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LA DIASPORA DI WILLIAM SAFRAN

William Safran ha fatto fare un grande passo avanti nel studio e nel concetto di Diaspora teorizzando un elenco delle principali caratteristiche delle diaspore. Il concetto di diaspora può essere applicato quando i membri di una "comunità di minoranze espatriate" condividono diverse delle seguenti caratteristiche:

  • loro o i loro antenati sono stati dispersi da un "centro" originale a due o più regioni straniere;
  • mantengono una memoria, una visione o un mito collettivo sulla loro originale patria compresa la sovversione, storia e risultati;
  • credono di non essere - e forse non potranno mai essere - pienamente accettati nelle loro società ospitanti e quindi rimangono parzialmente separati;
  • la loro casa ancestrale è idealizzata e si ritiene che, quando le condizioni saranno favorevoli o loro o i loro discendenti (le generazioni successive alla migrazione o alla diaspora)
dovrebbero tornare;
  • credono che tutti i membri della diaspora dovrebbero impegnarsi al mantenimento o al ripristino della patria originale e della sua sicurezza e prosperità;
  • continuano in vari modi a relazionarsi con quella patria e la loro coscienza etnosociale e la solidarietà è un modo importante e ben definito dall'esistenza di tale relazione.

LA DIASPORA DI ROBIN COHEN

Robin Cohen ha delineato cinque tipi di diaspora moderna:

  1. Vittime di Diaspora: Ebrei, africani, armeni. Molto si è discusso sull'includere anche irlandesi e palestinesi. Molti gruppi di rifugiati contemporanei sono vittime della diaspora, ma deve passare del tempo per vedere se tornano nelle loro terre d'origine o si assimilano nelle terre ospitanti, si creolizzano o si mobilitano come diasporici.
  2. Diaspora Lavorativa: Indiani con contratto di lavoro. C'è un dibattito anche su: cinesi e giapponesi; Turchi, italiani, nordafricani. Molti altri potrebbero

Essere inclusi. Un'altra espressione sinonimo è "diaspora proletaria". Diaspora dovuta all'imperialismo o alla conquista coloniale: russi, potenze coloniali diverse dalla Gran Bretagna. Altre espressioni sinonimi sono "colono" o diaspore "coloniali". Diaspora per Commercio: Libanese, cinese e si discute anche di: veneziani, indiani uomini d'affari e professionisti, cinesi, giapponesi.

DETERRITORIALIZZATI: Popoli caraibici, Sikh, Parsis si discusse anche di: Rom, Musulmani e altre diasporereligiose.

IL CONCETTO DI DIASPORA DI WILLIAM SAFRAN E ROBIN COHEN (vedi risposte precedenti)

LA DIASPORA: ANALIZZARE IL TERMINE E DESCRIVERE LE DIVERSE TEORIE

La diaspora si riferisce a una popolazione che condivide il proprio patrimonio culturale e i propri tratti culturali in modo comune con altri suoi membri in diverse parti del mondo. La prima fase dell'uso classico del termine principalmente limitato allo studio dell'esperienza ebraica.

Escludendo alcuni riferimenti casuali precedenti, il significato classico è stato sistematicamente esteso. Retrospettivamente e senza consenso completo, i palestinesi sono stati successivamente aggiunti a questo gruppo. Nella seconda fase, dagli anni 80 in poi, William Safran, sosteneva che la diaspora si potesse spiegare come una "struttura metaforica", che disegna un qualcosa di metaforico che si rivolge a diversi simboli, riti, visioni del mondo. Nella terza fase, mentre gli anni 90, è stata contrassegnata da una marcata critica sociale ai teorici della seconda fase. I teorici della terza fase sono stati influenzati dalle tinture post moderne cercando di deostruire di scomporre i due principali elementi costruttivi, la patria e la comunità etnica religiosa. Alla fine del secolo scorso è iniziata l'attuale fase di consolidamento, le critiche sociali sono state viste come un modo per mettere in pericolo e di svuotare la nozione di diaspora e di limitare il suo significato.

Il suopotere analitico e descrittivo. La fase di consolidamento è contrassegnato da una riaffermazione dell'idea di diaspora, che include i suoi elementi fondamentali, le caratteristiche comuni e tipi ideali.

LA DIASPORA SECONDO STEVEN VERTOVEC

Steven Vertovec teorizza il significato di "diaspora": All'interno di una varietà di discipline accademiche. I recenti studi sull'argomento trasmettono a almeno tre significati riconoscibili del concetto di "diaspora". Questi significati si riferiscono a quella che potremmo definire "diaspora" come forma sociale, "diaspora" come tipo di coscienza e "diaspora" come modalità di produzione culturale. Questi significati, piuttosto diversi, hanno ciascuno una certa utilità per concettualizzare, interpretare, decostruire e teorizzare i processi e gli sviluppi che incidono nelle diverse regioni dell'Asia meridionale al di fuori dell'Asia meridionale.

"Diaspora" come forma sociale: Il primo significato che emerge dalla letteratura contemporanea è il più comune; - "Diaspora" come tipo di coscienza: Un altro approccio relativamente recente alla "diaspora" pone maggiormente l'accento descrivendo una varietà di esperienze, un tipo di stato d'animo, potremmo dire, e un senso di identità; - "Diaspora" come modalità di produzione culturale: Questo insieme finale di significati, che vari scrittori hanno attribuito alla nozione di "diaspora", vengono generalmente trasmessi nelle discussioni sulla globalizzazione.

FRANZ FANON

Nasce nel 1925 nel capitale della Martinica (Colonia francese nel Mar dei Caraibi, considerata oltre mare fino all'inizio del 1600). La lingua ufficiale è il francese misto creolo, una lingua mischia tra francese e dialetti africani. Fanon sarà disincentivato a parlare di creolo durante i suoi anni di studio.

poiché considerata lingua del popolo, ma lui anche in importanti testi parlauna lingua locale (Il negro e L'altro, Pelle nera Maschere bianche). Studiò nella capitale, Fort deFrance, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale e cominciò a comprendere come sitrasforma e si dilaga il razzismo. Cerca di fuggire per arruolarsi con le forze francesi ma dovràaspettare per poter partecipare alla guerra sotto la bandiera francese. Tornato dalla battaglia siiscrisse alla scuola superiore per conseguire il diploma e continuare gli studi universitari. Va inFrancia dove iniziò i suoi studi prima in odontoiatria poi, in medicina. Si laurea nel '51, seguendocon molto interesse la scienza psichiatrica; torna nella Martinica dove inizia a fare il medico.Comprende che i mali dei suoi compatrioti, e neri come lui, non sono malattie di tipoBiologico, ma di ordine psicologico e sociale. Torna così in Francia e si specializza in

psichiatria. Durante il periodo di studi pubblica diversi articoli scientifici (importante La sindrome NordAfricana) in cui esprime un’accusa profonda di razzismo alle istituzioni manicomiali francesi e sostiene che sintomi psicologici acuti e malattie psichiatriche delle persone provenienti dal Nord Africa sono delle vere e proprie malattie sociali e Sindromi psicosomatiche, e quindi non dovute a malfunzionamenti del cervello, ma istituzionalizzate e profondamente iscritte nelle forme più profonde di razzismo e oppressione coloniale. Morirà all’età di 36 anni nel 1961, per un male incurabile.

FRANZ FANON E LACAN
L’autore che predilige è Jack Lacan che lui definisce come un “logico della follia“. Le questioni fondamentali del pensiero di Lacan che Franz Fanon riprende nella sua tesi dottorale e nel suo lavoro è il concetto di appagamento del desiderio nell’esperienza della vita e come questo non appagamento provochi conflitti.

I conflitti portano attenzione sociale della personalità. Parallelamente a questa interpretazione, ovviamente delle psicosi, possiamo indicare in Lacan tre caratteri fondamentali ovvero un significato umanamente comprensibile delle potenzialità dialettiche di sviluppo, essendo la guarigione una forma di catarsi, la partecipazione dell'individuo a quello che possiamo chiamare ad un tipo di partecipazione sociale. Tutto questo è dato da una comprensione dialettica ovvero linguistica dell'individuo ed è ovvio che nel momento in cui un individuo inizia una sua forma di delirio che è una manifestazione esterna del suo disagio, l'impostazione di un tipo di cura ovvero di un linguaggio permette di comprendere il fenomeno della follia che in realtà è nell'espressione delirio già una forma dialettica naturale di guarigione. La follia, per Lacan, non è nient'altro che una forma di disordine di quella persona.

nel mondo equindi ci sono due modalità per uscire da questa rottura fra l'interno e l'esterno: o una forma di violenza verso l'esterno oppure è lui stesso a colpirsi per effetto del contraccolpo sociale. LA CRITICA POST-COLONIALE DI FRANTZ FANON Frantz Fanon critica profondamente quello che era il concetto di etnopsichiatria dell'epoca (pensiero di Porot che sosteneva che un particolare tipo di test il TAT non aveva la stessa riuscita sulle donne musulmane di Blida rispetto alle donne occidentali). La critica che Fanon fa a questo punto di vista è prima di tutto sulla radice scientifica di tale pensiero e, soprattutto, sulla concezione di pigrizia mentale dell'africano e del musulmano che riporta il pensiero psichiatrico scientifico a forme di razzismo biologico in auge all'inizio del secolo. Il metodo del test non funziona con i pazienti musulmani, e principalmente con le donne musulmane, perché in loro la vita immaginaria nonpuò essere isolata da quella reale. L'accusa che si fa alle donne musulmane di non avere fantasia è assolutamente falsa nella misura in cui esse non possono immaginare i tratti culturali che loro non conoscono. Se il test è tarato per donne occidentali le immagini che vengono visualizzate sono riconosciute culturalmente dalle donne occidentali, ma non dalle donne musulmane che, sotto l'aspetto religioso, hanno anche le questioni e le esigenze molto precise della prospettiva di significato date dal Corano. DEFINIRE LA MALATTIA SOCIALE NEL PENSIERO DI FRANTZ FANON Visto il pensiero di Franz Fanon su come intervenire su alcune questioni psichiatriche è interessante vedere quale atteggiamento abbia lo psichiatra francese di origine martinicana di fronte alla follia del musulmano. È ovvio che le questioni inerenti alla mattina e all'ambivalenza della persona sono personali e identificative da culture a cultura. Quello che per alcune culture è una

follia per altre potrebbe essere l'identificazione da una relazione molto forte con le entità extra umana o con una divinità. La questione importante è la dignità e la centralità dell'essere umano.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
42 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher a.dioni.ad di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Pesce Mario.