non preordinare il significato epistemologico dei risultati delle indagini sperimentali e
genetiche. Piaget sostiene inoltre che “l'esperienza ha insegnato che non esistono conoscenze che sono il
risultato di una semplice registrazione di osservazioni, senza una ristrutturazione dovuta all'attività del
soggetto. Ma non esistono nemmeno strutture a priori o innate: solo il funzionamento dell'intelligenza è
ereditario ed esso genera delle strutture solo mediante un'organizzazione di azioni successive esercitate sugli
oggetti. Di conseguenza, l'epistemologia può consistere solo in costruttivismo, con l'elaborazione continua di
operazioni e / o nuove strutture. L'epistemologia della genesi ricerca il significato per la nostra conoscenza
dell'introduzione nel discorso scientifico della dimensione, anzi delle dimensioni temporali. E' questo il
luogo in cui si vengono a porre questioni come quelle sull'unità o la pluralità delle genesi, come pure quelle
concernenti il rapporto tra invarianti e cambiamenti, conservazione e novità, continuità e discontinuità ecc. A
questo punto ci si può domandare quale epistemologia della genesi è contenuta nell'epistemologia genetica.
STABILITA' STRUTTURALE E GENESI DELLE STRUTTURE:
Il problema centrale dell'epistemologia genetica come quello della stabilità strutturale e , in modo
complementare, come quello della genesi delle strutture. Ciò che l'epistemologia genetica si propone di
spiegare è la genesi della necessità o di comprendere come legami necessari che appaiono come indipendenti
dal tempo possano essere costruiti tramite strumenti del pensiero che sono operazioni psicologiche soggette a
evoluzione e costituentisi nel tempo. Piaget studia la psicogenesi in quanto processo tendente alla
costruzione di strutture formali dell'intelligenza sempre più equilibrate, ossia dotate di reversibilità operatoria
interna sempre maggiore, che le emancipa da ogni dipendenza temporale. Il compito dello studio genetico
dell'intelligenza è allora quello di studiare come tali strutture si originino attraverso una genesi temporale
caratterizzate da tappe in cui la reversibilità operatoria si viene progressivamente a costruire. Il tema
dell'equilibrio ispira l'intero programma dell'epistemologia genetica piagetiana e la nozione di struttura di
equilibrio gioca un ruolo chiave nella definizione sia della sua problematica strutturalista sia della sua
problematica genetica. La nozione di equilibrio costituisce il tema unificatore di fondo del programma
piagetiano nelle sue varie manifestazioni. Secondo Piaget la nozione di equilibrio svolge la funzione di
preselezione delle problematiche trattate e dei tagli metodologici, determinando alle radici le scelte
sperimentali e interpretative e gli apparati teorici che sottostanno alle indagini specifiche di psicologia
genetica. La nozione di equilibrio rappresenta una funzione molto generale comune a tutto il mondo
organico, che si manifesta dove un organismo presenta una dinamica interna unica, che si contrappone alle
dinamiche esterne. Inoltre, per la spiegazione psicologica è importante non l'equilibrio come stato, ma lo
stesso processo di ricerca dell'equilibrio. Il problema della genesi della conoscenza appare come il problema
del rapporto tra la percezione di invarianti e la produzione di novità. Attraverso il processo di ricerca
dell'individuo si producono strutture differenti e nuove.
PSICOGENESI ED EMBRIOGENESI:
Piaget sottolinea le discontinuità e le diversità tra le forme di intelligenza corrispondenti ai vari stadi, cioè tra
le competenze e le strutture ad esse soggiacenti. Ricerca anche la commensurabilità tra i vari stadi tramite il
privilegiamento di un linguaggio specifico, corrispondente all'assunzione delle strutture logico – algebriche
come parametro fondamentale. Per Piaget la problematica dell'intelligenza si traduce nello studio delle
strutture in questo ambito. I vari stadi di stabilità relativa che si susseguono nello sviluppo psicogenetico
tendono ad un limite preciso definito da una forma di equilibrio. La genesi delle strutture cognitive secondo
Piaget è strettamente omeoretica. La stabilità strutturale costituisce un problema essenziale
dell'embriogenesi; le strutture prodotte nel corso dello sviluppo embrionale manifestano cioè caratteri di
relativa indipendenza rispetto alle condizioni esterne, sono cioè sempre le stesse per quanto il corso dello
sviluppo stesso ( entro certi limiti) possa essere deviato o impedito. Se la visione preformista sostiene che
non esiste genesi reale e le strutture sarebbero le stesse perché prodotto di strutture omologhe presenti già nei
primi stadi di sviluppo, il modello morfogenetico afferma invece che se da un lato la genesi viene
considerata come realmente creatrice, come produttrice di strutture altamente differenziate e specializzate,
dall'altro le strutture che essa produce manifestano i caratteri di autonomia, saldezza, compattezza, in una
parola di necessità. Secondo Waddington, la strategia dell'embriogenesi è omeoretica, porta cioè ai medesimi
risult