Anteprima
Vedrai una selezione di 2 pagine su 6
Riassunto esame Drammaturgia, prof. Guccini, libro consigliato Artaud Beckett Genet e gli Altri di R. Blin Pag. 1 Riassunto esame Drammaturgia, prof. Guccini, libro consigliato Artaud Beckett Genet e gli Altri di R. Blin Pag. 2
1 su 6
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Antonin Artaud

!

Blin conosce Artaud nel 1928. Quando Artaud decise di realizzare I Cenci (1938) chiede a Blin di fargli da

assistente, Artaud non trovava attori per i ruoli degli assassini sordomuti di alta statura e chiese a Blin di

provare; così nasce il primo lavoro come attore di Roger Blin. Artaud non prendeva sul serio I Cenci, pensava

fosse un’opera commerciale, la vedeva come una mediazione, ma al contempo era per lui un’occasione di

mettere in scena nuove tecniche come la stereofonia. Il lavoro di assistente di Blin consisteva nell’annotare

sistematicamente gli spostamenti degli attori con pennarelli di colori diversi, ognuno per personaggio,

utilizzando una visione “dall’alto”, il personaggio è il movimento che si compie nello spazio, diventa

geroglifico corporeo, e si fa portatore di un teatro extraverbale, di un teatro materiale; in questo senso Artaud

anticipa la nozione di scrittura scenica di Bartolucci. Blin sostiene che sia stato Artaud ad avere inventato la

stereofonia utilizzando le campane, il cui suono si diffondeva ovunque.

Artaud ha passato la sua vita nei manicomi, al suo ritorno dall’Irlanda è stato internato nel manicomio di

Ruen, e dopo ancora all’ospedale Henri-Rousselle. Durante questa permanenza intrattiene un fitto rapporto

epistolare con Blin, che ci tiene a far chiarezza anche riguardo il rapporto con le droghe del regista: Artaud

assumeva laudano e oppio per essere normale, per vivere normalmente, ne aveva bisogno per stare bene e

non le utilizzava come strumenti di conoscenza.

Artaud muore nel 1948 di un cancro generalizzato non diagnosticato dal suo dottore.

!

“Verso la fine della sua vita Artaud soffriva molto e diceva che i suoi dolori erano provocati dagli esseri che gli

!

mangiavano le viscere”.

Quando provarono I Cenci, Artaud parlava di teatro, era troppo poeta, non riusciva a comunicare con gli

attori, utilizzava argomenti metafisici e allusioni letterarie, ignorava completamente il gergo professionale.

!!

Jacques Prévert. Il Gruppo Octobre

!

Gli spettacoli del Gruppo Octobre si focalizzavano sulle prospettive globali anarco-comuniste delle

rivoluzione.

!

“Gli spettacoli erano contro l’ideologia borghese e l’ordine stabilito, anticolonialisti, anticapitalisti, anti tutto ciò che

!

fosse ideologia dominante”.

Il Gruppo Octobre scomparì dopo la svolta del Partito nel 1938 ed al patto Laval-Stalin; l’ideologia del

gruppo si opponeva a concetti come la patria e l’esercito, che dopo questa svolta politica diventarono

“intoccabili”, quindi nel 1938 il gruppo di sciolse.

!!

La letteratura teatrale - La Gaîté-Montparnasse

!

!

“Non mi sono mai servito di un’opera per farle dire altro che ciò che l’autore diceva”.

Blin si pone come un regista dalla posizione defilata, non vuole dare uno stampo personale alle opere.

Nel 1948 prende in gestione un piccolo teatro, la Gaîté-Montparnasse.

!!

La luna sul fiume giallo

Denis Johnston

!

Maggio 1949 - Gaîté-Montparnasse

E’ questo il primo spettacolo allestito alla Gaîté-Montparnasse. Il titolo è di un canzone cinese, a cui si allude

nell’opera, anche se i riferimenti orientali finiscono lì. E’ uno spettacolo che scherza sul patriottismo

irlandese e sugli irlandesi, la cui storia si svolge durante la rivoluzione irlandese (1906).

!!

La sonata degli spettri

August Strindberg

!

Ottobre 1949 - Gaîté-Montparnasse

Strindberg è uno degli autori preferiti da Blin, che vede La sonata degli spettri come uno “spaventoso

!!

regolamento di conti”; ed elabora quindi l’idea di rappresentarla come “una carrellata in avanti”.

!! ! II

Artaud, Beckett, Genet e gli altri

!

Aspettando Godot

Samuel Beckett

!

Gennaio 1953 - Babylone

Durante la recitazione de La sonata degli spettri, una signora porta a Blin due testi di Beckett: Eleuteria e

Aspettando Godot. Beckett era andato a vedere la rappresentazione e Blin sospetta quindi che Beckett gli

abbia dato i suoi testi per la fedeltà a Strindberg dello spettacolo. Dopo la lettura dei testi Blin si trova

affascinato da Eleuteria, che prevede però diciassette personaggi, mentre Godot era molto più semplice. Non

lo capì tutto alla prima lettura, in particolare non capì la ripetizione del primo atto, ma era molto entusiasta

dell’opera e decise di rappresentarla. I direttori dei teatri parigini però non la presero sul serio, lo stesso

Beckett aveva proposto l’opera a diversi registi, che però non ne fecero nulla. Si instaura così una sorta di

amicizia tra Blin e Beckett:

!

“[...] si stabilì tra noi ciò che in seguito definii una solidarietà tra magri.”

!

Jean-Marie Serreu, direttore del Babylon, un piccolo teatro in fallimento decise di accogliere l’opera, per

“chiudere in bellezza”. Una volta trovato un teatro, il problema che si pone a Blin è quello degli attori, dopo

molte prove infatti si ritrovò con diversi attori “esauriti”, che non capivano la parte o avevano firmato altrove.

Propose quindi il ruolo di Lucky a Jean-Martin, perché “corrispondeva in tutto e per tutto al Lucky che

immaginavo”, a sottolineare la cura nella scelta dei personaggi da parte di Blin, che sceglie (dopo il “divieto”,

da parte di Beckett, di interpretare Estragon) di interpretare Pozzo.

La prima idea che viene a Blin è quella di ambientare l’opera in un circo, la velocità dei loro discorsi, avevano

fatto saltare alla mente di Blin i clown circensi, o i comici americani (Buster Keaton). N0ta in Godot un

umorismo dal “music hall inglese” e dallo “humor irlandese”, ma ben presto si rese conto di non poter

relegare tutto all’ambito circense. Riguardo la scenografia, Blin resta fedele alle chiare indicazione di Beckett:

!

Strada di campagna

con un albero

Sera.

!

Riguardo al testo Blin testimonia il fatto che è risultato sempre estremamente ambiguo, che sul suo

significato si è speculato in ogni modo. (Kanters ha addirittura interpretato Godot come il primo dramma

cristiano (barba bianca di Godot)). Beckett era ateo, ma cresciuto in un paese fortemente religioso, quindi di

sicuro i riferimenti biblici nel testo sono presenti. Alcuni hanno interpretato il rapporto tra Estragone e

Vladimiro come una relazione omosessuale, altri come la relazione che univa Beckett a Joyce (i due erano

amici) o come il rapporto di Beckett con sua moglie. C’è anche stata una signora, racconta Blin, che all’uscita

di teatro ha supposto che Vladimir e Estragon fossero Inghilterra e Francia, e Pozzo e Lucky l’URRS che tiene

al guinzaglio i Paesi satelliti. Beckett però si arrabbiava per il fatto che il suo testo venisse interpretato.

Godot, come è evidente da queste testimonianze, è quindi un testo incredibilmente ricco ed inesauribile,

ognuno ci ha visto ciò che voleva, ma tutti hanno riso e tutti si sono emozionati. Blin rintraccia nell’elemento

della provocazione un’altra grande forza del testo beckettiano, e si accorge ben presto della portata

rivoluzionaria del testo. Intravide subito lo scossone che Godot diede agli addetti ai lavori, ai drammaturghi,

ai direttori.

!

“Al diavolo la psicologia, il romanticismo, il brechtismo!”.

!

Ogni personaggio di Beckett è colpito da una malattia: è questa l’intuizione-risoluzione di Blin, che prende

questo punto di partenza psicologico per determinare gli spostamenti sulla scena. Vladimiro ha problemi alla

prostata (attende Godot e la sua attesa è quindi riformulata su un imprinting fisico) e si sposta

continuamente mosso dal bisogno di orinare, Vladimiro è l’unico ad essere cosciente dell’importanza

dell’arrivo di Godot. Estragone, invece, ha mal di piedi e si muove il meno possibile ed ha perennemente

sonno (si muove poco, mangia tanto). I personaggi non sono adulti, sono immaturi, hanno un carattere

infantile. Ricordando Uomini e topi di Steinbeck, Blin pensò che avrebbe dovuto essere il personaggio più

piccolo a proteggere quello più grande (i due portavano alla mente di Blin l’immagine di due scimmie in

gabbia che si tenevano abbracciate), anche se, trasposta ad “oggi” l’idea della superiorità fisica del più debole

non gli sembra necessaria. Riguardo l’aspetto fisico dei personaggi Beckett sosteneva che “non li vedo, ma

portano delle bombette”, diceva di non vederli, di ascoltarli (drammaturgia di voci, Tarantini); Blin, dal canto

suo, li vedeva incastrati fisicamente l’uno nell’altro, non possono stare separati a lungo, ma non si

sopportano (vedeva i loro abbracci come sistole-diastole).

Riguardo Pozzo, incontrò molti problemi, gli attribuì una malattia di cuore, e la sua magrezza si scontrava

con l’idea di Beckett che vedeva Pozzo come “una massa di carne”; quindi, tramite il trucco, Blin esegue una

trasformazione completa. Pozzo, dal punto di vista del regista, è il più stupido dei quattro personaggi, un

istrione, con difficoltà a camminare, scaltro, ma il suo amor proprio soffre quando i suoi spettatore non gli

danno la giusta ammirazione, è orgoglioso di possedere Lucky, schiavo capace di tenere conferenze a

richiesta, ma quando Vladimir ed Estragon si annoiano davanti alla sua rappresentazione, Pozzo soffre.

! III

Artaud, Beckett, Genet e gli altri

Lucky, interpretato da Jean Martin era invece un personaggio crudele, conscio del suo potere sul padrone, si

prende gioco delle sue debolezze e gli rovina i piaceri. Il loro rapporto schiavo-padrone non è per Blin un

motivo di dramma politico. Nella prima interpretazione Pozzo era molto elegante e Lucky vestito di stracci,

in seguito Beckett decise di invertire i costumi per il secondo atto, ma Blin che reputava ingiustificata questa

soluzione eliminò i fasti del costume di Pozzo e decise di ispirarsi alla tenuta da caccia alla volpe: stivaletti,

mantello, cravatta e camicia. Blin cercò di creare un personaggio crudele ma miserabile; Lucky invece gli era

apparso in sogno con un magione da marinaio a righe, pantaloni neri troppo corti, scarpe giganti e bombetta.

Beckett vedeva Lucky come un facchino alla stazione, un portabagagli, ma l’idea sembrava banale a Blin che

preferì questa tenuta da lacchè alla francese.

Riguardo la recitazione Blin sottolinea l’impossibilità di recitare Beckett con uno stile naturale e l’importanza

dei punti, che strutturano la prosa beckettiana oggettivando il vuoto e dando spessore alle parole, la scrittura

di Beckett parcellizza la frase e reifica le parole, dette con immediatezza di immagini, la poe

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
6 pagine
8 download
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/06 Cinema, fotografia e televisione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher codal di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Drammaturgia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Guccini Gerardo.