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V
I Governi sono responsabili della salute dei propri cittadini: essa
può essere raggiunta solo mettendo a disposizione adeguate misure
sanitarie e sociali. Nei prossimi decenni un obiettivo sociale
essenziale dei governi, delle organizzazioni internazionali e
dell'intera comunità mondiale dovrebbe essere il raggiungimento,
entro l'anno 2000, di un livello di salute che permetta a tutti i popoli
del mondo di condurre una vita socialmente ed economicamente
produttiva. L'assistenza sanitaria primaria è la chiave per conseguire
questo risultato dentro la cornice dello sviluppo in uno spirito di
giustizia sociale.
VI
L'assistenza sanitaria primaria è costituita da quelle forme essenziali
di assistenza sanitaria che sono basate su tecnologie e metodi
pratici, scientificamente validi e socialmente accettabili, che sono
rese accessibili a tutti gli individui e alle famiglie nella comunità
grazie alla loro piena partecipazione. Sono realizzate a un costo che
la comunità e la nazione possono sostenere in ogni fase del proprio
sviluppo in uno spirito di autonomia e di autodeterminazione
L'assistenza sanitaria primaria è una parte integrante sia del sistema
sanitario di un paese, del quale rappresenta la funzione centrale e il
punto principale, sia del completo sviluppo sociale ed economico
della comunità Essa rappresenta la prima occasione di contatto
degli individui, della famiglia e della comunità con il sistema
sanitario nazionale, portando l'assistenza sanitaria il più vicino
possibile ai luoghi di vita e di lavoro, e costituisce il primo elemento
di un processo continuo di assistenza sanitaria
VII
L'assistenza sanitaria primaria:
1. riflette e si sviluppa dalle condizioni economiche e dalle
caratteristiche socioculturali e politiche di un paese e delle sue
comunità essa si fonda sul l'applicazione dei risultati significativi
ottenuti dalla ricerca sociale, biomedica e nei servizi sanitari e
sull'esperienza maturata in sanità pubblica;
2. affronta i principali problemi di salute nella comunità, fornendo i
necessari servizi di promozione, prevenzione, cura e riabilitazione;
3. comprende almeno l'educazione sui principali problemi di salute e
sui metodi per prevenirli e controllarli; la promozione di un sistema
di approvvigionamento alimentare e di una corretta alimentazione
un'adeguata disponibilità di acqua sicura e il miglioramento delle
condizioni igieniche fondamentali; l'assistenza sanitaria materna e
infantile, compresa la pianificazione familiare; l'immunizzazione
contro le principali malattie infettive; la prevenzione e il controllo
delle malattie endemiche locali; un appropriato trattamento delle
malattie e delle lesioni più comuni; la fornitura dei farmaci
essenziali;
4. coinvolge, oltre al settore sanitario, tutti gli altri settori e aspetti
dello sviluppo nazionale e della comunità che sono collegati, in
particolare l'agricoltura, la zootecnia, la produzione alimentare,
l'industria, l'istruzione, l'edilizia, i lavori pubblici, le comunicazioni e
altri settori inoltre necessita del coordinamento delle attività tra tutti
questi settori ;
5. richiede e promuove al massimo l'autonomia dell'individuo e della
comunità e la partecipazione alla progettazione, organizzazione,
funzionamento e controllo dell'assistenza sanitaria primaria stessa,
usando appieno le risorse locali, nazionali e le altre disponibili; per
questo fine sviluppa, attraverso un'adeguata educazione, la capacità
delle comunità a partecipare;
6. dovrebbe essere sostenuta da sistemi di riferimento integrati,
funzionali e di supporto reciproco che portano a un progressivo
miglioramento dell'assistenza sanitaria globale per tutti e danno
priorità a coloro che sono maggiormente nel bisogno;
7. a livello locale e ai livelli di riferimento l'assistenza sanitaria
primaria dipende dagli operatori sanitari, comprendendo di volta in
volta i medici, gli infermieri, le ostetriche, il personale ausiliario e gli
operatori di comunità, come pure dalle figure professionali
tradizionali quando necessario essi devono essere adeguatamente
preparati, dal punto
VIII
Tutti i governi dovrebbero formulare a livello nazionale politiche,
strategie e piani d'azione per diffondere e sostenere l'assistenza
sanitaria primaria come parte dell'intero sistema sanitario nazionale
e in modo coordinato con gli altri settori. A questo scopo, sarà
necessario esercitare una volontà politica, mobilitare le risorse del
paese e usare razionalmente le risorse esterne disponibili.
IX
Tutte le nazioni dovrebbero agire in uno spirito di stretta
cooperazione e di servizio per garantire a ciascuno l'assistenza
sanitaria primaria, dal momento che il raggiungimento della salute
da parte delle persone di un qualsiasi paese interessa direttamente
e rappresenta un beneficio per tutti le altre nazioni. In questo
contesto il rapporto congiunto sull'assistenza sanitaria primaria
curato dall’OMS e dall’UNICEF costituisce una solida base per lo
sviluppo e le attività ulteriori dell'assistenza sanitaria primaria in
ogni parte del mondo .
X
Un accettabile livello di salute per tutte le persone del mondo può
essere raggiunto entro l'anno 2000 grazie a un migliore e più
completo uso delle risorse mondiali, una parte considerevole delle
quali è oggi destinata agli armamenti e ai conflitti militari.
Un'autentica politica di indipendenza, di pace, di distensione e di
disarmo potrebbe e dovrebbe liberare risorse aggiuntive che
potrebbero essere ben destinate a scopi pacifici e in particolare
all'accelerazione dello sviluppo sociale ed economico all'assistenza
sanitaria primaria, come parte essenziale di tale sviluppo, dovrebbe
essere assegnata una quota adeguata delle risorse rese disponibili.
La Conferenza Internazionale sull'Assistenza Sanitaria Primaria
richiede un'urgente ed efficace azione nazionale e internazionale
per sviluppare e implementare l'assistenza sanitaria primaria in ogni
parte del mondo e in particolare nei paesi in via di sviluppo,
secondo uno spirito di cooperazione tecnica e in accordo con un
Nuovo Ordine Economico Internazionale. La Conferenza esorta i
governi, l'OMS, l'UNICEF e le altre organizzazioni internazionali, le
agenzie multilaterali o bilaterali, le organizzazioni non governative,
le agenzie di finanziamento, tutti gli operatori sanitari e l'intera
comunità mondiale a supportare l'impegno nazionale e
internazionale a favore dell'assistenza sanitaria primaria e a
dedicarle un crescente supporto tecnico e finanziario,
particolarmente nei paesi in via di sviluppo. La Conferenza si
appella a tutti gli organismi appena citati perché collaborino a
introdurre, sviluppare e mantenere l'assistenza sanitaria primaria in
maniera coerente con lo spirito e il contenuto di questa
Dichiarazione.
LEZIONE 33:
ANTROPOLOGIA E ETICA DELLA RICERCA SOCIALE -
INCONTRO CON L’ALTRO, IL DIVERSO E L’UGUALE
LA RISCOPERTA DELL'ANTRHOPOS
In epoca contemporanea l'incontro con l'Altro, che sia esso un
migrante o una persona che non appartiene alla nostra cerchia
sociale, diviene il più delle volte uno scontro. Scontro che nella
comunicazione troppo spesso viene definito come un: Noi Vs. Loro
o come scontro di civiltà.
L'antropologia, o meglio lo studio dell'uomo e dell'emersione dei
fatti sociali e dei simboli che l'uomo assegna agli eventi, dipende da
una etica che le fornisce l'apparato epistemologico che gli permette
di attivarsi. Attivazione o comprensione che dipende da un'etica
consapevole.
I sistemi simbolici si muovono in apparati strutturali, una tra tutte le
forme religiose, che storicizzate vengono interpretate dagli essere
umani attraverso i simboli e i riti.
Cambiando il sistema simbolico si cambi l'idea di uomo, anthropos,
e l'interpretazione del suo vivere ed agire si instaura in una diversa
tipologia di etica.
Etica che vede l'uomo, tout court, al centro della vita come
protagonista attento al proprio vissuto ma, anche, attento ai
cambiamenti che avvengono in un’ottica multiculturale e
comunicativa. Multiculturale nel senso di comprensione dei
cambiamenti globali futuri di eventi storici; comunicativa nel senso
di capacità di relazione tra gli individui e tra individui e gruppi.
ETICA DELLA RICERCA ANTROPOLOGICA
La ricetta oggi è un tipo di ricerca palese dove, nel primo approccio
con i soggetti della ricerca, si esplicita in modo chiaro e corretto le
ragioni che portano alla scelta di una comunità come principale
soggetto di ricerca, e la richiesta di poter seguire la loro attività.
Questo perché si ritiene importante il consenso per poter iniziare e
continuare la ricerca. Un vivere con la comunità e non un vivere
come. Qui si innesta un discorso trasversale sull’etica della ricerca e
del ricercatore. Per quanto mi riguarda il posizionamento
deontologico verso i soggetti della ricerca è stato sempre indirizzato
da una profonda riflessione sull’opportunità di fare ricerca nelle sue
varie forme, sui comportamenti da tenere, sulle modalità di
restituzione dei risultati ai soggetti studiati e sulle diffusione dei dati
finali. Ma cominciamo dall’inizio. L’elaborazione di un codice di
comportamento, seguendo in larga parte quello dell’A.I.S.E.A., di cui
sono membro, è stato elaborato prendendo come esempio quello
che si è dato l’ordine medico mondiale dopo il dibattito, molto forte,
seguito alla fine della seconda guerra mondiale. Dopo la vittoria
degli anglo-americani la comunità mondiale in generale, e quella
medica in particolare, si chiese se i progressi e le scoperte
effettuate dai medici tedeschi e giapponesi potessero essere
utilizzate, per i noti motivi che tali progressi furono raggiunti con un
utilizzo scellerato di cavie umane. Si decisero tre semplici norme per
regolamentare la sperimentazione sugli esseri umani. La prima
norma riprendeva, sottolineando la modernità di tale assunto, il
primo imperativo dei precetti di Ippocrate: primo non nuocere. La
seconda chiedeva a tutti i medici, per poter sperimentare farmaci o
cure su esseri umani, che chiedessero l’autorizzazione alla
sperimentazione. La terza norma affermava che le conquiste in
ambito medico fossero per tutta l’umanità e non solo per una parte
di questa. Seguendo queste tre regole ho elaborato un codice
deontologico che mi ha accompagnato durante la ricerca sulla
comunità sikh della Provincia di