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Articolo 7: Valutazione delle informazioni
Nelle proprie attività professionali o di ricerca, lo psicologo valuta attentamente il grado di validità e di attendibilità delle informazioni.
Il segreto professionale
Gli articoli che fanno riferimento al segreto professionale sono: 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17.
Articolo 11: Segreto professionale
Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale, non rivela notizie, fatti o informazioni apprese nello svolgimento della sua professione, non informa sulle prestazioni professionali effettuate o programmate. Secondo l'articolo 622 del codice di procedura penale, chi non rispetta il segreto professionale può avere la reclusione fino a un anno o una multa da 60.000 fino a 1 milione.
Articolo 12: Testimonianza
Lo psicologo si astiene dal dare testimonianza su fatti di cui è venuto a conoscenza durante il suo rapporto professionale. Egli può testimoniare in presenza di valido consenso del destinatario, ma bisogna considerare la tutela psicologica dello stesso.
L'articolo 200 del codice di procedura penale sul segreto professionale, afferma che il segreto professionale è un fondamentale.- Non possono essere obbligati a deporre, tranne i casi in cui si ha l'obbligo dall'autorità giudiziaria:
- I ministri di confessioni religiose (preti, sacerdoti, vescovi);
- Medici e chirurghi, farmacisti, ostetriche;
- Altri membri di professioni ai quali la legge riconosce la facoltà di astenersi dal deporre.
- Il giudice, se ha motivo di dubitare che la dichiarazione sia infondata, provvede agli accertamenti necessari. Se risulta infondata, ordina che il testimone deponga.
- Le disposizioni dei 2 commi precedenti si applicano ai giornalisti.
davanti all'autorità giudiziaria davanti ad altra autorità. Articolo 13: nel caso di obbligo di referto o di obbligo di denuncia, lo psicologo limita allo stretto necessario il riferimento di quanto appreso ai fini della tutela psicologica del soggetto. (articoli 361, 362, 363 codice penale).
Casi in cui si possono divulgare info:
Lo psicologo ha l'obbligo di denunciare fatti che costituiscono reato.
- Quando il paziente è un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio.
- Quando intacca la professione sanitaria: un medico che ferisce con un'arma da fuoco.
- Quando il paziente ha comprato una pistola per suicidarsi o per uccidere.
Reati perseguibili d'ufficio:
- Maltrattamenti in famiglia;
- Minaccia grave o fatta con armi;
- Lesione personale, superiore ai 20 giorni, o gravissima;
- Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili;
- Violenza privata;
- Estorsione;
- Violenza sessuale (minore di 14 anni, commessa dal...)
genitore/convivente/tutore/pubblico ufficiale);Stalking fatto ad un minore o ad una persona con disabilità;
Omicidio.
Referto: indica la persona al quale è stata prestata assistenza e, le sue generalità. Dà notizie che servono a stabilire le circostanze del fatto, i mezzi con cui è stato commesso e gli effetti che ha causato o può causare. Il referto è l'atto compilato da chi esercita una professione sanitaria.
Denuncia: contiene l'esposizione degli elementi essenziali del fatto e indica il giorno dell'acquisizione della notizia, nonché le fonti di prova già note. Lo psicologo ha l'obbligo di refertare/denunciare solo per i reati perseguibili d'ufficio (ad es, maltrattamento, omicidio, violenza sessuale).
Articolo 14: lo psicologo nel caso di interventi su gruppi è tenuto ad informare sull'intervento. Dove informare sui diritti alla riservatezza.
Articolo 15: nel caso di
collaborazione con altri soggetti, lo psicologo può condividere solo le informazioni strettamente necessarie in relazione al tipo di collaborazione.Articolo 16: lo psicologo compila le comunicazioni scientifiche solo se indirizzate a un pubblico di professionisti tenuti al segreto professionale, in modo da salvaguardare in ogni caso l'anonimato del destinatario della prestazione.
Articolo 17: la segretezza delle comunicazioni deve essere protetta attraverso la custodia di appunti, note, scritti, registrazioni di qualsiasi genere e sotto qualsiasi forma che riguardano il rapporto professionale. Questa documentazione deve essere conservata per almeno 5 anni successivi alla conclusione del rapporto professionale. Lo psicologo deve provvedere perché, in caso di sua morte o impedimento, questa protezione deve essere affidata ad un collega (ovvero all'Ordine professionale).
Articolo 326 del codice penale - rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficioufficiali e rispettare la loro autorità è fondamentale per il corretto funzionamento di un pubblico servizio. Un ufficiale è una figura di responsabilità e fiducia, incaricata di gestire e divulgare informazioni ufficiali. Tuttavia, è importante ricordare che alcune di queste informazioni devono rimanere segrete per motivi di sicurezza o privacy. Chiunque, incluso un ufficiale, che rivela notizie di ufficio che dovrebbero rimanere segrete, è soggetto a sanzioni penali. La reclusione per questo tipo di reato può variare da 6 mesi a 3 anni. Inoltre, chiunque si avvale illegalmente di notizie di ufficio è punito con una reclusione che va da 2 a 5 anni. Se hai dubbi o necessiti di consulenza legale, ti consigliamo di rivolgerti a un avvocato di fiducia o di richiedere una consulenza legale presso l'ordine professionale competente. È importante sottolineare che gli psicologi, come tutti i professionisti iscritti ad un Ordine professionale, sono tenuti all'obbligo di formazione e aggiornamento continuo. Questo significa che devono accumulare crediti ECM (Educazione Continua in Medicina) come previsto dalla normativa. L'articolo 5 del codice deontologico degli psicologi sottolinea l'importanza di mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale. La violazione di questo obbligo può essere sanzionata secondo quanto stabilito dall'ordinamento professionale. È fondamentale riconoscere l'importanza degli ufficiali e rispettare la loro autorità, così come mantenere un livello adeguato di preparazione e aggiornamento professionale per gli psicologi.
limiti personali e professionali fanno parte degli articoli 5, 19, e 37.
Usare con giustizia il proprio potere. Gli articoli che fanno riferimento sono: 22, 4, 18, 28, 38, 39, 40.
Articolo 4: lo psicologo rispetta la dignità, riservatezza, autonomia di chi si avvale delle sue prestazioni. Non impone il suo sistema di valori, non discrimina in base a etnia, nazionalità, estrazione sociale, status socio-economico, sesso di appartenenza, orientamento sessuale, disabilità. Lo psicologo tutela prioritariamente il destinatario dell'intervento stesso.
Il destinatario che si trova in una situazione di vulnerabilità ha bisogno di cura.
L'oggetto dell'azione di potere può: migliorare o far crescere; conservare e proteggere; distruggere.
Le motivazioni di chi ha potere sono quelle di: voler migliorare le cose; affermare se stesso; godere dei benefici del potere.
Intenzioni: il potere può essere esercitato in modo strumentale; la volontà
Volere asservire a sé l'altro; aiutare l'altro.
Articolo 18: il rapporto con i destinatari. In ogni contesto lo psicologo si deve adoperare affinché sia rispettata la libertà di scelta del cliente e/o paziente.
Articolo 22: lo psicologo deve attuare condotte non lesive per le persone di cui si occupa professionalmente, e non utilizza il proprio ruolo per assicurarsi dei vantaggi.
Abuso di potere: articolo 31 del codice penale; Circonvenzione di incapace: articolo 643 del codice penale.
Articolo 28: lo psicologo evita mescolare vita privata e attività professionale. Costituisce violazione deontologica effettuare diagnosi rivolte a persone con cui si hanno relazioni significative di natura affettiva, sentimentale e/o sessuale. Inoltre, è violazione deontologica instaurare relazioni del corso del rapporto professionale, né con clienti/pazienti, né con colleghi di supervisione/tirocinanti.
Articolo 38: lo psicologo informa la propria
prestazione professionale ha carattere di continuità nel tempo, dovrà esserne indicata la prevedibile durata.
Secondo Da Calvi e Gulotta lo psicologo deve informare circa:
- Le modalità della prestazione,
- Le finalità della prestazione,
- Il proprio ruolo e la propria competenza,
- I rischi e i disagi che l'utente/paziente può subire durante la prestazione,
- I benefici che si possono ottenere,
- Con buona approssimazione i tempi, la durata e i costi delle prestazioni,
- Le alternative al trattamento presentato e le loro caratteristiche,
- La possibilità che l'utente/paziente possa chiedere chiarimenti circa la prestazione in qualsiasi momento,
- La possibilità di revocare il consenso in qualsiasi momento,
- La necessità del suo consenso per registrazioni audio o video altrimenti il terapeuta prenderà solo appunti scritti,
- Il diritto dell'utente/paziente di interrompere la prestazione in qualsiasi momento,
caratteristiche del segreto professionale e della riservatezza cui lo psicologo è tenuto,
I limiti al segreto nell'ipotesi in cui:
- Il rapporto professionale nasca per decisione di terzi che abbiano il diritto di sapere (magistrati, trattamento in carcere, datori di lavoro (nella psicologia del lavoro),
- Il paziente racconti o dimostri fatti commessi da altri che costituiscono reati procedibili d'ufficio,
- L'utente/paziente prefiguri comportamenti che possono ledere gravemente l'integrità psicofisica sua o di altri.
Articolo 31: prestazioni professionali a persone minorenni o interdette. Le prestazioni professionali a persone minorenni o interdette sono generalmente subordinate al consenso di chi esercita sulle medesime la potestà genitoriale o la tutela. Lo psicologo che, in assenza del consenso, giudichi necessario l'intervento professionale nonché l'