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Il principio di economicità

Il principio di economicità può essere osservato in relazione ad un arco temporale definito di breve termine (12 mesi) o medio-lungo termine (oltre 12 mesi). Nel breve termine le condizioni di economicità talvolta possono non essere rispettate se vi sono investimenti ingenti o una penetrazione in nuovi mercati da parte dell'azienda. In questi casi il patrimonio deve disporre di una solidità tale che le condizioni di economicità vengano ristabilite nel medio-lungo termine.

L'economicità può essere osservata anche in relazione ad un aggregato aziendale dove possono manifestarsi due situazioni: l'azienda che fa parte dell'aggregato aziendale avrà un economicità coincidente con quella dell'aggregato aziendale; oppure possono manifestarsi situazioni divergenti nel caso in cui l'azienda abbia assunto una funzione di servizio pregiudicando la sua economicità; ciò trova una giustificazione

economica nella valutazione dell'interesse d'insieme dell'aggregato aziendale che conferirà all'azienda di servizio le risorse necessarie affinché questa continui ad operare nel tempo. I modelli di rappresentazione dell'economicità Il sistema dei valori d'azienda, ovvero l'insieme dei valori riferiti agli accadimenti economici aziendali, permette la costruzione di un modello che rappresenta l'economicità dell'azienda. L'impresa opera in un mercato di scambio, che è la principale modalità di trasferimento di beni tra istituti attraverso l'attuazione/formulazione di un accordo tra le parti secondo il maggior grado di efficienza possibile, in modo da ottenere il maggior risultato reddituale per entrambe le parti. Tutti i valori che definiscono gli scambi vengono detti valori numerari e corrispondono principalmente a mezzi monetari liquidi disponibili o crediti/debiti di regolamento. Le variazionidi tali valori assumeranno quindi il nome di variazioni numerarie. Una variazione numeraria rappresenta pertanto una variazione di un valore numerario, ovvero del mezzo monetario con cui è avvenuto lo scambio. Mentre si parlerà di valori non numerari per tutti gli altri valori e pertanto variazioni non numerarie corrisponderanno a variazioni di condizioni patrimoniale positive/negative a cui corrisponderanno in prospettiva reddituale componenti positivi/negativi di reddito. Si pensi per esempio ad un acquisto di materie per 100€ con pagamento differito presso un fornitore. Tale operazione permette la rilevazione di due conti – dove per conto si intende un prospetto a sezioni contrapposte con dare a sinistra segno + "addebitare" e avere a destra segno – "accreditare" -: il primo conto denominato Debiti verso fornitori e il secondo acquisti materie prime. Nel primo conto possiamo il sorgere di un debito di regolamento che rappresenta una variazione numeraria negativa.

Ovvero non ho più quei 100 €, nel secondo conto invece è rappresentata la variazione non numeraria consistente nell'aumento di materie prime che ho a disposizione a cui corrisponderà un componente negativo di reddito dato dal costo che devo sostenere per l'acquisizione di tali materie prime.

Una volta definite le classi di valori occorre prendere in considerazione per la loro determinazione quantitativa il momento della loro manifestazione. A tale scopo si adotta il momento della manifestazione numeraria coincidente con l'emissione/ricevimento della fattura per esigenze di certezza, in quanto nel momento in cui sorge un credito/debito di regolamento si è anche manifestato il corrispettivo componente positivo/negativo di reddito e inoltre per tempestività delle informazioni in quanto la Gestione non può aspettare la chiusura del ciclo di scambio che termina con il pagamento altrimenti non sarebbe in grado di prendere eventuali.

azioni correttive al fine di migliorare l'efficienza delle proprie combinazioni economiche. Una volta note le classi di valori e la loro manifestazione numeraria possiamo utilizzare queste determinazioni quantitative insieme ad altre quantità stimate - approssimazioni ad un fenomeno reale che l'azienda svolge per evitare aggravi di tempo e denaro - e quantità congetturate - frutto di un calcolo basato su ipotesi-finzione coerenti con l'esigenza di investigazione economica - per la costruzione di un modello di rappresentazione dell'economicità denominato modello del bilancio di esercizio, che raccoglie l'insieme dei valori in opportune sintesi periodiche pervenendo alla determinazione di due quantità economiche complesse denominate reddito di esercizio, accolto in un conto chiamato conto economico e capitale di funzionamento (per le aziende di produzione), patrimonio di funzionamento (per le aziende composte).

pubbliche/non profit) accolto invece in un conto chiamato statopatrimoniale finale.

Il reddito d’esercizio rappresenta l’incremento/decremento subito dal capitale proprio per effetto dello svolgimento dell’attività economica. E’ la somma algebrica dei valori positivi e negativi di reddito correlati mediante il principio di competenza economica secondo cui ai fini della determinazione del reddito d’esercizio concorreranno solo i ricavi conseguiti in tale esercizio e i costi che sono stati sostenuti per la realizzazione di quei beni da cui sono originati i ricavi, dove per costi e ricavi intendiamo variazioni non numerarie dalla duplice valenza: variazione delle condizioni di produzione e componente positivo/negativo di reddito.

Il capitale di funzionamento è invece l’insieme complessivo delle attività, ovvero di ciò che l’azienda dispone, i diritti, e le passività, ovvero ciò che l’azienda deve, i doveri, le

obbligazioni che essa ha assunto verso terzi. Il modello del bilancio di esercizio rappresenta quindi una valutazione dell'economicità dell'impresa per periodi, denominati esercizi, coincidenti con l'anno solare. Tuttavia i cicli produttivi sono spesso non coincidenti con gli esercizi, da cui l'esigenza di ricorrere a stime e congetture per ripartire i valori comuni a più esercizi e quindi l'esigenza di ricorrere al principio di competenza economica precedentemente accennato, che permette di attribuire all'esercizio in chiusura quei componenti che si sono manifestati nell'esercizio indipendentemente dal fatto che il ciclo di produzione si sia chiuso o meno. Nel momento di chiusura dell'esercizio occorre rilevare anche valori, che la metodologia sin qui seguita non ha messo in evidenza ma che invece hanno grande influenza sulla determinazione del reddito di esercizio. Si tratta di componenti negativi/positivi di reddito che non hannoorigine da una manifestazione numeraria. Si pensi ad esempio a quote di ricavi e costi che non hanno avuto una manifestazione numeraria nell'esercizio in chiusura ma che sono di competenza dell'esercizio stesso (ratei attivi/passivi) oppure a quote di costi e ricavi che hanno invece avuto una manifestazione numeraria nell'esercizio in chiusura ma si riferiscono invece agli esercizi successivi (risconti attivi/passivi); o ancora a ricavi/costi maturati ma non ancora liquidati (imposte su reddito, indennità fine rapporto); perdite presunte dovute a una inesigibilità di una parte dei crediti nel momento di chiusura dell'esercizio; quote di costi pluriennali da ripartire secondo il principio di competenza economica mediante il processo di ammortamento all'esercizio in chiusura; rimanenze finali di esercizio che costituiscono un componente positivo di reddito. Tali rilevazioni entreranno nella equazione di bilancio introducendo una nuova grandezza che chiameremo T, percui l'equazione di bilancio assumerà la forma di: A + c - r +- T = P + CNin. Allo stesso modo occorrerà rilevare anche i valori che dal punto di vista patrimoniale si manifesteranno congiuntamente a quelli reddituali appena rilevati, ovvero:
  • debiti e crediti corrispondenti a ratei attivi passivi;
  • debiti e crediti corrispondenti a risconti attivi passivi;
  • debiti e crediti derivanti da ricavi e costi maturati ma non ancora liquidati (fondo TFR);
  • rettifiche del valore dei crediti corrispondenti a presunte inesigibilità (Fondo svalutazione crediti);
  • rettifiche del valore delle immobilizzazioni derivanti dal processo di ammortamento (Fondo ammortamento);
  • Rimanenze finali come condizione disponibile per i nuovi esercizi.
Definititi anche questi valori l'equazione di bilancio assumerà la forma: A = P + CNfin, dove CNfin = RR = r - c +- T. Un altro modello di rappresentare l'economicità di un'azienda è dato dall'elencare le riclassificazioni di.gestione al risultato complessivo dell'azienda. Per fare ciò, vengono utilizzati i bilanci, che permettono di valutare il contributo di ogni singola gestione al risultato complessivo dell'azienda. Questi bilanci sono uno strumento utile per il governo dell'azienda, in quanto consentono di intervenire sulle gestioni che permetteranno all'azienda di ottenere una migliore redditività. I bilanci hanno come oggetto di indagine la redditività, che è la capacità dell'azienda di remunerare i fattori produttivi impiegati, e la liquidità, che è l'attitudine dell'azienda a far fronte agli impegni assunti verso terzi nel breve termine. Nel medio/lungo termine si parla invece di solidità e sviluppo, che sono l'attitudine dell'azienda ad adeguarsi ad incrementi dimensionali. La riclassificazione del Conto Economico prende il nome di riclassificazione a ricavi e costo del venduto, mentre quella dello Stato Patrimoniale segue il criterio della logica finanziaria. Entrambe sono rappresentazioni a scalare che mettono in evidenza il singolo apporto di ogni gestione al risultato complessivo dell'azienda.

gestione. Un altro modo di rappresentare l'economicità di un'azienda è dato dall'analisi degli indici che consiste nell'individuare degli indicatori che mettano in evidenza redditività, liquidità, solidità di un'azienda. Tali indicatori consentono anche un confronto con gli indici degli esercizi passati per capire come l'attività economica aziendale si è evoluta nel tempo ed è opportuno anche paragonarli agli indici settoriali per confrontare il grado di economicità dell'azienda con quello settoriale. Il primo indicatore che andremo ad analizzare è il ROE che esprime la redditività del capitale proprio prima di eventuali decisioni di distribuzione dei dividendi. Esprime cioè la redditività dei mezzi propri per effetto dello svolgersi dell'attività economica. È opportuno confrontare il ROE = RN/CN con il costo opportunità = Rendita titoli di Stato.

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Dettagli
Publisher
A.A. 2006-2007
8 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Chiakka87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Non --.