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SVILUPPO DELLA COMUNICAZIONE INTENZIONALE
Il primo passo che fa il bambino è comprendere che gli altri sono sistemi intenzionali. L'intenzionalità non può essere definita tale solo in presenza di uno scopo, poiché il risultato potrebbe essere ottenuto per apprendimento condizionato e poi ripetuto, quindi è necessario che ci siano uno scopo e un mezzo. Piaget sostiene che un comportamento si può definire intenzionale quando le azioni compiute come mezzo siano distinguibili dal fine che doveva essere fissato a priori.
L'intersoggettività è la capacità di condividere con l'altro un contenuto esterno o interno (secondo Bruner e Vygotskij lo sviluppo di una persona è consentito dalla disponibilità dei sistemi simbolici che traggono origine dagli scambi interattivi tra bambino e madre) pertanto Bruner definisce l'intersoggettività come una capacità su base innata.
Verso i 3-4 mesi il bambino...
evidenzia la cosiddetta intersoggettività primaria, ovvero gli interazioni precoci con la madre, dove si hanno conversazioni non verbali, che hanno il semplice scopo di una condivisione di affettività positiva e scambio di interazione sociale. In questa fase secondo Bruner si costruiscono i format ovvero degli schemi interattivi, convenzionati grazie alla loro regolarità ed efficacia, che permettono di orientare la conversazione diadica, che permettono al bambino di comprendere se e gli altri come agenti. La primaria è un precursore dell'intersoggettività secondaria, che fa la sua comparsa tra i 9 e 12 mesi, e comprende la capacità di partecipare intenzionalmente ad una conversazione in cui sia la mamma che il bambino collaborano al processo di costruzione della condivisione di significati: tale raggiungimento ha le sua basi nello sviluppo del concetto di persona che determina la capacità di differenziare il mondo fisico dal mondo sociale.che verrà raggiunto ad otto mesi circa quando il bambino inizia ad utilizzare mezzi diversi per entrare in contatto con gli oggetti rispetto a quelli usati con le persone per influenzarne il comportamento. Un altro elemento che compare nell'intersoggettività secondaria è il gesto di indicazione, prima dei dieci mesi quando la madre indica un oggetto al bambino egli guarda il dito. Verso i 12 mesi avviene un cambiamento qualitativo cruciale in entrambi i processi, il gesto di indicazione e la capacità di seguire lo sguardo, che segna l'inizio dell'intenzionalità del bambino, che continuerà per tutti i due anni, seguito dalla capacità di indicazione da parte del bambino. Ed è a partire da quest'età che il bambino comincia a trarre vantaggio dallo scaffolding del genitore e dall'ambiente quindi tutoriale. Attorno a 1 anno, il bambino prelinguistico inizia a compiere degli atti performativi quali il gesto imperativo.Il gesto imperativo è utilizzato per formulare una richiesta al genitore, mentre il gesto dichiarativo è utilizzato per attirare l'attenzione dell'adulto su qualche oggetto su cui avere informazioni. Quindi gli indici per comprendere se c'è o meno intenzionalità oltre all'alternanza dello sguardo sono la negoziazione del significato dei messaggi falliti (nel momento in cui l'adulto non recepisce il messaggio del bambino egli lo ripete e con il tempo inizia ad aumentare l'intensità del gesto comunicativo) e la ritualizzazione di gesti (i gesti vengono abbreviati con lo scopo di assumere una funzione di segnalazione per far capire cosa vuole). Inizialmente si pensava che il gesto dichiarativo fosse un'evoluzione di quello imperativo, successivamente grazie a Vygotskij si è ritenuto che il gesto dichiarativo fosse lo sviluppo di una funzione referenziale sociale piuttosto che derivare dalla funzione strumentale. Il gesto imperativo a 12 mesi prima viene
utilizzata la mano dell'adulto come prolungamento di sé, per fare la richiesta successivamente c'è un evoluzione qualitativa perché il bambino utilizza la sua mano in un gesto di prensione chiamato reaching per richiedere l'oggetto a sé, la differenza fondamentale tra i due gesti, seppur entrambi intenzionali è che il gesto dichiarativo implica lo sviluppo della teoria della mente poiché il bambino nel cercare di focalizzare l'attenzione su un interesse comune ha iniziato a concepire l'altro come un individuo dotato anch'esso di intenzioni e di una mente ciò porta all'incontro di menti (Bruner). Intorno ai 2 anni c'è un ulteriore sviluppo, il bambino prima di fare il gesto di indicazione, cerca lo sguardo dell'adulto questo tipo di processo è definito sguardo referenziale, implica appunto la capacità di rendersi conto delle caratteristiche dell'attenzione altrui. Dai 12 ai 14 mesi.compaiono le prime parole non referenziali e referenziali, inoltre il bambino attraverso le interazioni con la madre apprende dei contenitori prosondici, ovvero dal'intonazione distingue richieste da comandi. Lo stile dell'adulto differisce tra direttivo e elaborativo, il primo è uno stile di regolazione sociale rivolto a dare comandi ed istruzioni, mentre il secondo è centrato sul bambino, si basa su espansioni (contingenza semantica). 30) Passaggio da comunicazione non verbale a verbale (discontinuità e continuità); 31) IL RUOLO DELLA SUPERORDINAZIONE NELLO SVILUPPO DELLA COMPETENZA DEFINITORIA E NELL'ORGANIZZAZIONE CONCETTUALE: Nella competenza definitoria, la presenza del termine categoriale superordinato segna il passaggio dalla cosiddetta struttura HAS (narrativa) a quella detta ISA (descrittivo-categoriale) e permette di assegnare una risposta ai livelli più alti della Scala originaria. Nell'organizzazione concettuale il teminesuperordinato permette l'attivazione dell'area semantica appropriata, realizzando un'economicità cognitiva e comunicativa. A livello evolutivo, lo sviluppo concettuale segue un iter in cui si possono individuare tre momenti fondamentali: - il primo è il passaggio dalle categorie percettive a quelle concettuali, che si realizza già nel primo anno di vita (dopo i 9/10 mesi). - Il secondo momento è rappresentato dalla messa in relazione dei concetti prelinguistici con le prime parole, nel secondo anno di vita. In questa fase, la scoperta del referente rappresenta il principale compito che il bambino affronta nell'apprendimento del lessico. - Il terzo passaggio comporta l'accesso alla superordinazione e la formazione del sistema semantico, verso i 6/7 anni. Diversi studi sottolineano il ruolo determinante del linguaggio nella costruzione del pensiero categoriale-tassonomico. L'apprendimento dei terminisuperare le sfide che si presentano durante lo sviluppo.34) VYGOTSKY E LA ZONA DI SVILUPPO PROSSIMALE:Secondo Vygotsky, lo sviluppo cognitivo di un individuo avviene attraverso l'interazione con gli altri e con l'ambiente circostante. La zona di sviluppo prossimale rappresenta la distanza tra ciò che un individuo può fare da solo e ciò che può fare con l'aiuto di un adulto o di un compagno più competente. Attraverso questa interazione sociale, l'individuo può acquisire nuove abilità e conoscenze.35) PIAGET E LO SVILUPPO COGNITIVO:Piaget ha proposto una teoria dello sviluppo cognitivo che si basa su quattro stadi: il sensomotorio, il preoperatorio, l'operativo concreto e l'operativo formale. Ogni stadio è caratterizzato da modi di pensare e di ragionare specifici. Secondo Piaget, lo sviluppo cognitivo avviene attraverso l'equilibrazione, un processo di adattamento in cui l'individuo cerca di bilanciare le sue conoscenze esistenti con le nuove esperienze.sviluppare la sua identità nel modo sperato. Ogni stadio rappresenterà una crisi che l'individuo dovrà superare per andare avanti nel suo ciclo di vita.
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Fiducia contro sfiducia: (0-1 anno). Il neonato deve sviluppare un atteggiamento di fiducia nei confronti dei suoi genitori. Se vi è stabilità nelle attenzioni che riceve, il bambino acquisirà l'aspettativa che, nonostante le cose possano andare male, poi miglioreranno. Superare questa fase significa riuscire ad avere fiducia negli altri di fronte all'incertezza che può generare l'ignoto.
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Autonomia contro vergogna e dubbio: (2-3 anni). Il bambino si vede obbligato ad avanzare verso la sua autonomia. Deve, tuttavia, rendere il suo desiderio di autonomia compatibile con le norme sociali che i suoi genitori rappresentano e gli impongono. Iniziare a svolgere attività autonome può far comparire qualche dubbio riguardo alla propria capacità.
Contro Contestazione/Diffusione d'identità: (adolescenza). Affronta una serie di cambiamenti fisici insieme alla comparsa di nuove esigenze sociali. Questo provocherà in lui una sensazione di confusione riguardo alla sua identità e alla concezione che ha di sé.
6. Intimità contro isolamento: (prima età adulta). La persona deve fissare e aver chiara la sua identità per poter stringere dei legami con le altre persone. Deve trovare dei nessi di unione "con gli altri individui" per raggiungere così una fusione di identità pur mantenendo la sua identità personale. Superare questa fase presuppone aver acquisito la capacità di intrattenere relazioni affettive di diverso tipo, contro un isolamento sociale.
7. Generatività contro Stagnazione: (seconda età adulta). Oltre all'identità e all'intimità, la persona deve impegnarsi con gli altri, nel suo lavoro, con i suoi figli,
ne e insoddisfazione. La produttività è un elemento fondamentale per il benessere e la realizzazione personale.