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A COSTI, RICAVI INTEGRALI DELLA PRODUZIONE
CA-FS+REDDITO= RV+PS
Costi del venduto Ricavi realizzati
Costo acquisizione fattori Ricavi del venduto
(—) rimanenze finali dei fattori Rimanenze finali dei prodotti
TOT.COSTI PRODUZIONE TOT.VALORE PRODUZIONE
Utile di periodo
TOT.PAREGGIO TOT.PAREGGIO
REDDITO NEI PERIODI DI VITA INTERMEDI nel passaggio dal primo periodo di attività a quelli successivi, i valori finali dei
fattori non utilizzata e della produzione non ancora venduta nel periodo (valori sospesi) diventano valori iniziali dei
valori successivi (valori ripresi) per l’utilizzo nelle produzioni e nelle vendite future
Ca= costo d’acquisto dei fattori nel periodo
F =costo ripreso dei fattori in rimanenza all’inizio del periodo
t-1
F = costo sospeso dei fattori in rimanenza alla fine del periodo
t
F -F = variazione (costo) dei fattori in rimanenza alla fine del periodo
t t-1
Ps= costo sospeso dei prodotti in rimanenza alla fine del periodo
A COSTO DEL VENDUTO E RICAVI
[CA-(Ft-Ft-1) - (Pt-Pt-1)] + utile di periodo = RV
Costi del venduto Ricavi realizzati
Costi ripresi dei fattori Ricavi del venduto
Costo acquisizione fattori
(—) costi sospesi fattori non utilizzati
Costi ripresi dei prodotti non venduti
(—) costi sospesi dei prodotti da vendere
TOT. COSTI DI PRODUZIONE
Utile di periodo
TOT.PAREGGIO TOT.PAREGGIO
A COSTI, RICAVI E RIMANENZE
F + P + CA + utile di periodo = RV+ F + P
t-1 t-1 t t
Costi del venduto Ricavi realizzati
Rimanenze iniziali dei fattori Ricavi del venduto
Rimanenze iniziali dei prodotti Rimanenze finali dei fattori
Costi acquisto dei fattori Rimanenze finali dei prodotti
TOT. COSTI DI PRODUZIONE
Utile di periodo
TOT.PAREGGIO TOT.PAREGGIO
A COSTI, RICAVI INTEGRALI DELLA PRODUZIONE
CA+ (F -F ) + utile di periodo = RV + (P -P )
t t-1 t t-1
Costi del venduto Ricavi realizzati
Costo acquisto fattori Ricavi del venduto
(—) variazione rimanenze fattori Variazione rimanenze prodotti
= F — F = P - P
t t-1 t t-1
TOT. COSTI DI PRODUZIONE
Utile di periodo
TOT.PAREGGIO TOT.PAREGGIO
Nei periodi intermedi devo considerare il controllo dei flussi finanziari ovvero le entrate (vendite, incassi, finanziamenti,
apporti di capitale proprio) e le uscite (acquisti in contanti, pagamenti, rimborsi, debiti) di risorse finanziarie.
Il controllo patrimoniale deriva dalla valorizzazione degli stock e riguarda tutti gli elementi attivi e passivi che hanno
partecipato alla gestione aziendale e sono disponibili ad essere utilizzati in futuro.
IL CAPITALE: il reddito presuppone l’esistenza del capitale NETTO/ patrimonio nettodisponibilità dei mezzi propri che
occorrono (ex ante) ad avviare e (successivamente)a rendere possibile il funzionamento dell’azienda.È composto da
attività e passività finanziarie ed economiche.
Determinazione analitica del reddito R= RV- C
Determinazione sintetica del reddito R= K - K in questo caso i presupposti sono: non vi sono state variazioni
finale iniziale
dirette patrimoniali (nell’intera vita aziendale) e che Il valore economico della moneta sia rimasto costante. Questo
metodo difficoltoso a causa dell’astrattezza e indeterminatezza del reddito, così come la valutazione del capitale di
competenza.
È uno stock: fondo di valori, necessario per omogenizzare tramite parametro monetario tutti quei valori esprimibili
tramite flussi fisico-tecnici, è indeterminato e per questo sono necessari parametri di valutazione (soggettività) ed è un
aggregato di mezzi a disposizione del sogg. giuridico aziendale.
1. CAPITALE DI FUNZIONAMENTO: attività= capitale lordo, passività e Capitale netto=(attività-passività). Il capitale
netto può non coincidere con l’apporto del proprietario, infatti tale coincidenza si riscontra solo al momento della
costituzione aziendale; nel tempo possono verificarsi accrescimenti del capitale: per effetto della gestione (es.
riserve di utili) oppure per operazioni diverse (es. apporto di capitale proprio in momenti successivi)
2. CAPITALE ECONOMICO capitalizzazione di presunti redditi futuri
3. DI LIQUIDAZIONE valutazione a valori presunti di realizzo/estinzione
PROSPETTO DEL CAPITALE
ATTIVITA ’o IMPIEGHI PASSIVITA’ + NETTO o FONTI
Attività non finanziarie Capitale netto
Costi sospesi di fattori da utilizzare: Quote di capitale proprio
strutturali (materiali e immateriali) Accantonamento utili
di consumo (beni e servizi) Passività non finanziarie
Costi sospesi di prodotti da vendere Ricavi sospesi
Attività finanziarie Passività finanziarie
Crediti in attesa di essere incassati Debiti in attesa di rimborso
Denaro in attesa di impiego
Impieghi economici Fonti economiche
Impieghi finanziari Fonti finanziarie
CAPITOLO4. I PROCESSI DI FINANZIAMENTO sono tutte quelle attività volte a reperire, gestire e rimborsare
finanziamenti idonei per quantità e qualità a soddisfare il fabbisogno di finanziamento aziendale. Si possono analizzare
secondo 3 cicli di attività: 1) pianificazione finanziaria 2) acquisizione e rimborso del finanziamento 3) relazioni azienda-
finanziatori. Finanziamento, acquisizione di fattori produttivi specifici e vendita dei prodotti sono alcune delle
operazioni più comuni. Sono tutte appartenenti alla gestione esterne che prevede il relazionarsi con gli stakeholders,
questi rapporti possono riguardare flussi in entrata o in uscita, reali o finanziari.
La prima operazione di gestione riguarda il reperimento di risorse monetarie tramite finanziamento.
L’azienda deve disporre di sufficienti finanziamenti per mantenere l’equilibrio fra fonti ed impieghi ovvero tra afflusso e
deflusso di moneta.
Impieghi= Investimentiovvero qualunque impiego destinato a trasformarsi in denaro direttamente (merce acquistata)
o indirettamente per effetto della gestione. Il denaro non può essere considerato un investimento in quanto non
fornisce un’utilità diretta alla produzione, ma rimane di fondamentale importanza. Esistono diversi tipi di investimento:
a.Strutturali b. Correnti (unico ciclo produttivo) oppure altra distinzione è fra: a. nella produzione venduta (già incassati
i ricavi) b. in attesa di realizzo
Il fabbisogno di mezzi finanziari lordo= stock investimenti in attesa di realizzo + investimenti nella produzione venduta
(flusso) + rimborsi di finanziamento/capitale (flusso).
La dinamica del fabbisogno di finanziamento dipende dai segni algebrici, dall’intensità delle variazioni e dalla loro
frequenza. Il fabbisogno può essere ripartito in tre aliquote:
a. costante relativa alla dotazione strutturale minima dell’azienda
b. di trend relativa all’incremento costante che il fabbisogno subisce per l’espansione delle dimensioni aziendali
c. elastica in frequente oscillazione a seconda degli andamenti stagionali
FAB. LORDO – FONTI DI FINANZIAMENTO INTERNE = FAB. NETTO (coperto dalle fonti esterne)
FONTI DI FINANZIAMENTO
1. Interne: ottenute dalle vendite, frutto della gestione aziendale basata sui precedenti
investimentiautofinanziamento che può essere lordo (ricavi di vendita) o netto (ricavi di vendita lordi- costi con
manifestazione finanziaria). Il concetto di autofinanziamento netto evidenzia l’esistenza di costi che non
comportano un deflusso economico in quel periodo considerato, ma che comportano invece un deflusso economico
in quel periodo (fattori pluriennali, per cui si parla di ammortamento o tfr). Un autofinanziamento netto positivo
consente più autonomia finanziaria e permette nuovi investimenti o rimborsi di finanziamenti, senza ricorrere a
fonti esterne. Se l’autofinanziamento ha segno negativo sarà necessario ricorrere a fonti esterne. Può accadere che,
pur avendo segno positivo, ci si ritrovi in perdita, dato che i costi non aventi manifestazione finanziaria potrebbero
essere superiori al netto.
Autofinanziamento in senso stretto= autofinanziamento netto- costi di esercizio non aventi manifestazione
finanziaria- utili distribuiti
Autofinanziamento monetario d’esercizio (operational cash fow)= autofinanziamento netto- variazioni
crediti/debiti
2. Esterne Proprio o di rischio Proviene dai soci Dividendi senza una data certa
Capitale di credito Da soggetti terzi, esterni Interessi stabiliti, tasso contrattuale e a
scadenza prefissata
Il capitale proprio o di rischio delle aziende giuridicamente organizzate in forma individuale (unico proprietario) non
presenta particolari tecnicità. Nelle aziende organizzate informa societaria, invece il capitale d’apporto iniziale si
definisce capitale sociale (insieme delle somme conferite dai soci senza vincoli di rimborso). Il capitale può essere
ripartito in:
1. Quote, non rappresentabili da titoli di credito, riferite alle persone dei soci e commisurate ai conferimenti di essi,
attribuiscono poteri e doveri secondo il loro valore
2. Azioni rappresentate da titoli di credito e tutte di uguale valore nella stessa società, attribuiscono uguali diritti e
poteri.
Oltre che al capitale sociale, il capitale proprio comprende anche i mezzi realizzati durante i vari esercizi e non distribuiti
(autofinanziamento in senso stretto=riserve di utili) ed i mezzi dei soci non formalizzati come capitale sociale (riserve di
capitale). Dopo l’apporto iniziale il capitale può subire variazioni: indotte dalla gestione o causate dai conferimenti. I
capitalisti possono essere: risparmiatori (non partecipanti alla gestione) o soggetti economici.
DEBITI Movimenti
Nascono da: Sogg. creditori Durata Costo
finanziari
Di Acquisizioni Specializzati in Entrata di denaro Da breve Interesse esplicito
finanziamento denaro servizi finanziari a lunga
Di Compravendita Fornitori di Sostituzione di Di solito A volte
funzionamento beni/servizi beni e servizi un’uscita di breve implicito,
denaro raramente esp.
Un deb di finanziamento si distingue in base a: durata, soggetto creditore e costo riguardante il tasso di interesse (fisso
prestabilito o variabile secondo due criteri di variabilità: tasso indicizzato se dipendente da andamenti esterni o tasso
fisso ottenuto in valuta estera e quindi soggetto alle variazioni valutarie).
FONTI DI FINANZIAMENTO OTTENUTE DA UNA BANCA:
1. Apertura di credito forma di finanziamento più diffusa dove la banca concede all’azienda la possibilità di utilizzare
un affidamento ad un limite massimo inizialmente concordato, con un tasso d’interessa prestabilito. Il vantaggio è
che l’azienda può prelevare la somma desiderata di volta in volta. Non ha una scadenza prestabilita (tranne alcuni
casi) ma la banca può interrompere il rapporto con brevissimo preavviso e chiedendo immediato rimborso. Spesso
sono rich