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D A P T
n. data
Conti addebitati a Conti
accreditati Descrizione
n. data
Conti addebitati a Conti
accreditati Descrizione
n. data
Conti addebitati a Conti
accreditati Descrizione
Totali pagina
Le colonne, nel libro giornale, sono divise in parziali e totali.
D A D A
n. data
Conti addebitati
Conti accreditati Descrizione
n. data
Conti addebitati
Conti accreditati Descrizione
n. data
Conti addebitati
Conti accreditati Descrizione
Totali pagina
Vi è un altro metodo per cui addebitamenti e accreditamenti sono giustificati a sinistra e quindi le colonne
rappresentano dare e avere.
Vi sono delle norme di legge che impongono la tenuta di entrambi i libri contabili.
L'articolo 2214 non nomina il libro mastro ma solo il libro giornale e afferma che "l'imprenditore che
esercita un'attività commerciale deve tenere il libro giornale e il libro degli inventari."
Dal punto di vista tecnico in quanto per la tenuta della contabilità il mastro è indispensabile.
Per fare un bilancio il libro mastro è imprescindibile, il libro giornale no.
“Il bilancio s’ha senz’altro nel mastro.”
IVA: imposta del valore aggiunto pt.2
Il carico fiscale Dell'IVA è destinato a gravare sul consumatore finale, se il soggetto è inciso dall'imposta è il
consumatore finale ne sopporta l'incarico. Se il soggetto non è il consumatore finale, ha il diritto di
recuperare dall'erario la cifra che ha pagato.
Il DPR 633 stabilisce una serie di regole che attengono alla registrazione di queste operazioni e alla modalità
di regolamento di esse.
Il pagamento dell'imposta è il momento della vendita e non il momento del pagamento, il debito sorge al
momento della vendita.
Vi è una periodicità mensile dell'imposta dovuta ovvero la liquidazione periodica dell'IVA dovuta. Il
legislatore dà un nome a ciò, ovvero meccanismo di detrazione dell'imposta da imposta. Un debito
maturato per l'IVA deve essere pagato entro un mese.
Utilizzano dei libri particolari in cui vengono emessi dei documenti ogniqualvolta avviene un'operazione del
genere. Chi effettua tali operazioni ha l'obbligo di emettere uno di tre documenti: la fattura, lo scontrino
fiscale, la ricevuta fiscale.
• la fattura, che è il documento più completo perché identifica cedente e cessionario, vi è poi la
specificazione del bene o dell'esercizio ceduto con la separata specificazione dell'imponibile e
dell'IVA;
• lo scontrino fiscale non ha i dati del cessionario e non vi è distinzione tra l'imponibile e l'IVA;
• la ricevuta fiscale.
Ogni partita IVA ha una sigla di undici cifre e un codice identificativo del paese.
Se non si ha la partita IVA si adopera il codice fiscale.
Nelle transazioni tra soggetti IVA, la documentazione è sempre, per legge, la fattura. Quando la transazione
è fatta col consumatore finale, i due documenti sono entrambi validi, nei negozi al dettaglio è usato lo
scontrino fiscale. Lezione 21 R
I metodi di pagamento
Normalmente le imprese effettuano incassi e pagamenti con contanti limitatamente. Le transazioni
vengono regolate con i conti correnti bancari. Il conto bancario in linguaggio tecnico è detto ‘conto corrente
di corrispondenza’ poiché è il rapporto tra un cliente e una banca, si caratterizza per il fatto che le
operazioni di questo conto possono avvenire per corrispondenza.
Le operazioni prima venivano fatte prettamente allo sportello, oggi sono molto diminuite perché
avvengono tramite strumenti informatici. Un conto corrente di corrispondenza viene acceso da un'azienda
nei confronti di una banca attraverso un deposito di una somma di denaro. Poi questo rapporto si alimenta
tramite operazioni a doppio segno. Quest'operatività è caratterizzata dai bonifici attraverso lo sportello
bancario.
La banca ha un suo piano di conti in cui i conti sono identificati da un codice univoco e in esso è identificato
anche il mastro in cui la banca segna le operazioni in dare e avere che avvengono in relazione col cliente.
Nell’UE questi conti hanno l’IBAN, un codice alfanumerico di 27 cifre, di cui 5 numeri che identificano
l’istituto di credito nel contesto nazionale, 5 numeri che identificano lo sportello.
Il bonifico può essere fatto allo sportello compilando la distinta, oppure quando vi è l'abilitazione del cliente
che viene dotato di credenziali per l'accesso al rapporto bancario online senza necessità di rivolgersi allo
sportello. Per le operazioni di home banking vi sono frequentemente delle limitazioni, come dei tetti
massimi o delle limitazioni temporali.
Il bonifico bancario è lo strumento tramite cui vengono effettuati incassi e pagamenti per corrispondenza,
si caratterizza per il fatto che prevede un'operatività articolata.
Assegno bancario
La convenzione di assegno è un accordo che permette al cliente di dare degli ordini alla banca attraverso
l’assegno bancario, ovvero un ordine di pagamento che consiste in un moduletto prestampato che contiene
le informazioni del cliente.
Composizione:
L’assegno bancario in alto a sinistra ha il marchio della banca, alla cui destra vi è un codice identificativo
dell’istituto di credito con sotto una specificazione sulla filiale dove è radicato il conto. Un tempo lo
sportello dove è radicato il conto era il posto dove era depositata la firma del cliente.
Sopra vi è il luogo e la data di emissione, con a destra l’importo in euro scritto in numero. Vi è poi scritto ‘A
vista pagate per questo assegno bancario’, che rappresenta l’ordine di pagamento.
Al centro sotto vi è lo spazio per scrivere l’importo in lettere e ancora sotto il beneficiario dei soldi.
Sotto a sinistra vi è il numero dell’assegno, la banca quando emette un assegno assegna un codice per
evitare frodi.
Al centro in basso vi è uno spazio in cui vi è l’indicazione del conto da cui è tratto questo assegno. In basso a
destra vi è la firma.
Sul retro dell’assegno vi è una parolina ‘girate’.
Gli assegni nascono come titoli trasferibili, quindi in astratto il ricevitore può decidere di trasferire l’assegno
ad un altro aggiungendo semplicemente una firma oppure aggiungendo il nome del creditore sul retro.
Tuttavia se sull’assegno vi è scritto ‘NON TRASFERIBILE’ esso può essere riscosso solo dal creditore iniziale.
I blocchettini di assegni si chiamano i ‘carnet di assegni’.
Chi emette un assegno è detto ‘traente’, la banca destinataria dell’ordine si chiama ‘trattaria’, il creditore si
chiama ‘beneficiario’ o ‘prenditore’ dell’assegno.
La banca deve sempre eseguire l’ordine ad eccezione del caso in cui non vi sono fondi sul conto oppure in
casi patologici come la non corrispondenza della firma, la mancata identificazione del beneficiario, o la
denuncia dello smarrimento del carnet.
L’assegno nel caso manchino i fondi sul conto si chiama ‘assegno a vuoto’.
Vi possono poi essere delle operazioni allo scoperto basate su quanto la banca abbia accordato al cliente. E’
una forma di prestito estremamente flessibile, si tratti di prestiti solitamente dagli alti interessi ma di breve
durata. Quando il conto scende sotto lo 0, quando si deposita nuovo denaro ritornando sopra lo 0, il conto
‘si ripiana’. Quando una parte dell’assegno non è compilato si dice ‘in bianco’.
Il pagamento con l’assegno può essere rifiutato. Poiché la banca paga l’assegno solo se vi sono soldi sul
conto, l’incasso dell’assegno non è un fatto certo, il buon fine dell’assegno è legato dalla correttezza di chi
lo ha emesso.
In alternativa spesso viene richiesta l’emissione di un assegno circolare, che è uno strumento più sicuro ed
esigibile.
L’assegno circolare
L’assegno circolare non ha un ordine di pagamento dato alla banca, ma una promessa di pagamento da
parte della banca. La firma dell’assegno è della banca e vi è la promessa ‘pagherà a vista per questo
assegno circolare’.
Con l’assegno circolare non vi è bisogno di recarsi verso una data filiale, come in teoria sarebbe necessario
per l’assegno bancario.
La parte in basso dell’assegno è riservata al visore ottico che verifica che sia bene emesso.
La banca che emette l’assegno circolare è detta ‘emittente’.
Ipoteticamente ci si può recare nella propria banca per riscuotere un assegno, non si sta depositando
denaro, ma si sta consegnando un mandato per l’incasso. Quando si consegna l’assegno la banca firma
dove si firmano le girate aggiungendo ‘mandata per l’incasso’, la banca registra allora una partita a credito
del cliente salvo buon fine; dunque il cliente non può utilizzare quella partita per un tempo ridotto. Se la
banca emittente paga l’assegno, la banca mandataria addebita la partita al cliente. Ovviamente vi sono
delle commissioni per questo servizio.
Per i conti correnti fruttiferi, per il denaro liquido gli interessi iniziano a maturare a partire da quando viene
depositato. Per altre forme di operazioni gli interessi iniziano a maturare successivamente, a partire da
quando quel denaro diventerà denaro liquido.
Dal 2007 vi è la normativa antiriciclaggio che sancisce un limite di pagamenti in contante. Successivamente
questi limiti sono stati ampliati anche agli assegni.
Quando si versa un assegno presso il proprio conto la partita ha due caratteristiche ovvero la disponibilità,
se vi è disponibilità si possono prendere nel limite di tale disponibilità con cui la banca si assicura il buon
fine dell'assegno; e la valuta.
Le cambiali
La cambiale è un vero e proprio titolo di credito, col quale un soggetto che ha un credito verso un altro
soggetto o promette di pagare all’altro soggetto il debito in un dato luogo entro una data scadenza; oppure
se il soggetto ha un credito verso un terzo soggetto, può ordinare a quest’ultimo di pagare il debito al
secondo soggetto.
Se la cambiale è una promessa di pagamento è detta ‘pagherò’, se è espressione di un ordine di pagamento
è chiamata ‘cambiale tratta’.
Una cambiale ha una scadenza ed è concepita come un ordine o una promessa di esecuzione differita.
Le cambiali si differenziano dagli assegni perché l’emittente e il destinatario non è la banca.
La cambiale si è nuovame