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Rapporto tra R.U. e conseguenze di interruzione o collasso
R.U., Ud'uso sono rapportate alle conseguenze derivanti da una interruzione di operatività o dal collasso. Le categorie sono le seguenti:
- Costruzioni con presenza occasionale di persone
- Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza fruizioni pubbliche e sociali
- Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi (scuole, teatri, musei)
- Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti (ospedali, impianti di trasmissione, banche dati)
È necessario approfondire gli stati limite in altre 2 sotto categorie ciascuno:
- S.L.E.: si specifica in S.L. Operativo (la costruzione nel suo complesso non subisce danni ed interruzioni d'uso significativi)
- S.L.Danno: la costruzione nel suo complesso si mantiene immediatamente utilizzabile pur dopo l'interruzione di alcune sue apparecchiature
S.L.U.: si specifica in S.L.V. - di salvaguardia della vita (la struttura subisce crolli a componenti non strutturali ed impiantistici e significativi danni ai...
componenti strutturali) e S.L.C – di prevenzione del collasso (la costruzione subisce gravi rotture e crolli e gravi danni alle parti strutturali ma mantiene ancora un margine di sicurezza nei confronti del collasso)
S.L.E. Sisma: Essa si rapporta con S.L.E. o S.L.U. a seconda che la E individuata sia rapportata al ciclo di vita utile o abbia carattere straordinario. + Q + Q +…
Con valutato entro il ciclo di vita utile: E + G + G + P Ψ Ψ
E 1 2 21 * K1 22 * K2
Le azioni variabili sono considerate nella loro forma quasi permanente. Per sismi prevedibili nel ciclo di vita utile, non si superano gli SLE. Per sismi straordinari non si superano gli SLU.
D - S A ’UOMANDE ICUREZZA E CCESSIBILITÀ NELL SO
1. Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie (giaciture che richiedono l’applicazione di vetri di sicurezza; classificazione dei vetri di sicurezza; principali prescrizioni normative)
Gli infortuni dovuti alle interazioni con lastre vetrate (ferite e lesioni gravi,
In qualche caso mortali) sono la conseguenza di 2 tipologie di eventi: - Impatto di una persona che viene a contatto con un elemento in vetro (in questo senso sono potenzialmente pericolose le giaciture con altezza inferiore ad 1 metro rispetto al piano di calpestio. Se poi - oltrepassando il vetro – la persona si trova a contatto con un dislivello di altezza >1 metro, al rischio di ferite da taglio si aggiunge quello connesso alla caduta dall’alto). - Rottura di un vetro che, proiettandosi lontano dalla sua giacitura, investe una o più persone (sono potenzialmente pericolosi: i pannelli vetrati che, in posizione di normale apertura, sporgono all’esterno degli edifici, i vetri in giacitura sub-orizzontale, e in qualche caso verticale che insistono su ambienti frequentati da persone). Tale rottura può essere causata da: carichi statici (carichi imposti, neve, pressione idrostatica) superiori alla resistenza della lastra, carichi dinamici (vento, urti, grandine, esplosioni, ecc.).chiusure accidentali violente) che portano a rottura, Torsioni da azionamento, azionisismiche.
Si possono avere 3 tipologie di rottura del vetro (A, B, C):
- Tipo A - appaiono numerose fessurazioni che formano frammenti separati con spigoli vivi ed acuminati, alcuni dei quali di grandi dimensioni (e perciò pesanti). È la modalità di rottura meno sicura, che può originare ferite da perforazione/lacerazione, ed è tipica dei vetri comuni (float 45N/mmq) e dei vetri ad alta resistenza induriti termicamente (70 N/mmq) o chimicamente (150N/mmq);
- Tipo B - appaiono numerose fessurazioni, ma i frammenti rimangono uniti e non si separano. È una modalità di rottura potenzialmente sicura, tipica del vetro stratificato o armato, che non consente al corpo di oltrepassare il vetro. La rottura sicura di un vetro stratificato non ammette fessure o aperture nel quale possa essere introdotta una sfera di 76 mm. di diametro con una forza entro i 25N
A simulare l'urto da corpomolle (l'uomo) con un pendolo sospeso e di massa pari a 50 Kg, il quale impatta il vetro in 3 altezze: 190 mm (classe 3), 450 mm (classe 2), 1200 mm (classe 1).
All'impatto il vetro può:
- Rimanere integro;
- Rompersi nella maniera prevista per un vetro stratificato di sicurezza - rottura a);
- Rompersi nella maniera prevista per un vetro temprato di sicurezza - rottura b).
La classificazione di un prodotto di vetro di sicurezza deve allora essere indicata come segue:
α (β) Φ
La classe dell'altezza massima di caduta alla quale il prodotto o non si è rotto o si è rottoβ Φconformemente al requisito a) o b); è la modalità di rottura (A, B o C); è la classe dell'altezza massima di caduta alla quale il prodotto o non si è rotto o si è rotto conformemente al requisito a).
In alcune situazioni può essere utile caratterizzare il serramento.
completo (vetro+struttura) o la facciata continua nell'urto da corpo molle.
I criteri di sicurezza delle applicazioni vetrarie sono i seguenti:
- Le lastre il cui lato inferiore sia posto a meno di 1 m dal piano di calpestio richiedono l'applicazione di un vetro di sicurezza (temprato ostratificato a seconda del contesto di progetto).
- Se l'attraversamento della lastra (da parte del corpo che cade) comporta la caduta nel vuoto da un'altezza di almeno 1 metro, le lastre devono essere stratificate e di classe 1(B)1.
- In caso di vetrocamere (2 o più vetri con intercapedini d'aria) si deve tenere conto di quale sia il lato in cui c'è il potenziale pericolo (se possono essere entrambe occorrono più vetri di sicurezza).
- Se la rottura del vetro temprato può proiettare all'esterno frammenti capaci di generare pericolo per la loro massa, l'altezza di caduta (>4 metri) o l'ubicazione, è consigliabile utilizzare un
Prodotto temprato termicamente, sottoposto a trattamento Heat Soak Test (HST).
2. Limitazione dei rischi derivanti da scivolamenti e inciampi: caratterizzazione dei comportamenti dei pavimenti (limiti e caratteristiche dei differenti parametri utilizzati) ed indicazioni di metodologia progettuale.
La disciplina riguardante la sicurezza nei luoghi di lavoro fa esplicito riferimento alle problematiche relative ai pavimenti. Le vie di circolazione, comprese scale, rampe di carico, devono essere situate e calcolate in modo tale che i pedoni possano utilizzarle facilmente in piena sicurezza e conformemente alla loro destinazione. I pavimenti degli ambienti di lavoro e dei luoghi destinati al passaggio non devono presentare buche o sporgenze pericolose e devono essere in condizioni tali da rendere sicuro il movimento ed il transito delle persone e dei mezzi di trasporto: devono essere fissi, stabili e antisdrucciolevoli.
Esistono differenti test di valutazione delle caratteristiche delle pavimentazioni.
Ognuno di essi presenta specificità (e gradi di affidabilità) che vanno tenute in conto in relazione al contesto specifico. Tra le diverse tipologie di test si segnalano: - Misure del coefficiente statico di attrito - Misure del coefficiente dinamico di attrito - Prove simulate su rampe inclinate - Il Pendulum test - La valutazione della rugosità. La misura del coefficiente statico di attrito è una misura spesso utilizzata per la caratterizzazione della resistenza allo scivolamento dei rivestimenti ceramici in giacitura orizzontale. Si valuta con un dinamometro la forza richiesta per riuscire a muovere un elemento di peso e caratteristiche determinati posto sulla superficie del pavimento. Il rapporto tra questa forza e il peso dell'elemento rappresenta il Coefficiente statico di attrito. La scarsa affidabilità della misura del Coefficiente Statico di attrito appare particolarmente evidente in condizioni bagnate in quanto tende a sovrastimare fortemente.moto e di utilizzo della pavimentazione. Queste prove includono il test del pendolo, il test del freno e il test del carrello. Il test del pendolo consiste nel far oscillare un pendolo su una superficie di pavimentazione e misurare l'angolo di oscillazione. Questo test fornisce informazioni sulla resistenza al scivolamento della pavimentazione. Il test del freno simula le condizioni di frenata di un veicolo su una superficie di pavimentazione. Viene misurata la distanza di frenata e la forza di frenata necessaria. Questo test fornisce informazioni sulla capacità di frenata della pavimentazione. Il test del carrello simula il passaggio di un carrello su una superficie di pavimentazione. Viene misurata la resistenza al rotolamento del carrello e la forza necessaria per spostarlo. Questo test fornisce informazioni sulla facilità di movimento del carrello sulla pavimentazione. Queste prove sono utili per valutare la prestazione della pavimentazione in diverse situazioni di utilizzo. Tuttavia, è importante considerare che queste prove sono solo simulazioni e potrebbero non riflettere completamente le condizioni reali di utilizzo. Pertanto, è consigliabile combinare queste prove con valutazioni sul campo e feedback degli utenti per ottenere una valutazione completa della prestazione della pavimentazione.Deambulazione su un campione del pavimento in esame. Il lato positivo è rappresentato dalla rappresentazione reale della deambulazione; il lato negativo è la non perfetta confrontabilità dei risultati ottenuti con diversi operatori (vi sono residui elementi soggettivi di giudizio).
In una prova su rampa inclinata viene misurata l'inclinazione della rampa alla quale corrisponde, per un soggetto che la percorre con determinate tipologie di calzature (o a piedi nudi), la perdita di aderenza, anche in presenza di agenti contaminanti come acqua e sapone o oli.
Gli esiti delle prove svolte sui pavimenti vengono riferite a 13 classi di comportamento (da R1 a R13). I pavimenti sono definiti antisdrucciolo se riescono ad essere inquadrati in una delle classi comprese tra R9 e R13.
La prova del pendolo si basa sulla valutazione dell'energia di transito di un tampone lungo una traiettoria semicircolare. Il test rappresenta con efficacia la differenza tra le condizioni wet
e dry. La velocità del pendolo non rappresenta però un modello ideale del passo dell'uomo (la prova nasce in ambito stradale e simula con efficacia l'andatura umana).