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Metodi di studio e Evidence-Based Nursing (EBN)

Trial randomizzato: studio che arruola casualmente il campione ed è possibile arruolare un secondo gruppo, in questo caso uno è sperimentale, l'altro funge da controllo.

Studio di coorte: disegno di studio non sperimentale che analizza un gruppo di persone (coorte) andando a verificare come gli eventi differiscono all'interno del gruppo.

Studio caso controllo: disegno di studio che esamina un gruppo di persone che hanno avuto un certo evento e un gruppo che non lo ha avuto.

Opinione di esperti: è la medicina delle eminenze più che delle evidenze.

L'EBN è un processo per mezzo del quale gli infermieri assumono le decisioni cliniche utilizzando le migliori ricerche disponibili, la loro esperienza clinica e le preferenze del paziente.

Il processo dell'EBN si divide in varie fasi:

Formulare il quesito: consiste nel tradurre il problema clinico e/o assistenziale in una domanda per la quale è possibile trovare

Una risposta

Ricercare la letteratura: una buona ricerca identifica il materiale sia pubblicato che non pubblicato o in lingue diverse dalla nostra, quindi bisogna ricercare nei database, nelle riviste, nelle bibliografie, ecc.

Valutare criticamente i risultati della ricerca: l'infermiere che valuta le ricerche scientifiche dovrebbe porsi alcune domande per capirne la validità (quali sono i motivi che hanno spinto l'autore a fare questo studio?, la metodologia usata è appropriata al campo di ricerca?, che studio è stato effettuato?, ecc.).

Applicare nella pratica le evidenze trovate:

Valutare i risultati ottenuti: una volta che i dati sono stati raccolti e applicati si deve attuare una verifica clinica per valutare se la pratica quotidiana risponde al criterio della migliore pratica possibile.

L'EBN si basa su ricerche svolte da scienziati (anche infermieri) in diversi paesi del mondo e quindi risponde a quesiti di grande rilevanza.

E di ampia diffusione. Molte di queste ricerche sono disponibili sul web sia in forma gratuita che a pagamento e le più importanti fonti sono: PubMed, la Cochrane Library, il D.A.R.E. e il GIMBE.

2D.M. 739/94 Inquadra la figura professionale dell'infermiere con il seguente profilo: "L'infermiere è l'operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante e dell'iscrizione all'albo professionale (articolo 2229), è responsabile dell'assistenza generale infermieristica". "L'assistenza infermieristica preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa è di natura tecnica, relazionale ed educativa". Inoltre definisce i vari tipi di infermieri che possono esistere, cioè di sanità pubblica, pediatrico, psichiatrico, geriatrico e di area critica.

LEGGE 43/2006 ART.1: vengono definite le professioni sanitarie come quelle professioni che, in possesso di un titolo abilitante.

rilasciato dallo stato, svolgono attività di prevenzione, assistenza, cura e riabilitazione.

ART.2: L'iscrizione all'albo professionale è obbligatoria anche per i pubblici dipendenti ed è subordinata al conseguimento del titolo abilitante. L'aggiornamento professionale ha modalità identiche a quelle mediche (crediti ECM).

ART.6: suddivide le professioni sanitarie in: professionista laureato, professionista specialista con master, professionista coordinatore con master e professionista dirigente con laurea specialistica/ magistrale e 5 anni come dipendente

LEGGE 42/99

Dopo il profilo professionale del 94, gli infermieri erano ancora influenzati dal mansionario, quindi solo grazie alla sua abolizione (avvenuta con questa legge) l'infermiere passa dalla natura tecnica (professionale) alla natura intellettuale (professionista). L'abrogazione del mansionario non prevede però l'abrogazione dell'art. 6 del mansionario.

Il quale specifica le mansioni dell'infermiere generico tutt'ora presenti negli ospedali. Con questa legge viene sostituita la dicitura "professione sanitaria ausiliaria" con "professione sanitaria" e inoltre vengono specificate le equipollenze di titoli precedentemente acquisiti.

LEGGE 251/00 3ART.2: sancisce la nascita dell'infermiere dirigente (cioè viene attribuita la direzione delle attività infermieristiche nelle specifiche dirigenze infermieristiche).

ART.5: definisce l'equipollenza dei titoli che permettono l'accesso alla professione e i corsi universitari per accedere alle lauree specialistiche.

ART.7: invita le Regioni, in attesa delle lauree specialistiche, ad istituire nuove figure dirigenziali all'interno dell'AO e definire gli accessi alle dirigenze attraverso concorsi pubblici a tempo determinato.

Viene inoltre istituito il SITROS e vengono emanate le linee guida per

gliinfermieri.1049/54: istituzione del collegio IPASVI.

833/78: instaurazione di un regime sanitario gratuito e non mutualistico, instaurazione delle USL, instaurazione di un sistema di finanziamento a piè dilista (più giorni di ricovero e più finanziamenti).

502/92: riordino della disciplina in materia sanitaria. Comprende l’organizzazione delle USL, l’organizzazione delle competenze sanitarie, instaura le AO, instaura un sistema di finanziamento a prestazione e prevede l’iscrizione alle scuole infermieristiche solo ai possessori di un diploma quinquennale.

IL CODICE DEONTOLOGICO

Il codice deontologico è un elemento irrinunciabile per l’infermiere e il suo esercizio professionale, e serve a guidare l’infermiere nelle scelte morali e bioetiche.

Il codice ci dice che l’infermiere è un care manager, ossia un manager della cura, del curare il malato ed è formato in modo che ogni articolo o concetto è sostenuto dagli

organismi di rappresentanza degli infermieri. Il codice indica un modello etico da seguire e chiede agli infermieri di riconoscerlo e riconoscersi in esso. Il codice deontologico definisce i modelli di comportamento con particolare riferimento alla responsabilità. Le norme generali di un buon esercizio professionale sono:
  • Formazione
  • Aggiornamento
  • Atteggiamento critico
  • Ricerca
  • Autovalutazione
Nel 1960, l'IPASVI crea il primo codice deontologico, in cui vengono indicate le coordinate etiche degli infermieri. Nel 1977 questo codice sarà rivisto e abbreviato, nel 1996 viene aggiunto il patto tra infermiere e cittadino, mentre ancora nel 1999 il codice deontologico viene riscritto in modo da dare spazio alle esigenze di autonomia professionale e fornendo una traccia per il quotidiano confronto tra professionisti e i ritardi della cultura e delle strutture in cui operano. Questo codice rimarrà in vigore fino al 2009, quando l'infermiere nonprofessioni sanitarie. L'infermiere, in particolare, svolge un ruolo chiave nell'assistenza sanitaria, collaborando con altri operatori sanitari per garantire la migliore cura possibile ai pazienti. Il nuovo codice professionale dell'infermiere definisce le norme che regolano l'agire professionale e la relazione con il paziente. Questa relazione si basa su interventi specifici, autonomi e complementari, che comprendono competenze intellettuali, tecniche, scientifiche, gestionali, relazionali ed educative. L'infermiere, grazie all'abolizione del mansionario con la legge 42/99, ha acquisito maggiore responsabilità e autonomia nella sua pratica professionale. Oltre ad essere un operatore sanitario dotato di un diploma abilitante, l'infermiere è ora considerato un professionista sanitario responsabile dell'assistenza infermieristica. Questo cambiamento rappresenta una svolta significativa per la professione infermieristica, che si sta evolvendo verso un rapporto più stretto e centrato sul paziente. L'infermiere ha il compito di prendersi cura del paziente in modo completo, considerando non solo le sue necessità fisiche, ma anche quelle emotive, sociali e psicologiche. In conclusione, il nuovo codice professionale dell'infermiere ha ridefinito il ruolo e le competenze di questo professionista sanitario, conferendogli maggiore autonomia e responsabilità nell'assistenza infermieristica. L'infermiere è un membro fondamentale del team sanitario, che lavora in collaborazione con altri professionisti per garantire la migliore cura possibile ai pazienti.

unità operative. Quindi col passare del tempo e a causa della complessità dell'organizzazione sanitaria è aumentato il bisogno di integrazione dei sistemi sanitari, anche perché:

  • L'aumento della domanda delle cure ha richiamato il bisogno di efficienza e riduzione dei costi
  • Tutti i paesi industrializzati stanno concentrando i loro sforzi nella misurazione delle performance delle strutture in termini di efficienza e risultati
  • La qualità in sanità è strettamente correlata ai comportamenti adottati dal professionista

Al fine quindi di poter coordinare gli sforzi e le azioni dei singoli operatori appare necessaria l'adozione di metodologie di intervento come ad esempio il lavoro d'equipe.

Il lavoro in equipe favorisce l'integrazione nell'utilizzo delle competenze dei professionisti e utilizza come indicatore di verifica finale non il risultato dei singoli operatori (output), ma gli effetti finali.

sull'utente (outcome) in termini di degrado e di partecipazione dell'utente alle cure. Inoltre, l'impiego di strumenti come i protocolli, le linee guida e le procedure al fine di perseguire gli obiettivi organizzativi, fa leva sulla professionalità degli operatori. Una linea guida è un insieme di raccomandazioni, basate sull'evidenza scientifica a favore o contro un determinato intervento, e vengono prodotte da società scientifiche, associazioni professionali o istituzioni sanitarie. Hanno lo scopo di aiutare tutte le figure professionali a scegliere la più appropriata assistenza sanitaria in specifiche circostanze cliniche. Le linee guida non vengono concepite come uno schema da applicare in modo rigido, ma come una sintesi delle migliori informazioni scientifiche disponibili circa le modalità di diagnosi, cura e assistenza. La procedura è una forma di standardizzazione più elementare di una sequenza di azioni definite.

Lo scopo delle procedure è quello di descrivere la modalità ottimale di esecuzione di una tecnica con l'obiettivo di ridurre la variabilità di esecuzione di una determinata azione. Perché una procedura abbia successo bisogna che sia condivisa da parte di tutti gli utilizzatori e che sia continuamente revisionata.

Il protocollo è uno schema ottimale della sequenza di comportamenti da adottare in relazione ad un determinato iter diagnostico, terapeutico o assistenziale (quindi un protocollo è formato da più procedure).

Al fine di favorire l'integrazione professionale è quindi utile l'utilizzo dell'EBN, infatti l'utilizzo dell'EBN per l'infermiere non significa fare ricerca, ma significa fare assistenza applicando la metodologia della ricerca nella scelta.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
SSD Scienze mediche MED/09 Medicina interna

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher wallacekr di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di EBM medica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Catanzaro - Magna Grecia o del prof Sesti Giorgio.