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I FONDI ONERIe concorso a premio

Costituisco questo fondo per quegli sconti e quei premi che devo riconoscere agli acquirenti, perché esiste un concorso legato alla vendita di alcuni prodotti che presenta queste condizioni: evento probabile, non certo e importo stimato.

Fondo recupero ambientale

Per costi di risanamento ambientale.

Fondo rischi di garanzia

Nell'ipotesi che ci siano prodotti difettosi che vanno sostituiti.

I FONDI DI RISERVA

I fondi di riserva sono delle quote di utile netto, che non vengono prelevate dal soggetto aziendale ma vengono lasciate all'impresa ad accrescere il capitale proprio originario. Sono disciplinati dall'articolo 2430 del codice civile che stabilisce che l'impresa deve obbligatoriamente accantonare il 5% delle quote di utile netto fin quando la riserva legale non raggiunge il 20% del capitale sociale. Superato questo limite del 20%, poi questi valori possono essere utilizzati. Esiste però la

possibilità che nello statuto dell'impresa si stabilisca una ulteriore riserva, riserva statutaria, e allora l'impresa è obbligata nell'accantonare quote di utile netto anche all'interno di questa riserva statutaria. L'assemblea dei soci può deliberare tuttavia la costituzione di riserve facoltative e straordinarie per far fronte a determinate situazioni in base alle esigenze del momento. La costituzione di riserve disponibili consente una politica di stabilizzazione degli utili, cioè esiste un vincolo di accantonamento fino ad un certo limite, dopo di che queste riserve possono essere utilizzate per stabilizzare l'utile e far sì che sia sempre lo stesso. La finalità principale dei fondi di riserva è quella quindi di tutelare il capitale: in caso di perdita, la perdita incide sul fondo di riserva; il legislatore stabilisce che poi la perdita, là dove non coperta dai fondi di riserva, deve essere pagata dal proprio.

capitale.

DIFFERENZE TRA FONDI DI RISERVA E FONDI RISCHI E ONERI

Più sicura precede sono quote accantonate dopo la determinazione dell’utile, mentre i fondi rischi oneri sono accantonati prima della determinazione dell’utile netto.

EQUAZIONE DEL CAPITALE

Le differenze tra questa struttura del capitale e quella precedente è la presenza nella zona economica attiva di investimenti vari, mentre nella zona finanziaria passiva si trovano i fondi rischi e oneri, nella zona economica invece i fondi ammortamento e il NETTO che mentre prima vedeva la presenza del capitale proprio all’inizio del periodo e il reddito di periodo, ora invece è rappresentato anche dai fondi di riserva.

L’equazione del capitale che era A=P+N, adesso diventa attivo finanziario (componenti finanziari dell’attivo) + attivo economico (componenti economici dell’attivo) = passivo finanziario (componenti finanziario del passivo) + passivo economico (componenti economico del

passivo) + capitale proprio dell'inizio del periodo + R + utile.

PROCEDIMENTO ANALITICO DI DETERMINAZIONE DEL REDDITO D'ESERCIZIO

Il reddito viene fuori dalla struttura del capitale. Questi due prospetti quindi non sono legati solo perché l'utile nasce dalla struttura del reddito che poi viene riportata all'interno delle struttura del capitale, ma struttura del capitale e struttura del reddito poi sono collegate tra loro anche per altri elementi, come ad esempio per il fatto che abbiamo nella struttura del capitale il fondo ammortamento, mentre nella struttura del reddito abbiamo la quota di ammortamento.

PATRIMONIO NETTO

Bisogna fare una distinzione tra patrimonio netto in una azienda individuale: che è frutto delle sommatorie del patrimonio netto

  • all'inizio del periodo + utile di esercizio (oppure - perdita d'esercizio) + nuovi apporti del proprietario effettuati nell'esercizio - prelevamenti effettuati nell'esercizio per
cause extragestione (quelle che sono le esigenze personali che portano il soggetto aziendale ad effettuare dei prelevamenti) = patrimonio netto esistente alla fine dell'esercizio. patrimonio netto nelle società: il netto può essere scomposto nelle sue parti ideale, quindi il capitale.
  • Il netto lo posizioniamo nella zona del passivo sociale, il valore nominale delle quote o azioni sottoscritte dai soci.
  • Nella struttura del capitale, anche se nella società esso non rappresenta una passività, ma la parte di capitale proprio di cui l'impresa dispone; il motivo per cui lo si scrive nelle passività è di tipo contabile: occorre che le attività e le passività pareggino.
L'equazione del capitale nella sua forma più sintetica era A = P + N, che possiamo scrivere anche A - P = N, dall'equazione attivo = passivo + netto avremo la necessità di distinguere le voci del netto da quelle del passivo.anche se alivello terminologico la sezione in cui ritroviamo le fonti viene denominata solo passivo e non passivo+netto, inoltre ricordiamoche il capitale sociale deve essere pari almeno a 50.000 euro, mentre 10.000 per le SRL; le riserve, servono a tutelare ilcapitale sociale nel tempo, è una tutela a favore di terzi che si attua mediante una disciplina chestabilisce disponibilità e distribuibilità delle riserva, in modo da evitare che le perdite possano intaccare ilAltra finalità è anche quella di finanziare la combinazione produttiva, destinando gli utili accantonaticapitale dell’impresa.a perseguire le politiche aziendali, infatti hanno funzione di autofinanziamento e stabilizzazione dei dividendi nel tempo per unaenumerazione costante anche nei periodi in cui la gestione dovesse produrre utili più bassi o perdite. Sono obbligatorie ofacoltative, questo però dipende anche da valutazioni di amministratori che sono rimesse dalle

Decisioni dell'assemblea dei soci che è l'organo volitivo: utile (o perdite) portate a nuovo, cioè utili degli esercizi precedenti che non sono stati distribuiti o accantonati a riserva, o di perdite che non sono state ancora ripagate. Se durante l'esercizio è stata ripagata la perdita, allora si potrà aggiungere la voce perdita ripianata nell'esercizio; utile (o perdite) dell'esercizio, perdite o utile che fanno parte dell'esercizio in chiusura.

Dobbiamo ricordare inoltre che la riserva legale deve essere obbligatoriamente costituita, quindi fa parte di quelle riserve chiamate obbligatorie e occorre accantonare il 5% degli utili annuali per raggiungere il 20% del capitale sociale, poi l'importo che eccede dal limite del 20% potrà essere utilizzato dall'impresa. Sono obbligatorie anche le riserve statutarie, quelle che per statuto l'impresa decide di voler costituire.

FABBISOGNO FINANZIARIO

DELL'IMPRESA

Lo svolgimento dell'attività di impresa si basa su diverse valutazioni, ma anche su precisi principi di razionalità amministrativa, quindi è necessario utilizzare degli strumenti che portino a una decisione finale che sia una decisione razionale.

Nella fase prenatale si attua una verifica di fattibilità del progetto aziendale attraverso un piano di fattibilità nominato BUSINESS PLAN, cioè un documento di disclosure volontaria (collaborazione volontaria) in cui l'impresa fissa gli obiettivi e le priorità in un orizzonte temporale di medio-lungo termine.

In questo documento possiamo distinguere:

  • una parte descrittiva-discorsiva, di contenuto strategico. Questa serve a spiegare quella che è l'idea imprenditoriale e ci illustra il contesto in cui l'impresa opera, la mission aziendale, la strategia nel medio-lungo termine, l'assetto organizzativo.
  • una parte tecnica, contenuti economico-finanziari,

Con natura quantitativa. Questa riporta una analisi accurata della fattibilità economico-finanziaria del progetto, quindi illustra i conti economici, gli stati patrimoniali, i conti finanziari prospettici rispetto all'arco temporale considerato.

Il business plane non è utilizzato solo nelle fasi di start up di una impresa, ma anche:

  • nelle valutazioni di nuove attività
  • in occasione di operazioni straordinarie (come la fusione, l'acquisizione)
  • nei processi di sviluppo, quindi anche nel lancio di nuovi prodotti
  • in casi di crisi aziendali
  • in fase di espansione

Un altro strumento utile che viene utilizzato in questa fase di avvio è il diagramma di Gantt, che non è altro che un diagramma cartesiano dove sull'asse delle ascisse si riporta l'arco temporale del progetto, mentre sulle ordinate le azioni da porre in essere per realizzarlo, e sono presenti anche informazioni destinate a coloro che devono dare attuazione alle azioni.

Nella fase di start up, l'impresa incontra alcune difficoltà aggiuntive perché è un momento in cui non vi sono informazioni pregresse e dati storici di cui l'impresa possa avvalersi. Le previsioni vengono fatte attraverso l'analisi di mercato in cui l'impresa intende operare, compreso lo studio della concorrenza esistente o potenziale.

Tra i problemi che l'impresa deve risolvere in questa fase c'è anche quello della localizzazione, ovvero l'ubicazione dell'impresa. Questa decisione è influenzata dalla vicinanza ai mercati di approvvigionamento e di sbocco, dai mezzi di comunicazione, dal fattore lavoro e da fattori ambientali come la legislazione, il clima e il micro e macro ambiente.

Naturalmente, la globalizzazione porta all'allargamento dei mercati e incide sulle scelte di localizzazione. È vero che le imprese sono soggette a una maggiore concorrenza,

però posso cogliere maggiori opportunità che derivino dalla globalizzazione stessa. In queste situazioni l'imprese spesso considerano paesi differenti in cui localizzarsi, dove possono ottenere un abbattimento di costi di produzione (che porta a delocalizzare la fase produttiva, mentre la fase amministrativa e di pianificazione strategica possono restare nel paese di origine dell'azienda in questione) oppure possono occupare quote di mercato.

Per quanto riguarda invece la dimensione aziendale, le imprese (piccole/medie/grandi) si classificano in base al grado di attività produttiva. Il concetto di dimensione però è un concetto complesso, poiché dipende dagli aspetti operativi e dagli aspetti organizzativi della gestione, però è anche un concetto indeterminato: presenta una certa difficoltà di individuazione dei parametri di misurazione adeguati, ed è anche relativa, perché dipende dal mercato di riferimento:

un’impresa che nel contesto del mercato italiano è classificato come una grande azienda, in un mercato diverso, come ad esempio quello americano può risultare una azienda di piccole dimensioni. Quindi la d
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher s.mussa1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Milone Virginia.