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Epicuro, etica – Nozioni chiave

1 – Epicuro: virtù, felicità e edonismo

Il pensiero di Epicuro (341-271 a.c.) si ricollega alla filosofia classica a lui antecedente e

contemporanea nel considerare generalmente la felicità come il fine massimo della vita umana o

bene supremo e la virtù il mezzo per ottenerla. Epicuro si distingue dalla tradizione nell'identificare

il bene e quindi la raggiunta felicità con il piacere. A garanzia della verità di questa identificazione il

filosofo pone in alcuni casi l'affezione o pathos, in altri la sensazione; entrambe ci dicono che ciò

che è piacevole è bene.

Quindi, sin dall'antichità, è stato accusato di proporre semplicemente una forma volgare di

edonismo, cioè di far coincidere la felicità con il soddisfacimento dei piaceri corporali.

2 – Aponia e Ataraxia

Sebbene Epicuro non escluda dalla sua prospettiva etica “i piaceri della carne”, il sommo bene

coincide in maniera più raffinata con l'aponia, stato di assenza di dolore fisico, e l'ataraxia o stato

di assenza di dolore mentale. L'uomo ottiene la felicità quando da uno stato di dolore fisico o

turbamento mentale raggiunge l'assenza di dolore fisico o mentale.

Epicuro non ci invita affatto ad un godimento incontrollato ma ad un attento calcolo razionale in

vista della felicità futura; ad esempio, se sappiamo che fumare è piacevole ma che a lungo termine

può produrre al nostro organismo danni letali, allora la razionalità ci informa che sarebbe meglio

evitare questo piacere in vista di un piacere maggiore, la salute fisica. In generale, i piaceri

dell'anima sono più auspicabili perché stabili, duraturi e non legati solo al presente (ad esempio, il

ricordo di qualcosa di piacevole può alleviare sofferenze presenti anche fisiche). Nello stesso tempo

il filosofo sembra riprendere la distinzione aristotelica tra sapienza (sophia) e saggezza (phronesis)

(cfr. Aristotele, etica), e assegnando valore all'agire concreto secondo precetti morali rispetto

all'attività contemplativa può affermare che la seconda virtù è «più apprezzabile» della prima.

Se la “strategia razionalistica” è utile per accogliere in modo equilibrato i piaceri del corpo, di

fronte ad alcune pene dell'anima come ad esempio la paura degli dei o della morte non sembra avere

effetti.

3 – Il Tetrafarmaco

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Publisher
A.A. 2017-2018
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher peppeL di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scienze Storiche Prof.