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SFERA ECONOMICA

Gli impieghi di mezzi finanziari danno origine a variazioni qualitative dei mezzi

aziendali (o patrimoniali) che da finanziari divengono economici. La sfera

economica risulta interessata da:

Operazioni gestionali che generano variazioni del patrimonio a seguito

a) di scambi monetari di acquisto di fattori produttivi, che misurano valori

economici chiamati costi-uscite;

Operazioni gestionali che generano variazioni del patrimonio in seguito

b) a scambi economici di consumo/utilizzo dei fattori per ottenere beni e

servizi da collocare sul mercato (costi di imputazione);

Operazioni gestionali che generano variazioni del patrimonio in seguito

c) a scambi monetari di vendita dei prodotti ottenuti o dei servizi resi che

misurano valori economici denominati ricavi-entrate.

4.GLI SCAMBI D’AZIENDA E I VALORI DEL PATRIMONIO

In caso di scambio monetario connesso all’acquisizione di fattori

1) produttivi si avrà la diminuzione dei mezzi finanziari (vfp) che misurerà il

costo d’acquisto (vep) e l’aumento dei mezzi nell’area patrimoniale.

In caso di scambio monetario connesso alla vendita di beni e servizi si

2) avrà la presenza di variazioni aumentative dei mezzi finanziari (vfa)

assunte come misure monetarie dei ricavi di vendita (vea) con la

diminuzione di mezzi economici.

Laddove vi fossero operazioni di scambio interno si avrà un duplice

3) effetto nella sola area economica poiché da un lato si avrà il consumo

utilizzo di un fattore produttivo e dall’altro corrisponderà la generazione

di un nuovo fattore produttivo avanzato (semilavorato).

5.DIMENSIONE PATRIMONIALE, CONSUMI E PRODUZIONE DI

RICCHEZZA

In seguito alle varie fasi del processo produttivo, l’utilità economica

incorporata nei diversi fattori acquisiti, prima di essere ceduta mediante l’atto

di vendita, subisce una serie di trasferimenti interni connessi alle diverse fasi

produttive.

Il processo lavorativo comporta l’impiego dei fattori produttivi acquisiti, le cui

utilità cesseranno di esistere nella forma ‘grezza’ per essere incorporate nei

beni intermedi che a loro volta saranno combinati con altre utilità economiche

derivanti da ulteriori fattori produttivi a fecondità semplice e ripetuta fino

all’ottenimento e la vendita del prodotto, che permetterà così di ottenere

ricchezza, utilizzata poi per ripetere il processo produttivo attraverso

l’acquisizione dei nuovi fattori produttivi da impiegare.

4.LA COMPONENTE ORGANIZZATIVA

La divisione del lavoro consente di incrementare i risultati dell’attività

economica, intendendo il grado di efficienza nell’uso delle risorse e la

quantità di prodotti o servizi realizzati. Ciò è dovuto al fatto che la divisione

del lavoro implica che le molteplici attività necessarie per concludere i cicli

produttivi sono frantumate in una successione di compiti ed azioni svolte da

persone diverse. Ne consegue una specializzazione e qualificazione

nell’esecuzione delle attività con benefici in termini di utilizzo delle risorse. La

divisione del lavoro a livello macroeconomico si svolge in settori differenti con

differenti produzioni da parte delle aziende, a livello microeconomico la

suddivisione del lavoro riguarda il suddividere un ciclo produttivo svolto da

ciascuna azienda in molteplici fasi, ognuna delle quali affidate a lavoratori o a

gruppi di lavoratori diversi. E’ proprio in questo livello che emerge la

componente organizzativa ovvero l’insieme di attività che consentono di

realizzare il coordinamento e l’integrazione del lavoro all’interno dell’azienda.

Essa disegna il funzionamento aziendale determinando le fasi del lavoro che

devono essere realizzate e definendo le regole in forza alle quali si ottiene il

coordinamento delle stesse. L’organizzazione riguarda il lavoro applicato alla

componente tecnica, cioè i mezzi. Dalla combinazione della componente

personale e da quella tecnica si attuano i processi produttivi.

Il problema organizzativo nasce dalla divisione e dalla specializzazione del

lavoro che impone il coordinamento degli individui. L’organizzazione definisce

i criteri , i metodi e le procedure necessarie per consentire il coordinamento

delle attività specializzate sul fondamento della divisione del lavoro.

La componente organizzativa:

Definisce le attività da svolgere, classificandole in base a parametri;

• Ripartisce i compiti affidati ad unità organizzative;

• Attribuisce responsabilità e autorità alle unità organizzative, stabilendo

• le relazioni necessarie per favorire il coordinamento delle attività.

L’organizzazione è parte integrante dell’amministrazione aziendale e svolge

una funzione strumentale alla gestione. Le scelte organizzative condizionano

i rendimenti delle risorse impiegate nell’azienda, influenzando la capacità di

raggiungere, mantenere e migliorare l’equilibrio economico e finanziario.

Carenze nella componente organizzativa compromettono le finalità aziendali.

L’organizzazione è la componente del sistema che consente di dotare

l’azienda di tutte le risorse necessarie per la realizzazione efficiente dei

processi produttivi.

Il fattore lavoro nella dinamica economico-finanziaria è stato considerato

come utilità ceduta corrispondendo una congrua remunerazione periodica.

Nella realtà è più complesso perché si devono determinare le condizioni e gli

incentivi per garantire il comportamento cooperativo dei lavoratori ad ogni

livello. Il vantaggio competitivo nasce anche dalla capacità di creare un clima

organizzativo favorevole e coerente con le risorse umane disponibili.

2.LA LOCALIZZAZIONE AZIENDALE E LA DIMENSIONE OTTIMA

La localizzazione identifica l’ambito territoriale ove l’azienda intende

svolgere la propria attività. Nella scelta risultano influenti alcuni aspetti

connessi ai mercati di approvvigionamento dei fattori produttivi e della

manodopera, ai mercati di collocamento dei prodotti o ai mezzi di

comunicazione e trasporto. A tali aspetti possono aggiungersi altri elementi

quali il clima, il collegamento con soggetti privati e pubblici, presenza di

agevolazioni finanziarie ecc. Per alcune aziende risulta di vitale importanza

l’ubicazione per penetrare nel mercato, come le aziende di credito e delle

compagnie di assicurazione che danno vita alle aziende divise.

Le aziende si trovano ad operare in uno scenario di maggiore complessità,

caratterizzato dall’intensificazione della concorrenza, ma che offre nuove

opportunità di miglioramento di qualità e di organizzazione.

Passando all’elemento dimensionale le unità di produzione vengono

classificate in piccole, medie e grandi imprese. Il concetto di dimensione

aziendale è complesso (poiché dipendente sia dagli assetti operativi ed

organizzativi, sia dalla struttura dei mercati nei quali l’azienda opera) e

indeterminato (perché è difficile individuare soddisfacenti parametri di

misurazione).

La crescita dimensionale aziendale viene spesso considerata come un

modello di riferimento che può essere favorito da condizioni che maturano

all’interno del processo produttivo o da opportunità che si presentano

nell’ambiente circostante.

Le cosiddette piccole e medie imprese che costituiscono la gran parte delle

imprese presenti nel nostro paese, hanno acquisito un proprio ruolo,

mediante strategie di specializzazione ed attuazione di processi innovativi

che ne hanno favorito una definitiva collocazione nell’ambito del contesto

economico. Il problema fondamentale dell’imprenditore è pervenire alla

dimensione ottima ossia acquisire una dotazione strutturale efficiente e

funzionale agli scopi aziendali.

3.LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA

La divisione del lavoro e il conseguente bisogno di coordinamento delle

diverse fasi in cui esso può essere articolato e crea la struttura organizzativa

di ciascuna impresa. I criteri di divisione del lavoro sono:

La divisione orizzontale ovvero la parcellizzazione dell’intero processo

• produttivo in fasi elementari in base a caratteristiche tecniche o in

funzione alla natura e dei mercati di sbocco dei prodotti. L’insieme dei

compiti assegnati a ciascuna posizione costituisce una mansione. I

criteri adottati nelle divisioni orizzontali determinano il tasso di

specializzazione delle attività elementari. Un’azienda eccessivamente

specializzata però diventa poco flessibile, inadatta a reagire ai

mutamenti del contesto ambientale.

La divisione verticale la quale riguarda la definizione delle

• competenze di comando e di coordinamento, distribuendo le stesse ai

vari livelli. La distribuzione del potere tra i vari organi definisce il grado

di accertamento della struttura; esso rivela se il processo decisionale è

concentrato lungo più livelli. Il potere è distribuito utilizzando lo

strumento della delega mediante il quale si trasferiscono compiti a livelli

gerarchici inferiori.

E’ utile classificare gli organi tradizionali:

Organi volitivi che detengono il controllo dell’impresa coincidendo con il

 soggetto economico, decidono le strategie e gli obiettivi generali;

Organi direttivi che hanno il compito di eseguire le decisioni di organi

 volitivi, definendo gli obiettivi da attribuire ai diversi organi e verificano il

loro perseguimento;

Organi esecutivi chiamati all’esecuzioni delle attività richieste per la

 realizzazione dei processi produttivi, coerentemente con gli obiettivi

stabiliti.

4.I PRINCIPALI MODELLI DI STRUTTURA ORGANIZZATIVA

Il primo modello proposto è la struttura elementare tipica delle piccole

aziende, estremamente semplice in quanto le diverse funzioni non sono ben

distinte. Il vantaggio risiede nella possibilità di formare rapporti diretti tra

l’imprenditore e i dipendenti, per cui i costi di coordinamento sono ridotti.

La differenziazione delle funzioni è alla base della struttura funzionale molto

diffusa a livello organizzativo. Il criterio di fondo suddivide l’azienda in tante

aree funzionali, perciò l’attribuzione delle posizioni e il raggruppamento in

organi avviene seguendo la logica delle aree.

Il modello prevede due livelli gerarchici:

Direzione generale preposta all’elaborazione delle strategie, al

a) controllo dei risultati e la risoluzione di eventuali conflitti;

Aree funzionali che concorrono all’elaborazione delle decisioni e

b) rendono operativi gli indirizzi stabiliti deliberando gli opportuni

provvedimenti all’interno di ciascuna di esse. Sono affiancati spesso

org

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A.A. 2013-2014
64 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Electra0000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università del Salento o del prof Adamo Stefano.