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DIASPORA- metamorfosi di una parola globale -Una storia e una geografia complesse
Inizialmente il termine "diaspora" è circoscritto a una questione religiosa (è l'eventuale punizione che spetta agli ebrei qualora dovessero infrangere le regole dei dieci Comandamenti) ma, dai primi decenni del XX secolo, 3 processi caratterizzano l'evoluzione degli usi di diaspora:
- la secolarizzazione l'estensione a questioni non religiose
- la popolarizzazione l'ampliamento del numero di popolazioni alle quali il termine viene applicato
- (strettamente legato alla secolarizzazione) la formalizzazione la precisazione dei criteri che consentono di passare da una categoria composta da un numero limitato di esempi a una categoria più ampia all'interno della quale è possibile identificare dei sotto-tipi.
Simon Dubnow (storico ebreo russo) definisce la diaspora come "nazione o parte di nazione separata".
Dal proprio Stato o territorio e dispersa tra i ricoveri di altre nazioni continuando a preservare la propria cultura nazionale". Progressivamente, il termine comincia a perdere una parte della sua carica negativa e acquisisce una connotazione sempre più neutra e, a partire dagli anni '70, talvolta, diventa addirittura un termine positivo. Dal concetto alle buone pratiche Il termine diaspora comincia a essere concettualizzato a partire dagli anni '70. Si possono individuare due correnti, che forniscono versioni differenti del termine: - la prima, che ha per modello l'esempio degli ebrei, considera le diaspore come caratterizzate dalla migrazione o dall'esilio, dalla nostalgia, dalla perpetuazione delle tradizioni, dei costumi e delle lingue d'origine, così come dal sogno del rientro al proprio Paese; - la seconda, che ha per modello l'esempio degli africani, non si riferisce a un qualunque legame reale e diretto con il territorio di origine, ma piuttosto a una condizione di dispersione e di marginalità sociale.origine e il termine diventa simbolo positivo della “vita”, che indica il modo in cui la cultura originaria venga costantemente reinterpretata e rielaborata al di fuori del suo Paese. La globalizzazione di diaspora L’ampia diffusione del termine diaspora può essere imputata alle molteplici trasformazioni dei mondi dell’identità e dello spazio. Con la mondializzazione, la diaspora diviene la regola, non l’eccezione. Diventato un “termine globale”, adatto al nuovo “mondo globale”, diaspora acquisisce una notorietà inedita che consente una molteplicità di utilizzi. Il lessico burocratico internazionale si è impossessato del termine diaspora, dandogli una nuova accezione che si articola nell’esistenza di un centro territoriale e nella presenza all’estero di espatriati che possono contribuire allo sviluppo politico e/o economico del Paese senza per questo tornare a viverci. Diaspora, oggi ormaiinsostituibile in quanto saldamente installato nel lessico di ricercatori, giornalisti, uomini politici e funzionari internazionali, è un termine antico che è divenuto un concetto contemporaneo, attraverso una traiettoria lunga, complessa e imprevedibile. Tale termine, oggi, è addirittura noto per essere il nome di un social network che sarebbe dovuto diventare l'anti-facebook. Lezione 35 Migrazioni e diaspora 2 - Robin Cohen e William Safran →William Safran teorizza un elenco delle principali caratteristiche delle diaspore si può parlare di diaspora quando i membri di una "comunità di minoranze espatriate" condividono alcune delle seguenti caratteristiche: - loro o i loro antenati sono stati dispersi da un "centro" originale a due o più regioni straniere - mantengono una memoria, una visione o un mito collettivo sulla loro originale patria, compresa la sua posizione, storia e risultati - credono di nonessere (e forse non potranno mai essere) pienamente accettati nelle loro società ospitanti e quindi rimangono parzialmente separati. La loro casa ancestrale è idealizzata e si ritiene che, quando le condizioni saranno favorevoli, o loro o i loro discendenti dovrebbero tornarci. Credono che tutti i membri della diaspora dovrebbero impegnarsi al mantenimento o al ripristino della patria originale e della sua sicurezza e prosperità. Continuano in vari modi a relazionarsi con quella patria e la loro coscienza etno-sociale e la solidarietà è un modo importante e ben definito dall'esistenza di tale relazione. Robin Cohen delinea 5 tipi di diaspora moderna: - diaspore vittime (ebrei, africani, armeni - secondo alcuni anche irlandesi e palestinesi) - molti gruppi di rifugiati contemporanei sono vittime di diaspora, ma deve passare del tempo per vedere se tornano nelle loro terre d'origine o si assimilano nelle terre ospitanti, sicreolizzano o si mobilitano come diasporicidiaspore di lavoro (Indiani - secondo alcuni anche cinesi, giapponesi, turchi, italiani e nordafricani e molti altri) un suo sinonimo potrebbe essere "diaspora proletaria"diaspore imperiali (/diaspora dovuta all'imperialismo o alla conquista coloniale) (russi, potenze coloniali diverse dalla Gran Bretagna) sinonimi potrebbero essere "colono" o "diaspore coloniali"diaspore commerciali (libanesi e cinesi - secondo alcuni anche veneziani (500-600), indiani e giapponesi)diaspore per deterritorializzazione (/diaspore culturali) (popoli caraibici, Sikh - secondo alcuni anche Rom, Musulmani e altre diaspore religiose) si legano al concetto di deterritorializzazione, anche se non sono suoi sinonimi, le parole "ibrido", "culturale" e "postcoloniale". 46Lezione 36 Migrazione e diaspora 3 - Steven Vertotec→Steven Vertovec teorizza ilsignificato di “diaspora” all'interno di una varietà di discipline accademiche e individua, in realtà, 3 possibili significati del concetto di diaspora → diaspora come forma sociale Il primo significato che emerge dalla letteratura contemporanea è il più comune: quello della diaspora è un concetto che deriva quasi esclusivamente dalle esperienze della diaspora ebraica, invocando il loro traumatico esilio da una patria storica e nella dispersione in molte terre (la prima diaspora ebraica è del 700 a.C, gli ebrei vengono portati come schiavi a Babilonia, sotto l'imperatore Nabucodonosor; la seconda diaspora si ha dopo il ritorno in Palestina, nel 70 d.C, gli ebrei vengono portati come schiavi a Roma, sotto l'imperatore Tito) a cui si unisce il sogno del ritorno in patria (il termine diaspora si associa anche ad altre popolazioni, tra cui armeni e africani) (il sogno del ritorno nasce dalloSpostamento forzato, dalla→vittimizzazione e dalla perdita).diaspora come tipo di coscienza Si intende un particolare tipo di consapevolezza che● →si genera tra comunità transnazionali contemporanee (teorizzate da William Safran eJames Clifford). Si tratta di un concetto particolare perché di natura doppia eambivalente: è costituitonegativamente, da esperienze di discriminazione ed esclusione■ positivamente, dall’identificazione con un patrimonio storico, mondo■ culturale contemporaneo o forze politiche.Avere coscienza della diaspora significa anche→ essere contemporaneamente“a casa e lontani da casa”● “qui e là”● abitare qui ed essere qui assume delle connessioni con→l'altrove.diaspora come modalità di produzione culturale questo insieme finale di significati● →(vedi sopra), che vari scrittori hanno attribuito alla nozione di diaspora vengonogeneralmente trasmessi nelle
delle persone di colore. Questo lo porterà a sviluppare una forte identità culturale e politica,che lo spingerà a diventare uno dei principali teorici del movimento di liberazione africana eanticoloniale. Fanon sostiene che la colonizzazione non solo ha un impatto economico e politico,ma anche culturale e psicologico sulle popolazioni colonizzate. Egli afferma che la colonizzazionecrea una divisione tra il colonizzatore e il colonizzato, e che il colonizzato subisce una violenzapsicologica che lo porta a sentirsi inferiore e a desiderare di essere come il colonizzatore. Fanonpropone la necessità di una rivoluzione culturale e politica per liberare le popolazioni colonizzatee ristabilire la loro dignità e autodeterminazione.ma lui stesso, in uno dei suoi più importanti testi (“Pelle Nera, Maschere Bianche”, tradotto anche come “Il Negro e l’Altro. La presa di coscienza della cultura negra”), scrive che parlare una lingua significa assimilare una cultura (→ per Fanon la lingua imposta a lui come ad altri è una forma di colonialismo). Studia nella capitale della Martinica fino allo scoppio della seconda Guerra Mondiale e, con la Martinica occupata dal governo della Francia di Vichy, Fanon comincia a comprendere come si trasforma e si dilaga il razzismo. Cerca di fuggire arruolandosi con le forze francesi in esilio, ma dovrà aspettare il 1943 per poter finalmente partecipare alla guerra sotto la bandiera francese. Tornato dalla guerra si iscrive nuovamente alla scuola superiore per conseguire il diploma, per poi continuare gli studi universitari in Francia, prima a Parigi, poi a Lione, inizialmente in odontoiatria e, subito dopo, in medicina. Si laurea nel 1951.
e derivano da una predisposizione biologica. Fanon sostiene che la colonizzazione e l'oppressione subite dai popoli del Nord Africa hanno causato gravi traumi psicologici e sociali, che si manifestano attraverso sintomi psicosomatici. Questa visione contrasta con l'approccio tradizionale della psichiatria, che tende a considerare tali sintomi come malattie individuali. Fanon critica anche il sistema manicomiale francese, accusandolo di razzismo istituzionale. Egli sostiene che le persone provenienti dal Nord Africa vengono spesso etichettate come malate mentali senza una reale valutazione delle loro condizioni psicologiche. Questo atteggiamento discriminatorio contribuisce a perpetuare l'oppressione e l'emarginazione di queste persone. Attraverso i suoi scritti e il suo impegno politico, Fanon cerca di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità di affrontare le radici sociali e politiche dei disturbi psicologici. Egli sostiene che solo attraverso la decolonizzazione e la lotta per l'uguaglianza sociale si potranno affrontare e superare le sofferenze psicologiche dei popoli oppressi.