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Aristotele, etica – Nozioni chiave

1 – Aristotele: etica e politica

In questo appunto descrivo gli aspetti chiave del pensiero etico di Aristotele (384-322 a.c.) in

riferimento al suo scritto Etica Nicomachea; non prendo quindi in considerazione le divergenze

rispetto ad altre opere di natura morale del filosofo come la Grande Etica e L'Etica Eudemia.

L'etica come la politica rientrano nelle “scienze pratiche” che rispetto alle “scienze teoretiche”

come la matematica o la fisica non ci forniscono un sapere certo e oggettivo. Poiché le prime

riguardano ad esempio il comportamento dell'individuo non è possibile trarne degli assiomi di

validità assoluta. Quindi, l'indagine sull'etica, secondo Aristotele, non può fornirci conoscenze certe

ma solo massime e indicazioni generali.

L'etica è la disciplina che studia la corretta condotta umana. E specificatamente nella filosofia

classica stabilisce la strada verso la felicità (eudemonismo), attraverso il perseguimento della virtù

del singolo agente morale. In quanto tale è subordinata come ogni altra scienza pratica alla politica,

che mira al bene pubblico e che rappresenta quindi la «più autorevole e architettonica» tra le

scienze. Infatti, Aristotele afferma che l'Etica Nicomachea è un opera politica, cioè che pur nella sua

trattazione di elementi etici ha come intento finale il bene della polis; la giustizia, quindi, in quanto

rivolta agli altri è la massima virtù.

In questa priorità della politica sull'etica si rintraccia uno dei tanti aspetti teorici ereditati dal

maestro Platone.

2 – Bene, virtù e felicità

Il bene della comunità risulta prioritario o migliore del bene del singolo individuo; su questo aspetto

concorda tutta la filosofa classica come concorda sull'obiettivo da raggiungere, la felicità o

eudaimonia (cfr. Socrate, pensiero). Rispetto a Platone, in Aristotele il bene è qualcosa di

raggiungibile con l'azione concreta e non solo un'idea da contemplare (cfr. Platone, dottrina delle

idee).

Il mezzo per ottenere il bene e quindi essere felici è il comportamento virtuoso. Il concetto greco di

virtù o arete ha prima di un riferimento morale, un riferimento più ampio alla performance, alla

funzionalità propria dell'ente che si dice virtuoso; ad esempio, un cavallo sarà virtuoso se in grado

di galoppare, un coltello se in grado di tagliare, ecc. Nel caso dell'uomo, questo risulterà virtuoso se

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Publisher
A.A. 2017-2018
3 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/06 Storia della filosofia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher peppeL di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Storia della filosofia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Scienze Storiche Prof.