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FISIOPATOLOGIA DEGLI ERITROCITI

Con il termine eritropoiesi si intende l'insieme degli eventi che porta alla formazione della popolazione eritrocitaria. Il precursore diretto dell'eritrocita è il reticolocita che, rimasto nel midollo osseo per 24 ore, viene rilasciato nella circolazione periferica dove matura in un giorno fino a diventare un globulo rosso normale. I reticolociti infatti non possiedono il nucleo ma hanno residui di ribosomi, mitocondri e di altri organuli citoplasmatici. Ogni giorno circa l'1% degli eritrociti maturi è distrutto, per questo in un individuo adulto normale, per mantenere l'omeostasi, ogni giorno viene immesso nel sangue periferico un ugual numero di reticolociti. La velocità dell'eritropoiesi è regolata dall'eritropoietina, una glicoproteina che non agisce sulle cellule staminali ma sul compartimento delle cellule committed e che viene prodotta dal rene. Si è visto però che.

Nell'uomo dopo l'asportazione dei reni rimane ancora una certa produzione di questo ormone, probabilmente di origine epatica, indistinguibile dall'eritropoietina renale. L'eritropoietina stimola l'eritropoiesi aumentando la velocità di sintesi dell'emoglobina negli eritroblasti e stimolando la sintesi di proteine non emoglobiniche. Il principale fattore che controlla la sua velocità di produzione è il fattore trascrizionale HIF-1 indotto da una ridotta tensione di ossigeno.

Diversi sono i fattori richiesti per una normale eritropoiesi:

  • Ferro. Il nostro organismo contiene da 4 a 6 g di ferro, sotto forma di composti eminici (mioglobina ed emoglobina) o non eminici (transferrina, ferritina e emosiderina). Il contenuto di ferro inorganico nel plasma, che circola in parte libero e in parte legato ad una β-globulina, prende il nome di sideremia.
  • Il trasporto del ferro nel sangue è assicurato da una β-globulina sintetizzata dal fegato, l'apotransferrina.

Quando questa lega due atomi di ferro (3+) diventa transferrina. Il suo compito è quello di captare il ferro a livello intestinale e di trasportarlo nel midollo osseo. In tale sede, il complesso transferrina + ferro si deposita su specifici siti degli eritroblasti e dei reticolociti. Nei casi in cui la transferrina è assente o completamente saturata, il ferro assorbito dall'intestino non è più veicolabile al midollo osseo ma si depositerà nel fegato, nella milza e nel pancreas. La proteina di deposito del ferro, invece, è l'apoferritina. Essa può legare fino a 4300 atomi di ferro in una sola molecola trasformandosi così in ferritina. Le perdite quotidiane di ferro sono molto lievi e avvengono attraverso il sudore, le feci, le urine e la desquamazione cellulare. La sola altra via per perdere ferro è l'emorragia (ciclo mestruale nella donna).

2- Vitamina B12. Quella naturale è sintetizzata solo da alcuni microrganismi.

L'uomo la ottiene da cibi (carne, fegati, pesce, uova e latte). Durante la cottura di questi cibi parte della vitamina viene degradata, soprattutto se la cottura è prolungata o condotta ad elevate temperature. La vitamina B12 viene assorbita principalmente grazie al fattore intrinseco, una glicoproteina prodotta dalle cellule parietali della mucosa gastrica. L'assorbimento avviene a livello dell'ileo dove esistono specifici recettori per il complesso fattore intrinseco-vitamina B12, definiti cubiline. - Acido folico - Acido ascorbico - Vitamina B6 - Riboflavina - Vitamina E - Aminoacidi e proteine Il globulo rosso strutturalmente è privo di nucleo e presenta una forma di disco biconcavo, forma questa che gli consente di ottenere la maggior superficie a parità di volume rispetto alle altre forme. Questa superficie è necessaria all'eritrocita per effettuare gli scambi gassosi. Il suo compito infatti è quello di trasportare l'ossigeno ai.

Tessuti e l'anidride carbonica agli alveoli polmonari. Questa funzione di trasporto è svolta grazie all'emoglobina. Il globulo rosso deve passare durante la sua vita lungo vasi che hanno spesso un diametro più piccolo del suo, deve dunque essere in grado di cambiar forma e di adattarsi. Questa sua deformabilità è dovuta alla sua membrana. Nella membrana eritrocitaria possiamo distinguere due classi di proteine: quelle periferiche o estrinseche e quelle integrali. Le proteine estrinseche sono coinvolte nella formazione del citoscheletro degli eritrociti, una rete i cui principali componenti sono la spettrina, l'actina e l'anchirina. Gli eritrociti inoltre hanno molti sistemi di trasporto tra cui la pompa Na+/K+ ATPasi e la magnesio ATPasi, necessarie per il mantenimento dell'omeostasi elettrolitica al loro interno. Durante il ciclo maturativo, i globuli rossi perdono i mitocondri e quindi la capacità di produrre energia.

Dai processi ossidoriduttivi a ciononostante il loro consumo energetico è elevato. L'unica sorgente di energia nell'eritrocita maturo è il glucosio. La vita media di un globulo rosso è di 120 giorni; dopo questo periodo di tempo la cellula alterata, per alterazioni della membrana, alterazioni del suo ciclo glicolitico e alterazioni dei meccanismi che proteggono l'Hb dall'ossidazione, viene fagocitata dai macrofagi splenici ed epatici. La morte del globulo rosso dunque in condizioni fisiologiche avviene per senescenza ma in condizioni patologiche può anche avvenire per caso, indipendentemente dall'età. In condizioni normali, l'emocateresi degli eritrociti senescenti avviene soprattutto a livello midollare, mentre in condizioni patologiche tale funzione viene svolta essenzialmente dalla milza.

Emoglobina: costituisce il 95% del peso secco delle emazie. Tutte le emoglobine umane hanno una struttura di base simile essendo

costituite da due differenti paia di catene peptidiche a ciascuna delle quali è attaccato un gruppo prostetico, eme, composto di protoporfirina e ferro, e situato nella tasca dell'eme di ciascuna catena.

Le catene dell'Hb ne costituiscono la parte proteica (globina); ne esistono sei tipi. Le principali nell'adulto sono la catena α formata da 141 aminoacidi e la catena β formata da 146 aminoacidi. Nell'adulto, infatti, il 97% dell'Hb è nella forma HbA (con due catene alfa e due catene beta), il 2,5% nella forma HbA2 (con due catene alfa e due catene delta) e il restante 0,5% è nella forma HbF (con due catene alfa e due catene gamma).

La curva di ossigenazione dell'Hb che esprime la percentuale di saturazione dell'Hb in funzione della tensione di ossigeno ha una forma sigmoide, forma che è indice della cooperatività (allosterismo positivo) tra le subunità dell'Hb: quando un gruppo eme lega l'ossigeno,

L'affinità per il gas degli altri eme del tetramero aumenta. Questo fenomeno è una conseguenza del fatto che l'emoglobina può esistere in due forme. La forma deossi o T è quella che ha bassa affinità per l'ossigeno, la forma ossi o R è quella che ha alta affinità per l'ossigeno.

Un'altra importante proprietà dell'emoglobina è l'effetto Bohr che indica che con l'aumentare della tensione di CO2, diminuisce l'affinità dell'Hb per l'ossigeno. Questo fenomeno facilita la cessione di ossigeno a livello tissutale.

Il valore di p50 nella curva dell'Hb che indica la pressione parziale di ossigeno a cui l'Hb è saturata al 50% può essere spostato a sinistra e a destra sia variando la concentrazione di CO2 e il PH sia con il 2,3-difosfoglicerato che può inserirsi tra le due catene beta quando lo spazio tra le due diventa maggiore (durante).

La deossigenazione). Parlando dell'emoglobina poi è importante ricordare che è necessario che il ferro dell'eme sia mantenuto nello stato ridotto per legare l'ossigeno. L'ossidazione del ferro dell'Hb da Fe2+ a Fe3+ determina la formazione della metaemoglobina. Quando i suoi valori superano 1,5g/l si ha cianosi. La carbossiemoglobina, invece, deriva dall'esposizione a CO. Infatti, l'eme ha per la CO un'affinità 200 volte maggiore rispetto a quella che ha per l'ossigeno. Il risultato è una grave ipossia tissutale. Per quanto riguarda la patologia degli eritrociti, va detto che nel caso in cui vi siano modificazioni delle loro dimensioni si parla di anisocitosi. Cellule più grandi del normale sono dette macrociti mentre cellule più piccole sono dette microciti. Se invece è interessata la forma si usa il termine di poichilocitosi.

Il volume occupato dal sedimento ottenuto dopo centrifugazione di sangue reso incoagulabile e ricordando che il suo valore varia dal 41% nella donna al 46% nell'uomo, possiamo definire l'anemia e la policitemia.

L'ANEMIA è quella condizione patologica caratterizzata dalla riduzione della concentrazione dell'emoglobina circolante, a valori inferiori di 13g% nell'uomo e di 12g% nella donna (quindi anche riduzione dell'ematocrito). In altre parole si ha anemia quando la massa degli eritrociti circolanti è insufficiente a soddisfare la richiesta di ossigeno ai tessuti.

In condizioni normali la massa totale degli eritrociti deve fornire ai tessuti circa 250mL di ossigeno al minuto. La normale capacità di trasportare ossigeno è di 20mL/100ml di sangue. Considerando che la gittata cardiaca è di 5000ml/min, ai tessuti sono forniti 1000 ml di ossigeno. Di questi ne viene dunque estratto ¼, estrazione che porta ad un abbassamento

dalla velocità con cui si sviluppa. I sintomi più comuni includono affaticamento, debolezza, pallore della pelle e delle mucose, dispnea (difficoltà respiratoria), tachicardia (aumento della frequenza cardiaca), vertigini e mal di testa. In casi più gravi, possono verificarsi sintomi come angina (dolore al petto), insufficienza cardiaca e compromissione del sistema nervoso centrale. Per diagnosticare l'anemia, vengono eseguiti esami del sangue per valutare il numero e la forma dei globuli rossi, il livello di emoglobina e il volume corpuscolare medio. Il trattamento dipende dalla causa sottostante dell'anemia e può includere l'assunzione di integratori di ferro, trasfusioni di sangue o terapie specifiche per la malattia sottostante. È importante consultare un medico se si sospetta di avere un'anemia o se si manifestano sintomi correlati. Un corretto trattamento e una diagnosi precoce possono aiutare a gestire l'anemia e prevenire complicazioni.dalla rapidità con cui essa si instaura. Ad ogni modo, esse includono:
  • Pallore di cute e mucose,
  • Facile affaticabilità,
  • Cefalea,
Dettagli
A.A. 2012-2013
9 pagine
SSD Scienze mediche MED/15 Malattie del sangue

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nunziagranieri di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Ematologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof La Nasa Giorgio.