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OBIETTIVI FORMATIVI
Esiste un passaggio complesso da bisogno formativo ad obiettivi educativi per poi
costruire le tecniche di valutazione, i contenuti e i metodi didattici.
Gli obiettivi educativi esprimono il risultato atteso e non è la descrizione o il
riassunto di un programma. Il ragno di isfol ci aiuta nella definizione degli obiettivi
educativi. Competenze abilità e atteggiamento sono i closter che si trovano all’interno
del ragno e sono interfacciati gli uni con gli altri.
Es. obiettivi generali:
- elaborare una pianificazione standard per la persona affetta da scompenso
cardiaco
- gestire efficacemente le situazioni di emergenza-urgenza
- provvedere al monitoraggio invasivo della PA
Bloom 1969 ha identificato i campi di apprendimento (da qui si sono sviluppati i
descrittori di Dublino):
1. cognitivo: competenze intellettuali
2. gestuale o senso-motorio: gesti, tecniche e abilità
3. psico-affettivo o relazionale: atteggiamenti e attitudini
SCEGLIERE I CONTENUTI
Per contenuti si intendono le tematiche, gli argomenti, le informazioni che verranno
trattati nel coro dell’intervento educativo. Deve essere necessariamente connesso agli
obiettivi educativi.
È importante conoscere quello che i discenti sanno già, stabilire il livello di
complessità (non è detto che con un percorso formativo riesco a compensare tutto),
mantenere la pertinenza agli obiettivi, stabilire la sequenza logica.
METODI DIDATTICI
Divisi per campi di apprendimento
1. conoscenze: lezione, discussione, lavoro di gruppo, esercitazione nozionistica,
problem solving, analisi dei casi, progetto, studio indipendente.
2. relazioni: role-play, simulazione, tirocinio
3. gesti-abilità: dimostrazione, esercitazione addestrativa, simulazione, tirocinio
METODI DI VALUTAZIONE
1. conoscenze: colloquio, questionari, caso + questionario, progetto
2. relazioni: colloquio, questionari su atteggiamenti, valori, comportamenti, prova
pratica simulata, prova pratica sul campo.
3. gesti-abilità: prova pratica simulata, prova pratica sul campo
Quando eroghiamo un progetto formativo dobbiamo sempre tenere conto:
- qualità della docenza
- clima dell’aula 9
- qualità dell’ambiente
- qualità delle esercitazioni
- qualità delle organizzazioni
PROCESSO DI BOLOGNA
Il processo di Bologna è un processo di riforma internazionale dei sistemi di
istruzione superiore dell'Unione europea, che si è proposto di realizzare, entro il
2010, lo Spazio europeo dell'istruzione superiore. Fondando le sue basi su accordi e
trattati precedenti, è iniziato nel 1999, dopo che 29 ministri dell'istruzione europei si
erano incontrati il 18 e 19 giugno del 1999 a Bologna ed avevano sottoscritto un
accordo noto come la dichiarazione di Bologna.
I punti fondamentali
Lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore (SEIS)
Obiettivo primario del Processo di Bologna è sicuramente la creazione di uno Spazio
Europeo dell'Istruzione Superiore. Da quest'obiettivo partono poi, tutte le altre
operazioni di armonizzazione dei sistemi di istruzione degli Stati parte. Il termine è
stato probabilmente coniato da un'espressione della Dichiarazione della Sorbona. I
Ministri parte del Processo di Bologna hanno rispettato la scadenza prefissata per la
sua creazione, emanandolo nella Conferenza di Budapest e Vienna nel marzo 2010.
Lo Spazio Europeo dell'Istruzione Superiore ha adottato i principi derivanti dalla
Magna Charta Universitatum ed ha contribuito ad una sempre maggiore sinergia e
collaborazione tra tutti gli organismi e gli attori del mondo dell'istruzione, a partire
dagli studenti fino ad arrivare ai rappresentanti del mondo del lavoro e sindacale.
La dimensione sociale
Il tema della dimensione sociale dello SEIS è stata sollevata dagli studenti dell'ESU
nelle rilevazioni per la Conferenza di Praga del 2001. È grazie a questa richiesta che
si è arrivati a considerare
La Dimensione Sociale ha unito molte espressioni di principi e valori da considerare.
Oggi, tale espressione include i principi di uguaglianza, opportunità e coesione
sociale, nonché espressione personale e accessibilità universale nella garanzia di
condizioni adeguate per il completamento degli studi. È un passo che coincide con
quello che in Italia è definito Diritto allo Studio, garantito costituzionalmente
dall'art.34 Cost. Sempre nella dimensione sociale sono inserite le richieste per un
coinvolgimento attivo a tutti i livelli, di tutti gli attori del mondo dell'istruzione, in
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particolar modo degli studenti e dei gruppi sotto-rappresentati (ricercatori, dottorandi,
ecc.). Anche se la Dimensione Sociale è un concetto che va assemblato tra le varie
Dichiarazioni ministeriali, dimostrazione del fatto che ha sempre goduto di un alto
grado di considerazione, non sono stati fatti molti passi avanti nel suo sviluppo.
Riprendiamo un passo dal “Bologna with Student Eyes 2009” dell'ESU:
Il sistema dei cicli
Inizialmente il sistema di istruzione superiore doveva comprendere due cicli, uno di
primo e uno di secondo livello. Il primo doveva avere almeno durata triennale e
doveva essere un requisito per l'accesso al secondo ciclo. Con il tempo si è arrivati ad
inglobare nel sistema dei cicli anche il dottorato di ricerca. Questo sistema combacia
con le richieste della Convenzione di Lisbona sul riconoscimento dei titoli anche se in
realtà si inserisce in un quadro più ampio e articolato. È stata una grande sfida per gli
Stati adeguarsi a questo sistema (e tuttora esistono incongruenze e problemi), ma
l'omologazione della durata dei percorsi di studio a livello internazionale permette
agli studenti di poter scegliere il percorso più idoneo alle proprie caratteristiche e
sviluppare le proprie inclinazioni in diversi paesi.
Generalmente il primo ciclo è indicato con il nome bachelor e ha durata triennale, il
secondo è il master, di durata biennale. Il terzo ciclo, ossia il dottorato, non ha ancora
una regolamentazione e una standardizzazione precisa, chiaro volere della conferenza
dei Ministri. Questa caratteristica del cosiddetto 3 più 2 ha lo scopo di dare la
possibilità allo studente di inserirsi immediatamente nel mondo del lavoro. Un
obiettivo del Processo era infatti un miglior collegamento con il mercato del lavoro in
ciascun ciclo, comportando anche un cambiamento nelle modalità di assunzione per
le amministrazioni pubbliche. L'inserimento del terzo ciclo, invece, dà la possibilità
agli studenti di partecipare più facilmente all'accrescimento della competitività
dell'Unione Europea nel mondo.
Il sistema dei titoli
Il sistema dei titoli è stato elaborato nella Convenzione di Lisbona nel 1997 da
UNESCO e Consiglio d'Europa ed è stato ratificato dalla maggior parte degli Stati
parte del Processo di Bologna. Si tratta del primo grande tentativo di armonizzare i
titoli rilasciati dagli istituti di istruzione superiore. Si è giunti, oggi, alla
contemplazione di un quadro generale dei titoli ai quali si dovranno adeguare i quadri
dei titoli nazionali.
Nell'aprile del 2008 il Parlamento Europeo ha formalmente adottato il quadro dei
titoli per l'apprendimento permanente (European Qualifications Framework For
LifeLongLearning - EQF-LLL), ma il “Bologna Stocktaking Report” del 2009 ha
mostrato che solo sei Paesi hanno sviluppato un quadro nazionale dei titoli
compatibile con il quadro generale dei titoli dello SEIS.
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Il sistema dei crediti
Il sistema dei crediti è il metodo di descrizione dei programmi di studio sulla base,
appunto, di crediti (in Italia sono i CFU – Crediti Formativi Universitari). Si basa sul
sistema ECTS (European Credit Transfer and Accumulation System), sviluppato
a partire dal 1989 nel Programma di mobilità europeo ERASMUS.
È il principale metodo per facilitare il riconoscimento dei titoli e la loro trasparenza e
facilità di comprensione. Permette, quindi, maggiori possibilità di trasferimenti in
altri istituti a livello europeo (mobilità). Il sistema ECTS ha calcolato in 60 crediti
l'attività di uno studente a tempo pieno in un anno. In questo modo un credito
rappresenta un carico di lavoro compreso tra le 25 e le 30 ore settimanali (calcolato
su 36/40 settimane di studio l'anno). L'UE rilascia agli istituti che meglio sanno
impiegare il sistema ECTS il “Marchio ECTS”. Per il periodo 2009-2013 il marchio
ECTS è stato vinto, per l'Italia, dall'Università degli Studi di Parma, dall'Università di
Bologna e dall'Università LUMSA di Roma. L'utilizzo del sistema ECTS si sta
ancora diffondendo (ed è guardato con apprezzamento in altre parti del mondo), e si
inserisce in un quadro più ampio di manovre nazionali per l'abbattimento delle
barriere e l'armonizzazione dei titoli.
La mobilità
La mobilità è uno dei punti chiave del Processo di Bologna. Non è un obiettivo che
precede una singola manovra, ma è il risultato delle iniziative congiunte del sistema
dei titoli, di quello dei crediti e dei cicli. Oggi la mobilità è promossa dall'Unione
Europea attraverso una serie di progetti che spronano studenti e docenti a
trasferimenti formativi.
Inoltre, ha sicuramente un ruolo chiave nel Lifelong Learning Programme, cioè
dell'apprendimento permanente voluto dall'UE. I maggiori programmi sono
ERASMUS, che negli ultimi anni si è allargato anche al personale degli Atenei e
delle imprese; il programma Leonardo Da Vinci, più indicato per un primo
avviamento alla professione; il programma TEMPUS, il cui scopo è quello di
sostenere lo scambio tra i paesi UE e quelli confinanti (principalmente balcanici e
mediterranei).
Assicurazione della qualità
Come per la dimensione sociale, anche l'assicurazione della qualità dell'istruzione è
stato un problema sollevato dagli studenti e accettato di buon grado dai Ministri. La
strada che si è scelta per arrivare ad una buona copertura nazionale ed internazionale
dell'assicurazione della qualità è quella dell'istituzione da parte di tutti gli Stati di un
organo, che dovrebbe essere esterno alle dinamiche politiche, dotato di una buona
partecipazione di tutti gli attori dell'istruzione, che si relazioni con le altre agenzie
nazionali attraverso una rete europea. Una monitorizzazione della qualità a tutti i
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livelli, a partire dai corsi di laurea, fino ad arrivare alle relazioni dell'ENQA. Come
riportato dal “Focus on higher education 2010” di Eurydice, ad oggi, quasi tutti gli
stat