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Domande esonero di Economia e gestione della banca:modelli di business e organizzazione
(Panetta/Baravelli).
1. Differenze tra aree d’affari e modelli di business delle banche.
d’affari
Area e modello di business sono, in banca, due concetti ben distinti. Per spiegare il primo
dobbiamo innanzitutto concepire la banca non come un semplice intermediario fornitore di strumenti
finanziari, bensì come una vera e propria impresa, in particolare un’impresa erogatrice di servizi
l’area
finanziari, grazie ai quali essa soddisfa bisogni ed esigenze della propria clientela. Definito ciò
d’affari (asa) può essere identificata come la combinazione tra bisogni ed esigenze differenti e relativi
Nell’asa
servizi (prodotti) per soddisfarli, segmenti di clientela, aree geografiche e tecnologie. ci sarà un
determinato grado di concorrenza, una certa regolamentazione, delle prospettive di sviluppo e quindi un
l’una dall’altra,
livello di domanda tipico per ciascuna. Capito questo è chiaro che ogni asa è differente la
diversità sta in primis nel fatto che ogni asa richiede decisioni strategiche e competitive precise, allo
stesso tempo decisioni tattiche, correnti, o meglio, di funzionamento differenti caratteristiche delle
diverse gestioni operative da applicare. Ulteriori diversità inevitabilmente si trovano nei rischi specifici di
ciascun’asa, nel capitale da investire e/o a copertura dei relativi rischi e di conseguenza nella sostenibilità
“campo battaglia”
tipica di ogni asa. Una volta definito il di ci resta da identificare il come le banche
quest’informazione
combattono al suo interno; ci è data dal modello di business. In particolare il modello
di business ci fornisce informazioni riguardo a come le banche operano, competono, gestiscono i rischi e
all’interno d’affari.
raggiungono gli obbiettivi, in particolare quello della reddittività delle aree Sono state
date numerose definizioni di modello di business nel tempo ma la più idonea è quella che le identifica
un’area d’affari,
come la modalità con cui la banca compete in e soprattutto, come essa crea valore per
l’azionista,
il cliente e per soddisfano quindi efficacemente la domanda di servizi e quindi producendo
reddito adeguato alla remunerazione del capitale. In breve il modello di business nasce dalla sommatoria
di strategie e organizzazione della banca.
2. La matrice “servizi-segmenti di clientela dell’attività bancaria”.
dell’attività
La matrice servizi-segmenti bancaria è lo strumento forse più immediato di cui la banca
d’affari
dispone per identificare le aree sulle quali operare. Essa è composta come si capisce dal nome da
due coordinate: i servizi che la banca può offrire a coperture dei bisogni della propria clientela e i
segmenti di mercato ovvero i gruppi di clientela identificati e raggruppati per caratteristiche comuni
quali, il reddito, i bisogni le esigenze etc. Questa matrice è frutto delle ricerche in ambito manageriale
70’ 90’ l’obbiettivo
condotte dalla General Electric tra gli anni e che avevano proprio di disporre di uno
dell’impresa
strumento per identificare come si stessero evolvendo i business stessa e quindi in quali e
dell’isomorfismo
quante asa si trovasse. Naturalmente frutto manageriale ed organizzativo che ha
quest’ultime
caratterizzato le banche per lungo tempo, hanno sfruttato le innovazioni manageriali delle
imprese commerciali. La costruzione della matrice è molto semplice, sulle colonne troviamo i servizi, che
all’interno
si dividono i tre grandi macro categorie: intermediazione creditizia, della quale troviamo sub-
categorie date ad esempio dai servizi di pagamento, di investimento ed infine di finanziamento;
dell’investment
intermediazione mobiliare o anche mediazione mobiliare, e le relative sub-attività tipiche
banking come i servizi i consulenza mobiliare, gestione patrimoni mobiliari e negoziazione titoli per conto
di terzi; alla fine troviamo l’intermediazione assicurativa, attività che la banca può svolgere solo
attraverso un gruppo o creare una a causa delle relative limitazione poste dalla vigilanza. Sulle righe
troviamo i segmenti di clientela le cui macro categorie sono: Privati, Imprese, Enti pubblici, Estero; che
vengono a loro volta suddivise rispettivamente in Alto e Basso reddito, Alto e Basso fatturato, Governo
e Amministrazioni pubbliche.
3. Strategie di portafoglio e strategie di area d’affari.
d’affari
Strategie di portafoglio e di area sono strategie che coesistono. Una volta identificate le ASA la
banca è posta di fronte al primo interrogativo in quali e quante asa operare quindi, quanto e in quali aree
allocare capitale, perseguire una strategia di specializzazione o di diversificazione quindi cercare
economie di scala ed esperienza o economie di scopo e differenziazione. La banca risponde a questi
interrogativi grazie alla strategia di portafoglio. Naturalmente le scelte possono essere svolte sia in
ambito sei servizi prestati, sia in ambito dei segmenti ai quali la banca si rivolge e naturalmente anche
riguardo le aree geografiche da servire. Una volta effettuate queste scelte la banca deve concepire le
d’affari, all’interno
proprie strategie competitive o di area quindi come competere delle singole asa al
suo interno troviamo scelte strategiche e operative relative ai prezzi da applicare, ai canali distributivi e
comunicazione da utilizzare e naturalmente anche alle caratteristiche da fornire ai propri prodotti tipici
di ogni asa.
4. Classificazione delle ASA.
d’affari “etichette”
le aree vengono classificate con delle che provengono sia dalla letteratura, sia dalla
consulenza e dal mondo manageriale che lentamente sono divenute di uso comune. La prima grande
L’area
classificazione che è possibile svolgere è quella relativa al Retail, Corporate e Private banking.
Retail comprende i privati con limitato reddito/patrimonio e imprese di minori dimensioni, in essa la
banca soddisfa i bisogni di strumenti di pagamento e piccoli finanziamenti, questi sono i motivi per cui in
quest’asa si compete soprattutto con i prezzi ma sono rilevanti alche le politiche di differenziazione
L’area
(prossimità della banca al cliente, semplicità dei servizi, trasparenza). Corporate include le medie
e le grandi imprese, gli enti pubblici, le banche egli intermediari finanziari, in questo caso la banca si trova
a fornire tutti i servizi di cui essa dispone e inoltre in questa classe sono fondamentali gli approcci
dell’assistenza
relazionali (personalizzazione del servizio; rapidità di esecuzione; qualità e consulenza;
ampiezza della gamma offerta; valutazione del rischio di credito e mantenimento del sostegno finanziario
in caso di difficoltà). Per quanto riguarda la classificazione Private, al suo interno troviamo privati con
alto redito e patrimonio, qui i servizi maggiormente offerti sono intuitivamente quelli tipici
dell’intermediazione mobiliare e consulenza d’investimento, in questa classe è fondamentale la
reputazione della banca stessa, la capacità di gestire i patrimoni mobiliari, oltre alla qualità della
relazione. Queste appena elencate sono le classi più diffuse in ambito bancario naturalmente la
classificazione può essere più specifica o viceversa, creando nuove etichette come Personal Banking,
Institutional Banking, International, multinational e global banking.
5. Perché le banche diversificano (teorie che spiegano la diversificazione)
Le banche diversificano principalmente a causa di quattro fattori: una quota di mercato che non cresce,
evitare diseconomie di scale, bassa redditività e per ultimo anche se non fa parte della teoria tradizionale,
per diversificare e ridurre quindi i rischi. A sostegno della diversificazione possono essere considerate
varie teorie, la prima e fondamentale da considerare è quella che si lega alla scuola manageria
un’impresa
harvardiana con Michael Porter. Egli sosteneva che diversificata sarebbe stata in grado di
ridurre i propri costi medi unitari, maggiormente rispetto ad una specializzata, utilizzando le risorse in
eccesso come capacità produttiva e/o liquidità di un business, per un altro business correlato al primo,
invece di disinvestire la capacità produttiva in eccesso era meglio diversificare. Questa teoria è alla base
delle economie di scopo che si basano sulle sinergie o interrelazioni fra i vari business, in ambito bancario
quelle più rilevanti possono essere identificate nelle economie distributive (si sfruttano gli stessi canali
distributivi per più attività), le economie produttive ed amministrative. Troviamo inoltre a sostegno della
un’impresa
diversificazione la teoria della diversificazione dei rischi che sostanzialmente sosteneva che
diversificata presenti minori rischi e minore variabilità della redditività rispetto ad una impresa non
diversificata, questa teoria non legata alla scuola tradizionale trova delle pecche empiriche date dal fatto
che spesso le attività sono correlate tra loro e quindi il teorema non funziona e più in generale i profitti
L’ultima
delle banche seguono gli andamenti del mercato. teoria che giustifica la diversificazione è da
considerarsi molto negativa per la banca dato che è quella dei Profitti di interesse: questa teoria sostiene
che una banca o meglio il management di una banca diversifichi non perché sia necessario ma
esclusivamente per far crescere la stessa anche in attività assolutamente prive di sinergie solo per
all’espansione.
guadagnare personalmente grazie ai bonus e alle ricompense relative
6. Perché le banche si specializzano. (teorie che spiegano la specializzazione).
La teoria principale che sostiene la specializzazione delle imprese, ed in particolare delle banche, è quella
dell’economia
relativa alla divisione del lavoro di Adam Smith. Si parla del principio aziendale per il quale
l’attività
più sviluppo che svolgo, più divento esperto più i costi in merito allo svolgimento di tal attività
dall’economista
diminuiscono. Un fattore importante è dato dalle economie di esperienza poste alla base
di quelle di scala. In ambito bancario quindi si sostiene una riduzione del costo medio unitario dovuto
dall’aumento dei fondi intermediati a parità di costi fissi, o meglio un aumento più che proporzionale dei
fondi intermediati rispetto ai costi fissi. Se si vuole essere più precisi alla base della teoria possiamo
considerare la prima condizione della microeconomia per la massimizzazione del profitto ovvero
uguagliare costi mar