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La retta di bilancio e le combinazioni di consumo
La retta ci dice che il consumatore può scegliere una serie di combinazioni purché la spesa non superi la disponibilità economica. Nelle rette di bilancio noi semplifichiamo con due beni:
- Se ci troviamo nel punto A noi stiamo dedicando tutto il nostro denaro a quel prodotto.
- Se ci troviamo in B io ho speso tutto in quel prodotto.
- Se creo combinazioni tra beni io mi sposto sulla retta.
La retta di bilancio indica tutte le possibili combinazioni che il consumatore può effettuare per ripartire il suo denaro. L'area sotto la retta definisce l'insieme delle possibilità di consumo.
Se il budget resta invariato può succedere che ci sia una variazione dei prezzi e, se resta fermo il vincolo di budget, ciò va determinare la necessità di una diversa combinazione tra i beni: se il prezzo aumenta io posso acquistare meno quantità di quel prodotto e viceversa; ciò implica che l'area sottesa alla curva si è.
ridotta non per il cambio di budget bensì perché è aumentato il prezzo del prodotto. La retta di bilancio alla variazione di prezzo dei beni si sposta e muta anche la pendenza, ma abbiamo comunque una retta di bilancio con una sua area sottesa alla curva. Se ho una variazione di reddito la combinazione dei beni che possiamo acquistare, a parità di prezzo degli stessi, posso fare un maggior numero di acquisti, quindi l'area sottesa alla retta di bilancio aumenta; può cambiare la combinazione di beni nel mio paniere di spesa. Richiami di teoria della domanda La domanda individuale è influenzata da: prezzo del bene sostituto, reddito, prezzo, preferenze. Attraverso l'elasticità misuriamo la sensibilità della domanda rispetto a prezzo e reddito; ci sono due atteggiamenti diversi: beni di prima necessità e beni non di prima necessità, ma anche nell'alimentare ci sono distinzioni. Si è studiata poi la curva diEngel e si spiega anche la scarsa reattività delladomanda rispetto al reddito e si è visto come ad un certo punto si raggiungeun asintoto. La curva di bilancio mi indica la combinazione tale di beni chepossiamo acquistare rispettando un certo reddito; se cambia il redditopreferenzecambia la quantità di prodotti che posso acquistare. Anche le delconsumatore sono molto importanti, infatti il settore alimentare rispondemolto alle preferenze dei consumatori, come alcuni anni fa si è vistal'attenzione ai prodotti Healty, ad oggi c'è maggiore attenzione all'ambiente edettare i propriquindi filiere corte, biologico, ecc. e quindi è il consumatore abisogni/preferenze attraverso i propri feedback; le preferenze determinanoqualità:anche il concetto di mentre nel caso della sicurezza alimentare èdefinita con precisione, ma nel caso della qualità non esiste una definizioneattributi del prodottounivoca perchési avrà una domanda aggregata di prodotti di lusso maggiore rispetto a una popolazione povera. Inoltre, le preferenze possono variare anche in base a fattori culturali, sociali ed economici. Ad esempio, in alcune culture il consumo di carne bovina è molto diffuso, mentre in altre si preferisce il consumo di pesce o di prodotti vegetariani. Le preferenze possono anche essere influenzate da fattori psicologici, come le emozioni, le abitudini e le esperienze personali. In conclusione, le preferenze dei consumatori sono un elemento chiave nella determinazione della domanda di un prodotto e possono influenzare significativamente il comportamento di acquisto.c'è un consumo extradomestico più elevato (maggiore risposta all'aumento del reddito). Lo scopo è quindi quello di andare a vedere una situazione più generale e completa per poter fare considerazioni maggiori e differenti partendo però dai singoli consumatori.
Lezione 5
La teoria neoclassica è quella a cui si è sempre fatto riferimento negli anni e si fonda su dei postulati non più attuali e che non possono quindi essere considerati nel momento in cui si parla di un mercato, in particolare dei prodotti agroalimentari; ci sono state quindi delle piccole modifiche fino ad arrivare alla teoria neoistituzionale in cui si studia il perché in alcuni casi il mercato potrebbe non funzionare.
L'evoluzione della teoria della domanda è importante perché l'economia si basa sulla teoria neoclassica, in cui sono presenti però dei principi che non sono applicabili al mercato attuale. il consumatore
È il primo principio della teoria neoclassica che ci dice che il soggetto razionale massimizza la sua utilità in base al reddito, quindi il reddito è l'unico vincolo di bilancio, ossia il consumatore spende nell'acquisto di beni sulla base del reddito.
Il secondo principio dice che il mercato è trasparente, il che significa che all'interno di questo luogo virtuale (mercato) ci sono domanda e offerta che si incontrano nel punto di equilibrio e in questo punto si scambiano una certa quantità in corrispondenza di un determinato prezzo. L'assunto alla base della teoria è che il consumatore conosce perfettamente il prodotto che sta acquistando, ossia esiste conoscenza perfetta tra ciò che sto acquistando e ciò che l'offerta mi sta offrendo. Io ho una base di conoscenza tale da potergli conferire un valore. Nel momento in cui io non conosco alcune caratteristiche di un prodotto, non sono in grado di valutarlo.
più in grado di conferirgli un vero e proprio valore. Di conseguenza se io riesco ad attribuire tali caratteristiche a tutti i prodotti che acquisto io riconosco quella che è la combinazione migliore per massimizzare la mia utilità.
l'utilità marginale decrescente:
Il terzo principio si basa ipotizzando di avere sete e avere davanti 10 bicchieri di acqua l'utilità in termini di beneficio che viene tratta dal primo bicchiere è sicuramente maggiore di quella che si riceve dal secondo, e così via. L'utilità marginale è l'utilità che il consumatore trae dalle singole unità di prodotto consumato. L'utilità marginale decresce perché la quantità di utilità che io prendo dalla singola unità decresce, ma l'utilità totale aumenta, ossia la sommatoria delle utilità marginali, che aumenta all'aumentare delle unità.
Il quarto principio definisce secondo la teoria neoclassica tutti i prodotti sono uguali tra loro, ma anche che i consumatori non hanno preferenze. Tutti questi principi non valgono per i prodotti alimentari, ad eccezione dell'utilità marginale decrescente.
Ci sono quindi delle problematiche con i postulati: non è un soggetto razionale. 1. Il consumatore infatti non necessariamente massimizza la sua utilità andando al prodotto che costa meno, quindi il vincolo di budget non è l'unico limite alle scelte del consumatore; ci può essere un prodotto che costa di più ma che dà maggiore utilità marginale al consumatore stesso. Non sempre il vincolo di budget può essere considerato l'unico vincolo alla scelta dei prodotti alimentari. 2. Il mercato non è trasparente. Il perché non possono conoscere tutte.
Le caratteristiche del prodotto. Se io cerco una specifica informazione del prodotto la posso poi sfruttare per poter conferire un valore al bene; se la caratteristica non è esplicita o non è conosciuta, non c'è conoscenza dalla simmetria informativa. Il mercato non è simmetria informativa quindi in perché domanda e offerta non conoscono allo stesso modo il prodotto; il livello può comunque essere più alto o meno di asimmetria e il consumatore è sempre posto in informativo. Questo rappresenta un problema perché parlando di asimmetria informativa c'è un problema di fallimento del mercato perché se torniamo al problema di non conferire un valore reale al prodotto ci potrebbero essere comportamenti opportunistici dall'azienda verso il consumatore: se io non posso conoscere la veridicità delle informazioni o le caratteristiche stesse io non posso valutare.
appieno il prodotto e quindi si può sviluppare un comportamento opportunistico perché il produttore assegna un valore maggiore al prodotto, ma io non posso valutarlo perché non ho conoscenza. L'etichettatura serve a ridurre l'asimmetria informativa sul mercato, ossia serve a dare al consumatore degli strumenti che gli consentano di ridurre il gap informativo; questo consente al consumatore di scegliere in modo più informato, consapevole e dare un valore al prodotto, dall'altro lato siccome il consumatore ha conoscenza c'è minore opportunismo da parte dell'offerta e il mercato tende a tornare all'equilibrio. 3. L'utilità marginale è sempre decrescente. L'utilità quindi è l'unico principio valido anche per i prodotti alimentari. L'utilità marginale decresce all'aumento del consumo, mentre l'utilità totale aumenta, ossia c'è una sommatoria di utilità. 4. Non cisono prodotti omogenei all'interno del mercato alimentare, infatti l'industria alimentare è caratterizzata da molti prodotti tutti diversi tra loro, ossia il mercato dell'industria alimentare è monopolistica perché c'è una concorrenza di moltissime aziende, ma anche monopolistica perché ogni prodotto è pressoché unico nel suo genere. Ognuno di noi avrà la preferenza per alcuni prodotti, e ognuno di noi andrà a massimizzare la propria utilità sulla base delle proprie preferenze. Non si può parlare né di omogeneità a livello di preferenze e al contempo non si possono definire i prodotti alimentari come omogenei. Prima di arrivare alla teoria neoistituzionale tutti gli economisti che si sono affacciati alla teoria economica classica hanno considerato i prodotti alimentari come omogenei.