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PATRIMONIO
14.1 il PATRIMONIO e il CAPITALE di FUNZIONAMENTO
Il patrimonio di un’azienda è l’insieme delle condizioni di produzione e di consumo di pertinenza
della stessa in un dato momento, denominate condizioni patrimoniali (ad es. impianti, fabbricati,
marchi, brevetti, debiti, crediti, rimanenze, ecc.) e possono essere: positive e negative, materiali,
immateriali e monetarie, esogene ed endogene.
Nel patrimonio si riflette l’intera storia passata dell’impresa e delle circostanze d’ambiente nelle
quali ha operato ed è la base della vita futura dell’azienda.
Il patrimonio è il complesso risultato di processi di acquisizione, trasformazione e ricombinazione
di elementi di varia natura. Si consideri, ad esempio, il patrimonio tecnologico di un'impresa,
ossia l'insieme delle conoscenze e delle capacità di fare applicate alla gestione caratteristica.
Gli elementi del patrimonio sono elementi complessi prodotti in tempi lunghi accumulando
tentativi ed esperienze che si spirano anche a modelli standard, ma che in larga parte sono
specifici e peculiari della singola azienda.
Formazione del patrimonio di un'impresa
Il capitale di funzionamento è il sistema dei valori positivi e negativi che esprimono i valori delle
condizioni patrimoniali di un’azienda. E' dunque una rappresentazione del patrimonio sotto forma
di valori economici (ad es. i valori della cassa, dei crediti, degli impianti, del capitale netto, ecc.)
Tuttavia è una rappresentazione parziale in quanto non tutte le condizioni patrimoniali trovano
diretta rappresentazione nella tavola del capitale di funzionamento:
- non si dice nulla della qualità delle condizioni patrimoniali,
- i prestatori di lavoro non sono elementi del patrimonio e il loro valore non appare nel capitale di
funzionamento,
- molte condizioni patrimoniali immateriali prodotte all'interno dell'azienda (patrimonio
tecnologico e patrimonio commerciale) per ragioni di varia natura non trovano diretta
rappresentazione nella tavola del capitale di funzionamento.
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14.2 le CLASSI di CONDIZIONI PATRIMONIALI
Una classificazione introduttiva generale distingue i seguenti insiemi di condizioni:
Condizioni materiali: sono gli elementi patrimoniali che hanno una manifestazione fisica
• (ad es. terreni, fabbricati, impianti, macchinari, arredi, ecc.)
Condizioni immateriali: sono elementi patrimoniali che non operano sotto forma fisica:
• - marchi e brevetti,
- conoscenze e know how = capacità di fare (capitale intellettuale),
- rete di relazioni esterne (capitale sociale),
- reputazione e immagine (capitale reputazionale),
- coesione interna: spirito di squadra, cooperazione tra le persone che operano
nell'impresa (cultura aziendale, identità e identificazione)
Condizioni monetarie: sono gli elementi patrimoniali che si presentano sotto forma di
• cassa, debiti, crediti, capitale netto
Condizioni d’ambiente: condizioni patrimoniali in senso allargato (non sono di pertinenza
• dell’impresa), ma che possono essere fonti di importanti “economie esterne”:
infrastrutture di comunicazione e trasporto, servizi della pubblica amministrazione, tessuto
di imprese fisicamente e socialmente vicine (distretto), cultura locale. Quanto più ricche e
favorevoli sono le condizioni di ambiente, tanto più l'impresa gode di economie esterne
che possono essere fonti di importanti vantaggi competitivi.
Condizioni patrimoniali esogene: condizioni patrimoniali acquisite dall’esterno mediante
operazioni di acquisto o di altra specie
Condizioni patrimoniali endogene: condizioni patrimoniali prodotte all’interno dell’azienda:
Immobilizzazioni tecniche endogene (ad es. macchinari “segreti” prodotti all’interno)
• Immobilizzazioni immateriali endogene (ad es. marchi e brevetti sviluppati sostenendo
• costi interni di marketing o di ricerca e sviluppo)
14.3 CONDIZIONI PATRIMONIALI DISTINTIVE e CENTRALI
Riflettiamo ora sul patrimonio come leva strategica dell'impresa, ossia come insieme di condizioni
per competere e per crescere. Le condizioni patrimoniali possono essere: specifiche dell'azienda
oppure generiche, ad alto e basso impatto, mono o pluridisciplinari, frutto di apprendimenti
individuali o collettivi, esplicite o implicite, più o meno replicabili e imitabili.
Si definiscono condizioni patrimoniali distintive (o risorse/competenze distintive), quelle
condizioni patrimoniali che:
sono specifiche dell’azienda (non sono disponibili sul mercato dei fattori produttivi)
• hanno un alto impatto sul valore attribuito dal cliente agli output dell’azienda
• sono difficilmente replicabili (o trasferibili) e imitabili da altre imprese, in quanto:
• pluridisciplinari, frutto di apprendimento collettivo, basate su conoscenza tacita o
codificate in linguaggi particolari (implicite)
Quanto più l'impresa è dotata di condizioni patrimoniali distintive tanto più forte è la sua
posizione nel realizzare le strategie competitive. Perciò le competenze distintive sono alla base
delle strategie competitive per ogni sistema di prodotto.
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Si definiscono competenze centrali (core competences) le condizioni patrimoniali distintive e
comuni a tutti i sistemi di prodotto offerti da una stessa impresa. Le competenze centrali sono
anche la fonte per l’attivazione e lo sviluppo di nuovi sistemi di prodotto e sono alla base delle
strategie di estensione verticale e orizzontale.
Ciascuna impresa è dotata di un patrimonio di risorse differenti rispetto a quello di ogni altra.
Imprese che competono sugli stessi mercati sono tra loro differenti, e sono quindi caratterizzate
da differenti potenziali di redditività e di sviluppo. Redditività e sviluppo delle imprese dipendono
da: l’intensità delle pressioni competitive derivanti dalla struttura del settore e del mercato in
• cui l'impresa opera (elemento comune a tutte le imprese dello stesso settore);
la ricchezza delle condizioni patrimoniali distintive disponibili (elemento differente per
• ciascuna impresa).
14.4 SCELTE STRATEGICHE e PATRIMONIO
La configurazione del patrimonio è frutto di numerose scelte strategiche:
1. Scelte di integrazione verticale ed estensione orizzontale (gamma delle competenze
sviluppate e integrabili). Se si sceglie una maggiore estensione si producono due
fenomeni congiunti: alcune condizioni patrimoniali già disponibili trovano nuove occasioni
di impiego, si sviluppano dall'interno e si acquisiscono dall'esterno nuove condizioni
patrimoniali che arricchiscono la dotazione complessiva dell'impresa. Se si sceglie una
riduzione dell'estensione alcuni insiemi di condizioni patrimoniali escono dal dominio
dell'impresa.
2. Scelte di dimensionamento della capacità produttiva (sovente occasione di innovazione
tecnica). Portano l'aggiunta o la sostituzione di stabilimenti, magazzini, laboratori ecc. in
tal modo si possono realizzare anche innovazioni tecniche e organizzative modificando
così il patrimonio di competenza dell'impresa.
3. Scelte di fusioni, acquisizioni e alleanze (acquisizione di competenze complementari e
complessa integrazione di patrimoni). Portano ad unire anche due o più patrimoni di
risorse immateriali, ossia di valori, di culture, di routine: tali risorse sono difficili da
integrare e comporta rischi di conflitti organizzativi.
4. Scelte di localizzazione (accesso a condizioni ambientali). Aprono l'accesso a patrimoni
ambientali più o meno ricchi che possono dare luogo ad economie esterne per molti versi
assimilabili a condizioni distintive, fonti di vantaggio competitivo.
5. Scelte di struttura del capitale proprio e di terzi (diversa capacità e propensione a
progetti di sviluppo). Influenza l'immagine dell'azienda, la sua capacità di investire nello
sviluppo interno e nell'acquisizione di competenze, il grado di rischio affrontabile in tali
processi.
6. Scelte di gestione del personale e progettazione dell’assetto organizzativo (creazione
di condizioni di sviluppo e dinamismo). Influenzano la formazione del patrimonio di
condizioni immateriali, in particolare delle conoscenze e delle capacità di fare e della
coesione interna. 67
Gli indirizzi strategici
Le scelte di configurazione del patrimonio dell’impresa dovrebbero ispirarsi ai seguenti indirizzi
strategici:
Basare le scelte di ingresso in nuovi mercati sulle proprie competenze distintive e centrali
• (ovvero adottare strategie di diversificazione correlata)
Scegliere con cura le modalità di sfruttamento delle competenze distintive possedute:
• usarle direttamente realizzando il sistema di prodotto finale, usarle direttamente per
produrre un bene intermedio da cedere ad altre imprese che realizzeranno il prodotto
finale, cedere la competenza distintiva ad altra impresa che produrrà i beni intermedi e
finali.
Sfruttare a fondo le economie di replicazione
• Attuare operazioni di fusione e acquisizione per unire competenze complementari (e non
• simili o sovrapposte)
Internalizzare e non esternalizzare i processi che producono competenze distintive
• Puntare su modelli organizzativi originali da cui possono scaturire processi di
• apprendimento differenti e dunque competenze distintive
Impostare strategie esplicitamente orientate allo sviluppo di competenze distintive
• Evitare eccessi di cambiamento che mettano in crisi i processi apprendimento e
• sconvolgano le routine che sottostanno alle competenze
14.5 DINAMICA del PATRIMONIO
Le risorse e competenze distintive possono diventare fattore di rigidità e di blocco
dell'innovazione:
Molte condizioni patrimoniali hanno cicli economici e tecnici di lunga durata; le imprese
➢ potrebbero cercare di sfruttare tali risorse il più a lungo possibile anche quando le
condizioni di mercato ne suggerirebbero l’abbandono
Le immobilizzazioni tecniche possono avere una destinazione specifica, ossia essere
➢ utilizzabili convenientemente solo per lo svolgimento di determinati processi, non sono ad
uso generico e non sono facilmente convertibili.
Le routine nelle quali si incorpora il know-how aziendale tendono a permanere nel tempo
➢ anche se obsolete, in quanto negli schemi mentali di chi governa l'impresa si insinua la
convinzione che le routine correnti siano le migliori possibili e che non si debba ricercare
nessuna novità.
Pertanto oltre a competenze distintive e centrali, l’impresa deve dotarsi anche capacità di
cambiamento, ossia di competenze dinamiche (dynamic capabilities), che consistono nella
capacità di arricchire, rinnovare, ricombinare e sostituire le competenze distintive esistenti.
Per sviluppare le competenze dinamiche:
Occorre sviluppare assetti org