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ECONOMIE DI SATURAZIONE/ ASSORBIMENTO
I costi dell’azienda si possono dividere in:
• CV: variano secondo il volume prodotto (costo materie prime…);
• CF: non variano in base alla quantità prodotta (elettricità, celle frigorifere, fitto…), ma variano in
base al dimensionamento della CP (più spazio nel magazzino, maggior CF per riscaldarlo).
Se si tratta invece di una variazione dell’utilizzo della CP, si ha una semplice ripartizione dei CF su
più output prodotti determinando minori Cu (spazio del magazzino rimane uguale, quindi costo
fisso di riscaldamento non aumenta).
ECONOMIE DI APPRENDIMENTO
Le economie di apprendimento sono vantaggi economici dati da una riduzione del costo unitario,
dai miglioramenti dell'output e dall'accumulo di esperienza che si realizza ogni volta che si
producono beni (mano a mano che svolgo un'attività, impiego minor tempo ma riesco meglio
nell’eseguirla). L’esperienza ha effetto sui primi lotti di produzione, poi, se l’azienda vuole ottenere
nuove riduzioni di costi deve realizzare innovazioni di prodotto o processo (meno scarti, più
qualità…).
Le fonti dell’economie di apprendimento sono:
- Crescente abilita nello svolgimento di funzioni: migliori e veloci;
- Migliore selezione di risorse produttive: selezione della materie/ componenti/ attrezzature;
- Coordinamento efficiente;
- Programmabilita’ delle attività: esperienza rende prevedibili certi accadimenti e determina un
migliore sfruttamento della CP;
- Semplificazioni dei prodotti e processi.
Una combinazione di queste 3 economie si realizza con le strategie o economie di replicazione:
sfruttano competenze e routine presenti nel patrimonio aziendale applicandole ad un gran numero
di combinazioni economiche parziali (franchising).
12.1 SCELTE DI ESTENSIONE DELLE COMBINAZIONI ECONOMICHE
Le dimensioni di un’impresa sono determinate dalle scelte di estensione delle combinazioni
economiche:
• Scelta di estensione interfunzionale: le imprese possiedono diverse coordinazioni parziali
(ricerca e sviluppo, marketing, finanza, vendite…) e deve stabilire quante risorse investire in
ciascuna e quali funzioni svolgere all’interno o all’esterno dell’azienda (internalizzare/
esternalizzare). Per stabilire questo si basa su:
- efficienza/ economicità della produzione: esternalizzando un'attività, il fornitore puo fornirci
un prezzo minore rispetto a quello sostenuto fino ad ora;
- costi di transazione: attività i cui contenuti sono interdipendenti con altre funzioni interne;
- criticità strategica: attività con competenze distintive che vanno protette dai concorrenti.
• Scelta di estensione orizzontale/ diversificazione: le imprese decidono il grado di
diversificazione, ovvero, l’AsA in cui operare. Per questo attuano strategie di portafoglio che
permettono di avere un equilibrio tra le varie AsA: alcune mature, altre in sviluppo, alcune ad alto
rischio, altre a basso rischio… ma queste strategie hanno portato risultati negativi per molte
imprese perché vedevano lievitare costi di coordinamento, di struttura, di gestione senza avere
risultati positivi. Per non incappare in questa situazione, si devono considerare:
- la capacita delle AsA di generare e assorbire mezzi monetari;
- fase del ciclo di vita prodotto di ogni AsA (molti cicli per avere continuità);
- attrattivita del mercato;
- posizione competitiva dell'impresa;
- economie di raggio d’azione: strategie di diversificazione: produzione unitaria di piu beni
diversi tra loro che portano un vantaggio economico dato dall’utilizzo di risorse comuni materiali
(presentano il vincolo della CP) e immateriali (utilizzo più intenso ma presentano vincolo
coerenza, per cui prodotti di uno stesso marchio devono avere elementi comuni coerenti e
vincolo proprietà). Le fonti delle economie di raggio di azione sono: condivisione di elementi
materiali produzione come impianti e attrezzature (Ferrero, i suoi prodotti invernali e ora anche
estivi); condivisione di elementi materiali vendita come canali di distribuzione (Lavazza,
producendo cialde e macchinette, ora anche bevande diverse); condivisione di risorse
immateriali come l’immagine...
- capacita a generare know-how strategico (Ferrari correndo in F1 porta innovazione nella
auto di serie Ferrari).
• Scelta di estensione/ integrazione verticale: le imprese esprimono il numero e la
disomogeneità delle fasi della filiera produttiva svolte al proprio interno, in modo da interiorizzare
e proteggere competenze e risorse strategiche.
COSTI DI TRANSAZIONE (su slide prof)
14.1 IL PATRIMONIO E IL CAPITALE DI FUNZIONAMENTO
Il patrimonio di un’azienda e` l’insieme delle condizioni patrimoniali (condizioni di
produzione+condizioni di consumo) in un dato momento:
- Positive (cassa, CRD...)
- Negative (Db, obbligazioni…)
• Materiali (impianti, macchinari…)
• Immateriali (competenze, conoscenze, immagine commerciale...)
• Monetarie (disponibilità di cassa, Db e CRD…)
- Esogene (acquistate da esterno)
- Endogene (costruzioni interne/in economia)
Il patrimonio e` una delle 5 macrosvariabili della struttura di ogni azienda, in quanto racchiude la
storia passata, l’attività economica svolta e l’ambiente in cui ha operato costituendo la base di una
vita futura.
Il patrimonio e` il complesso di processi di acquisizione, trasformazione e ricombinazione di
elementi vari, prodotti in tempi lunghi.
Il capitale di funzionamento e` il sistema di valori positivi e negativi che esprimono le condizioni
patrimoniali di un’azienda; quindi non costituisce il patrimonio, lo rappresenta sotto forma di valori
economici (cassa, CRD, Db…).
FORMAZIONE / VALORIZZAZIONE PATRIMONIO
La configurazione del patrimonio e` frutto di numerose scelte che influenzano le condizioni
patrimoniali (trasformazioni possono avvenire occasionalmente come fusioni o nuovi stabilimenti).
Le scelte producono effetti evidenti sul patrimonio:
a. Le scelte di integrazione verticale / estensione orizzontale: scelte di maggiore/minore
estensione, in cui alcune condizioni patrimoniali vengono estese in nuovi campi oppure
vengono cedute ad altre aziende;
b. Le scelte di dimensionamento delle capacita produttive, che comportano l’aggiunta o la
sostituzione di stabilimenti, magazzini, punti di vendita…
c. Le scelte di acquisizione / fusione con altre imprese (attenzione ai rischi);
d. Le scelte di formazione di aggregati interaziendali, dove le imprese si ritrovano a
partecipare in joint ventures, consorzi… esse non hanno il controllo ma solo l’accesso a risorse,
conoscenze, mercati….
e. Le scelte di localizzazione, fondate sui costi di trasporto, efficienza della comunicazione, dei
costi di lavoro…
f. Le scelte di struttura del capitale proprio / di terzi (dimensioni del capitale proprio e di
prestito modificano immagine d’impresa);
g. Le scelte di gestione dell’organo personale e di progettazione degli assetti organizzativi
(addestramenti, formazioni per progetti...);
15.1 L’ASSETTO ORGANIZZATIVO DELLE IMPRESE
L’assetto organizzativo di un’impresa e` l’insieme delle variabili che configurano l’organismo
personale e che gestiscono i comportamenti dell'organismo personale (quante persone, quali
compiti, quali rimunerazioni, quali risorse…). Il tutto deve essere basato sull’efficienza, l’efficacia e
sulla flessibilità. Per attuare un buon assetto organizzativo vi devono essere delle condizioni
congiunte:
- Equilibrati carichi di lavoro (numero di persone adeguato al volume di attività da svolgere);
- Occorrono profili personali e professionali adatti alle attività da svolgere;
- Occorre definire le singole mansioni da svolgere;
- Occorre definire gli obiettivi da perseguire e le risorse messe a disposizione;
- Occorre stabilire deleghe e responsabilità decisionali;
- Le persone devono essere rimunerate secondo impegno e risultati;
- Occorre attivare strumenti di integrazione e coordinamento (compiti, tempi e volumi)
Sono quindi decisioni con contenuti tecnici ma cariche di tensioni e problematiche:
1. Si opera in incertezza, incompletezza e razionalità limitata;
2. I comportamenti organizzativi sono incontrollabili;
3. I risultati conseguiti dalle singole persone sono influenzati dai contributi di altre;
4. Ogni variazione influenza altri soggetti;
Le variabili organizzative che si tengono in considerazione per realizzare/progettare un assetto
organizzativo sono:
A. La struttura organizzativa:
- Struttura organizzativa di base: decidere quali unita` attivare, quali compiti attribuirgli e
collegarle secondo una gerarchia...
- Struttura delle singole unita organizzative: decidere mansioni/responsabilità delle unita
organizzative (ufficio, reparto…);
B. La distribuzione dell'autorità;
C. I sitemi operativi:
- Sistemi di pianificazione strategica: producono idee, orientamenti, visioni e missioni,
politiche, strategie...
- Sistemi di programmazione e controllo: obiettivi di breve periodo per ogni unita
organizzativa, determinando carichi di lavoro...
- Sistemi di gestione del personale: ricerca, formazione, addestramento, retribuzione… si
decide quante persone includere nell’organismo del personale;
- Sistemi informativi: raccolgono, producono, immagazzinano, elaborano e distribuiscono
informazioni per processi decisionali;
L'organismo personale e` quindi un insieme di individui e di gruppi che operano in sintonia con
COESIONE in quanto si definisce Unitario (le persone, svolgendo proprio lavoro, partecipano
all'attività aziendale), Dinamico (al variare delle combinazioni economiche variano anche le
dimensioni), Flessibile (e` adattabile alle variazioni e ai vincoli dell'economicità). Esso si analizza
sotto due aspetti:
• Variabili individuali, l’organismo personale composto da singoli individui riconducibili a:
• Bisogni: secondo la gerarchia di Maslow abbiamo bisogni soddisfabili dal lavoro: bisogni
elementari come sete e sonno vengono soddisfatti dalla remunerazione monetaria; bisogni di
sicurezza vengono soddisfatti dall’ambiente di lavoro, dalle normative… bisogni sociali e di
realizzazione vengono soddisfatti dal contesto del lavoro e dalle mansioni svolte. Solo
soddisfacendo il primo, si accede al secondo;
• Valori;
• Competenze professionali: conoscenze e capacita`;
• Variabili sociali, organismo personale composto da individui, relazionati in gruppi riconducibili
a:
• Fini;
• Struttura sociale;
• Regole di comportamento.
15.3
In base alle caratteristiche specifiche dell’impresa abbiamo diverse progettazioni di assetto
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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