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LE STRATEGIE DI GESTIONE DEL PORTAFOGLIO

Consideriamo portafogli mobiliari, costituiti da n titoli azionari ed n titoli obbligazionari. Una classificazione. Le strategie di gestione dei portafogli azionari e obbligazionari sono distinte tra strategie passive e strategie attive. • Una strategia passiva è una strategia caratterizzata dalla finalità di conseguire un certo e ben definito rendimento obiettivo (un dato rendimento minimo obiettivo) sulla base di precise regole di gestione. L'obiettivo di rendimento può essere in termini assoluti (i.e., ottenere un rendimento del 5%), oppure in termini relativi (i.e., ottenere un rendimento di un indice azionario quale l'indice S&P 500 o l'indice FTSE MIB). 83 • Una strategia attiva ha l'obiettivo di massimizzare il rendimento di periodo, sia in termini assoluti sia in termini relativi nei confronti di una certa strategia passiva di riferimento, entro certi vincoli di rischio. Il gestore attivosi concede margini di manovra decisamente più ampi di quelli estremamente ristretti o quasi nulli del gestore passivo. Risulta estremamente importante la capacità di analisi e di valutazione sia dei singoli titoli, sia dell'andamento del mercato nel suo complesso, poiché la riuscita di una strategia attiva dipende dalla capacità del gestore di dimostrarsi superiore alla media degli altri operatori. IMPORTANTE: A seconda dell'obiettivo di riferimento abbiamo strategie attive e passive. 1) Si cerca di replicare (benchmarking) sia portafogli azionari che obbligazionari. È importante che la performance del gestore sia il più possibile prossima a quella del benchmark. 2) Ci consente di massimizzare il differenziale di rendimento rispetto al benchmark. Quindi non stiamo replicando (benchmarking), ma massimizzando: il gestore si ritiene soddisfatto qualora il portafoglio conseguisse un rendimento superiore al benchmark (deve

“batterlo”).

3) Il gestore passivo vuole immunizzare quel portafoglio. L’immunizzazione può essere svolta solo con riferimento a portafogli obbligazionari (a differenza del benchmarking, che si può utilizzare anche per portafogli azionari). Solitamente viene usata da quegli investitori istituzionali che devono garantirsi un rendimento certo per far fronte ad impegni assunti per il futuro, es. le società di assicurazione.

4) Il gestore attivo segue una strategia di massimizzazione del rendimento di periodo. L’obiettivo del gestore è il conseguimento del massimo rendimento possibile (sempre dato un vincolo di rischio), in particolare la massimizzazione di un rendimento assoluto e non di un rendimento relativo rispetto al benchmark prescelto.

19 – 10/12/20

Estensione degli indicatori di rendimento e di rischio a livello di portafoglio

Portafogli obbligazionari.

Profilo di rendimento: per il singolo titolo, l’indice di rendimento

È il TRES. Profilo di rischio: per il singolo titolo, gli indici sono la duration e la duration modificata. Entriamo ora nella logica del gestore di un portafoglio. Ragioniamo in termini di portafoglio e non più di singolo titolo. Interesserà TRES, duration e duration modificata dell'intero portafoglio. Sotto il profilo economico, un titolo obbligazionario è individuato dall'insieme dei flussi di cassa futuri del titolo, connessi sia ai frutti intermedi sia al frutto finale a scadenza. Un portafoglio di obbligazioni può essere considerato come una sorta di unico titolo ideale, al quale è possibile applicare i medesimi indicatori utilizzati per i singoli titoli obbligazionari. N.B. TRES: è il tasso che rende pari al valore di mercato del portafoglio (valore di mkt del ptf) il valore attuale dei flussi di cassa futuri di tutti i titoli (obbligazionari) presenti nel portafoglio. Non consideriamo più il prezzo tel quel del.singolo titolo, ma il valore di mkt del ptf:Applicazione.
  • BOT a 6 mesi, TRES=5%, Prezzo= 97.59, V.N.=100,000 €;
  • BTP a 3 anni, cedole nominali 6%, TRES 6%, V.N.=300,000 €.
Utilizziamo i valori in migliaia di €.
Per il BTP: per ogni 100.000€ di valore nominale abbiamo un flusso di cassa semestrale per cedole → di 3€. 300.000 * (3/100) = 9.000€.
1. Determinare, il VM del portafoglio composto dal BOT e dal BTP;
TRESptf (non chiederà di calcolarlo all'esame): il tasso è un'incognita x, x = 5,945%
Si avvicina molto al TRES del BTP perché esso ha un maggior peso all'interno del portafoglio.
85
2. Determinare la Duration e la Modified Duration del portafoglio;
2,232 = Dptf
MDptf = 2,232/(1+5,945%) = 2,106
Il procedimento è però laborioso. Cerchiamo una via più rapida.
Se conosciamo gli indicatori di rendimento e di rischio dei singoli titoli (TRES, M, MD), possiamo ottenere una misura approssimata del

TRESptf e della Dptf / MDptf. 86Considerazioni. Il gestore che intende diminuire la MD del portafoglio, cosa può fare?

  1. Sostituire nel ptf titoli con MD elevata con altri titoli con MD minore. In questo modo il gestore agisce sui valori di MD che entrano nel calcolo della media ponderata.
  2. Rialloca i pesi del ptf dai titoli con MD maggiore verso i titoli che hanno MD minore. In questo caso il gestore agisce modificando la struttura dei pesi in modo da diminuire la media stessa.

Portafogli azionari. Facciamo riferimento all'estensione del Beta a livello di portafoglio. Avevamo ri = fr + βi (rm-rf). Sappiamo inoltre che β gode della proprietà additiva.

Applicazione. Se il portafoglio di un investitore è composto per il 95% da un titolo azionario "alpha" con Beta=1 e per il 5% da liquidità investita sul conto corrente, determinare il Beta complessivo del portafoglio. → β liquidità = 0 (banca = massima)

solvibilità)β ptf = x-alpha * β-alpha + x-liquidità * β-liquidità = 0,95 * 1 + 0,05 * 0 = 0,95

Osservazione: il β si riduce in virtù di una componente monetaria che ha un rischio nullo, pertanto aumentare o diminuire il peso della liquidità nel ptf ha l’effetto di aumentare o diminuire il β complessivo di ptf. 20 – 11/12/20

I benchmark: funzioni.

Il Benchmark rappresenta un portafoglio di titoli considerato rappresentativo di un certo comparto del mercato mobiliare, e che può essere utilizzato dal gestore per esprimere l’andamento. Seleziono un ptf considerato rappresentativo.

FTSE MIB, Nikkei, S&P500 sono i noti indici di borsa che consentono anche a un investitore privato di comprendere l’andamento delle borse valori Italiana, Giapponese o Statunitense, rispettivamente.

Tuttavia, ci sono modalità diverse per costruire un indicatore rappresentativo dell’andamento di un mercato azionario o obbligazionario.

come a esempio utilizzando l'insieme composto da tutti i titoli quotati nel mercato assunto come riferimento oppure solo su un sottoinsieme più ristretto di titoli guida.

Benchmark: finalità

  1. Fornire sia al pubblico degli investitori finali sia ai gestori professionali un'indicazione generale sull'andamento di certi comparti del mercato azionario e obbligazionario;
  2. Utilizzare i benchmark per una politica di gestione passiva volta alla replica del benchmark stesso;
  3. Utilizzare i benchmark per una politica di gestione attiva, quando il gestore si pone l'obiettivo di superare l'andamento del mercato.

La costruzione di un benchmark: scelte e criteri

Le scelte chiave si riferiscono a tre elementi:

  1. Composizione del benchmark: quali titoli devono essere inclusi nel paniere;
  2. Ponderazione dei titoli nel benchmark: quale peso assegnare a ognuno dei titoli nel paniere;
  3. Se e come considerare i flussi di cassa intermedi (cedole o dividendi, in

funzione di un benchmark obbligazionario o azionario). I requisiti ideali di un benchmark:

  1. Rappresentatività: i titoli, inclusi nel benchmark, devono riflettere in maniera adeguata le opportunità di investimento disponibili sul mercato;
  2. Replicabilità: i titoli che compongono il benchmark devono essere concretamente utilizzabili e movimentabili da parte dei gestori;
  3. Oggettività e trasparenza: il benchmark deve essere composto e calcolato secondo regole non arbitrarie e comprensibili alle diverse parti in gioco, ovvero il gestore, l'intermediario finanziario responsabile del servizio di gestione e il cliente finale (trasparenza).

La costruzione degli indici per il mercato azionario: una applicazione.

  1. Composizione del benchmark: indici generali (tutti i titoli della Borsa Italiana) e indici parziali (solo una parte e.g., blue chips - società a più alta capitalizzazione -, FTSE MIB);
  2. Ponderazione dei titoli nel benchmark (si propone
un'adeguata considerazione sia del prezzo dei titoli che della loro importanza sul mercato.considerazione sull'importanza del titolo sul mercato. Esempio modalità di trattamento dei dividendi. Possiamo considerare gli indici di prezzo o gli indici di performance (o di total return). Gli indici di prezzo considerano e si basano solo sul prezzo dell'azione senza considerare dividendi nel calcolo della performance. Quando determiniamo il rendimento, consideriamo solo la quotazione, non i dividendi distribuiti. Quando un titolo stacca un dividendo, il prezzo del titolo diminuisce per effetto dello stacco: quindi, la variazione registrata dopo lo stacco è come se considerasse solo un normale ribasso di prezzo, non si considera la performance. Gli indici di performance considerano invece anche il contributo dei dividendi alla performance (reinvestimento), oltre alla variazione di prezzo. Il principale problema nella scelta è che scegliendo il primo sottostimiamo il rendimento prodotto, quindi per il gestore è più semplice conseguire risultati.

superiori al benchmark.

Diversamente, utilizzando il secondo

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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher letiziaarmanni di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia del mercato mobiliare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bergamo o del prof Zanotti Giovanna.