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Strutture extra
alberghiere alberghiere
Residenze
Alberghi turistico
alberghiere
Le strutture alberghiere – art. 22
Sono aziende alberghiere le aziende organizzate per fornire al pubblico,
alloggio in almeno sette camere
con gestione unitaria, o appartamenti,
con o senza servizio autonomo di cucina, ed altri servizi accessori per il
soggiorno, compresi eventuali servizi di bar e ristorante.
Le aziende alberghiere si distinguono in:
alberghi
quando offrono alloggio prevalentemente in camere;
residenze turistico alberghiere
quando offrono alloggio in appartamenti
costituiti da uno o più locali, dotati di servizio autonomo di cucina.
L'appartenenza all'una o all'altra tipologia è determinata dalla prevalenza
nel computo della capacità ricettiva tra camere ed appartamenti, delle
camere o degli appartamenti.
Alberghi
● Strutture
alberghiere Residenze
Alberghi turistico
alberghiere
Prevalenza di
appartamenti con
Prevalenza di servizio
camera autonomo di
cucina
Le strutture alberghiere – art. 23
In relazione alle caratteristiche strutturali ed ai servizi che
offrono, gli alberghi possono distinguersi anche nelle
tipologie ed assumere le denominazioni sottoindicate:
motel
villaggio albergo
albergo meublé o garnì
albergo dimora storica
albergo centro benessere
albergo diffuso Motel
autorimessa, box o
Albergo che fornisce il servizio di con
parcheggio, per tanti posti macchina o imbarcazione quante
sono le camere o suites degli ospiti maggiorate del 10 per cento
servizi di ristorante o tavola calda o fredda e di bar;
nonché i primo intervento di assistenza
fornisce inoltre servizi di ai
rifornimento carburante
turisti motorizzati e di anche
mediante apposite convenzioni con operatori situati nelle
vicinanze dell'esercizio;
Alberghi – definizioni I
Villaggio albergo:
albergo caratterizzato dalla
centralizzazione dei servizi in funzione di più stabili facenti
parte di uno stesso complesso inserito in un'area attrezzata
per il soggiorno e lo svago degli ospiti;
Albergo meublé o garnì:
albergo che fornisce solo il
servizio di alloggio, normalmente con prima colazione e bar,
senza ristorante;
Albergo dimora storica:
albergo la cui attività si svolge in
immobile di pregio storico o monumentale, con struttura e
servizi minimi della classe tre stelle;
Alberghi – definizioni II
Albergo centro benessere:
albergo dotato di impianti e attrezzature
adeguati per fornire agli ospiti servizi specializzati per il relax, il benessere
e la rigenerazione fisica, con struttura e servizi minimi della classe tre
stelle;
Albergo diffuso:
albergo caratterizzato dalla centralizzazione in un unico
stabile dell'ufficio ricevimento ed accoglienza, ed eventualmente delle sale
di uso comune, ristorante e spazio vendita per i prodotti tipici locali, e dalla
dislocazione delle camere o alloggi in uno o più edifici separati, anche con
destinazione residenziale, purchè situati nel medesimo comune o in quelli
limitrofi a una distanza non superiore a metri 400 dal corpo centrale,
purchè sia garantito il rispetto dei requisiti strutturali ed igienico sanitari
previsti dalla vigente normativa per lo svolgimento dell’attività
alberghiera; lo stabile centrale e gli edifici adibiti a camere o alloggi
possono essere di proprietà di soggetti distinti.
Strutture extra alberghiere – art
32
La Regione disciplina le seguenti strutture ricettive non
alberghiere:
case per ferie;
ostelli per la gioventù;
rifugi alpinistici e rifugi escursionistici;(3)
esercizi di affittacamere;
case e appartamenti per vacanze;
bed & breakfast;
bivacchi fissi.
Strutture extra alberghiere –
definizioni I
Art. 33 case per ferie
Sono le strutture ricettive attrezzate
per il soggiorno prevalentemente di gruppi di persone, gestite
da soggetti pubblici o privati per il conseguimento di finalità
sociali, culturali ed educative.
Art. 35 ostelli per la gioventù
Sono le strutture ricettive
attrezzate per il soggiorno prevalentemente di giovani, gestite
da soggetti pubblici o privati per il conseguimento di finalità
sociali, culturali ed educative.
Strutture extra alberghiere –
definizioni II
Art. 38.1 rifugi alpinistici
I sono strutture ricettive idonee a
offrire ospitalità e ristoro, gestite e poste a quota non inferiore a
1.000 metri di altitudine in zone isolate di montagna, inaccessibili
mediante strade aperte al traffico ordinario o linee funiviarie di
servizio pubblico oppure distanti da esse almeno 1.500 metri
lineari o 150 metri di dislivello, ad esclusione delle sciovie.
Art. 38.2 rifugi escursionistici
I sono strutture ricettive idonee
ad offrire ospitalità e ristoro, gestite e poste a quota non inferiore a
700 metri di altitudine, in luoghi accessibili anche mediante strade
aperte al traffico di servizio o impianti di trasporto pubblico, ad
esclusione delle sciovie.
Strutture extra alberghiere –
definizioni III
Art. 38.3 bivacchi fissi
I sono locali di alta montagna incustoditi
e senza viveri, allestiti con un minimo di attrezzatura per fornire
riparo ad alpinisti ed escursionisti, posti in luoghi isolati a quota
non inferiore a 2.000 metri di altitudine e distanti almeno 3.000
metri lineari o 300 metri di dislivello da strade aperte al traffico di
servizio, rifugi alpinistici o impianti di risalita.
Art 41 esercizi di affittacamere
Sono le strutture composte da
non più di sei camere, con una capacità ricettiva non superiore a
dodici posti letto, ubicate in non più di due appartamenti
ammobiliati in uno stesso stabile, nelle quali sono forniti alloggio
ed eventualmente servizi complementari ai clienti.
Strutture extra alberghiere –
definizione IV
Art. 43 case ed appartamenti per vacanze
Sono definite
le strutture ricettive gestite in modo unitario, in forma
imprenditoriale ed organizzate per fornire alloggio e servizi,
in unità abitative composte da uno o più locali arredati e
dotati di servizi igienici e di cucina e collocate in un unico
complesso o in più complessi immobiliari.
Art. 45 bed & breakfast
E' denominata l'attività di
carattere saltuario svolta da privati che utilizzano parte della
loro abitazione di residenza per offrire un servizio a
conduzione familiare di alloggio e prima colazione.
Raccolta dei dati
Per quanto concerne la raccolta dei dati di materia turistica,
l’ente di riferimento è l’ISTAT.
Gli albergatori trasmetto i dati di presenze / arrivi alla
provincia, la quale provvede a inviarli all’ISTAT.
censuarie,
Le indagini ISTAT sono pertanto indagini che
coinvolgono tutti gli esercizi. Questo quantomeno a livello
teorico, poiché si presuppone che gli alberghi trasmettano i
dati corretti di presenze e arrivi.
La variazione percentuale
La raccolta dei dati resta comunque u processo piuttosto
lento, che impedisce di avere velocemente dati di buona
qualità. E questo influisce in gran parte sull’incapacità
dell’azione tempestiva ai cambiamenti in corso.
Una volta avuti i dati è importante saperli leggere
correttamente e calcolarne le variazioni percentuali.
variazione percentuale
La è data dalla differenza tra i dati
di due anni (successivo – precedente) fratto il dato dell’anno
precedente, moltiplicato per 100.
La permanenza media
Il dato di permanenza media esprime quante notti, in media, un turista
spende nella località turistica.
La permanenza media di calcola dividendo le permanenze in un dato
arco di tempo, per gli arrivi in quel medesimo arco di tempo.
Si trova quindi, in media, quanto ogni turista, che ha fatto registrare un
arrivo, è rimasto nella struttura.
Dal 2002 al 2012, si è avuto un calo della permanenza media del 14,7 %.
I turisti pernottano, in media, una notte in meno in Italia. Perché?
Crisi economica
Soggiorni più brevi, ma in più località (si registrano più arrivi per lo stesso
turista cala la permanenza media)
La presenza turistica in Italia
Dal 2002 al 2012 il trend (tendenza di fondo) della presenza turistica in Italia è
aumento,
stato in anche se non in modo lineare, data, probabilmente, la situazione
economica contemporanea. Tra gli anni 2008 e 2009, infatti, vi è stato un calo sia
degli arresti, che delle presenze turistiche in Italia.
Inoltre possiamo verificare come, sempre dal 2002 al 2012, le presenze registrate
dal domestic tourism siano aumentate solo dello 0,6%, mentre quelle
dell’incoming tourism del 24%.
L’internal tourism si assesta quindi al +10,5%, poiché è una media ponderata di
domestic e incoming turism, dal momento che il domestic turism rappresenta una
% maggiore del turismo in Italia.
La presenza turistica in Italia
Anno di Presenze Quota Presenze Quota
riferimento domestic domestic incoming incoming
tourism tourism tourism tourism
2002 199.687 57,8% 145.560 42,2%
2012 200..947 52,7% 180.465 47,3%
Si può verificare, quindi che le presenze italiane in
Italia diminuite del 8,8%,
dal 2002 al 2012 sono mentre le
sono aumentate del + 12,08%
presenze straniere
La presenza turistica in Italia
Per quanto concerne le presenze negli esercizi ricettivi per
tipo di esercizio non vi sono cambiamenti significati tra il
2002 e il 2012.
Le strutture ricettive alberghiere coprono circa i due / terzi
dei flussi turistici. Il restante terzo è coperto dalle strutture
ricettive extra – alberghiere.
La stagionalità
stagionalità
La si verifica nel momento in cui vi è
degli arrivi
un’impennata in un determinato periodo
dell’anno, mentre dei si registrano dei flussi quasi nulli nel
restante arco dell’anno.
Ad es. le zone balneari sono caratterizzate da forte
stagionalità, legata alle condizioni climatiche.
Gli SVANTAGGI della
stagionalità
Un’eccessiva stagionalità porta con sé numerosi svantaggi:
Le strutture ricettive sono sfruttate solo per un limitato periodo dell’anno. I costi
fissi, di conseguenza, sono da coprire attraverso il lavoro di un breve arco di tempo.
Per il turista:
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
Per termini, condizioni e privacy, visita la relativa pagina.