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(R-C)
Procedimento indiretto (attraverso l’andamento degli investimenti in essere)
1 2 3 4 5 6 7
Immobilizzazioni 30.00 64.000 80.000 80.000 86.000 92.000 98.000
tecniche 0
Ammortamento 12.000 24.000 36.000 48.000 60.000
Capitale fisso 30.00 64.000 68.000 56.000 50.000 44.000 38.000
0
Materie prime 10.000 10.000 10.000 10.000 10.000
Prodotti 2.000 2.000 2.000 2.000 2.000
Crediti 6.750 11.875 15.000 22.000 22.000
Fornitori -4.250 -6.250 -7.500 -10.000 -10.000
Capitale 14.500 17.625 19.500 24.000 24.000
circolante netto
Capitale 30.00 64.000 82.500 73.625 69.500 68.000 62.000
circolante + 0
Capitale fisso
Ris. Econ. Cum. 1.000 2.000 20.000 26.500 25.500 8.500
Fabbisogno 31.00 66.000 102.500 100.125 95.000 76.500 62.000
cumul. 0
Procedimento diretto (attraverso l’andamento dei pagamenti e degli incassi)
1 2 3 4 5 6 7
Incassi da crediti 20.250 42.375 56.875 81.000 88.000
e vendite
Pagamenti
Capitale fisso 30.00 34.000 16.000 6.000 6.000 6.000
0
Dipendenti e 1.000 1.000 15.000 15.000 15.000 15.000 15.000
spese generali
Imposte 1.000 2.000 2.000 4.000 5.000
Materie prime 24.750 23.000 28.750 37.500 40.000
Pagamento 7.500
dividendi
Totale pagamenti 31.00 35.000 56.750 40.000 51.750 62.500 73.500
annuali 0
Fabbisogno 31.00 35.000 36.500 -2.375 -5.125 -18.500 -14.500
annuale (B-A) 0
Fabbisogno 31.00 66.000 102.500 100.125 95.000 76.500 62.000
cumulato 0
1. CASH FLOW OPERATIVO 7 ANNI
+ ENTRATE +310.500
- USCITE - 303.000
- VARIAZIONE CREDITI - 77.625
+ VARIAZIONE DEBITI +38.000
= -32.125
2. CASH FLOW INVESTIMENTI 7 ANNI
VENDITE BENI STRUMENTALI -
ACQUISTO BENI STRUMENTALI 18.000
-18.000
3. CASH FLOW FINANZIARIO 7 ANNI
+ ACCENSIONE FINANZIAMENTI -
+ AUMENTI CAPITALE IN DENARIO -
+ PRESTITI OBBLIGAZIONARI -
-RIMBORSO FINANZIAMENTI -
-PAGAMENTO DIVIDENDI 7.500
-7.500€
Il procedimento indiretto mette in rilievo l’andamento del capitale fisso (e li suo recupero attraverso
l’ammortamento) e le variazioni che subisce il capitale circolante al crescere delle vendite. I due
prode cimenti si armonizzano e completano con la tecnica dello scorrimento:
− Con il primo procedimento (sintetico) si rileva la previsione del fabbisogno a medio e lungo
termino (3-5 anni) in base alla quale si costruisce la struttura finanziaria;
− Con il secondo procedimento (analitico) si costruisce un previsione a breve termine (6-12
mesi) incentrata non più su grandi aggregati ma sulla puntuale e dettagliata prospettazione
delle entrate e delle uscite allo scopo di perseguire la loro migliore armonizzazione nel
quadro del puntuale rispetto delle scadenze e degli impegni assunti.
Le variazioni che il fabbisogno finanziario subisce nel tempo possono essere seguite anche
attraverso la generazione di cassa, nozione di agevole computo e di grande efficacia per
impostare correttamente i problemi finanziari delle imprese. La nozione può assumere le
configurazioni di generazione di cassa lorda (GDCL) e generazione di cassa netta (GDCN).
Per GDCL si intendono le disponibilità monetarie prodotte dalle operazioni d’esercizio, in un dato
arco di tempo, di solito annuale. Per GDCN invece si intende la cassa lorda al netto delle uscite
per investimenti e il pagamento dei dividendi.
La GDCL può essere calcolata analiticamente, considerando entrate ed uscite da ricavi e costi
d’esercizio in un dato arco di tempo, o sinteticamente attraverso la dinamica di alcune macro-
grandezze.
La GDCL è data dalla soma algebrica di:
− Quote di ammortamento, è sempre un elemento positivo della GDC, essa genera cassa;
− Variazioni capitale circolante, se negativa genera cassa, al contrario l’assorbe. La
variazione negativa segnala infatti la sua diminuzione per minor crediti, scorte di materie
prime ecc.;
− Risultato economico di gestione conseguito, se positivo accresce la GDCL, se negativo la
contrae.
Il calcolo della GDC può essere così schematizzato:
Ammortamento dell’esercizio +
Incremento o decremento del capitale -/+
circolante
Risultato d’esercizio (perdita o surplus) -/+
GDCL
Dividendi pagati -
Investimenti dell’anno -
GDCN
Se la GDCN è di seno positivo significa che si è generata cassa e il fabbisogno finanziario è
diminuito. Al contrario si avranno le condizioni opposte.
Nelle scelti inerenti il finanziamento, la nozione di fabbisogno finanziario acquista rilievo solo se
riferito al complesso degli investimenti ovvero all’impresa nel suo insieme e non a singoli cespiti.
Spesso si considera erroneamente che gli investimenti a rapido rigiro(si rinnovano a scadenza)
possano essere coperti con finanziamenti a breve termine, dimenticando il fatto che molti
investimenti, ancorché abbiano effettivamente tempi di recupero molto rapidi sono destinati a
ripetersi con continuità e senza sosta.
Gli investimenti a lento rigiro sono classificabili in:
− Investimenti non ammortizzabili (terreni, partecipazioni in altra società ecc.), generano un
fabbisogno costante e a tempo indefinito, finche l’investimento non viene realizzato;
− Investimenti ammortizzabili soggetti a rinnovo (macchinari, impianti ecc.), generano un
fabbisogno decrescente in funzione alle quote di ammortamento via via imputate
all’esercizio;
− Investimenti ammortizzabili non soggetti a rinnovo (brevetti e altri investimenti una tantum),
generano un fabbisogno decrescente fino all’annullamento dell’ammortamento.
È possibile supplire alla carenza dei mezzi finanziari espressi dalla monetizzazione dei ricavi e dei
proventi tramite altri flussi monetari, rappresentati dagli apporti di capitale di rischio. In questo
modo l’impresa può essere mantenuta in vita anche in assenza di equilibrio economico.
Questo caso è conveniente nei gruppi aziendali, poiché un soggetto economico può valutare
positivamente l’opportunità di avere più aziende che operano in settori supporto delle altre, anche
se i costi non sono interamente coperti dai ricavi. Lo svantaggio economico-finanziario della
capogruppo che deve intervenire periodicamente può essere ripagato dai minor costi delle altre
partecipate che si avvalgono di quei servizi, nonché dalla qualità di quest’ultimi.
È il caso delle società destinate nel gruppo alle ricerche e studi o a quelle finalizzate a produrre
servizi amministrativi o legali.
Nonostante i servizi delle società di studio o ricerca possano costare meno se affidati a società
terze, il soggetto economico può valutare il vantaggio della riservatezza che compenserà il
maggior onere. Il vantaggio può essere monetizzato se, per esempio, i risultati ottenuti consentono
di arrivare a sorpresa sul mercato con nuovi prodotti o servizi.
Si parla in questo caso di economicità sovraziendale , per significare che la valutazione del
vantaggio economico non va focalizzata sulla singola azienda, ma impostata tenendo conto che
ciascuna di esse è parte di un disegno, il quale va apprezzato nella sua unitarietà.
Ciò spiega anche come in un gruppo si possa imporre a talune aziende di vendere a prezzi non
remunerativi, allontanandosi dall’autosufficienza economica per svolgere un’azione dirompente su
quel mercato, o su quei mercati, costringendo alla resa la concorrenza.
Ipotizziamo un azienda sanitaria locale che sostiene, per la produzione del servizio, un costo totale
di 100, a fronte di proventi complessivi per 60. Si condurrà la ricerca se lo squilibrio di detta
gestione sia dovuto ad una insufficienza di proventi o all’eccessiva (quantità e qualità) onerosità
della coordinazione produttiva. Se si accetta il primo caso come scelta (politica economica) del
soggetto economico,bisognerebbe concentrarsi sul secondo aspetto, altrimenti il costo
dell’inefficienza andrebbe a ricadere sulla stessa collettività che si voleva agevolare.
Il quadro di riferimento è il seguente: Ipotesi 1
costi di produzione 100
Proventi 60
Ripianamento con maggiori imposte a carico di 40
“m” contribuenti Ipotesi 2
Immaginiamo che i servizi si sarebbero potuti realizzare con un costo di 75.
costi 75
proventi 60
Ripianamento con maggiori imposte a carico di 15
“m” contribuenti Ipotesi 3
Immaginiamo che i servizi si sarebbero potuti realizzare con un costo di 75, e che un’impresa
privata li avrebbe potuti vendere per 80.
costi 75
Vendita 80
Surplus 5
L’ipotesi 2 rispetto alla 1 comporta un costo unitario per unità inferiore del 25%, quindi una
maggiore produttività. Considerando l’obiettivo del soggetto economico di assicurare al
consumatore i servizi ipotizzati con minori oneri possibili, si dovrà adottare l’ipotesi 2, senza
affidare a imprese private la produzione. L’ipotesi 2 garantisce perciò un’economicità più elevata.
Gli obiettivi dell’azienda vanno raggiunti disponendo al meglio la coordinazione dei fattori
produttivi, quindi si deve tener conto di adeguare la produzione entro costi ridotti con riguardo
anche all’ambiente endogeno ed esogeno dell’azienda, nonché la quantità e la qualità della
produzione che si vuole realizzare.
L’economicità è l’attitudine a conseguire gli obiettivi assegnati all’azienda dal suo soggetto
economico, attraverso le condizioni di minimo costo relativo. È la corretta connessione tra fin
aziendali e costo della struttura organizzata per realizzarli.
Dal punto di vista contabile, nell’impresa capitalistica, che ha come unico fattore a remunerazione
residuale, il capitale proprio, il reddito d’esercizio è determinabile come differenza tra ricavi e costi
di competenza dell’esercizio(nozione economica), o come differenza tra capitale proprio alla fine
dell’esercizio e capitale proprio all’inizio dell’esercizio(nozione patrimoniale).
Seguendo un’impresa in fase di costituzione:
− Capitale iniziale: 1.000.000€ in denaro;
− Regolazione crediti e debiti in contanti;
− Nel primo esercizio annuale ha sostenuto costi per 900.000€ e ricavi per 200.000€.
1. Aspetto patrimoniale:
a) Disponibilità monetaria per 300.000;
b) Stock di investimenti destinati ad essere utilizzati negli anni successivi
(macchinari,impianti ecc.);
2. Aspetto economico:
a) Presenta un’eccedenza di costi sostenuti per 700.000€ i quali non esprimono perdite
poiché essi non hanno avuto nell’esercizio i relativi ricavi, perciò essi andranno
rettificati;
b) Fattori produttivi acquistati ma non ancora utilizzati.
Come si evince la ri