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CROLLA! Che limite ha l'accertamento INDUTTIVO?

Fabietto fa 300 caffè al giorno. Posso io determinare un reddito sulla base di presunzioni gravi, precise e concordanti quando quel reddito è talmente assurdo rispetto a quelle che sono le mie reali capacità? NO! Perché violerebbe il PRINCIPIO DELLA CAPACITÀ CONTRIBUTIVA nessuno è chiamato a pagare imposte superiori all'equa capacità contributiva. A Fabietto non gli si può dire che guadagna 200.000 euro l'anno. Ogni tipologia di accertamento vieppiù quello induttivo se ha queste caratteristiche ha un ulteriore limite quello di MAI VIOLARE il suddetto principio perché la rideterminazione di un reddito superiore alle normali aspettative è violante del principio di capacità contributiva che viene sollevato per alcune attività.

Sotto l'accertamento INDUTTIVO ci sono altri 2 sotto accertamenti elencati prima.

Accertamento sulla base di indagini finanziarie: questo tipo di accertamento consiste nella verifica di tutte le entrate e di tutte le uscite dei conti correnti di corrispondenza, di ogni movimentazione bancaria o presso i fiduciari, o presso le finanziarie di tutto il mondo (di cassette di sicurezza annotate, conti correnti di mogli, domestiche, ecc.) viene setacciata; è come un GRANDE FRATELLO di cui loro sanno tutto di tutti e hanno accesso a tutto, anche oltre le normative della privacy. Queste informazioni vengono fatte confluire a Roma presso un apposito ufficio. Una volta viste queste entrate ed uscite cosa ci fanno? Es. prendiamo il conto corrente di Ripa. Che fa Ripa? Il gioielliere. Andiamo a vedere il conto corrente di Ripa allora. Questo conto corrente bancario ha Entrate per 10.000 e Uscite per 5.000. Entrate per 5.000 ed uscite per 10.000. Ancora, entrare per 3.000 ed uscite per 1.000. Fino a qui è regolare. La legge che possibilità dà.

All'amministrazione finanziaria? Dice al gioielliere: "queste entrate di 10.000 da che derivano? Quale è la tracciabilità? Chi te le ha date? Angelica. Queste 10.000 che ti ha dato Angelica, le hai fatturate? Si! Apposto. Dove è la fattura? Non me la trovo, purtroppo. Allora quelle 10.000 vengono messe Reddito dichiarato 100.000, lo Stato che fa? Dato che l'entrata NON è stata giustificata, lo Stato fa 10.000 + 5.000 (uscita che ci hai fatto? L'ho data per una gita! Mi puoi portare la documentazione di questa gita? Non me la ritrovo! Bene!) + uscita + entrata ecc. laddove non riesco a dimostrare che queste ENTRATE e/o USCITE hanno una tracciabilità fiscale il reddito dichiarato somma tanto le entrate quanto le uscite. Quindi con il rischio che questa somma [10.000 + 5.000 + 3.000] entrate + [5.000 + 10.000 + 1.000] uscite = 18.000 + 16.000 = 34.000. Dal reddito dichiarato di 100.000 somma anche le 34.000 per un totale

di 134.000 euro da dover pagarele imposte. L'anomalia è sulle USCITE che teoricamente potrebbe essere un costo di acquisizione chese non giustificata viene portato a Reddito. Quindi l'accertamento INDUTTIVO sulla base di indaginifinanziarie somma le entrate e le uscite delle quali il contribuente NON dà giustificazione. C'è l'inversione dell'onere della prova. Un altro limite di questo accertamento, oltre a quello dellacapacità contributiva è Il limite dell'inversione dell'onere della prova perché la prova deve essereproporzionale all'evento e MAI una prova diabolica, cioè una prova che scientificamente secondo la logica comune non ti potrei mai dare. (Invertire l'onere della prova ovvero, più ragionevolmente, limitare106L'inversione dell'onere della prova è tutelabile se lal'uso delle presunzioni legali nel sistema tributario).prova è

limitata ed è sempre proporzionale al danno e mai diabolica.

DA INTERNET (MA NON AL FINE DELL’ESAME) SPIEGAZIONI SULLA PROVA E INVERSIONE DELL’ONERE DELLA PROVA: La prova costituisce un elemento determinante perché consente al Giudice di valutare, in ordine alla circostanza oggetto di contestazione, se le versioni rappresentategli dalle parti corrispondano alle verità dei fatti. La prova proposta dalle parti, Sulla base del disposto dell’art. 2697 del codice civile, a norma del quale “Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento”, appare chiaro che l’Amministrazione finanziaria nel processo tributario instaurato, pur non prendendo l’iniziativa del processo, è obbligata a dimostrare i fatti costitutivi della sua pretesa. Poiché l’Amministrazione finanziaria tramite

l'atto di accertamento fa valere un diritto di credito nei confronti del contribuente. La prova in giudizio incombe su di essa, pur non rivestendo nel processo il ruolo di attore. Viceversa, quando si vuole fronteggiare la pretesa dell'ufficio laddove ha assolto l'onere probatorio, spetta al contribuente fornire circostanze e prove contrarie idonee a dimostrare fatti estintivi del debito tributario. Quanto innanzi esposto viene dettato dal principio di carattere generale, anche se non sempre trova attuazione nel processo tributario: basti pensare alle azioni di rimborso per mettere in luce l'inversione dell'onere della prova che incombe sul contribuente per i fatti posti a fondamento della domanda. La presente rassegna giurisprudenziale viene dunque dedicata al tema dell'onere della prova, per permettere ai lettori di verificare la tutela dei propri diritti. Esempi: - La deducibilità dei costi deve essere provata (con riguardo alla determinazione delreddito d'impresa, l'onere della prova circa l'esistenza di fatti che danno luogo a costi e oneri deducibili, ivi compreso il requisito dell'inerenza, incombe sul contribuente che invoca la deducibilità). Il fisco deve provare la presunta falsità delle fatture (l'accertamento per frode fiscale deve essere motivato e non bastano semplici indizi). Il Fisco deve esibire i documenti di cui è in possesso. Pertanto, qualora il contribuente che agisca per il rimborso di tasse o somme non dovute eccepisca che i documenti comprovanti l'avvenuto pagamento o la richiesta di rimborso sono in possesso dell'Amministrazione, questa è tenuta a pronunciarsi in modo specifico e motivato sul punto, e, se non lo fa, il Giudice potrà desumere elementi di prova da tale suo comportamento). Tocca al contribuente qualora l'Amministrazione fornisca validi elementi di prova per smontare le prove di falsità delle fatture (affermare

Che alcune fatture sono state emesse per operazioni inesistenti, incombe sul contribuente l'onere di dimostrare l'effettiva esistenza delle operazioni). Onere della prova nella richiesta di rimborso ( Nel caso di richiesta di rimborso di un'imposta, l'onere di provare il diritto alla restituzione grava sul contribuente. In caso di richiesta di rimborso dell'Ilor inoltrata da un agente di commercio, il riconoscimento della restituzione del tributo per un anno fiscale non basta a sostenere la richiesta per un altro periodo impositivo, secondo il principio di autonomia dei periodi di imposizione). Ecc. → FISCO e PROVA DIABOLICA La Suprema Corte è intervenuta pesantemente nell'interpretazione dell'articolo 51 comma 2 numero 2 del d.p.r. 633/1972. In questa inquietante sequenza numerica, in effetti, è contenuta una norma pericolosissima per il contribuente. In sostanza, afferma (anzi ribadisce) la Cassazione con l'ordinanza numero

Il testo fa riferimento al decreto 11650 del 26 maggio 2011 che stabilisce che se un contribuente utilizza un conto corrente bancario per fini promiscui o se il conto corrente finisce sotto l'attenzione di un accertamento tributario di tipo "induttivo" (ad esempio, se un imprenditore o un professionista utilizza il conto corrente anche per scopi personali e familiari), è comunque tenuto a dimostrare che i prelievi effettuati non sono correlati a operazioni imponibili (cioè legate all'attività d'impresa), ma sono per uso privato. Ad esempio, se si acquista un frigorifero o una televisione utilizzando un servizio POS o una carta di credito (che rendono evidente la destinazione della somma per fini privati), ogni volta che un soggetto preleva cento euro dallo sportello o dal bancomat per soddisfare desideri privati (come la collezione di francobolli, ad esempio), deve essere in grado di dimostrare tale destinazione.

acquisto di giornali o riviste, o altro che generalmente non necessita del rilascio di scontrini o ricevute fiscali), ovvero per soddisfare il desiderio o bisogno di un figlio (una gita collettiva con i compagni, l'iscrizione ad un campo solare, altri svaghi, in cui generalmente non si ottiene una certificazione fiscalmente idonea), ecco, in tutte tali ipotesi, il contribuente è onerato dal dovere provare la destinazione finale del prelievo eseguito. Altrimenti, in difetto di giustificazione, il prelievo viene imputato a reddito. Se poi, a questo, aggiungiamo che in base alla normativa che disciplina il processo tributario non è ammessa la prova "testimoniale", ma unicamente quella "documentale" (cfr. articolo 7 comma 4 d.lgs. 546/1992) appare evidente come la prova richiesta al contribuente, sia davvero definibile come probatio diabolica. Sicché, ogni qualvolta il contribuente "acquista francobolli", o invia il figlio in gita

Scolastica, pagando i "cento" euro di quota, in teoria, dovrebbe pretendere dal proprio interlocutore una ricevuta con tanto di data (che comunque, si noti, non sarebbe "data certa" agli effetti civili ex art. 2704 c.c., essendo tuttavia possibile ottenerla tramite i servizi postali che vi provvedono con il noto timbro "guller") idonea quanto meno a porre un indizio adeguato per vincere la presunzione tributaria. Dunque, occorre prendere atto di un tale rigoroso orientamento giurisprudenziale: pochi allarmismi e più attenzione a documentare le operazioni compiute.

PROF: Se questo accertamento è dunque cosi micidiale allora i soldi dove li metto? In banca no! Dentro casa? Quando ho 100.000 di vendite non fatturate dove li metto? Se vado in banca a cambiarle con carte da 500 euro mi rintracciano. Li premo e li metto sottoterra. La banca è off-limits non posso più portarli li. Fra legge riciclaggio e evasione fiscale sono spacciato.

Tanti hanno fatto sì che i soldi fossero versati su conti di terzi, amanti, domestiche, ecc. Il soggetto terzo può essere verificato sui conti correnti bancari? SI! Con l’auto riciclaggio oggi in banca è impossibile.
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A.A. 2019-2020
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SSD Scienze giuridiche IUS/12 Diritto tributario

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LeoPomps di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto tributario e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Ripa Giuseppe.