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Inoltre negli stipendi si adopera in genere una serie di trattenute fiscali che l’azienda

verserà poi a vari enti pubblici che provvederanno a prestare coperture assicurative

al dipendente e pensioni varie oltre che ovviamente alle tasse.

Menzione a parte merita il Trattamento di Fine Rapporto: è un costo aggiuntivo che

viene applicato al volume lordo delle retribuzioni e ad oggi è versato, salvo diverse

direttive, dall’azienda ad enti pubblici. Alla cessazione del rapporto lavorativo, l’ente a

cui è stato versato il debito TFR provvederà alla liquidazione al dipendente.

Da ricordare rispetto a questo capitolo: Dipendenti entrati /usciti

Tasso di Turnover = Organico medio

Produzione Realizzata

Indice di Produttività = Manodopera utilizzata

- I processi degli investimenti durevoli e la dimensione aziendale

I fattori produttivi pluriennali detti anche immobilizzazioni sono quei fattori che

partecipano in modo indiretto al ciclo produttivo: sono infatti il mezzo della

produzione.

La loro utilità all’interno dell’azienda è durevole e cioè la loro utilità, sia fisica che

economica, supera la durata del singolo esercizio.

Ogni tipo di azienda deve avere dei fattori produttivi ad uso durevole: per una ditta

manifatturiera saranno per la maggior parte impianti mentre per una ditta di servizi

gli uffici o i computer.

Tutti i fattori pluriennali costituiscono un vero e proprio fattore di rigidità per

l’azienda in quanto presentano un basso grado di flessibilità: non risulta infatti

conveniente modificare il loro livello produttivo come risulta altresì sconveniente

modificarne la tecnologia.

Inoltre tutti i fattori produttivi a fecondità ripetuta consistono in costi anticipati

piuttosto elevati e il loro rientro economico è molto lento ed indiretto. Per ovviare al

problema di far gravare l’intero costo sul periodo in cui è stato effettivamente

acquisito il fattore, si ricorre al processo di ammortamento.

È evidente come il costo sia rigido e non possa variare a seconda dei ritmi produttivi

(così come invece avviene per i fattori correnti); l’unico modo che si ha dunque per

tentare di diminuire l’incidenza dei costi è quello di aumentare al massimo la

produttività realizzando le così chiamate economie di scala.

- I fattori pluriennali materiali ed immateriali

E’ facile intuire che i beni pluriennali materiali siano caratterizzati da quell’insieme di

mobili ed immobili che partecipano più volte al ciclo produttivo aziendale. I beni

immobili a infatti sono costituiti da terreni e fabbricati adibiti ad ambiente produttivo

per l’azienda. Possono essere di tipo industriale (come un capannone-fabbrica),

commerciale (come un locale adibito a negozio) o amministrativo (uffici della

direzione).

I beni mobili invece sono per lo più costituiti da impianti, ma possono farne parte

anche attrezzature da ufficio come computer e mobili. Un’altra categoria di beni mobili

ad uso durevole è rappresentata dagli automezzi.

Di meno immediata determinazione sono invece i beni a fecondità ripetuta

contraddistinti dall’immaterialità.

I beni immateriali sono fondamentalmente costituiti da tutte quelle tutele proprie

dell’azienda: i brevetti, il marchio e licenze varie. Tutte caratterizzazioni dell’azienda

che hanno un valore monetario (anche assai elevato) ma che sono intangibili.

Un’altra branca dei beni immateriali a fecondità ripetuta è costituita dagli oneri

pluriennali. Quando si va a costituire l’azienda si deve infatti acquisire un servizio dal

notaio che certifichi la creazione della nostra azienda. Questo onere, pur essendo

simile ad una normale acquisizione di servizio ad uso immediato parteciperà in tutta

la vita aziendale. Anche quando ci sarà una ristrutturazione della società sotto il

profilo giuridico si avranno dei costi che però saranno considerati come oneri

pluriennali.

Un altro tipo di onero pluriennale è costituito dagli investimenti in ricerca e sviluppo: i

soldi vengono sborsati subito però la loro utilità arriverà in un momento non ancora

ben definito.

- La capacità produttiva degli impianti

Quando l’azienda si trova a dover acquistare un fattore produttivo pluriennale, opera

una previsione su quelli che sono e soprattutto su quelli che saranno i volumi

produttivi futuri dell’azienda.

Una volta determinato dunque il fabbisogno quantitativo che ha l’azienda si procede

ad acquistare l’impianto più idoneo ad adattarsi a tale volume previsto. È però

importante osservare come non conti tanto la capacità produttiva del singolo

impianto quanto la capacità produttiva totale della combinazione dei fattori

pluriennali.

- La specializzazione produttiva

Il secondo parametro attraverso il quale si determina il fabbisogno dei fattori

pluriennali riguarda la qualità e le caratteristiche dei prodotti che si vogliono realizzare

attraverso gli stessi.

La specializzazione produttiva è dunque la caratteristica di un impianto di saper

svolgere un’azione nel modo più efficace. Spesso però impianti ad elevata

specializzazione produttiva sono molto difficilmente convertibili e dunque poco

flessibili.

- L’elasticità e la flessibilità

E’ bene sapere che questi due parametri per la determinazione del fabbisogno di

fattori pluriennali e per la scelta degli stessi, sono stati introdotti solo recentemente,

ovvero da quando il mercato ha iniziato a farsi molto più dinamico.

Per elasticità si intende la capacità di un impianto di sapersi adattare a volumi

produttivi scostanti nel tempo, come ad esempio un impianto di una ditta a forte

stagionalità.

Per flessibilità invece si intende la capacità di un impianto a convertire la sua

produzione: dalla produzione del bene A, attraverso poche ed economiche modifiche,

passare alla produzione del bene B.

Risulta evidente che un impianto poco elastico sia più economico di uno elastico ma in

caso di sotto-impiego si possa invece rivelare molto meno economico.

Ogni azienda deve dunque svolgere un attento esame di previsione degli andamenti e

dei prodotti nel tempo onde evitare di acquisire impianti totalmente sbagliati.

Risulta evidente come spesso flessibilità ed elasticità siano antitetici: un impianto per

essere efficiente avrà bisogno di un alto grado di specializzazione che è proprio in

contrasto con il concetto stesso di flessibilità in quanto un impianto altamente

specializzato risulterà di difficile convertibilità.

- L’acquisizione dei fattori pluriennali materiali

1) L’acquisto presso terzi. l’acquisto diretto di immobilizzazioni, non diverso dai

processi di acquisto dei fattori correnti, è però contraddistinto dall’elevato costo che è

richiesto per acquistare direttamente il bene.

2) La realizzazione interna è una caratteristica propria solamente delle grandi

aziende dato che richiede conoscenze specifiche particolari ed investimenti molto

costosi. Solo un’azienda di grandi dimensioni troverà infatti economico costruire un

impianto con le proprie forze piuttosto che acquistarlo dai mercati di

approvvigionamento.

Oltre che per una questione di convenienza economica, un’azienda può vedersi

costretta a realizzare internamente un bene pluriennale: quando un’azienda richiede

ad un macchinario un elevato grado di specializzazione può non reperire sul mercato

il prodotto cercato dovendo così ingegnarsi a realizzarlo.

3) Con l’affitto e il leasing l’azienda acquista il diritto di utilizzo di un bene ma non la

sua proprietà.

Non ci soffermeremo sulla trattazione di cosa sia l’affitto perché supponiamo che sia

già ben chiaro; ci interesseremo a definire nel dettaglio l’operazione di leasing.

Esistono due tipi di leasing e al giorno d’oggi sono notevolmente utilizzati.

Il primo è il leasing di tipo operativo e non è sostanzialmente diverso dall’affitto: si

paga un canone periodico alla ditta di leasing per un periodo stabilito da un contratto

che però non supera la vita utile del bene. Al termine di tale periodo l’azienda che ha

avuto in uso il bene può procedere al riscatto, pur avendo ben presente che la somma

che andrà a pagare come riscatto è uguale al valore residuo del fattore pluriennale.

Il secondo tipo di leasing è quello finanziario. Un’azienda che inizia una pratica di

leasing finanziario è fin da subito interessata ad acquistare definitivamente il fattore

pluriennale di cui acquisisce il diritto d’uso. I canoni periodici che l’azienda verserà

all’istituto di leasing saranno infatti molto maggiori rispetto quelli di un’eventuale

leasing operativo e comprendono già una quota per l’acquisto del bene. Il riscatto

fissato sarà infatti del tutto irrisorio rispetto al valore che il bene avrà in quel

momento. Il leasing, pur non facendo apparire l’azienda molto solida (nel periodo di

leasing il bene non è parte del patrimonio aziendale), ha l’enorme vantaggio di

permettere all’azienda di spalmare i costi su più anni e in più periodi e quindi limitare

il fabbisogno di finanziamento per ogni periodo ed in più, non costituendo

un’operazione finanziaria, non limita la capacità di credito dell’azienda.

- La manutenzione

La potenzialità che i fattori pluriennali hanno al momento del loro acquisto va via via

perdendosi durante il loro utilizzo nei processi produttivi. Per questo sono necessari

interventi periodici volti a mantenere quanto mai bassa l’incidenza dell’uso e per

preservare al meglio le caratteristiche fisico-tecniche ed economiche del bene.

Per far ciò si ricorre alla manutenzione ordinaria che è volta alla prevenzione e alla

riparazione di eventuali guasti al fine di garantire al processo produttivo un impianto

su cui poter sempre fare affidamento.

Nei processi di manutenzione preventiva rientrano tutti quei controlli che

periodicamente vengono svolti sul macchinario da esperti per controllare che tutti i

componenti funzionino correttamente. Nei processi di manutenzione preventiva

rientrano anche quelle azioni compiute per sostituire periodicamente parti più

facilmente usurabili dell’impianto che possano così evitare il malfunzionamento ed un

guasto dell’impianto tutto.

La riparazione ha invece una causa patologica e viene attuata in maniera

imprevedibile ma tempestiva (onde evitare gravi ricadute sull’economia dell’azienda)

quando si incorre in u

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A.A. 2017-2018
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher dottormarmitta di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale I e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Cavallini Iacopo.