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CAPITOLO III
LA GESTIONE DELLA POLITICA MONETARIA E DEL CAMBIO
La funzione essenziale svolta da una banca centrale è la gestione della politica monetaria e del
cambio, della definizione di moneta, la sua emissione e il successivo controllo.
Emissione di moneta e controllo monetario
La moneta (M) è costituita dal circolante ( C ) e dai depositi bancari (D):
M=C+D
Dove C viene emesso dalla banca centrale e D dalle banche, in ogni caso comunque la banca
centrale riesce a controllare sia la moneta da lei emessa sia i depositi attraverso il moltiplicatore
monetario. Le banche a fronte dei depositi hanno delle riserve bancarie (R) presso la banca centrale,
possono essere costituite obbligatoriamente oppure no e servono per gestire pagamenti o far fronte
alla necessità di liquidità.
La base monetaria è data dalle passività della banca centrale ossia circolante ( C ) e riserve ( R )
BM=C+R
Il moltiplicatore monetario (m) è dato dal rapporto tra moneta e base monetaria
m= (C+D)/(C+R)=(c+1)/(c+r) ottenuto dividendo moltiplicatore e denominatore per il totale dei
depositi (r è il tasso di riserva obbligatoria)
M è un multiplo di m in quanto M=m*BM con m>1 ed r<1.
La banca centrale controlla sia la moneta che i tassi di interesse, il tasso che controlla in modo
diretto è il tasso overnight ossia il tasso sulla scadenza più breve possibile sui prestiti interbancari
della durata di un giorno. I tassi di interesse su scadenze più lunghe sono dati dalla media del tasso a
breve e quelli previsti per il futuro.
Ad esempio, poniamo che si voglia trovare il tasso su due anni (T), t è il tasso a breve mentre t è il
1 2
tasso previsto:
T = (t +t )/2
1 2
In questo modo la banca centrale esercita l’influenza sulla curva di rendimento dei tassi di interesse
contribuendo a determinare i tassi a lungo termine determinando quelli a brevissimo termine.
In definitiva la banca centrale controlla:
quantità di moneta in circolazione
tassi di interesse
queste due non sono variabili indipendenti, il tasso di interesse dipende dalla quantità di moneta in
circolo per cui non si possono avere obiettivi monetari o di tasso slegati.
1 Gestione della politica monetaria
In questo ambito la banca centrale decide come utilizzare i propri strumenti per conseguire obiettivi
macroeconomici. Ci sono due livelli di gestione della politica monetaria:
livello strategico – riguarda la definizione degli obiettivi finali di politica monetaria e degli
obiettivi intermedi
livello operativo – riguarda la definizione di obiettivi operativi e la gestione di strumenti di
politica monetaria per attuare quanto stabilito a livello strategico
gli obiettivi finali della banca centrale sono:
stabilità dei prezzi – la banca centrale si pone come obiettivo quello di mantenere il tasso di
variazione dei prezzi su livelli contenuti evitando dunque che l’inflazione si attesti su livelli
alti. In questo modo si evitano i costi relativi all’inflazione, come ad esempio la riduzione
del potere d’acquisto dei salari sul lungo periodo
stabilizzazione delle fluttuazioni cicliche dell’economia – l’attività economica di un paese
può subire variazioni misurabili attraverso le variazioni percentuali del PIL
Questi due obiettivi non sono indipendenti, ad esempio una politica monetaria espansiva ha effetti
positivi sul PIL nel breve periodo ma comporta l’aumento del tasso di inflazione. Per questo la
banca centrale deve fissare le proprie particolarità. In Europa l’obiettivo di stabilità dei prezzi
prevale su quello di stabilità come previsto nello statuto della BCE.
Gli obiettivi e gli indicatori intermedi di politica monetaria sono variabili che la banca centrale è in
grado di controllare solo indirettamente ma che hanno comunque una relazione stabile con la
politica monetaria. Un tipico obiettivo intermedio è il tasso di crescita della moneta che la banca
centrale controlla tramite il moltiplicatore monetario. Questa variabile a sua volta influenza il tasso
di inflazione e la crescita economica. Un altro esempio ci è dato dal volume di credito disponibile
per l’economia o il livello generale dei tassi di interesse, in questo ultimo caso la banca controlla
direttamente solo i tassi overnight e indirettamente i tassi di interesse a medio-lungo termine, che
sono poi quelli rilevanti per le decisioni di investimento di imprese e famiglie e quindi sulla crescita
economica. Se in passato si faceva largo ricorso all’utilizzo di obiettivi intermedi in politica
monetaria, ora il loro utilizzo è diminuito.
Le decisioni di politica monetaria vengono prese ogni mese dal Governing Council della BCE ossia
il comitato esecutivo al quale si aggiungono i governatori delle banche centrali dei paesi membri.
i)La gestione operativa della politica monetaria
La gestione della politica monetaria avviene tramite la fissazione di un livello obiettivo per quanto
riguarda i tassi di interesse del mercato monetario. La banca centrale determina il tasso di interesse
interbancario overnight attraverso il controllo dell’offerta di riserve depositate presso la banca
centrale che le banche possono prestarsi overnight.
Le banche hanno l’obbligo di versare la cosiddetta riserva obbligatoria (ROB) la quale viene fissata
dalla banca centrale sul totale dei depositi. Questa quota di riserva obbligatoria deve essere
mediamente mantenuta nell’arco di un periodo di mantenimento che di solito è un mese, durante il
quale le banche possono avere sia quote minori che maggiori di riserva rispetto a quella fissata dalla
banca centrale.
Quando una banca si aspetta un tasso overnight futuro del giorno seguente inferiore a quello
odierno potrà avere un profitto atteso pari a i -E(i ) nel caso in cui prestasse i propri fondi sul
t t+1
mercato interbancario, riducendo le sue riserve depositate presso la banca centrale. Per compensare,
il giorno dopo si indebiterà ad un tasso inferiore così da riportare la media di ROB a quella fissata.
Se invece il tasso di interesse atteso per il giorno dopo è superiore le banche si indebiteranno oggi
aumentando la riserva e quindi un aumento di domanda di riserve.
Ad un aumento del tasso overnight atteso corrisponde una riduzione di riserve domandate, ad una
diminuzione del tasso atteso corrisponde un aumento di riserve domandate.
Profitto=i -E(i )
t t+1
Se it=E(it+1) non avverranno operazioni di arbitraggio
Se it>E(it+1) le operazioni di arbitraggio inducono le banche a diminuire la domanda di riserve
Se it<E(it+1) le operazioni di arbitraggio sono tese ad aumentare la domanda di riserve
La domanda di riserve è funzione del tasso overnight corrente.
Aumentando l’offerta di riserve la banca centrale riduce il tasso di interesse attuando una politica
monetaria espansiva mentre diminuendo l’offerta di riserve la banca centrale aumenta il tasso
overnight attuando una politica restrittiva.
Siccome la banca centrale ha il controllo dell’offerta di riserve e tramite questo riesce a fissare il
tasso overnight obiettivo. Essendo l’obiettivo della banca centrale un obiettivo di tasso essa perde il
controllo della base monetaria perché si impegna ad offrire al mercato tutte le riserve richieste in
modo che il mercato trovi il tasso di interesse di equilibrio. La moneta presente nel sistema è un
multiplo della base monetaria tramite il moltiplicatore m e ciò provoca una sostanziale endogeneità
della moneta. La banca centrale comunque è in grado di determinare la quantità di moneta ma
sceglie di vincolarla all'obiettivo del tasso di interesse.
ii)La politica del cambio
La banca centrale è responsabile nella gestione della politica del cambio e anche qui si distingue tra
livello strategico e livello operativo.
Livello strategico: si riferisce alla volontà della banca centrale di perseguire un obiettivo di
cambio:
i) la banca centrale può scegliere di lasciar fluttuare il valore della moneta, lasciando
al mercato il compito di deciderne il valore rispetto alle altre (cambio flessibile).
ii) Può decidere di controllarne il valore in modo che non si allontani troppo
dall'obiettivo fissato. Può anche decidere di ancorare il suo valore a quello di
un'altra valuta, in questo caso si parla di cambio fisso.
Livello operativo – la banca centrale per perseguire un obiettivo di cambio può:
i) se intende sostenere il valore della valuta deve intervenire sul mercato comprando la
propria valuta contro quella estera. Per farlo deve avere scorte sufficienti di valuta
estera.
ii) Se vuole sottovalutare il valore della moneta deve semplicemente vendere valuta sul
mercato, con una capacità presso che illimitata in quanto può immettere sulla piazza
la propria valuta a piacimento portandola ad accumulare riserve ufficiali e cioè
crediti nei confronti di altri paesi. Questa è negli ultimi anni una delle strategie
perseguite dalla Cina.
2 La supervisione e la gestione dei sistemi di pagamento
Le banche centrali vigilano sui sistemi di regolamento individuando due aree di intervento:
regolamentazione – stabiliscono le regole dei sistemi di regolamento
liquidità – la banca centrale inietta liquidità al sistema bancario con prestiti a brevissimo
termine per ridurre il costo di funzionamento dei sistemi di regolamento
Le banche disegnano le regole dei sistemi di pagamento così da ridurre il c.d. Rischio di
regolamento. La prima fase ha colpito i multilateral net seattlement, sistemi in cui il regolamento
avviene al netto a fine giornata dando vita al seattlement lag che comporta un rischio di
regolamento ossia un rischio di liquidità (mancata regolamentazione nei tempi previsti) e di credito
(insolvenza) che potrebbe contagiare anche le altre banche. Col rapporto Lamfalussy vengono
forniti i criteri per ridurre il rischio di regolamento, come ad esempio l'avere dei criteri d'accesso al
sistema chiari e oggettii ed essere in grado di assicurare il regolamento di fine giornata anche in
caso di insolvenza del partecipante con la posizione debitoria netta più alta.
Con l'introduzione dei sistemi di real time gross seattlement (che in Europa prende il nome di
sistema TARGET, gestito dalle banche centrali europee) il seattlement lag viene eliminato in quanto
si ha il regolamento immediato dei pagamenti. Questo sistema comporta però un costo di liquidità
in quanto ogni banca deve avere scorte liquide sufficienti per garantire l'immediato regolamento e
ciò significherebbe la detenzione di fondi liquidi in eccesso presso la banca centrale i quali hanno
tassi di remunerazione inferiori ai tassi di mercato. Per questo motivo il SEBC ha approntato tre
soluzioni per minimizzare il costo di