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I CIRCUITO OPERATIVO CARATTERISTICO E LA SUA COMPOSIZIONE

Le operazioni di gestione si possono comporre quindi in 4 circuiti/cicli: Il Circuito operativo caratteristico, il

Circuito degli investimenti patrimoniali accessori, il Circuito dei finanziamenti a titolo di capitale di rischio e il

Circuito dei finanziamenti a titolo di capitale di credito.

Il Circuito operativo caratteristico comincia con l’acquisizione degli input, cioè dal momento del ricevimento

della fattura di acquisto e l’insorgere del relativo debito. Gli input attendono in magazzino fino al momento

della trasformazione ad Output, da collocare successivamente sul mercato. La vendita degli output, si tra-

duce nell’emissione della fattura di vendita e nel sorgere del relativo credito. Il circuito perciò termina nel

momento in cui il credito si estingue mediante l’incasso della fattura che permetterà di effettuare nuovi ac-

quisti e di ricominciare il ciclo.

Il circuito operativo caratteristico, può essere visto come l’insieme di 3 sotto cicli: Il Ciclo Economico che

comincia con l’acquisto degli Input e l’insorgere del debito e si conclude con la vendita degli output e l’in-

sorgere del credito. Il Ciclo Tecnico che comincia dall’avvio della produzione/trasformazione degli input all’ot-

tenimento degli Output. Infine il Ciclo monetario che comincia dal momento dell’uscita monetaria per es-

tinguere il debito al momento dell’incasso per estinguere il credito. Questi 3 cicli possono, ma usualmente

non coincidono.

Esistono anche aziende il cui ciclo monetario è inverso, come per le Aziende di assicurazione o gli interme-

diari creditizi.

IL FABBISOGNO FINANZIARIO

Per le aziende il circuito operativo caratteristico genera un fabbisogno finanziario, perché come emerge da

quanto detto nel circuito operativo normalmente le uscite di risorse finanziarie precedono le entrate. L’entrata

successiva dovrà essere in grado di coprire l’uscita sostenuta per quanto riguarda l’acquisto di fattori produt-

tivi ad uso singolo. Questo fenomeno non si verifica per l’acquisto di fattori produttivi a fecondità ripetuta, per

i quali le aziende effettuano Investimenti di medio lungo periodo. Un primo concetto di Investimento è

l’impiego di capitali oggi in vista di realizzi futuri superiori. Per tanto l’investimento di medio/lungo periodo è

un investimento di risorse finanziarie, ma i realizzi futuri deriveranno da una pluralità di operazioni di vendita

e incasso che si svolgeranno nel tempo. Essendo che i realizzi si originano in più anni, il fabbisogno fi-

nanziario si traduce di medio/lungo periodo. Il fabbisogno finanziario si può anche originare nelle aziende

che hanno cicli tecnici/produttivi lunghi, poiché la vendita dell’Output sarà spostata notevolmente nel tempo,

in molti casi oltre la scadenza del debito verso il fornitore. Tipico è delle aziende che operano nel settore del-

l’edilizia. Infine il fabbisogno finanziario si può originare in tutte le aziende quando i tempi di riscossione da

parte del cliente superano i tempi di pagamento ai fornitori. Questo fenomeno è dovuto al fatto che i clienti

hanno una notevole forza contrattuale.

GLI ALTRI CIRCUITI

Il secondo circuito elencato è quello della gestione patrimoniale accessoria. Assomiglia a quello della ges-

tione caratteristica, poiché anche questo comincia dalle uscite e si conclude con le entrate. Il Tipo di investi-

mento è appunto in attività accessorie a quella caratteristica, sempre per il fine di ottenere realizzi futuri. Tut-

tavia non si parla di un vero e proprio fabbisogno finanziario poiché le aziende ricorrono ad investimenti in

attività accessorie solo se esistono risorse finanziarie in eccesso rispetto ai fabbisogno della gestione carat-

teristica.

Anche il Capitale di rischio ha il suo circuito. Dal punto di vista finanziario funziona nel mondo opposto rispet-

to ai due circuiti illustrati. Il Circuito comincia nel momento del conferimento, cioè con l’apporto di capitale da

parte dei soci e questo si traduce in un’entrata e il ciclo si conclude eventualmente al momento della remu-

nerazione, cioè del pagamento dei dividendi nei confronti dei soci.

Il Circuito dei finanziamenti a titolo di capitale di credito ha la stessa logica finanziaria di quello dei finanzia-

menti a titolo di capitale di rischio. Anch’esso comincia con un’entrata, tradotta nel prestito concesso da un

terzo finanziatore e si conclude con un’uscita, costituita dal rimborso maggiorato degli interessi. Questa situ-

azione può verificarsi quando le aziende si rivolgono ad intermediari creditizi, ma anche quando ricorrono ai

prestiti obbligazionari. Le obbligazioni come già accennato possono essere provviste di cedole permettendo

così il rimborso periodico.

L’analisi dei circuiti è importante per identificare gli impatti che ciascuno di questi ha sugli equilibri economi-

co-monetario. L’analisi di questi circuiti è importante soprattutto perché non è detto, anzi è molto probabile

che i circuiti non si concludano entro la fine dell’esercizio ma che rimangano aperti.

L’analisi di questi circuiti aperti, permetterà all’azienda di procedere al calcolo del reddito.

IL CONTO (per favore)

Quando si parla di rilevazione, è importante introdurre il concetto di Conto, inteso come l’insieme ordinato di

scritture, relative ad un dato oggetto del quale si misura l’entità. L’oggetto può essere monetario, come ad

esempio la liquidità, i debiti verso le banche, il costo per il personale, oppure non monetario come nella con-

tabilità di magazzino le materie prime di cui misuriamo la consistenza. Il Conto si presenta come una tabella

a due sezioni contrapposte, quella di sinistra “Dare” e quella di destra ”Avere”. Il loro significato non è da

interpretare in senso stretto poiché si tratta di contrazioni: Dare deriva infatti da “DEVE DARE”, Avere da

“DEVE AVERE”. Il Significato quindi è totalmente opposto. La rappresentazione delle operazioni che interes-

sano il Conto prende il nome di Mastrino. Valori dello stesso conto potrebbero andare in Dare, cioè addeb-

itare il Conto, o in Avere, accreditare il Conto. In termini di variazioni, nella sezione Dare noi inseriamo le

VFA e le VE-, in avere le VFP e le VE+.

LA CONTABILITA’ GENERALE ED ANALITICA

Nelle realtà aziendali esistono diverse contabilità tra cui La Contabilità generale, la Contabilità analitica o di

magazzino o Industriale che sarà oggetto di studio del secondo anno e altre.

Accenniamo adesso alcune differenze tra la Co.GE e la Co.A (Contabilità generale e la Contabilità analitica.

“La Contabilità generale è una contabilità Obbligatoria, che ha come oggetto di studio l’intera azien-

da, rileva contabilmente le operazioni esterne di tutte le aree della gestione, al fine di calcolare e co-

municare ai portatori di interesse aziendali, detti Stakeholders, il reddito d’esercizio, attraverso lo

strumento informativo chiamato Bilancio d’esercizio”.

La Co.A. invece si tratta di una contabilità facoltativa, ad eccezione degli enti pubblici, che ha come oggetto

di studio non l’intera azienda, bensì solo alcuni segmenti aziendali, rilevando valori che derivano usualmente

da operazioni di gestione caratteristica interna, al fine di determinare Costi, ricavi e margini relativi a deter-

minati segmenti al management aziendale attraverso i cosiddetti reports di gestione.

La Contabilità generale si avvale dell’uso di un piano dei conti, cioè un elenco dei conti nei quali si effettuer-

anno le operazioni, classificati secondo uno schema libero. I Conti per tanto non sono da imparare a memo-

ria, poiché ogni azienda ha il suo. Si avvale anche del libro mastro, implicitamente obbligatorio, redatto in

coerenza col piano dei conti, nel quale secondo un criterio sistematico si effettua la rilevazione dei valori

nascenti dai fatti di gestione. Infine si avvale del libro giornale, documento obbligatorio disciplinato dall’art.

2214 del c.c, cioè di un libro sul quale vengono inserite cronologicamente le operazioni di gestione secondo

il metodo della partita doppia (Dare e Avere).

(Quest’ultimo capitolo è più pratico che teorico)

AMBIENTI MERCATI E SETTORI (UNITA’ 6)

L’AMBIENTE ECONOMICO

Viene definito come ambiente l’insieme di condizioni e fenomeni esterni all’istituto e che ne influenzano la

struttura e la dinamica. Non tutto ciò che è esterno è ambiente, ma solo ciò che influenza intensamente le

scelte dell’istituto. Come per l’azienda, l’ordine economico dell’ambiente è l’ambiente economico, oggetto di

studi dell’economia aziendale. I fenomeni e le condizioni dell’ambiente economico sono: i mercati, insieme

omogenei di negoziazioni di beni privati, rischi e credito, le strutture di domanda e offerta di lavoro, di capi-

tale proprio, i settori, insieme di aziende con combinazioni economiche simili operanti negli stessi mercati e

nelle stesse strutture di domanda e offerta; le politiche economiche, monetarie e finanziarie attuate dalla PA.

Per ambiente non economico, che caratterizza la struttura e la dinamica aziendale comprende ad esempio

valori culturali, caratterizzanti per la collettività, la normativa giuridica nazionale, le tecnologie, il clima ecc…

La distinzione tra azienda e ambiente può essere identificata tracciando un confine tra i due termini, confine

tacciabile mediante due criteri complementari. Il Criterio della struttura giuridica formale, cioè i confini del-

l’azienda sono stabiliti dalla normativa vigente laddove si definisce il campo di azione degli organi di governo

economico. Il Criterio dell’influenza, ossia i confini dell’azienda si estendono fin dove gli organi di governo

economico esercitano una influenza nei processi decisionali.

Normalmente il termine ambiente fa riferimento a una singola azienda, ma spesso è necessario fare riferi-

mento anche all’ambiente di insieme di aziende, gli aggregati interaziendali, oppure fare riferimento solo a

una parte di un’azienda, scomponendo quindi l’ambiente in più sotto-ambienti.

Ultima considerazione sui confini dell’azienda è che sono modificabili e la loro estensione è oggetto delle

scelte degli organi di governo economico, come scelte di estensione orizzontale e verticale, di esternaliz-

zazione ecc…

I MERCATI

Un mercato è un complesso dinamico di negoziazioni di uno stesso bene e che si manifestano con continu-

ità ed elevata frequenza. Se queste 3 condizioni si verificano simultaneamente allora

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A.A. 2017-2018
38 pagine
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mors98 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia Aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Marano Maurizio.