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I MODELLI GARCH
I modelli Garch sono ancora oggi dibattuti, perchè sono modelli che sono opinabili, quindi non
vedono ancora utilizzati molto.
Essi nascono per il fatto che la volatilità subisce fluttuazioni significative, ed in particolare vi è
eteroschedasticità, in particolare la varianza mutua nel tempo e quindi vi sono periodo con elevata
volatilità introdotti da periodo di relativa tranquillità, quindi quando sul mercato non vi è un trend,
ma si muove con un percorso random, quindi la deviazione standard non può dire precisamente il
suo andamento.
Andiamo ad osservare le correlazioni tra i seguenti titoli:
Security MSFT T VZ SPX GOOGL AMZN
MSFT 100% 33% 34% 60% 45% 36%
T 33% 100% 74% 60% 35% 22%
VZ 34% 74% 100% 60% 36% 26%
SPX 60% 60% 60% 100% 61% 49%
GOOGL 45% 35% 36% 61% 100% 48%
AMZN 36% 22% 26% 49% 48% 100%
Tali correlazioni sono state create sulla base dell’andamento borsistico dei titoli in un arco
temporale di 10 anni.
La correlazione non misura la performance dei titoli, perchè si basa su varianza e covarianza, ma
è uno strumento utilizzato dai traider per mitigare il rischio dei portafogli che loro gestiscono.
Tale correlazione si basa su dati storici, perché ad oggi la correlazione implicita non è ancora
presa in considerazione in maniera preponderante, anche se per alcuni portafogli di titoli si
negoziano in base al Var che è strettamente dipendente alla correlazione.
Da tale tabella possiamo osservare come esista una forte connessione tra Google e Amazon,
questo perché Google ha un accesso ai satelliti che è fondamentale per l’industria Amazon, ecco
spiegata la correlazione al 48%. Questa tabella mostra anche la grande differenza tra MSFT e
Google e Amazon, data dal fatto che MSFT si basa sul contenuto mentre le seconde due si basa
sulla piattaforma. Quindi da tale valutazione possiamo vedere come da una tabella che si basa su
dati storici, è possibile passare a valutazioni di mercato rendendo tali correlazioni un po più
implicite e meno storiche. Pagina 28
I MODELLI DI SIMULAZIONE
Come si costruisce una simulazione che sta a metà tra simulazioni storiche e simulazioni
Montecarlo?
Disegnatemi e spiegatemi la non linearità del rapporto tra l’attività sottostante e il prezzo
dell’opzione
I modelli di simulazione derivano il Var (il Var è una derivata dei modelli di simulazione) simulando
un grande numero di scenari riguardanti la possibile evoluzione futura dei mercati. Se i modelli di
simulazione sono sbagliati, la misura del Var corrispondente sarà poco utile.
Dietro i modelli di simulazione devono esserci 3 caratteristiche che coesistono al fine di avere
modello di simulazione il più possibile prossimo a quello che possano essere gli andamenti futuri
del passato:
1) Full valuation: non deriviate il valore del portafoglio dal girono precedente, ma ricalcolarlo ogni
girono.
2) Logica del percentile
3) maggiore flessibilità
Anche tale metodologia parte dal passato e cerca di darne una proiezione sul futuro
modificandolo in funzione di alcune variabili tramite delle simulazioni.
Partiamo dal concetto di full valuation. L’approccio variazione-covarianze stima la variazione di
valore di un portafoglio attraverso un sistema di coefficienti di sensibilità, solitamente lineari. Nei
modelli di simulazione tale valore di mercato del portafoglio viene completamente ricalcolato,
mediante opportuna formale di pricing. Quindi il portafoglio in ogni valutazione che si va a stimare
viene ricalcolato ogni giorno e quindi non viene desunto dal valore del girono precedente.
Ad esempio invece di stimare l’effetto di un rialzo dei tassi sul valore di un titolo obbligazionario
sulla basa della duration modificata si procede a ricalcolare il nuovo prezzo del titolo con il nuovo
livello dei tassi.
Ogni giorno gli asset del portafoglio vengono quindi riformulati. Se le formule di pricing usate
sono corrette, i modelli di simulazione non restituiscono variazione del valore del portafoglio
approssimate, ma esatte. Un approccio di questo tipo mi permette di avere delle valutazioni
esatte degli asset del mio portafoglio e non valutazione di rischio aggregato, ma una valutazione
del rischio puntuale.
Quando si guarda al portafoglio, si devono considerare innanzitutto i fattori di rischio di tale
portafoglio che possono essere ricondotti a delle asset class, con il rischio però di non tenere in
considerazione la correlazione, perchè queste asset class possono muoversi insieme. Infatti si
può generare un elevato numero di scenari relativi a variazioni dei fattori di mercato basati sulle
variazione passate. Se ad esempio un portafoglio è composto da petrolio, azioni Fiat, obbligazioni
Eni e se il prezzo del petrolio sale, si avrà che a seguito dell’espansione del prezzo del petrolio,
l’azione Fiat perderà valore mentre l’obbligazione salirà di valore. Il secondo aspetto da
considerare è il portafoglio stesso ed infatti ogni scenario che viene calcolato attraverso
simulazioni (storiche o Montecarlo) è tradotto da un valore simulato per il portafoglio, di solito
attraverso una logica di full valutation tramite un corretto modello di simulazione che deve isolare
i fattori di rischio, per poi valutare questi asset con adeguati modelli di pricing. Se torniamo
all’esempio precedente è fondamentale essere in grado i prezzare i barili di petrolio, le azioni Fiat
e l’obbligazione Eni. In alcuni casi il mercato stesso prezza gli asset, in altri si dovranno prezzare
come ad esempio l’obbligazione attualizzando i flussi di cassa al netto dei tassi. In fine si
dovranno considerare le misure di rischio, in cui una volta che ho costituito le asset class ed ho
fatto variare i fattori di rischio considerando anche la correlazione, si andrà a costruire una
distribuzione di rendimenti di questi portafogli, essendo lo stesso calcolato su più giorni.
Per quanto riguarda la logica del percentuale, nei modelli di simulazione, dopo aver generato la
distribuzione di probabilità degli N possibili valori futuri del portafoglio, il Var viene stimato ragliato
tale distribuzione empirica in corrispondenza del percentuale associato al livello di confidenza
desiderato. Per esempio il Var al 95% viene calcolato prendendo il 5° percentile. La distribuzione
simulata può assumere qualsiasi forma (non per forza quella normale).
Infine in considerazione alla maggior flessibilità, i modelli di simulazione non costringono a
utilizzare una distribuzione normale per modellare le variazioni dei fattori di mercato.
Possiamo avere simulazioni storiche, cioè distribuzioni empiriche passate che si basano su ciò
che empiricamente i fattori di rischio hanno colto; e simulazioni Monte Carlo, imputano ai
computer una certa distribuzione, poi il computer partendo da tale distribuzione, statisticamente
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disperderà tali valori per ottenere una simulazione di variazioni empiriche che si andranno ad
applicare al portafoglio.
Quindi quella storica è una distribuzione empirica passata proiettata sul futuro, mentre quella
Montecarlo parte da un’analisi empirica però cercherà di ricondurre tali movimenti in una
distribuzione (non per forza normale o gaussiana).
Esempio:
Opzione call, (diritto ad acquistare un asset ad un determinato valore), strike pari a 1300 e vita
residua di tre mesi sull’indice SP 500.
Il valore corrente dell’opzione è pari a circa 2,3 $.
Il campione storico di riferimento sono 50 rendimenti giornalieri fra il 1° gennaio 2003 e il 28
dicembre 2004.
PREGI E LIMITI DELLE SIMULAZIONI STORICHE
Tra i vantaggi vi è il fatto che è una metodologia facilmente comprensibile e comunicabile fra le
varie unità di una banca oltre che all'Alta Direzione Rappresenta infatti la perdita che si otterrebbe
se le condizioni passate dovessero ripetersi in futuro. Non viene richiesto di esplicitare alcuna
ipotesi circa la forma funzionale della distribuzione dei rendimenti dei fattori di mercato. L’unica
ipotesi (implicita) è che la distribuzione dei rendimenti futuri sia correttamente approssimata dalla
distribuzione storica. Non è necessario stimare la matrice varianze-covarianze dei fattori di
mercato. Le simulazioni storiche catturano la struttura delle correlazioni riflessa nelle variazioni
congiunte dei fattori di mercato e ipotizzano che rimangano costanti nel futuro. Essendo basate
sulla full valuation, consentono di cogliere il rischio di portafogli la cui sensibilità alle variazioni dei
fattori di mercato è non lineare o non monotona, quindi un corretto modello di simulazione, anche
basato su simulazioni storiche, consente di cogliere variazioni dei fattori di mercato non lineare o
non monotone.
Tra i limiti vi sono:
Onerosità dei calcoli necessari per rivalutare l'intero portafoglio: possono richiedere tempi troppo
trading
lunghi rispetto alle esigenze di quantificazione del rischio connesse all'attività di di una
banca. Questo limite è venuto diminuendo di importanza in seguito al continuo progresso della
potenza di calcolo dei computer.
Le simulazioni storiche ipotizzano implicitamente la stabilità temporale (stazionarietà) della
distribuzione di probabilità, quindi si pensa che la distribuzione di probabilità si mantenga uguale
nel tempo.
Limitatezza delle serie storiche disponibili, specie se l’orizzonte temporale prescelto è superiore a
un giorno. Ciò si traduce in una scarsa definizione delle code della distribuzione. Incrementare la
lunghezza della serie storica di riferimento può essere controproducente perché diviene più
probabile che sia violata l’ipotesi di stabilità della distribuzione (ex Iran quando emetterà per la
prima volta obbligazioni dovrà pagare un premio maggiore perchè gli obbligazionisti non possono
calcolare il rischio di tali obbligazioni sulla base del Var). Inoltre le simulazioni storiche producono
misura di Var poco reattive alle variazioni delle condizioni dei mercati.
Le simulazioni storiche producono misure di Var poco reattive alle variazioni delle condizioni dei
mercati.
All’estremo opposto dei modelli basati sulle simulazioni storiche, vi sono i modelli con simulazioni
Montecarlo. Poi vi sono simulazioni ibride che stanno a metà tra le due simulazioni, dove si
tenderà a pesare diversamente i periodi che formano la simulazione. Quindi in via generale si
parte sempre da una simulazione storica.
Esempio di stima del Var con simulazioni storiche:
Abbiamo un portafoglio con azioni appartenenti in egual misura al FTSE 100, al DAX e all’S&P
500. In tabella riportiamo i rendimenti giornalieri (100) dal 22 luglio al 8 dicembre dei tre indici: