Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Riassunto esame Drammaturgia, prof. Innamorati, libro consigliato Teorie del dramma moderno, Szondi Pag. 1 Riassunto esame Drammaturgia, prof. Innamorati, libro consigliato Teorie del dramma moderno, Szondi Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame Drammaturgia, prof. Innamorati, libro consigliato Teorie del dramma moderno, Szondi Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Il dramma non conosce citazioni (si dovrebbe far riferimento ad altro che non al dramma stesso)

ne variazioni (queste renderebbero il dramma non più primario).

Il dramma è primario, ma non può essere storico in quanto l'azione si svolge sempre al presente

esigendo unità di tempo e luogo, ma non staticità (invece la discontinuità nello spazio e nel

tempo presuppone l'io epico).

Il dramma è compiuto e autonomo, perché originato dalla dialettica intersoggettiva che diventa

linguaggio portatore del dramma.

La crisi del dramma coinvolse 5 autori, per ciascuno dei quali il rapporto alla forma classica

cambia:

1. ibsen (domina il passato sull'intimo dell'uomo e la sua intersoggettività quindi parliamo di

dramma analitico): il dramma per lui non aveva carattere critico, ma nasconde una crisi interna;

la tecnica analitica, da lui usata per costruire le sue opere moderne (es gian gabriele borkman), ha

permesso di accostarlo a sofocle (la materia è già presente, ma deve essere sviluppata in modo

che la tragicità della materia stessa possa mostrarsi), ma diversamente dall'edipo di sofocle

(analisi tragica in cui tutto è già presente e deve solo evolversi) il passato non è in funzione del

presente, ma è un pretesto per rievocare il passato stesso, che diventa tema principale (non ciò

che accade, ma ciò che c'è tra e dietro i fatti, i motivi e il tempo), questo dà vita al romanzo, in

quanto nel dramma il passato non esiste, ma solo il presente, infatti nell'edipo ciò che è passato

diventa presente e la verità è oggettiva, mentre in ibsen è interiore(da dove partono le decisioni),

quindi soggettiva, ma proprio da questa soggettività e interiorità nasce il problema della forma

drammatica di ibsen, non trasferibile sulle scene, perché pur essendo connessa a un'azione

presente rimane confinata al passato (leitmotive di ibsen è il passato che continua a rivivere ed

essere rievocato es in rosmersholm-suicidio = eterno presente, in cui tema politico e interiore si

fondono); le sue creature possono vivere solo in se stesse, perché appena parlano muoiono

perdendo la loro menzogna vitale.

2. Cechov: accetta la forma tradizionale, ma rivela discrepanze tra forma ricevuta e schema

tradizionale; i suoi personaggi vivono nel segno della rinuncia la presente, alla possibilità

d'incontrarsi e alla felicità di un vero incontro; questa rinuncia al presente significa vivere nel

ricordo e nell'utopia, dove rassegnazione, nostralgia e ironia si fondono; ciò si evince da le tre

sorelle (il passato è oppresso dal presente, dal futuro e dal ritorno al passato che deve essere

anche grande futuro) questo vivere utopistico nel ricordo isola gli uomini, tenendoli sospesi sotto

il peso del passato, che, insoddisfatti del presente, rinunciano all'azione e al dialogo

(fondamentali per il dramma) che sono privi di peso, da cui si staccano i monologhi, simili ad

autoanalisi rassegnate (le parole sono pronunciate in presenza di altri, ma solo le parole stesse a

isolare chi le pronuncia); il parlare nel dramma esprime il contenuto e il fatto e quando non c'è

più nulla da dire il dramma tace, mentre nella lirica anche il silenzio diventa linguaggio, ed è

proprio questo passaggio tra conversazione drammatica e lirica che dà fascino all'opera di cechov

(presenza di sordi simbolo dell'impossibilità di comprendersi)

3. strindberg: giunge a forme nuove, infatti con lui ha inizio la drammaturgia dell'io

(autobiografica); il dramma soggettivo sembra identificarsi, per lui, con la storia dell'evoluzione

della propria anima in quanto rappresentazione totale della vita di un uomo, ed è per questo più

autentica che non la rappresentazione di un'intera famiglia, in quanto l'autore non può sapere ciò

che pensano gli altri, ma di certo sa ciò che pensa e prova egli stesso in quanto soggetto, da qui

l'autobiografia; tutto questo lo troviamo nella sua opera il padre (cerca di associare stile

soggettivo a naturalistico, anche se nessuno dei 2 può essere pienamente realizzato in quanto

hanno intenzioni opposte: il soggettivismo vuole rendere moderno, il naturalismo vuole

conservare la forma classica); anche se a prima vista sembra un'opera familiare, in realtà tutto è

in funzione del personaggio principale, quindi anche il principio delle unità perde di significato,

visto che si fonda sull'unità dell'io del personaggio principale, che si estende oltre l'opera e quindi

oltre spazio/tempo; il tentativo di strindberg di porre al centro di un'opera l'io di un solo

personaggio, lo pone lontano dalla struttura drammatica tradizionale, a cui rimane ancora

ancorata la signora giulia (una delle opere più celebri del naturalismo); strindberg portò avanti un

esperimento monodrammatico in la più forte; successivamente nel 1898 trova la sua forma nel

dramma a tappe (o stationendrama, in cui il protagonista si stacca dai personaggi che incontra

lungo il suo cammino, che tornano alla luce solo nei momenti in cui entrano in contatto col

protagonista), in cui l'unità d'azione viene sostituita dall'unità dell'io (drammaturgia

soggettiva), la continuità d'azione è data dalla successione di scene sconnesse tra loro, ma tenute

insieme dal cammino dell'io protagonista, che sebbene incontri altri personaggi, questi restano

estranei in quanto non si determina interazione (opposta al dramma in cui c'è dialogo) es in verso

damasco(unitarietà soggettiva in cui rapporto soggettivo/oggettivo è = a passato/presente, in cui

il presente è un estraneo, e gli estranei che il protagonista incontra sono stralci del suo passato

-risente della tecnica analitica di ibsen-), ma soprattutto in la strada maestra; le opere mature, il

sogno (comprende lo spettatore come suo io, in cui la compassione è leitmotive; è una

rappresentazione epica sugli uomini) e la sonata degli spettri (ritroviamo la problematica

ibseniana della rivelazione drammatica del passato che si sottrae all'evidenza drammatica; il

primo narratore muore perché nascosto dietro un personaggio non riconosciuto come narratore),

si basano sulla contrapposizione tra io isolato e mondo oggettivo, in cui l'unità delle scene deriva

dall'io del sognatore (protagonista invariato)

4. maeterlinck: giunge a forme nuove, infatti tenta la rappresentazione drammatica dell'uomo

nella sua impotenza esistenziale contro il destino (per maeterlinck il destino è la morte, che

domina le sue scene), fin dalle prime opere, in cui la situazione sostituisce l'azione (drame

statique, in cui l'uomo non può passare all'azione, ma deve solo attendere la morte), quindi non

avremo più un dramma, lo vediamo ne l'intrusa, i ciechi (il linguaggio è riflesso dello stato

d'animo che domina tutti, in cui i personaggi sono solo oggetti passivi, che determina una

tendenza all'epica) e interno, in cui la cecità equivale all'impotenza e alla solitudine umana

5. hauptmann: con le sue opere (alba e i tessitori) individua il problema del dramma dovuto

alla tematica sociale; anche lui sviluappa drammi analitici come ibsen, es la festa della pace,

ma in prima dell'alba presenta il dramma sociale, in cui le condizioni economico-politiche

influenzano la vita individuale, in cui microcosmo e macrocosmo coincidono; il dramma sociale

è di natura epica (il fatto è esterno), in quanto i personaggi rappresentano migliaia di uomini che

vivono la stessa sorte che testimonia anche l'io dell'autore; in quest'opera egli inserisce la figura

dello straniero, intorno al cui operato si svolge l'azione; successivamente scrive i tessitori, in cui

l'unica azione possibile è la rivolta; nell'opera non c'è dialogo (vicina all'epica), l'unità dell'opera

si basa sull'azione dell'io epico invisibile che ci presenta lo svolgersi degli eventi; qui troviamo

un dialogo naturalistico in cui riecheggiano le parole dell'autore;

ciò che unisce tutte le opere del XIX sec è la contrapposizione soggetto-oggetto, attraverso i

3 caratteri di assolutezza del dramma:

1. il presente assoluto (non esiste decorso temporale)

2. il rapporto intersoggettivo è assoluto (non esiste interiorità soggettiva ma solo

dialogo)

3. l'accadere assoluto (non dipende dall'interiorità dei personaggi, ma da quella esterna)

fino a quando non viene abbandonato lo stile epico, il monologo interiore deve essere mediato dal

narratore; la psicologizzazione del romanzo del XX sec fa diventare sempre più essenziale il

monologo interiore, es in ulisse (non vi è narratore) di joyce.

Dopo la crisi del dramma nasce il dramma lirico (sfugge alla contrapposizione soggetto/oggetto)

fondato sullo stato d'animo; in esso i tempi si fondono e il linguaggio può essere interrotto dal

silenzio, inoltre, linguaggio e azione non devono necessariamente coincidere, in quanto il

linguaggio è indipendente dall'azione.

Il dramma naturalistico di strindberg sceglieva i suoi protagonisti nei ceti bassi, dotati di

indomita volontà, spinta dalla passione; con ciò voleva affermare che il dramma non era più

un'esclusiva borghese e che quindi bisognava trarlo in salvo dalla crisi che lo stava abbattendo,

superando il passato e confidando in un presente estraneo;

il vero autore drammatico, per i naturalisti, doveva distaccarsi totalmente dai personaggi

oppure essere un tutt'uno con gli stessi; il vero dramma doveva essere specchio della realtà coeva,

quindi nel naturalismo i personaggi dovevano essere contadini o proletari.

Il linguaggio naturalistico presuppone l'io epico ricollegato all'ambiente; il linguaggio relativizza

i personaggi rispetto all'ambiente estraniandoli, come nei fait divers, in cui l'identità dei

personaggi è irrilevante; ciò rende impossibile la fusione omogenea dei vari elementi, in quanto

costruisce all'interno di sé l'azione senza integrare personaggi e ambiente (come avviene nel

dramma).

Altro tentativo di salvataggio del dramma è dato dal dialogo, visto che venendo meno il rapporto

intersoggettivo il dialogo si spezza in monologhi, in cui il passato predomina nel ricordo.nel

dramma autentico il dialogo oggettiva l'interiorità delle dramatis personae, ma qui viene

estraniato e diventa autonomo o meglio conversazione;

il dramma conversazione domina la drammaturgia europea dall'800, occupandosi di temi attuali

(voto alle donne, divorzio, libero amore, socialismo ecc) era moderno e rappresentava il teatro

che cerca nuove forme; ha un tempo proprio e quindi si st

Dettagli
A.A. 2013-2014
7 pagine
10 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fortunaeleonardo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Drammaturgia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Innamorati Isabella.