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20. In quali casi, all'interno dello schema IS-LM, si può interrompere la trasmissione della politica monetaria (teoria e grafici)?

Sono stati evidenziati due casi del modello IS-LM in cui si ha equilibrio di non piena occupazione nonostante la presenza di salari monetari flessibili, particolarmente interessanti poiché comportano l'incapacità della politica monetaria di influire sul livello della produzione aggregata:

Trappola di liquidità (LM orizzontale): la politica monetaria è inefficace perché si interrompe il meccanismo di trasmissione; la liquidità immessa viene drenata e non si determina l'aggiustamento del tasso di interesse sul mercato dei titoli. In questo caso è pienamente efficace la politica fiscale, perché non determina alcun effetto spiazzamento stante la rigidità del tasso di interesse.

IS rigida (IS verticale): anche in questo caso la politica monetaria è inefficace per

Interruzione della trasmissione, ma a valle dei mercati monetari; il tasso di interesse si riduce ma non stimola la produzione perché gli investimenti non sono sensibili a r. Politica fiscale ancora una volta efficace per la medesima ragione di rigidità degli investimenti al tasso di interesse.

21. PROBLEMI APERTI RISPETTO ALLA TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA NELLO SCHEMA IS-LM

Date le ipotesi che caratterizzano il modello IS-LM, come prezzi e salari rigidi nel breve periodo o l'inversione del nesso causale tra AS e AD, esso diviene poco adatto per analizzare gli effetti delle politiche economiche, in particolare in 4 casi:

  1. Quando l'instabilità è di natura monetaria (anziché prevalentemente reale)
  2. Quando il moltiplicatore monetario è instabile
  3. Quando il contesto è inflazionistico (e soprattutto l'inflazione viene determinata dal lato dell'offerta)
  4. Quando le variazioni del tasso di interesse non
stabilizzano l'economia perché agiscono in modo pro-ciclico. 22. LA TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA: IL MONETARISMO Il monetarismo come teoria interpretativa del meccanismo di trasmissione della politica monetaria nasce negli anni '50 e '60 per opera di Friedman ed altri economisti, i quali sostenevano che i canali attraverso cui un impulso monetario si trasmette alle variabili reali non possono essere ridotti esclusivamente al tasso di interesse e agli effetti di variazioni di questo sulla domanda di investimenti, come avviene, invece, nell'approccio keynesiano. I tre principali canali attraverso cui gli impulsi monetari si riflettono sulle variabili reali evidenziati dai monetaristi sono: gli aggiustamenti di portafoglio; gli effetti ricchezza; le aspettative sui prezzi futuri. Gli effetti ricchezza consistono nel fatto che un eccesso di moneta induce i soggetti a maggiori acquisti di attività finanziarie e reali. Conseguentemente il prezzo di

Tali attività tenderà ad aumentare e con ciò la domanda dei consumi: aumento M; riduzione i; aumento W; aumento C; aumento AD

Per i monetaristi, invece, le aspettative sui prezzi futuri incidono sul comportamento dei soggetti in merito alla fissazione dei prezzi e alla definizione delle richieste salariali. Con riferimento alla domanda di moneta, un aumento dell'inflazione attesa e, quindi, del costo opportunità atteso del detenere scorte liquide, implica una diminuzione della domanda di moneta in termini reali. Ne deriva uno squilibrio nel mercato della moneta: l'eccesso di disponibilità induce i soggetti ad accrescere la domanda di beni di consumo e di beni capitali. Data una situazione iniziale di equilibrio di piena occupazione, ciò favorisce un aumento del livello dei prezzi.

Il successo del monetarismo è collegato al momento storico in cui fu teorizzato poiché negli anni '70 vi furono periodi di shock petroliferi.

che insieme (paradossalmente) all'efficacia ultratrentennale delle politiche keynesiane espansive e di stabilizzazione, consentirono un avvicinamento alla piena occupazione. Ciò avvenne poiché la politica economica monetarista approcciò efficacemente la recessione di quegli anni causata da inflazione crescente. 23. INCERTEZZA E TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA: INCERTEZZA REALE VS INCERTEZZA MONETARIA Nel corso degli anni '70 furono prese in considerazione dagli economisti, tra cui Poole, le condizioni di incertezza presenti sia nel mercato reale sia in quello monetario. Egli evidenziò come la scelta dell'obiettivo intermedio di politica monetaria non fosse indipendente dal canale attraverso cui l'instabilità si manifesta nel sistema economico. Utilizzando lo schema IS-LM si può distinguere come i mercati si comportano in presenza di certezza o incertezza. In condizioni di certezza la scelta di BM piuttosto che di un i come

Il obiettivo è del tutto indifferente, perché ad un dato livello Y che permette equilibrio del mercato dei beni (IS) corrisponde uno e un solo i (e dunque una sola BM) che realizza un simultaneo equilibrio del mercato della moneta.

Invece in condizioni di incertezza diventa molto rilevante la scelta di influenzare BM o tasso di interesse, che varia da mercato dei beni a mercato della moneta.

Sul mercato dei beni, caratterizzato da incertezza reale, IS oscilla tra ISm e ISM. Se l'obiettivo finale è la stabilizzazione dei redditi, la BCE, optando per influenza su BM, fa sì che LM non si modifichi e quindi r può oscillare tra rm e rM, implicando un'oscillazione tra Ym e YM. Se invece essa dovesse scegliere r, mantenendolo a ra, la BM segue le oscillazioni di IS (la LM a sua volta si adegua fra LMm e LMM) portando il reddito ad un'escursione tra Ymm e YMM. Perciò risulta più conveniente scegliere un obiettivo intermediario di BM.

24.

INFORMAZIONE ASIMMETRICA E TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA: LA RAPPRESENTAZIONE DELLA CREDIT VIEW

Data l'esistenza di asimmetrie informative, per un'impresa il finanziamento esterno, in particolare quello bancario, è più costoso del finanziamento interno. Secondo alcuni economisti gli impulsi monetari si propagano, oltre che attraverso variazioni del tasso di interesse, attraverso variazioni del differenziale di costo tra finanziamenti esterni e interni e alla quantità di finanziamenti disponibile.

Il differenziale tra il tasso di interesse sui prestiti e quello di mercato monetario cambia con la propensione delle banche ad erogare credito. Tale propensione varia in relazione ai cambiamenti delle condizioni del mercato monetario e finanziario e dei bilanci di banche e imprese. I cambiamenti del differenziale tra tasso d'interesse sui prestiti e tasso di interesse di mercato dipendono da due canali: bank lending channel e balance sheet channel.

Il meccanismo di trasmissione della politica monetaria secondo Money View si basa principalmente sull'effetto del tasso di interesse sui consumi e sugli investimenti. Quando la politica monetaria viene allentata e i tassi di interesse diminuiscono, si verifica un aumento della domanda di prestiti da parte delle imprese e dei consumatori. Questo porta a un aumento degli investimenti e dei consumi, che a sua volta stimola la crescita economica. D'altra parte, il meccanismo di trasmissione della politica monetaria secondo il canale del credito si concentra sul ruolo delle banche nel processo di trasmissione. Quando i tassi di interesse di mercato aumentano, le banche non possono adeguare i tassi di interesse sui depositi, il che porta a una diminuzione della domanda di depositi. Di conseguenza, le banche riducono l'offerta di prestiti, creando una restrizione dell'offerta di credito. Questo può portare a una contrazione degli investimenti e dei consumi, causando una riduzione della crescita economica. Graficamente, la principale differenza tra i due meccanismi di trasmissione può essere rappresentata da due curve. Nel caso di Money View, avremmo una curva dei consumi e degli investimenti che si sposta verso l'alto quando i tassi di interesse diminuiscono, indicando un aumento della domanda aggregata. Nel caso del canale del credito, avremmo una curva dell'offerta di credito che si sposta verso il basso quando i tassi di interesse aumentano, indicando una restrizione dell'offerta di credito e una diminuzione degli investimenti e dei consumi. In sintesi, mentre Money View si concentra sull'effetto diretto del tasso di interesse sui consumi e sugli investimenti, il canale del credito mette in evidenza il ruolo delle banche nel processo di trasmissione della politica monetaria. Entrambi i meccanismi possono avere un impatto significativo sull'economia, ma attraverso vie diverse.

Secondo la CREDIT VIEW ad ogni politica monetaria si associa un meccanismo di trasmissione più ampio (pro-ciclico) che prende il nome di ACCELERATORE FINANZIARIO ed è tale da produrre variazioni di reddito più significative a fronte di variazioni di tassi di interesse inferiori, se comparate con il caso della MONEY VIEW.

I meccanismi di trasmissione della politica monetaria possono essere scomposti in due parti:

a) La money View è collegata ai cambiamenti indotti sul costo reale dei fondi nel suo complesso. La Money view associa la specialità delle banche alla loro funzione monetaria (lato passivo moltiplicatore dei depositi)

b) La credit View è collegata all'acceleratore finanziario che nasce dall'impatto di politica monetaria sulle posizioni finanziarie di banche/debitori. La Credit view associa la specialità delle banche alla loro funzione creditizia, soprattutto in presenza di limiti informativi (lato attivo moltiplicatore)

25. CONTINUA. MECCANISMO DI TRASMISSIONE DELLA POLITICA MONETARIA I meccanismi di trasmissione

26. LE CRISI FINANZIARIE RECENTI MOSTRANO LA NATURA COMPLESSA DI QUESTI FENOMENI. ARGOMENTATE SUL PUNTO USANDO ELEMENTI DI NATURA EMPIRICA E/O TEORICA.

Per crisi finanziaria si intende una situazione in cui numerose istituzioni o attività finanziarie perdono improvvisamente larga parte del loro valore. I recenti accadimenti a livello internazionale rendono evidente che la finanza può svolgere un ruolo destabilizzante. Il continuo susseguirsi delle crisi desta preoccupazione e solleva importanti quesiti, rendendo quindi importante che i mercati finanziari siano efficienti e stabili per la loro dimensione e per la loro connessione.

Agli estremi si collocano due opposte visioni del mondo: La PRIMA fondata su un

presupposto nella fiducia che i mercati (soprattutto quelli finanziari) siano istituzioni tendenzialmente efficienti, con la conseguente implicazione che le crisi finanziarie siano determinate da shock esogeni di natura temporanea e sporadica destinate ad avere effetti più monetari che reali e destinate ad avere effetti congiunturali piuttosto che a lungo termine.

La SECONDA fondata sulla constatazione che la caratteristica distintiva dei mercati finanziari è il loro radicamento nell'incertezza, da cui conseguono:

  • Complesse dinamiche endogene;
  • Crisi finanziari ricorrenti;
  • Crisi destinate ad avere profonde ripercussioni reali;
  • Crisi destinate ad avere effetti sia congiunturali sia a lungo termine.

27. LE CRISI FINANZIARIE: SINTESI DELLA PRINCIPALE EVIDENZA EMPIRICA

Per crisi finanziaria si intende una situazione in cui numerose istituzioni o attività finanziarie perdono improvvisamente larga parte del loro valore.

Le cause della Grande Depressione sono state

talismo. Secondo Keynes, la diminuzione dell'efficienza marginale del capitale è causata da una serie di fattori, tra cui la mancanza di fiducia degli investitori, la riduzione dei consumi e la contrazione del credito. Questi fattori portano a una diminuzione degli investimenti e, di conseguenza, a una diminuzione della domanda aggregata. Keynes sostiene che per contrastare questa diminuzione della domanda, il governo dovrebbe intervenire attraverso politiche di spesa pubblica e politiche monetarie espansive. In questo modo, si potrebbe stimolare la domanda e favorire la ripresa economica.
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A.A. 2019-2020
123 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/02 Politica economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher saralodetti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia monetaria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Variato Anna Maria.